delle strutture: cenni teorici
5.5 Analisi dei carichi
5.6.2 Stato di degrado
La porzione di edificio oggetto di studio presenta molteplici tipologie di degrado. Dal piano terra al terzo,queste risultano meno visibili (tramite tamponamenti delle lesioni e/o presenza di pareti intonacate) grazie alla manutenzione costante dovuta alla presenza del Circolo Ufficiali dell’Esercito e del Museo Civico, che ricordiamo anche essere stato oggetto dell’ultimo intervento di ristrutturazione in termini di tempo. Nel sottotetto e nei piani superiori all’ interno delle due torri, rispettivamente del Mastio e nord-ovest, il degrado risulta essere presente in quantità nettamente superiore e appariscente. Durante i sopralluoghi in sito, le forme di degrado sono state catalogate procedendo piano per piano e seguendo le classificazioni riportate all’ interno della “UNI 11182- Materiali lapidei naturali ed artificiali: descrizione della forma di alterazione” che sostituisce la "Normal 1/88- Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei:lessico" (ICR- Istituto Centrale per il Restauro).
Con l’acquisizione del quadro fessurativo, si sono infine identificate le lesioni significative,in corrispondenza delle quali sono stati installati trasduttori di spostamento volti a registrare gli spostamenti (apertura e chiusura della lesione) con il variare del tempo.
5.6.2.1 Interni
Al piano terra, sono stati riscontrati nelle murature numerosi fenomeni di risalita di umidità e conseguente degrado manifestato attraverso presenza di rigonfiamenti, distacchi più o meno estesi di intonaco dal supporto murario, muffe ed efflorescenze. Tali fenomeni sono concentrati quasi totalmente nella porzione ad ovest,in corrispondenza della “zona cucina”, nei vani A.9 e A.8. Seppure non facilmente visibili, causa intonaco di spessore elevato, sono presenti macchie dovute alla presenza di umidità anche in corrispondenza della parete nord della torre del Mastio, vano A.10. Inoltre sono presenti: lesioni passanti e non, in corrispondenza delle aperture, nei vani A.3,A.8 e A.9; lesioni passanti a tutt’altezza, rispetto al collegamento con il muro centrale di spina, nei vani A.1,A.2,A.3 e A.4. Queste ultime, presenti anche ai piani superiori fino al livello di imposta della copertura, sono considerate continue lungo tutto lo sviluppo verticale dell’edificio e per questa ragione monitorate attraverso n.1 trasduttore di spostamento.
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Figura 94 - Lesione passante nel vano A.4.
Figura 95 - Distacco di intonaco ed efflorescenza nel vano A.8.
Figura 96 - Distacco di intonaco ed efflorescenza nel vano A.8.
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Figura 98 - Rigonfiamento nel vano A.1. Figura 99 - Concentrazione di umidità nel vano A.1.
Al piano primo, adibito a museo, sono da segnalare: la presenza di lesioni passanti in corrispondenza delle pareti perimetrali della torre nord-ovest, vano B.6, e alle estremità delle murature interne di divisione dei vani B.1, B.2, B.3 e B.4; lacune di decorazioni pittoriche sulle murature dei vani B.1 e B.5; variazione cromatica di intonaco dovuto ad una concentrazione di umidità nel vano B.7; intervento di consolidazione tramite legatura di una trave di solaio lesionata nel vano B.7.
Complessivamente il grado di manutenzione risulta ottimo, se non per i locali fenomeni elencati precedentemente.
Figura 100 - Lacuna nel vano B.1. Figura 101 - Lesione solaio con legatura trave interessata nel vano B.7.
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Figura 102 - Lacuna nel vano B.5. Figura 103 - Variazione cromatica nel vano B.7.
Figura 104 - Lesione nel vano B.6. Figura 105 - Mancanza nel vano B.6 .
