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III. LA RESPONSABILITÀ SOCIALE D'IMPRESA

3.7 Chi sono gli Stakeholder

Gli Stakeholder sono individui o gruppi di individui portatori di interessi che ruotano intorno all'organizzazione e che possono influenzare o essere influenzati dal conseguimento degli obiettivi dell'organizzazione stessa. Tali obiettivi tendono a mutare e ad evolvere nel tempo in funzione delle pressioni esercitate dall'ambiente esterno e dai portatori di interesse stessi, i quali possono essere interni ed esterni all'organizzazione. I portatori di interesse pertanto sostengono i progetti dell'azienda e hanno interesse che il progetto sia completato con successo. Una volta gli stakeholder venivano identificati solamente con i clienti, gli investitori, i fornitori e i dipendenti dell'impresa (stakeholder tradizionali). Oggi si tende ad includere anche i regolatori, i gruppi di pressione, l'opinione pubblica ed i media, la comunità, i concorrenti, i potenziali dipendenti, i potenziali investitori, i partner, ed altri ancora (stakeholder emergenti), con una conseguente complessità nella gestione delle relazioni. Le imprese sono ormai consapevoli del ruolo strategico di tutti gli stakeholder e di come il loro pieno coinvolgimento possa migliorare i processi decisionali aziendali, aumentare la competitività sul mercato e contribuire all'innovazione sia di prodotti che di processi. Spesso gli stakeholder vengono anche identificati secondo due variabili: l'interesse e il potere. L'interesse indica il livello di influenza del soggetto interessato in termini di obiettivi e attività da svolgere, mentre il potere indica il livello di influenza che può esercitare sui risultati da ottenere.

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3.7.1 Stakeholder interni e Stakeholder esterni

Come già accennato nel precedente paragrafo, gli stakeholder possono essere sia interni che esterni all'organizzazione. Gli stakeholder interni sono in genere legati all'impresa da rapporti contrattuali e si distinguono a loro volta in proprietari e non proprietari: i primi sono i soci detentori di capitale di rischio; i secondi sono i dipendenti o il management non proprietario. Ricoprono ruoli formali, senza i quali l'organizzazione non può esistere. Rientrano infatti in questa prima categoria i dipendenti, gli azionisti e i manager dell'azienda. Gli stakeholder esterni invece rappresentano tutti i soggetti che operano al di fuori della sfera aziendale e possono essere collegati ad essa attraverso accordi contrattuali. Tra loro figurano i fornitori, i clienti, i concorrenti e lo Stato. La comunicazione interna svolge un ruolo molto importante per il buon funzionamento dei processi e delle relazioni tra le persone che lavorano all'interno dell'organizzazione. I dipendenti vanno motivati e coinvolti nei valori e nelle strategie dell'impresa per creare un atteggiamento positivo condiviso che possa pervadere tutti i livelli dell'organizzazione, stimolando la partecipazione attiva. Inoltre un collaboratore realmente coinvolto può contribuire a gestire meglio i progetti. Anche con gli stakeholder esterni c'è bisogno di porsi in modo aperto per creare una relazione duratura basata sulla conoscenza e sulla fiducia reciproca. Per comunicare efficacemente con loro bisogna farlo andando oltre i metodi consueti e provare a raggiungerli dandogli nuovi stimoli e facendoli diventare i veri protagonisti. Un'iniziativa non convenzionale deve essere sorprendente, creativa e inaspettata.

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FIGURA 3.4: RAPPORTO DEGLI STAKEHOLDER INTERNI ED ESTERNI CON L'IMPRESA

FONTE: WIKIPEDIA

3.7.2 Differenze tra Stakeholder e Shareholder

Nel mondo anglosassone, gli Shareholder sono gli azionisti dell'impresa che possiedono anche una minima quota di capitale o una sola azione. Possono essere considerati una sottocategoria di Stakeholder interni, ovvero i soci che detengono quote di capitale di aziende private o pubbliche, gli azionisti e i proprietari di quote azionarie di società di cui il capitale è costituito da azioni. La differenza sostanziale tra Stakeholder e Shareholder è che quest'ultimo, come socio dell’azienda, cerca fondamentalmente di massimizzare il proprio vantaggio personale. Uno stakeholder invece, avendo una visione più ampia dell'impresa, può avere come fine ultimo anche altri obiettivi non legati necessariamente al profitto.

Dalla definizione di Shareholder deriva una concezione della gestione d'impresa, diffusa maggiormente nel mondo anglosassone, rivolta soprattutto al rendimento del capitale. Questo modello, finalizzato ad ottimizzare gli investimenti e a valorizzare i rendimenti per gli azionisti in termini di dividendi e utili nel medio-lungo termine, viene teorizzato all'interno della "Shareholder Value Theory". Il contesto teorico di riferimento è l'economia neoclassica, per la quale il contributo dell'impresa al benessere sociale sta nella sua produttività e competitività e si contrappone al modello "Stakeholder Value

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Oriented", tipico dell'Europa continentale. I sostenitori della Shareholder Value Theory riconoscono l'efficienza del modello ai fini della creazione di ricchezza e del raggiungimento di una migliore performance economica del sistema nel suo complesso.

3.7.3 La teoria degli Stakeholder

Il termine stakeholder venne utilizzato per la prima volta nel 1963 dal Research Instituite dell'Università di Stanford e, attraverso vari studi, finalmente nel 1984 si giunse ad un'elaborazione compiuta della "Stakeholder Theory" da parte di Edward Freeman. Nei modelli tradizionali aziendali input-output, l'impresa semplicemente converte gli input provenienti da investitori e fornitori in output da immettere sul mercato per essere acquistati dai consumatori. La grande novità che invece questo modello propone è la necessità, da parte delle aziende, di tenere in considerazione anche altri gruppi e non solamente i desideri e i bisogni di chi produce. I soggetti che gravitano attorno all'impresa, e che costruiscono relazioni con essa, sono molteplici e le loro voci non possono rimanere inascoltate: ci sono ad esempio i gruppi politici, i sindacati, le associazioni di commercio, i potenziali dipendenti e/o consumatori e il pubblico in generale. Il compito del management, afferma Freeman (1984), è quello di mappare e governare questo sistema di relazioni al fine di creare e distribuire valore. Il coinvolgimento degli stakeholder risulta pertanto essenziale per favorire la collaborazione, instaurare un dialogo e costruire relazioni basate sulla fiducia reciproca. Freeman ha presentato il modello degli stakeholder come uno schema in cui l'impresa è il fulcro di una ruota e gli stakeholder sono posti al termine dei suoi raggi. Tutte le parti devono avere una voce in capitolo ed essere in equilibrio e bilanciate. L'impresa non può più rimanere chiusa nel suo modello di strategia aziendale, ma deve essere aperta e consapevole dei cambiamenti che stanno avvenendo e che avverranno ancora.