PRECIPITAZIONI PARTICOLARI
3.1 Storia
Non è possibile risalire ad un’autentica cronologia della storia dell’evoluzione degli innevatori, poiché risulta molto difficile stabilire quale macchina o quale pratica sia stata effettivamente la “prima” nel suo genere. L’intento è quello di descrivere in linea di massima lo sviluppo degli innevatori.
1903Osborne Reynolds (1842-1912) mette a punto un apparato per la produzione di grandine artificiale.
1937Primo tentativo di imitare la neve naturale quando a New York si tenne una gara dimostrativa di sci su ghiaccio tritato.
Attorno al 1940
Scoperta casuale del principio di base dell’innevamento programmato in un laboratorio a basse temperature in Canada dove, guidati dal Dott.
Ray Ringer, i ricercatori stavano studiando gli effetti del rime ice1 su un motore a reazione. L’esperimento consisteva nel spruzzare dell’acqua nell’aria in una galleria del vento, appena prima dell’aspirazione del motore, cercando di riprodurre le condizioni naturali.
1950
In Connecticut, Stati Uniti, Wayne Pierce2 insieme ai suoi collaboratori Art Hunt e Dave Richey realizzarono e brevettarono il primo sistema ad alta pressione in grado di produrre neve. Ricalcando i concetti che tuttora caratterizzano i più moderni impianti di innevamento.
1
Rime ice, ghiaccio granuloso con struttura opaca e porosa. Si forma per il congelamento di piccole gocce d’acqua, nelle nubi e nella pioviggine in un intervallo di temperatura compreso tra -10°C e -20°C.
Isabella RIVA, Meteorologia Aeronautica Parte III, ENAV S.p.A.
2
Wayne Pierce insieme ai suoi partner Art Hunt e Dave Richey fondarono la Tey Manufactring Company di Milford, Connecticut. Nel 1947 proposero sul mercato un nuovo design per lo sci che non ebbe gran successo a causa di un inverno scarsamente nevoso. Così Pierce cercò una soluzione per poter sciare nonostante l’assenza della neve naturale.
Mary BELLIS, Who Invented the Snowmaking Machine?, ThoughtCo, Ottobre 2019,
https://www.thoughtco.com/who-invented-the-snowmak-ing-machine-4071870
1952L’ingegnere Joe Tropeano rileva il brevetto dalla Tey Manufactoring e Larchmont produce i primi generatori di neve ad alta pressione.
1958Alden Hanson mette a punto il primo generatore a ventola e lo brevetta nel 1961.
1959/1960
Installazione del primo impianto di innevamento europeo a St. Andreasberg/Harz (GER) con generatori di neve Larchmont.
1963L’ingegnere austriaco Fritz Jacob creò il primo sistema di innevamento per l’azienda tedesca Linde3. Registra il proprio brevetto per il generatore di neve e per molti anni Linde fu l’unico produttore europeo di innevatori.
1964Per i Giochi Olimpici Invernali tenuti ad Innsbruck vengono utilizzati generatori di neve per la preparazione delle piste di bob e di slittino
1964/1965
Da St. Moritz, Hohn Caviezel, realizza i primi impianti di innevamento in Svizzera e in Svezia.
3
Oggi con il nome di SUFAG è una delle aziende che, grazie alla sua esperienza, offre sul mercato soluzioni complete per l’innevamento. https://www.sufag.com/
1969La statunitense Hedco inizia la produzione in serie di macchine a ventola ad elevata capacità di produzione di neve, ma con un elevatissimo consumo elettrico a causa di un motore da 30 kW.
1979/1979
Le società di esercizio funivie austriache acquistano il primo generatore a ventola della ditta Hedco.
1980L’azienda americana York sviluppa il primo impianto di innevamento automatico.