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Al piano secondo, ancora avente destinazione museale, le segnalazioni riguardanti le lesioni murarie che interessano la torre nord-ovest ed il Palazzo sono analoghe a quelle riportate per il piano primo; con in aggiunta presenza di fessure sulle pareti perimetrali, concentrate perlopiù in corrispondenza delle aperture, nei vani C.1, C.3, C.4 e una lesione orizzontale sovrastante l’architrave del passaggio che collega il vano C.1 con C.2. Vi sono lacune nella decorazione dei paramenti murari, anche di grande estensione nei vani C.1, C.2 e C.5; mentre si riscontrano fenomeni di colatura sulla parete ovest del vano C.1 ed in corrispondenza delle due porte affaccianti sul corridoio in c.a. realizzato nell’intervento di Carlo Scarpa per collegare il Mastio al Palazzo. E’ presente inoltre una vistosa alterazione cromatica sulla spalla della finestra di destra del vano C.4. Infine concentrazione di umidità ha causato macchie e principi di muffa lungo tutta la parte alta della parete est del vano C.4.
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Figura 110 - Macchia nel vano C.4. Figura 111 - Lacuna nel vano C.5.
Figura 112 - Lesione nel vano C.4. Figura 113 - Lesione nel vano C.3. Figura 114 - Lesione nel vano C.2.
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Per quanto riguarda la porzione di edificio del Mastio invece, essa merita di essere trattata separatamente considerando le difformità presenti rispetto al livello inferiore. Infatti a questo piano sono evidenti delle lesioni passanti, e allineate tra loro, in corrispondenza dell’apertura che conduce al corridoio in c.a. già citato e della parete est opposta ad essa. Sono infine presenti sulla parete ovest ulteriori lesioni, che da un rilievo preliminare, non sembrerebbero passanti. Bisogna tenere in considerazione che la formazione delle fessure presenti a questo piano, ma non a quello sottostante, potrebbe essere causata proprio dal fatto che a questo livello il volume del Mastio svetta rispetto agli altri due corpi di fabbrica più bassi. Fino a questa quota infatti i due fabbricati adiacenti svolgono una funzione di controventamento della struttura muraria mancante ai piani superiori.
La lesione presente sulla parete est è attualmente monitorata tramite n.1 trasduttore di spostamento per acquisire dati riguardo ad un possibile cinematismo collegato alla presenza di corpi aventi altezze, datazione e metodologie costruttive significativamente differenti.
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Figura 119 - Lesione nel vano C.7 Figura 120 - Lesione nel vano C.7.
Al piano terzo si denota una divisione della porzione oggetto di studio in due distinti volumi. Il primo comprendente il terzo piano della torre nord-ovest comunicante con il sottotetto del Palazzo. Questo, non accessibile al pubblico e normalmente non utilizzato, se non per interventi impiantistici, risulta essere un ambiente pressoché privo di manutenzione e quindi con segni di degrado evidenti. A questo livello sono state installate le apparecchiature di monitoraggio (n.2 trasduttori di spostamento e n.1 rilevatore temperatura-umidità) così da non avere un impatto sulle sale sottostanti, che presentano decorazioni di pregio e funzioni pubbliche e di rappresentanza. Le fessure passanti sono state rilevate: in corrispondenza della finestra ad ovest nella torre, sotto la quale è presente il distacco dell’intonaco dal supporto; lungo l’angolata nord-ovest della torre; in corrispondenza della giunzione delle murature nord-sud con il muro di spina centrale avente sviluppo est-ovest. Oltre alle lesioni, già riscontrate ai piani inferiori, sono da segnalare anche una estesa concentrazione di umidità con conseguente distacco di intonaco e presenza di muffa lungo la parete est della torre. Infine è stato recentemente effettuato un intervento di miglioramento sulle travi principali di mezzeria e relativi appoggi, che sostengono la copertura e più precisamente la falda a sud.
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Figura 121 - Colatura nel vano D.6. Figura 122 - Distacco di intonaco nel vano D.6
Figura 123 - Lesione nel vano D.6.
Figura 124 - Concentrazione di umidità nel vano D.6. Figura 125 - Lesione nel vano D.1.
Figura 126 - Lesione nel vano D.3.
