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36  sordità trasmissive, quando lo stimolo sonoro per ragioni unicamente

automatiche non può giungere le cellule uditive. Il danno è individuato a livello dell‟orecchio esterno e/o dell‟orecchio medio. L‟entità della privazione uditiva per un problema di tipo trasmissivo non può oltrepassare i 60 db89;

 sordità percettive in cui la propagazione delle onde sonore ha luogo abitualmente, ma è pregiudicata la conversione di tali vibrazioni in percezioni uditive. Tali sordità sono ripartite in:

 neurosensoriali90

, quando la privazione uditiva è dovuta ad un danno alle cellule uditive o alle fibre del nervo acustico per cui viene a mancare il primo recettore dello stimolo uditivo, in grado di processarlo e spedirlo ai centri superiori. La più frequente tra queste ipoacusie neurosensoriali è la presbiacusia dove il deficit uditivo è dovuto alla senilità e successiva riduzione delle cellule uditive91;

 centrali, quando l‟eccezione riguarda i centri uditivi del cervello e le connessioni distali del nervo acustico92.

 Sordità miste nelle quali si addizionano anomalie nella trasmissione e nella percezione uditiva, in quanto sono interessate zone sia di periferia che del centro nell‟apparato del suono93

.

Ulteriore classificazione è realizzata in base al fattore di serietà della privazione uditiva. Questa gravità è circoscritta tramite due termini di raffronto quali/quantitativi del deficit:

89

Cfr. Cendon, P. (2011). Trattato dei nuovi danni. Volume 1. Padova: CEDAM, p. 351. 90

5 – 10 bambini su 100 nati a rischio con varia patologia neonatale presentano sordità neurosensoriale. [Cfr. Cendon, P. (2011). Trattato dei nuovi danni, op. cit., p. 352].

91

Ivi., p. 351. 92

Ibidem. 93

Cfr. Lo Sapio, G. (2012). Manuale sulla disabilità. Dai bisogni educativi speciali ai programmi di

37  l‟intensità94

dei suoni percepiti;  l‟altezza dei suoni percepiti.

La prima è data dalla grandezza di compressione dell‟onda sonora e si misura in decibel95. L‟intensità è in relazione alla percezione individuale di udire un suono più o meno forte; la seconda, invece, è data dalla frequenza96 di tale compressione e si misura in Hertz.

La sordità tanto è più grave quanto è più alta l‟intensità debita perché i suoni vengano ricevuti, e quanto minore è la gradazione di frequenze che l‟orecchio percepisce. In base a queste misure l‟ipoacusia può essere circoscritta in:

94

Per quanto riguarda l‟intensità del suono è pensabile suddividere il campo dell‟udibile in tre zone:  zona delle sonorità lievi (dalla soglia di udibilità a 45 db circa), dove il suono non è in grado di

inviare informazioni a causa del rumore di fondo vigente nel nostro ambiente (il confine di 45 dB coincide pressappoco alla voce bisbigliata percettibile a due metri di distanza);

 zona delle sonorità medie (inclusa fra 45 e 65 db), dove di solito comincia ad avere luogo il dialogo;

 zona delle sonorità forti (inclusa fra 65 db e la soglia del dolore che coincide abitualmente ai livelli superiori di 100 db), dove, in genere, ha luogo il dialogo; fino a 85 dB è pensata, difatti, la zona di confortevole udibilità. Privazioni uditive, a siffatto livello, ostacolano il conseguimento naturale del linguaggio. [Cfr. Rosati, L. (2008). Per una didattica speciale di qualità: dalla

conoscenza del deficit all’intervento inclusivo. Perugia: Morlacchi Editore, p. 97].

95

A partire dalla classificazione audiologica del BIAP - Bureau International d’Audiophonologie si discernono vari gradi in attinenza all‟essenza della privazione uditiva riferita in decibel (db), che raffigura un parametro relativo conseguito pensando 0 db la più bassa intensità sonora udibile: lieve con soglia tra 20 e 40 decibel; media con soglia tra 40 e 70 decibel; grave con soglia tra 70 e 90 decibel; profonda con soglia identica o superiore ai 90 decibel. All‟interno di quest‟ultima c‟è un‟ aggiuntiva ripartizione: 1° gruppo (sordità con curva pantonale che circoscrive tutte le frequenze tra i 125 e i 4000 Hertz all‟intensità di 90 decibel; 2° gruppo (sordità con curva dai 125 ai 2000 Hertz all‟intensità identica o superiore di 90 decibel; 3° gruppo (sordità con curva chiamata a virgola dai 125 ai 1000 Hertz ad intensità superiore ai 90 decibel). [Cfr. Maragna, S. (2008). La sordità. Educazione, scuola, lavoro e integrazione sociale. Milano: Hoepli, p.15].

