I progetti pilota per arrivare ad una Città Senziente
11. LA SOSTENIBILITA' AMBIENTALE
Gruppo di lavoro
Città Metropolitana di Firenze (Pietro Rubellini)
Il contesto
Il concetto di sostenibilità dello sviluppo tra l'inizio degli anni 80 e l' inizio degli anni 90 nei paesi sviluppati assume come suo strumento di azione il concetto di “limite”. Questo concetto viene sviluppato dal cosiddetto ambientalismo scientifico che lo definisce come barriera al consumo delle risorse non rinnovabili. Si scatena un dibattito molto importante che crea una frattura tra ambientalismo scientifico ed ambientalismo politico nel momento in cui il primo comincia a sostenere che il “limite” non rappresenta un concetto assoluto ma è proporzionale alla capacità tecnologica di mitigare gli effetti dello sviluppo sulle risorse non rinnovabili o addirittura di eliminarli. Si studiano gli effetti dello sviluppo sulle componenti ambientali e non semplicemente sulle risorse (rinnovabili e non) e si comincia a sviluppare il concetto di diritto ad un ambiente non contaminato interpopolazioni ed intergenerazioni. L'incidente nucleare di Chernobyl segna uno stop importante all'idea di poter controllare con sicurezza attraverso la tecnologia i processi di sviluppo potenzialmente alteranti lo stato dell'ambiente. Vengono riscoperte e prendono campo le teorie di quell'ambientalismo dei primi anni 80, capofila James Lovelock, che considerano la terra come un sistema unitario con componenti fortemente interrelate, quasi fosse un essere vivente. Nascono due pensieri contrapposti: uno che sostiene che se l'uomo è una sorta di “parassita” del sistema Gaia (la terra), se vuole proseguire il suo sviluppo deve cambiare rotta e diventare “simbionte” e l'altro che invece sostiene che ormai lo sviluppo ha superato il limite di supportabilità da parte del sistema globale e quindi deve non solo fermarsi ma addirittura arretrare. Nel 1987 la Commissione delle Nazioni unite per l'ambiente partorisce il cosiddetto rapporto Bruntland che contiene il concetto di sostenibilità dello sviluppo tuttora condivisa a livello di organismi ufficiali internazionale.
«Lo sviluppo sostenibile, lungi dall'essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto
processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l'orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali»
Questo è il momento in cui si cominciano ad analizzare modelli di sostenibilità che coinvolgo le tre componenti effettivamente e strettamente interrelate nei processi cioè quella economica, quella sociale e quella ambientale.
Il dibattito diventa importantissimo nel momento in cui con la Conferenza delle nazioni unite di Rio del 1992 l'umanità realizza in modo ufficializzato, non solo dal mondo scientifico, che deve misurarsi in termini generali con un effetto ormai esponenzialmente correlato allo sviluppo rappresentato dal riscaldamento globale ed al conseguente cambiamento climatico di varie zone del globo. Questo tema insieme con quello della rinnovata necessità di garantire equità intergenerazionale permea il dibattito dei seguenti venti anni e ci traghetta ai moderni concetti di sostenibilità ambientale che vedono negli eredi dei due pensieri che iniziarono a confrontarsi nei primi anni '90 cioè le teorie dello sviluppo, che potremmo definire “simbionte”, e le teorie della “decrescita” globale.
Il secondo di questi pensieri è però un pensiero che potremmo definire “elitario” che sta ancora pervadendo i dibattiti e la convegnistica ambientale, sociale ed economica ma che non ha mai attecchito in nessuno strumento di accordo o di indirizzo per l’organizzazioni di paesi.
Il primo è il pensiero che sta guidando l’azione ambientale volta ad indirizzare lo sviluppo globale della società industrializzata e che si sta misurando con i sistemi economici più importanti in particolar modo rispetto agli effetti di uno sviluppo il cui motore di crescita si basa ancora massimamente sui combustibili fossili i cui effetti sono ovviamente i più catastrofici in quanto legati primariamente al cambiamento climatico.
Come possiamo declinare la teoria dello sviluppo sostenibile a livello locale ed alla scala della pianificazione strategica metropolitana? Lo vediamo di seguito.
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Le proposte: obiettivi, strategie e azioni
La definizione della sostenibilità di un piano strategico nel momento dellasua formazione deve essere l'argomentazione delle scelte e non la sua giustificazione.L'obiettivo principale è quello di guidare i processi di sviluppo in modo tale che le strategie possano compenetrare lo sviluppo sociale,
economico, ambientale in modo tale che si garantisca
contemporaneamente equità interclassi ed intergenerazionale, possibilità di utilizzo delle risorse, resillienza strutturale ma anche tutela e sviluppo dell'ambiente, realizzabilità e supportabilità economica.
Le strategie/visioni di sistema nello scenario futuro:
mobilità multimodale
città senziente (connettività dinamica)
governance cooperativa comunità inclusiva riuso 100% manifattura innovativa attratività integrata paesaggio fruibile filiere in rete ambiente sicuro Strategia delle strategie
Analizzare lo sviluppo delle strategie definite dal piano attraverso un'analisi FSSD (Framework for strategic sustainable development).
L’analisi FSSD è un modello concettuale messo a punto da Karl-Henrik Robert con l’obiettivo di mettere in atto i principi contenuti nel rapporto Bruntland. Attualmente è riconosciuto scientificamente come il più efficace modello per la definizione di politiche sostenibili sia per gli enti pubblici che per le società private, ma più in generale per processi di sviluppo Questo modello allo stato attuale è stato utilizzato da diverse grandi entità sia pubbliche che private nella definizione dei propri processi produttivi o nella governance della gestione territoriale e socioeconomica. Ad esempio:
City of Calgary City of Dublin City of Eindhoven City of Madison City of Ottawa City of Portland City of Dublin Municipality of Whistler
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North Vancouver District Canon
Coca Cola Italia Electrolux Geox Levis Europa Nike Nokia Panasonic Philips Sanpellegrino Volvo
Il modello si basa su un’analisi sequenziale per livelli che serve a pianificare e decidere le azioni verso la sostenibilità. Il modello è un modello teoretico se applicato a scala globale ma può essere applicato a qualsiasi entità che si impegna in una pianificazione con degli obiettivi a qualsiasi scala. I livelli sono 5:
1. livello di sistema: descrive ed analizza le dinamiche relazionarie tra sistema ecologico,