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Il secondo si identifica nel terzo piano della torre del Mastio. A questo livello,ad oggi escluso all’accesso del pubblico come pure tutti i successivi, è stata posta la centrale di acquisizione dati e n.1 potenziometro in corrispondenza dell’ unica lesione significativa presente sulla parete ovest. Alterazioni cromatiche dell’intonaco e delle travi lignee sono diffuse lungo le superfici della stanza. Patine dovute al trascorrere del tempo e graffiti vandalici sono da qui in poi presenti lungo la quasi totalità del vano scala che connette i piani superiori della torre.
Figura 128 - Lesione nel vano E.2. Figura 129 - Graffiti vandalici vano scala adiacente E.2.
Al piano quarto, in riferimento all’ultimo piano della torre nord-ovest che risulta coperto, ma parzialmente aperto si evince un globale stato di degrado identificato da patine, distacco di intonaco dal supporto, mancanze in corrispondenza delle merlature ghibelline e un progressivo degrado della struttura lignea maggiormente accentuato rispetto ai precedenti spazi che risultavano chiusi.
Nella torre del Mastio è presente una mancanza, probabilmente riconducibile a uno scasso, sulla parete sud; l’intonaco si presenta ormai inconsistente ed è distaccato in numerosi punti sulle pareti; alterazioni cromatiche di quest’ultimo e macchie molto estese sono individuabili lungo il primo metro di altezza delle pareti est e ovest. Nella sala sono presenti due lesioni passanti, la prima nella parete est, in corrispondenza della finestra, la seconda sulla parete attraversante la nicchia posta a nord, quest’ultima lesione è monitorata da n.1 trasduttore di spostamento.
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Figura 130 - Lesione nel vano F.1. Figura 131 - Distacco di intonaco e macchie nel vano F.1.
Figura 132 - Lesione nel vano F.1. Figura 133 - Macchia nel vano F.1. Figura 134 - Mancanza nel vano F.1.
Al piano quinto della torre del Mastio si riscontra una sala completamente decorata e in buono stato di conservazione; si tratta della sala Fuini. Al suo interno sono presenti due grandi lesioni passanti situate in corrispondenza delle due aperture sulla parete nord. La fessura di sinistra è monitorata da n.1 trasduttore di spostamento. Vi sono dei distacchi di intonaco presso una nicchia marginale ed un’alterazione cromatica della decorazione in vicinanza al costolone di sud-ovest oltre che una lesione presente in corrispondenza di quest’ultimo.
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Figura 135 - Lesione nel vano G.1. Figura 136 - Distacco nel vano G.1.
Figura 137 - Alterazione cromatica nel vano G.1. Figura 138 - Lesione monitorata tramite trasduttore di spostamento nel vano B.5.
Il piano sesto ed ultimo del Mastio, è probabilmente il locale nelle condizioni di mantenimento peggiori. Lungo tutte le pareti si può notare il distacco dell’intonaco che sulla volta cessa di comparire completamente, rivelando la struttura in laterizio e su di essa una fessura che percorre tutta la vela a sud della volta a crociera.
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Figura 139 - Distacco nel vano H.1. Figura 140 - Lesione nel vano H.1.
5.6.2.2 Esterni
Seguendo le classificazioni riportate all’interno della “UNI 11182- Materiali lapidei naturali ed artificiali: descrizione della forma di alterazione” che sostituisce la "Normal 1/88-Alterazioni
macroscopiche dei materiali lapidei: lessico" (ICR- Istituto Centrale per il Restauro),sono state
catalogate le forme di degrado presenti sui prospetti attraverso un preliminare rilievo visivo. Tale rilievo, laddove ritenuto necessario,dovrà essere completato e supportato da successive indagini e prove di tipo chimico e fisico così da ottenere una valutazione coerente riguardo le reali condizioni della costruzione in oggetto. Di seguito sono riportate le principali forme di degrado riscontrate, con degli esempi fotografici specifici. Il rilievo globale è rimandato infine alle tavole allegate (da tavola 6.09 - 6.16).
Alterazione cromatica: variazione naturale, a carico dei componenti del materiale, dei
parametri che definiscono il colore.