96

La frequenza delle vibrazioni si misura in Hertz (HZ) e raffigura i cicli al secondo. Per essere percettibile un fenomeno acustico deve altalenare fra una frequenza di 20 e 20.000 Hz; sotto i 20 Hz si hanno gli infrasuoni; sopra i 20000 Hz si hanno gli ultrasuoni.

Per quanto concerne la frequenza è possibile suddividere il campo di udibilità in tre zone:

1. zona dei gravi (dai 20 ai 500 Hz circa), che è particolarmente idonea per propagare messaggi emotivamente rilevanti e difatti, per quanto concerne il linguaggio verbale, è la zona della voce, delle vocali, delle strutture soprasegmentarie;

2. zona delle frequenze medie (da 500 a 2000 Hz circa), che è particolarmente idonea per propagare messaggi rilevanti e metodici e di conseguenza, nell‟ambito del linguaggio verbale, è la zona delle parole, delle consonanti, delle strutture soprasegmentarie;

3. zona degli acuti (da 2000 Hz a 20000 Hz circa), che è particolarmente idonea per propagare segnali di pericolo; nell‟ambito del linguaggio è la zona di alcune consonanti (fino a 8000 Hz). [Cfr. Rosati, L. (2008). Per una didattica speciale di qualità: dalla conoscenza del deficit

38  leggera (con privazione da 20 a 40 db);

 media (con privazione da 40 a 70 db);  grave (con privazione da 70 a 90 db);  profonda (con privazione oltre i 90 db)97

.

I.4 Fattori eziologici alla base delle gravi lesioni uditive

Altra modalità di classificazione può essere fatta a partire dalle ragioni della sordità (ereditarie o acquisite) e dall‟età della comparsa del deficit (pre/peri/post natale). Riguardo le ragioni98 che le hanno definite, le ipoacusie possono essere concentrate in due categorie:

 le sordità ereditarie99

;

 le sordità acquisite100

.

Quando il deficit uditivo è vigente in più generazioni nel medesimo nucleo familiare, è doveroso un esame medico scrupoloso e metodico per decretare se la sordità possa essere di tipo ereditario. Quest‟ultima può essere:

97

Cfr. Classificazione audiologica del BIAP - Bureau International d‟Audiophonologie. 98

I disturbi dell‟udito, dal punto di vista epidemiologico, interessano 1/1000 bambini al momento della nascita, nell‟insieme interessano il 4% della popolazione e includono un ampio spettro di presupposti clinici. Nei paesi sviluppati, come minimo il 60 – 70 % dei casi è imposto a ragioni genetiche, il restante a ragioni ambientali quali contagi, traumi e medicinali. Siffatte sordità possono mostrarsi nel periodo prenatale, neonatale e postnatale. [Cfr. Plaja, M., Gurnari, A. (2012). I disturbi del linguaggio di origine

genetica. Padova: Edizioni Libreria Universitaria, p. 85].

99

La sordità ereditaria sembra abbracciare il 50% dei casi, all‟interno dei quali vanno ulteriormente differenziati due gruppi: 1° gruppo le sordità non sindromiche recessive (dette NRDS), che rappresentano circa il 70% e sono le sordità per così dire pure non affiliate ad ulteriori malattie; le sordità sindromiche connesse a una distinta malattia, di cui la privazione dell‟udito è uno degli indizi, che rappresentano il rimanente 30%. [Cfr. Plaja, M., Gurnari, A. (2012). I disturbi del linguaggio di origine

genetica. Padova: Edizioni Libreria Universitaria]. Il 30 – 50% delle sordità congenite sono su base

ereditaria. [Cfr. Cendon, P. (2011). Trattato dei nuovi danni. Volume 1. Padova: CEDAM, p. 352]. 100

Secondo Pigliacampo gli studiosi Ruben e Rozycki impiegano la definizione sordità acquisite per tutte le sordità infantili di derivazione non ereditaria e vengono distinte in: sordità perinatale imposta al traumatismo ostetrico o anche l‟ittero durante le prime 24 ore di vita; sordità postnatale imposta alla meningite cerebrospinale o ad altre cause infettive. [Cfr. Pigliacampo, R. (1991). Socio psicopedagogia

del bambino sordo. Una risposta protagonistica sull’educazione e riabilitazione sino a sei anni. Urbino:

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