Gli alloggi oggetto di questo programma sono destinati a:
giovani coppie (nuclei costituiti da coniugi, da nubendi, da conviventi more uxorio nel medesimo stato di famiglia anagrafico o da persone intenzionate a convivere more uxorio o a costituire una unione civile ai sensi della Legge n. 76/2016, in cui almeno uno dei due componenti la coppia non abbia compiuto 40 anni);
nuclei monoparentali (nuclei costituiti da un solo genitore -vedovo/a, separato/a, divorziato/a, celibe, nubile) che non abbia superato i 45 anni di età con uno o più figli coresidenti e fiscalmente a carico);
nuclei numerosi (nuclei nei quali almeno uno dei due genitori non abbia superato i 45 anni di età e nei quali siano presenti almeno tre figli coresidenti e fiscalmente a carico, dei quali almeno uno minore di anni 18);
nuclei sottoposti a procedure di rilascio dell’alloggio per ragioni diverse dalla morosità (nuclei in possesso del provvedimento di sfratto esecutivo);
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nuclei assegnatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica per i quali sia stata dichiarata la decadenza per superamento dei limiti di reddito;
persone singole (nuclei costituiti anagraficamente da un solo componente che non abbia compiuto 40 anni di età).
7. Bando
Il bando emanato dalla Giunta Regionale per l’attuazione del programma, dettaglierà le modalità di presentazione e di valutazione delle domande di contributo che concorrono alla sua realizzazione, la localizzazione e le caratteristiche degli alloggi da ammettere a finanziamento, le tipologie di recupero, requisiti dei soggetti operatori che partecipano al bando, le tipologie di nuclei familiari destinatarie dei finanziamenti e i requisiti soggettivi, il prezzo di vendita, le procedure e le modalità di selezione dei beneficiari dei contributi e gli aspetti tecnici, amministrativo-contabili attinenti alla realizzazione del programma stesso.
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ATTO DI INDIRIZZO
RISOLUZIONE - Oggetto n. 4846 - Risoluzione per impegna-re la Giunta a sosteneimpegna-re, in sede di Confeimpegna-renza Stato-Regioni l'implementazione di campagne a sostegno dell'allattamen-to al seno, quale gesdell'allattamen-to naturale, salutare e privo di qualsiasi impudicizia, richiedendo inoltre al Parlamento l'adozione di una norma di rango legislativo che agevoli la creazione, in tutti i luoghi pubblici, di aree confortevoli e protette dove al-lattare e accudire i bambini e, in mancanza di tali spazi, non consenta di vietare, alle mamme che lo desiderano, di allatta-re al seno in qualsiasi luogo pubblico. A firma dei Consiglieri:
Montalti, Zappaterra, Tarasconi, Rontini, Pruccoli, Marchetti Francesca, Zoffoli, Campedelli, Caliandro, Mori, Rossi Nadia
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Premesso che
è dal 2001 che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definitivamente affermato che il latte materno è il primo, più im-portante e assolutamente preferibile modo di alimentare i neonati.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l'allatta-mento al seno in maniera esclusiva fino al compil'allatta-mento del 6°
mese di vita.
Posta la positività con cui l'evoluzione tecnologica e scienti-fica ha rimediato alla mancata produzione di latte da parte della madre, grazie all'allattamento artificiale, quello al seno resta il metodo di allattamento raccomandato in assoluto dal mondo sa-nitario, sia per il legame relazionale ed emotivo che permette di instaurare fra mamma e bambino, sia per i benefici in termini di sviluppo fisico e cognitivo del neonato.
La regione Emilia-Romagna è sempre più una meta turistica attrattiva, il turismo rappresenta infatti uno dei traini principa-li della crescita regionale, come rimarcano i dati dei primi dieci mesi del 2017 che registrano quasi 54 milioni di presenze turi-stiche. Ed è inoltre meta prediletta per le famiglie, soprattutto la riviera emiliano-romagnola, dove negli ultimi anni molti stabili-menti balneari hanno allestito zone nursery, per l’allattamento e l’accudimento dei bambini.
Questi spazi non sarebbero quindi funzionali solo agli abi-tanti ma anche ai visitatori e si aggiungerebbe in questo modo un ulteriore elemento di qualità, oltre al fattore accoglienza, al no-stro comparto turistico.