181 Colatura: Traccia ad andamento verticale. Frequentemente se ne riscontrano numerose ad
andamento parallelo.
Figura 142 - Colatura sul prospetto ovest del Mastio.
Crosta: Modificazione dello strato superficiale del materiale lapideo. Di spessore
variabile,generalmente dura, la crosta è distinguibile dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e spesso per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato e/o polverulento.
Figura 143 - crosta sul prospetto ovest del Mastio.
Deposito superficiale: Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali polvere,
terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile, generalmente scarsa coerenza e scarsa aderenza al materiale sottostante.
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Figura 144 - deposito superficiale sul passaggio Mastio-Casa d’Armi.
Efflorescenza: Formazione superficiale di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso
generalmente di colore biancastro.
Figura 145 - Efflorescenza sul prospetto ovest del Mastio.
Erosione: Asportazione di materiale dalla superficie che nella maggior parte dei casi si
presenta compatta.
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Fratturazione o fessurazione: Soluzione di continuità nel materiale che implica lo
spostamento reciproco delle parti.
Figura 147 - Fessurazione sul prospetto est del Mastio.
Macchia: Variazione cromatica localizzata della superficie, correlata sia alla presenza di
determinati componenti naturali del materiale (concentrazione di pirite nei marmi) sia alla presenza di materiali estranei (acqua, prodotti di ossidazione di materiali metallici, sostanze organiche, vernici, microrganismi per esempio).
Figura 148 - Macchia sul prospetto sud del Mastio.
Mancanza: Perdita di elementi tridimensionali (braccio di una statua, ansa di un'anfora,
184
Figura 149 - Mancanza sul prospetto nord della Torre nord-ovest.
Patina: Modificazione naturale della superficie non collegabile a fenomeni di degrado e
percepibile come una variazione del colore originario del materiale.
Figura 150 - Patina sul prospetto est della Reggia.
Patina biologica: Strato sottile ed omogeneo, costituito prevalentemente da
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Figura 151 - Patina biologica sul prospetto est del Mastio.
Presenza di vegetazione: Presenza di individui erbacei, arbustivi o arborei.
Figura 152 - Presenza di vegetazione sul prospetto est della Reggia.
5.7 Conclusioni
L’analisi dello stato di fatto costituisce un passo importante sulla conoscenza della costruzione storica in muratura, fondamentale sia ai fini di una valutazione della sicurezza attendibile sia per la scelta di un efficace intervento di miglioramento. In questo capitolo è stata affrontata questa fase ottemperando ai principi delle “Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del
patrimonio culturale”.
Si è dapprima proceduti con un inquadramento geografico e sismico dell’area della città di Verona dove si trova Castelvecchio il quale ha permesso la definizione dei parametri sismici di riferimento per da adottare per le successive verifiche di sicurezza.
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Nel passo successivo è stato presentato un rilievo geometrico esaustivo della struttura, seguito da un dettagliato rilievo fotografico e quadro delle destinazioni d’uso adottate nelle diverse sale del castello.
Per meglio comprendere il comportamento strutturale si è proceduti con la relazione di un rilievo strutturale piano per piano. In questa fase sono state redatte due schede sulla muratura per le due diverse tipologie presenti, anche se sono state adottate alcune ipotesi per via della mancanza di prove eseguite sulle murature stesse e quindi per la mancanza di informazioni sufficienti. Anche per quel che riguarda gli orizzontamenti non si dispone di prove eseguite sulla struttura inoltre mancano dettagli costruttivi che possano far capire l’effettiva composizione dei pacchetti dei solai per poter determinare in maniera precisa i carichi portati dai solai stessi.
Il passo successivo ha riguardato l’individuazione dello stato di degrado presente negli ambienti e nei materiali, il quale si presenta in maniera poco accentuata negli ambienti interni. Infine sono state individuate le vulnerabilità presenti nel complesso, focalizzando l’attenzione sul quadro fessurativo, il quale è stato utilizzato per individuare i cinematismi di collasso, inoltre le principali fessure sono state monitorate attraverso una rete di sei potenziometri posti all’interno del complesso.
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