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Strategie narrative nel macrotesto di Ian McEwan

6.1 Uno sguardo alla vita di Ian McEwan

Ian McEwan nasce nel 1948 a Aldershot e dopo aver completato gli studi presso l’Università del Sussex, ottiene anche un diploma in scrittura creativa all’Università dell’East Anglia.

Inizia il suo percorso di scrittore con la pubblicazione di due raccolte di racconti, First Love, Last Rites (1975) e In Between the Sheets (1978) e, nello stesso anno della seconda raccolta, pubblica anche il suo primo romanzo, The Cement

Garden, storia di quattro fratelli che seppelliscono il cadavere della madre in cantina

temendo di venir separati dalle autorità e per il quale è anche accusato di plagio.1

Successivamente, McEwan pubblica altri romanzi, The Comfort of Strangers (1981), che racconta l’efferato omicidio di una coppia di inglesi a Venezia, The Child

in Time (1987), la cui vicenda prende le mosse dal rapimento di una bambina al

supermercato, e The Innocent (1990), una spy-story ambientata durante la guerra fredda con l’indimenticabile scena della dissezione di un cadavere.

Seguono, poi, Black Dogs (1992), dove si racconta la storia dei coniugi Tremaine sotto forma di memoriale, The Daydreamer (1993), un romanzo breve che narra la storia di un ragazzo che ama sognare ed è considerato da tutti un po’ strano. Nel 1997 pubblica Enduring Love, che racconta la passione ossessiva di un erotomane nei confronti di un uomo sposato, mentre, nel 1998, esce Amsterdam, un romanzo che divide nettamente la critica, in quanto si muove in una direzione diversa da quella delle opere precedenti, nate dal «desiderio di esplorare alcune idee. Al confronto, Amsterdam, sembrava irresponsabile e libero […] per me […] fu un punto di svolta […]. Pensavo di dare più spazio ai personaggi. Volevo liberarmi di

1 I critici accusarono di plagio McEwan per l’enorme somiglianza tra il suo libro e quello di Julian

Gloag, Our Mother’s House, pubblicato nel 1963, che raccontava la storia di sette bambini che seppellivano la propria madre nel cortile di casa per evitare l’affidamento all’orfanotrofio. Gloag dichiarò con forza che McEwan si era appropriato della sua idea e McEwan ribattè che si trattava solo di una mera somiglianza e che, nel finale, i due intrecci avevano avuto esiti differenti; McEwan dichiarò inoltre, che era giunto alla scrittura di The Cement Garden attraverso considerazioni diverse e che non aveva mai avuto modo di leggere il romanzo di Gloag. (Slay, Jack Jr., Ian McEwan. Twayne Publisher, New York, 1996, pp. 35-36)

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certe ambizioni intellettuali. Non avrei potuto scrivere Atonement se non avessi prima scritto Amsterdam.»2

Nel 2001 viene pubblicato Atonement, basato sulla tematica dell’espiazione del peccato che Briony Tallis ha compiuto in gioventù, una remissione che la protagonista tenta attraverso la scrittura del romanzo, come viene svelato nel capitolo finale. Si tratta senza dubbio dell’opera più apprezzata dal pubblico, che lo stesso McEwan definisce come: «il mio romanzo alla Jane Austen.»3

Successivamente pubblica Saturday (2005), che intreccia eventi di realtà e finzione, descrivendo la marcia londinese di protesta contro l’imminente attacco al regime di Saddam Hussein4; On Chesil Beach (2007), che racconta gli avvenimenti

accaduti nell’arco di una sola giornata a una coppia di neosposi, e Solar (2010), la storia di un controverso scienziato, premio Nobel per la fisica, che spaccia le scoperte degli altri, in particolare di uno dei suoi sottoposti, come proprie.

Nel 2012 McEwan pubblica Sweet Tooth, una nuova spy-story a lieto fine, senza spargimenti di sangue. In The Children Act (2014), si affrontano, invece, difficili questioni etiche e infine Nutshell (2016), il suo ultimo romanzo, in cui il narratore è un feto, testimone suo malgrado dei conflitti che animano la sua futura famiglia.