Evidenziato che
risultano del tutto incomprensibili, dunque, le notizie di cro-naca che recentemente hanno più volte portato alla ribalta casi di intolleranza rispetto alla pratica dell'allattamento al seno in pubblico, anche da parte di personale preposto a pubblici uffici.
Contro questa assurda chiusura, il Ministro per la Pubbli-ca amministrazione ha emanato una direttiva, rivolta a tutte le pubbliche amministrazioni, affinché assumano azioni positive, comportamenti collaborativi o comunque non adottino compor-tamenti che ostacolino le esigenze di allattamento.
Occorre altresì ricordare che la direttiva 2006/141/CE, at-tuata con decreto del Ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali del 9 aprile 2009, n. 82, recante "Regolamen-to concernente l'attuazione della direttiva 2006/141/CE per la parte riguardante gli alimenti per lattanti e gli alimenti di proseguimento destinati alla Comunità europea ed all'esporta-zione presso Paesi terzi", richiama il principio della promoall'esporta-zione
Inoltre, con l'Accordo del 20 dicembre 2007 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano si sono adottate "Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promo-zione ed il sostegno dell'allattamento al seno".
Impegna la Giunta regionale
a sostenere, in sede di Conferenza Stato-Regioni, l'implemen-tazione di campagne a sostegno dell'allattamento al seno, quale gesto naturale, salutare e privo di qualsiasi impudicizia.
A mettere in campo tutti gli strumenti possibili affinché gli edifici pubblici (a partire dai Comuni, biblioteche, ospedali, etc.) si dotino di spazi dedicati all’accudimento e all’allattamento dei bambini.
A sostenere i progetti degli enti locali per la diffusione e la promozione di spazi per l’allattamento (“aree coccole”) a livel-lo livel-locale.
Richiede al Parlamento
l'adozione di una norma di rango legislativo che agevoli la creazione, in tutti i luoghi pubblici, di aree confortevoli e protet-te dove allattare e accudire i bambini e, in mancanza di tali spazi, non consenta di vietare, alle mamme che lo desiderano, di allat-tare al seno in qualsiasi luogo pubblico.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridia-na del 30 genantimeridia-naio 2018
REGIONE EMILIA-ROMAGNA ATTO DI INDIRIZZO
RISOLUZIONE - Oggetto n. 4889 - Risoluzione per impe-gnare la Giunta a farsi promotrice presso il Governo della possibilità di prevedere un distaccamento operativo dell’A-genzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata an-che in Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Rontini, Ravaioli, Zoffoli, Montalti, Prodi, Poli, Campedel-li, Tarasconi, Zappaterra, Taruffi, Caliandro, PruccoCampedel-li, Mori, Mumolo, Nadia Rossi, Sabattini, Calvano
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Premesso che
La legge 161/2017, recante “Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legisla-tivo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedu-ra penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate “dispone che l’A-genzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata abbia la propria sede principale a Roma e quella secondaria a Reggio Calabria.
A supportare il lavoro dell’Agenzia, per le attività connesse all’amministrazione e alla destinazione dei beni sequestrati, per il monitoraggio sul corretto utilizzo dei beni assegnati, sono nu-clei di supporto istituiti presso le prefetture – uffici territoriali del Governo territorialmente competenti.
Evidenziato che
La società civile dell’Emilia-Romagna, anche a seguito di al-cune rilevanti indagini giudiziarie, in questi anni ha dimostrato
di essere particolarmente sensibile al fenomeno della criminalità organizzata e mafiosa, reagendo con fermezza alle gravi mani-festazioni che esso ha avuto in alcune parti del territorio della regione.
Di fronte alla oggettiva rilevanza che il problema mafioso ha assunto in alcune aree della regione e le preoccupazioni espresse in più occasioni dai cittadini riguardo a tale problema, l’Assem-blea legislativa della Regione Emilia-Romagna negli ultimi anni è intervenuta con alcune leggi finalizzate alla prevenzione della criminalità organizzata e mafiosa e all’illegalità in generale, at-tualmente sistematizzate nella L.R. 18/2016 denominata “Testo Unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili”.
La Giunta regionale, sulla scorta della normativa sopra cita-ta, in questi anni ha promosso numerosi progetti a favore della legalità, destinando per la loro realizzazione significative risor-se ai sistemi degli enti locali, degli enti pubblici, dell’Istruzione, dell’Università, dell’Associazionismo del territorio.
Nell’ambito delle politiche regionali di promozione della le-galità e di prevenzione della presenza mafiosa, il recupero dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata e destinati ai co-muni per finalità sociali è indubbiamente prioritario.