1980/1985
Dopo alcuni inverni con poca neve, l’innevamento programmato prese piede in modo massiccio in Scandinavia e sulle Alpi. I cannoni sparaneve venivano impiegati nei punti critici per migliorare la scarsa copertura della neve naturale.4
4
Jeff LEICH, Chronology of Snowmaking, New England Ski Museum, note per l’esibizione del 2001
http://newenglandskimuseum.org/wp-content/up-loads/2012/06/snowmaking_timeline.pdf
Secondo Ulrike Pröbstl (2000), quattro sono le ragioni dominanti, responsabili del boom dei cannoni da neve, in quanto garantiscono:
lo sfruttamento turistico (cioè l’intero settore turistico), le entrate delle imprese di gestione degli impianti di risalita, l’immagine dei luoghi in cui si svolgono le gare sciistiche internazionali,
le condizioni essenziali per l’allenamento e la pratica dello sport principale.
La concorrenza tra le imprese di gestione degli impianti di risalita favorisce l’aumento degli impianti di innevamento. Dove porta questo andamento? 5
L’evoluzione degli innevatori, dagli anni ‘50 ad oggi, ha fatto molta strada raggiungendo livelli molto elevati, in particolare per quanto concerne l’utilizzo delle risorse in modo efficiente e il livello di automatismo.6
5
Felix HAHN, Innevamento artificiale nelle Alpi. Una relazione specifica, CIPRA, alpMedia approfondimenti, dicembre 2004, p.2
6
Claudio FRANCIONE, Analisi tecnico-economica sui bacini di stoccaggio idrico in area montana, UNCEM, ARPIET, dicembre 2016,
Al Mohawk State Park, in Cornovaglia, i sentieri che attraversavano il bosco furono trasformate in piste da sci cosicché nel 1939 il Camp Tourney CCC realizzò la prima pista da discesa sul pendio.
Nel 1946 Walter R. Schoenknecht prese in affitto il lato nord-ovest del monte Mohawk, dove decise di sviluppare un’area sciistica composta da 6 piste da discesa e diversi impianti di risalita.
Con il passare degli anni la stazione sciistica si ampliò, contando nel 1948, nove piste e altrettanti impianti di risalita. Aumentando così il bacino di utenza, fu costretto a dover raddoppiare anche il parcheggio, contenendo 600 macchine.
Nell’inverno del 1948/1949, le precipitazioni nevose furono quasi del tutto assenti in tutto il Connecticut. La scarsità delle precipitazioni fece sì che Schoenknecht iniziò a sperimentare la neve “artificiale”. La sua idea era quella di sbriciolare enormi blocchi di ghiaccio che arrivavano da Torrington. Solo dopo si accorse che questa soluzione non era molto efficace dati i costi elevatissimi. Furono impiegate circa 500 tonnellate di ghiaccio che, opportunamente lavorate, permisero la pratica dello sci per circa due settimane.7
Qualche anno dopo, vedendo le attrezzature per spruzzare aria compressa e acqua installate nelle piantagioni di tabacco, gli venne un’idea che avrebbe rivoluzionato lo sci.8 Così si mise subito in contatto con Larchmont, che proprio in quegli anni, in
7
https://www.regione.vda.it/gestione/riviweb/templates/aspx/
environnement.aspx?pkArt=755
8
http://www.cornwallhistoricalsociety.org/exhibits/forests/
mohawkski.htm
collaborazione con la Tey Manufactoring, stavano sviluppando cercando di replicare il processo naturale di formazione della neve, una macchina in grado di produrre neve. Insieme, Schoenknecht e Larchmont, cercarono di replicare la macchina che veniva utilizzata nelle colture di tabacco, per la produzione di neve.
Il primo prototipo di macchina in grado di generare neve fu testato alle 3 di notte, fece così tanto rumore che i vicini chiamarono i Vigili del Fuoco della Cornovaglia. Dopo alcune modifiche all’ugello, poche notti dopo, fecero un altro test sulla macchina e questa volta emise un fischio ad ultrasuoni tale da far abbaiare tutti i cani del vicinato.
Successivamente vennero fatte ulteriori modifiche.