Ian McEwan è un autore di grande talento e possiede qualità che fanno di lui uno scrittore di notevole caratura, quali lo stile limpido, la capacità di creare situazioni perfette e una ineccepibile preparazione storico-scientifica. Queste qualità lo rendono anche un eccellente sceneggiatore, come si può notare in alcune delle opere, scritte per il piccolo schermo: The Imitation Game (1979), The Ploughman’s

Lunch (1983).

Nella prima fase della sua carriera, si guadagna l’appellativo di “Ian Mcabre”, a causa della sua tendenza verso il macabro e il raccapricciante che si può riscontrare facilmente in alcune opere, prima fra tutte The Cement Garden o in alcune delle short stories (e.g. Butterflies), in cui si dimostra interessato all’esplorazione di stati psicopatologici, riflettendo sulle attitudini dei personaggi, la crisi delle loro identità, i riti di passaggio e le ambientazioni tetre.5

2 Begley, in Ferrari, R.,Ian McEwan. Le Lettere, Firenze, 2012, p.158. 3 Moseley in, Ivi. p. 172.

4 Ivi. p. 201.

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6.2 The Cement Garden (1978)

The Cement Garden è narrato da Jack, un ragazzo di quindici anni circa,

appena entrato nella fase adolescenziale e alle prese con i primi sintomi di una crescita sessuale improvvisa, dalla quale è ossessionato. Il ragazzo vive con la famiglia e i fratelli: Julie di diciassette anni, Sue di tredici anni e Tom di sei anni.

A sconvolgere la vita della famiglia è la scomparsa improvvisa del padre, morto per infarto mentre faceva giardinaggio: l’uomo, cardiopatico, aveva chiesto aiuto a Jack per trasportare del cemento che lui stesso aveva ordinato per ricoprire le aiuole del giardino della villetta, troppo bisognose di cure e selvagge.

Jack è svogliato come molti adolescenti e annoiato dal compito richiestogli così, invece di dare al padre un aiuto concreto, gli ostacola il lavoro, come ammetterà con candida irresponsabilità:

I did not kill my father, but I sometimes felt I had helped him on his way. (TCG, 9)

Il rapporto con la figura paterna è duplice: da un lato, si tratta dell’autorità maggiore all’interno della famiglia, che detta regole e suscita l’ammirazione di Jack; dall’altro, è la figura che deve essere superata dal figlio e Jack sta attraversando proprio quella fase adolescenziale nella quale desidera solo affrancarsi dal genitore e imporsi a livello sociale e culturale.6

La scomparsa del padre acuisce il disagio della famiglia, la cui prole diventa sempre più dipendente dalla madre, persona fragile psicologicamente, che muore a sua volta dopo una lunga malattia. I ragazzini, addolorati per l’accaduto e spaventati dall’eventualità di essere trasferiti in un orfanotrofio, decidono di provvedere a loro stessi e seppelliscono la madre in cantina, utilizzando uno spoglio baule come bara di fortuna che ricoprono di cemento. Determinati a mantenere il segreto, si fanno forza

6 Si potrebbe parlare di un rapporto edipico tra padre e figlio. Inoltre, quando Jack si avvicina

all’aiuola che il padre stava ricoprendo di cemento, scorge le orme lasciate dal genitore e le ricopre, come a voler cancellare ogni traccia del suo passaggio e affermarsi come unica presenza maschile dominante nella casa. (Ivi. pp. 40-42.)

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l’un l’altro e assumono dei compiti per portare avanti la convivenza ma, inevitabilmente, si trovano ad affrontare svariate difficoltà.

Tom inizia a regredire allo stato infantile, diventando sempre più difficile da accudire, piange frequentemente e non ha vergogna a mostrare la propria nudità. Inoltre, dopo aver aiutato i fratelli a seppellire il corpo della madre, si mostra sempre più incline a indossare indumenti femminili e parrucche, perdendo progressivamente la propria identità maschile.7

Sue decide di tenere un diario segreto sugli accadimenti della famiglia e annota ogni particolare: il comportamento scontroso e aggressivo di Jack, la regressione di Tom, la casa e il giardino che, abbandonati a loro stessi, stanno andando in malora8. Sue passa le sue giornate a scrivere il diario in cantina, accanto

alla sepoltura improvvisata della madre, e non c’è più traccia in lei della ragazzina solare e spensierata che era un tempo.