A causa dell’assenza di sistematicità del flusso informativo sui beni in questione, la Giunta regionale ha maggiori difficoltà a programmare in modo adeguato gli interventi e le risorse finan-ziarie per il recupero di questi beni.
Rilevato che
il 30 marzo 2011 l’Assemblea legislativa ha approvato una ri-soluzione che impegnava la Giunta regionale a sostenere la richiesta di costituzione di una Agenzia operativa della Direzione investiga-tiva antimafia in Emilia-Romagna e tale Sezione della DIA veniva successivamente insediata a Bologna il 14 giugno 2012.
L’impegno fin qui descritto dell’Ente regionale contro la cri-minalità organizzata e mafiosa e l’illegalità diffusa in questi anni si è concretizzato anche attraverso: a) l’istituzione di una Consulta permanente sui fenomeni connessi alle tematiche dell’illegalità di cui fanno parte diversi rappresentanti delle istituzioni territoria-li, delle organizzazioni economiche e sindacali ed associative del territorio; b) l’istituzione di un Osservatorio regionale con finali-tà di monitoraggio dei fenomeni criminali in questione composto da funzionari della Regione esperti nelle materie interessate dal citato Testo Unico; c) l’istituzione di un Centro di documentazio-ne sulla sicurezza e la criminalità organizzata presso la Biblioteca dell’Assemblea legislativa; d) l’allocazione diretta di risorse per permettere di celebrare nel territorio regionale il processo Ae-milia; f) la costituzione di parte civile nel medesimo processo.
Il numero dei beni sottoposti a una misura di prevenzione pa-trimoniale in Emilia-Romagna oggi è decisamente significativo, secondo quanto si desumerebbe dai dati più recenti dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni seque-strati e confiscati alla criminalità organizzata.
L’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazio-ne dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità (ANSBC) è responsabile del monitoraggio e della gestione operativa dei be-ni confiscati, nonché dell’adozione di ibe-niziative e provvedimenti necessari per la tempestiva destinazione dei beni. In tale pro-spettiva, l’Agenzia è fortemente impegnata in un percorso di cooperazione inter-istituzionale con le Regioni italiane per la valo-rizzazione ed il recupero, ai fini della più ampia fruibilità da parte degli enti territoriali dei beni a loro destinati e destinabili.
L’Agenzia ha previsto, su sollecitazione degli organi co-munitari, la realizzazione di piattaforme di pubblicazione e condivisione, ai fini della trasparenza e conoscibilità del feno-meno dei beni confiscati e destinati, basate anche sul paradigma degli Open data. In tal senso, ha predisposto un’apposita piatta-forma denominata OpenReGIO di collaborazione tra i soggetti istituzionali coinvolti nel processo di gestione, destinazione, as-segnazione ed utilizzo dei beni confiscati.
La realizzazione di un catasto geolocalizzato dei beni seque-strati e confiscati in Emilia-Romagna, eventualmente collegato a schede descrittive dei singoli beni, è di interesse comune sia per la Regione Emilia-Romagna, la quale mira a favorire la percezione del fenomeno, semplificare le modalità di aggiornamento dei dati e rendere più agevole la conoscenza della localizzazione dei beni alla collettività, per valorizzare gli stessi come risorse utili allo sviluppo sociale ed economico del territorio, sia per l’ANBSC.
La restituzione alle Comunità territoriali dei beni confi-scati alle mafie è uno strumento di grande importanza e valore rieducativo, non solo perché detti beni possono trasformarsi in opportunità occupazionali generando lavoro che produce beni e servizi di pubblica utilità, ma anche perché possono rappresentare luoghi di stimolo alla partecipazione civile, di inclusione sociale e di accoglienza e di costruzione di comunità solidali.
Il sistema delle autonomie locali dell’Emilia-Romagna in questi anni ha mostrato un vivo interesse ad avere tali beni nel proprio patrimonio indisponibile per destinarli a finalità sociali, e questo anche grazie al supporto economico-finanziario della Re-gione Emilia-Romagna di cui sopra.
Impegna la Giunta regionale
a farsi promotrice presso il Governo della possibilità di prevedere un distaccamento operativo dell’Agenzia anche in Emilia-Romagna.
Ad operare nella direzione di un’Intesa tra Regione ed Agen-zia, al fine di condividere strategie comuni nel monitoraggio dei beni confiscati e nel loro utilizzo, individuando anche percorsi che consentono la loro assegnazione a favore delle comunità in tempi più brevi e con procedure più snelle rispetto a quelli at-tualmente necessari.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridia-na del 30 genpomeridia-naio 2018
REGIONE EMILIA-ROMAGNA ATTO DI INDIRIZZO
RISOLUZIONE - Oggetto n. 4899 - Risoluzione per impegna-re la Giunta, in materia di libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione Europea, ad agire in tutte le sedi op-portune affinché la proposta del "Global Pass" di accesso all'"Interrail" per i neo diciottenni di ogni paese europeo di-venga una realtà, dando un forte segnale di integrazione e rafforzando così la cittadinanza europea, partendo dai gio-vani e dal viaggiare in un'Europa aperta e libera. A firma dei Consiglieri: Montalti, Marchetti Francesca, Calvano, Ronti-ni, Zoffoli, TarascoRonti-ni, Pruccoli, Caliandro, Rossi Nadia
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Premesso che
nel 1990 è stata siglata, inizialmente da 5 paesi ma suc-cessivamente sottoscritta da ben 26 paesi, la "Convenzione
la libera circolazione dei cittadini all'interno dell'Unione Europea mediante l'abbattimento delle frontiere interne tra gli Stati par-tecipanti e la costituzione di un sistema comune di controllo alle frontiere esterne dell'UE.
I Trattati di Roma del 1957, di cui quest'anno si celebra il 60esimo anniversario, hanno sancito la costituzione della CE-E, la quale aveva nei suoi obiettivi l'unione economica dei suoi membri, fino a portare ad un'eventuale unione politica. La CEE lavorò infatti per favorire il libero movimento dei beni, dei ser-vizi, dei lavoratori e dei capitali. Nata quindi per abbattere muri, per far sì che gli europei si possano sentire sempre a proprio agio nella loro casa: l'Europa.
Il programma "Interrail" rappresenta il miglior esempio di apertura e di libera circolazione delle persone all'interno dell'U-nione Europea. Si tratta infatti di un biglietto ferroviario che consente la libera circolazione all'interno dei Paesi europei e su tutte le compagnie ferroviarie aderenti all'offerta.
II programma prende il via nel 1972 in occasione del cin-quantesimo anniversario dell’”lnternational Railway Union”, con l'obiettivo di offrire ai giovani europei la possibilità, del tutto innovativa e senza precedenti, di scoprire il proprio continente attraverso la rete ferroviaria e a prezzi molto vantaggiosi. Inizial-mente destinato ai viaggiatori al di sotto dei 21 anni, oggi può essere acquistato e utilizzato senza limiti di età, anche se per gli under 27 risulti molto più conveniente.
Dato che
l'Unione Europea ci ha dato l'opportunità di viaggiare in un continente senza frontiere.
Uno degli elementi fondanti della cittadinanza europea sta proprio nella possibilità di viaggiare e muoversi senza dover var-care alcuna frontiera.
Il modo migliore per capire cosa significa "libertà di circo-lazione" è viaggiare.
Ed i cittadini europei grazie all'opportunità offerta dall'In-terrail hanno iniziato a comprenderlo, infatti nel 2005 si sono venduti 100 mila biglietti, mentre nel 2015 oltre 250 mila citta-dini europei hanno viaggiato con Interrail. Vi è quindi un trend in continua crescita. In media, ogni anno circa 300 mila perso-ne acquistano Interrail. Il costo medio di un biglietto varia da 200 a 480 euro, un prezzo eccessivo per un giovane che studia e non lavora.
Visto che
l'Unione Europea ha iniziato a considerare l'idea di un ticket che permetta a tutti i diciottenni europei di muoversi tra gli Sta-ti membri.
Ciò è stato infatti proposto in un'interrogazione alla Commis-sione, dal titolo “Pass per l'inter-rail europeo per il diciottesimo compleanno" con la finalità di cercare "finanziamenti adeguati"
per l'iniziativa. Infatti, l'iniziativa dovrebbe interessare ogni an-no 5 milioni di giovani europei diciottenni.
L'idea portata sarebbe quella di inviare a tutti i neo mag-giorenni europei il Global Pass, per visitare a bordo dei treni e traghetti tutti i Paesi europei per un periodo di trenta giorni. Una opportunità per viaggiare alla scoperta dei 28 Paesi dell'UE.
Considerato che
tale Global Pass potrebbe concretizzarsi in un biglietto In-terrail sovvenzionato dall'UE o a prezzo agevolato, della durata
Valutato che
“Interrail” è una valida opportunità per far toccare con ma-no il progetto di integrazione europea poiché ma-non si tratta di un semplice viaggio bensì di un'occasione unica per visitare il continente europeo con un unico mezzo e ad un prezzo acces-sibile.
E che la proposta di Interrail Global Pass rivolta ai diciot-tenni europei ha come obiettivo quello di trasmettere alle nuove generazioni europee un segnale ben preciso ovvero che il viaggio attraverso l'Europa può diventare sinonimo di una società aper-ta che supera confini.
Un messaggio, che rappresenta uno dei valori fondanti del progetto di integrazione europea, ma che oggi risulta in assoluta controtendenza rispetto all'esigenza sempre più diffusa di chiu-dersi e di ricostruire i muri.
Impegna la Giunta regionale
ad agire in tutte le sedi più opportune affinché questa op-portunità di accesso all'”Interrail” possa divenire realtà per tutti i ragazzi neo maggiorenni di ogni paese dell'Unione Europe-a, dando un forte segnale di integrazione e rafforzando così la cittadinanza europea, partendo dai giovani e dal viaggiare in un’Europa aperta e libera.
Approvata all’unanimità dei presenti nella seduta antimeridia-na del 31 genantimeridia-naio 2018
REGIONE EMILIA-ROMAGNA ATTO DI INDIRIZZO
RISOLUZIONE - Oggetto n. 5497 - Risoluzione in merito al-la filiera delal-la carne e del al-latte biologico, in particoal-lare sulal-la necessità di un chiarimento interpretativo riguardante l’art.
18 del Regolamento CE n. 889/2008, al fine di scongiurare danni economici alle aziende agricole biologiche. A firma dei Consiglieri: Lori, Serri, Rontini, Zoffoli, Molinari, Calian-dro, Rainieri
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Premesso che
la filiera biologica legata alla carne, al latte bovino ed alla produzione di pregiate DOP è un settore importante della nostra agricoltura in costante crescita negli ultimi anni e in grado di co-stituire fonte di reddito anche in territori marginali come quelli montani in cui le opportunità di lavoro sono più limitate.
Fondamentale nell'allevamento è garantire la salute ed il be-nessere animale, adottando tutti gli accorgimenti idonei ad evitare situazioni insalubri, di pericolo o di stress. Fra questi accorgimen-ti vi è la tecnica della cauterizzazione degli abbozzi corneali, per evitare che gli animali si feriscano reciprocamente e che si veri-fichino situazioni di pericolo per gli operatori interni od esterni all'azienda che si trovino ad operare dentro ai box.
L'articolo 18 del Regolamento (CE) n. 889/2008 della Com-missione Europea stabilisce che "operazioni quali la decornazione non sono praticate sistematicamente sugli animali nell'agricoltu-ra biologica. Alcune di queste openell'agricoltu-razioni possono tuttavia essere autorizzate caso per caso dall'autorità competente per motivi di sicurezza o al fine di migliorare la salute, il benessere o l'igiene degli animali".
Il decreto MIPAAF n. 18354 del 27 novembre 2009, all'ar-ticolo 4, punto 6, ha chiarito che "Le pratiche di cui al paragrafo art. 18 del Reg. (CE) n. 889/2008 sono consentite a seguito del parere di un medico veterinario dell'autorità sanitaria competen-te per competen-territorio. Tali pratiche devono comunque essere effettuacompeten-te secondo le modalità previste dal D.Lgs. 26 marzo 2001 n. 146, allegato previsto dall'art. 2, comma 1, lett. b), paragrafo "Mu-tuazione altre pratiche", dalla normativa vigente in materia di protezione degli animali. L'organismo di controllo cui l'opera-tore assoggettato, preventivamente informato, verifica il rispetto di tali procedure".
Considerato che
le operazioni di decornazione, quindi, possono essere au-torizzate dall'autorità competente esclusivamente per le ragioni espresse dalla normativa (sicurezza, salute, benessere o igiene degli animali) ed in ragione di una valutazione obiettiva "caso
le operazioni di decornazione, quindi, possono essere au-torizzate dall'autorità competente esclusivamente per le ragioni espresse dalla normativa (sicurezza, salute, benessere o igiene degli animali) ed in ragione di una valutazione obiettiva "caso