Julie e Jack vengono spogliati dei loro ruoli di sorella e fratello e assumono progressivamente quelli di “madre e padre” per i fratelli minori, immedesimandosi fin troppo: Jack comincia ad essere ossessionato dal corpo di Julie, da cui si sente fortemente attratto, e Julie sembra ricambiare il sentimento; inoltre, quest’ultima ha un nuovo amico, un ragazzo benestante di nome Derek, con il quale comincia ad uscire e che le fa dei regali costosi, ad esempio un paio di stivali nuovi che suscitano la gelosia di Jack.

I had a confused notion that as Julie’s brother I had a right to ask questions about her boyfriend. But there was nothing about Julie to support such an idea, and I felt more dejected than curious. (TCG, 2006:81)

Julie decide di invitare Derek a pranzo e Jack si sente minacciato dalla presenza del ragazzo, che percepisce come il rivale nella conquista degli affetti e dei favori di Julie. In quell’occasione, Derek si accorge di uno strano odore dolciastro che sembra provenire dalla cantina dell’abitazione e diventa sempre più curioso di scoprire di cosa si tratti. Durante l’ennesima visita alla casa, Derek scende finalmente in cantina, individua nel baule la fonte dell’odore e i bambini gli dicono che è la sepoltura che hanno dato al loro cane. La storia non convince Derek, che inizia a sospettare qualcosa di strano, poiché i ragazzi non sanno dire se il cane fosse

7 Ryan, K., Ian McEwan. Northcote House Publishers, United Kingdom, 1994, pp. 22-23.

8 L’intera casa, circondata da un paesaggio suburbano semi deserto e in rovina, cade in uno stato

passivo, una sorta di sonnambulismo. In tutto il romanzo manca la presenza di amici e parenti, il che rende la vita di famiglia ancora più reclusa ed esclusiva. (Ivi. p.19)

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maschio o femmina o che nome avesse. In effetti la superficie liscia del cemento si è incrinata, lasciando fuoriuscire l’odore di carne in putrefazione e rivelando parte del cadavere decomposto: simbolicamente la crepa è connotata come il ritorno del rimosso, il riaffacciarsi della “vecchia”9 figura materna, destinata per sempre

all’oblio.

Jack si configura in questo punto come un narratore confuso, in quanto comincia ad avere dei dubbi se ciò che ha compiuto con i fratelli sia stato una cosa ammirevole o inquietante.10

I ran my fingernail along the fine crack. It was not at all clear to me now why we had put her in the trunk in the first place. At the time it had been obvious, to keep the family together. Was that a good reason? It might have been more interesting to be apart. Nor could I think whether what we had done was an ordinary thing to do, understandable even if it had been a mistake, or something so strange that if it was ever found out it would be the headline of every newspaper in the country. Or neither of these, something you might read at the bottom of your local paper and not think about again. (TCG, 88-89)

Un giorno, Julie sorprende Jack, nudo, addormentato insieme a Tom e inizia a parlargli: si scopre che anche Julie è attratta da Jack in un modo che non sa spiegare ma che, ad entrambi i ragazzi, sembra del tutto familiare e naturale. I due sono nel mezzo di un amplesso11 quando, nella camera da letto, irrompe Derek che,

sconcertato e inorridito dalla vista dei due fratelli seminudi, li accusa di essere entrambi “malati” e, seguendo i precedenti sospetti, scende in cantina per scoprire la verità nascosta sotto lo strato di cemento del baule e, quando rinviene il cadavere, inizia ad urlare e chiama la polizia.

The Cement Garden si chiude con la scena finale di Jack e Julie, abbracciati,

dopo aver concluso il rapporto incestuoso mentre si riflette sui loro corpi la luce blu delle volanti della polizia.12

In The Cement Garden McEwan fa uso del diario: nello specifico, si tratta di quello segreto di Sue, “the little black book”13 (TCG, 98), nel quale vengono annotati

9 I genitori, la vecchia generazione, sono stati sostituiti completamente dalla nuova, dalla loro prole,

che si immedesima e impersona i ruoli tipici di una famiglia, la cui realtà è però endogamica.

10 Jack incarna la figura tipica dell’adolescente che attraversa questa delicata fase di crescita e non

riesce a delineare bene i contorni di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, finendo poi per compiere azioni di cui potrebbe pentirsi.

11 Il rapporto edipico è completo: dopo che Jack stesso ha ammesso di essere in parte responsabile

della morte del padre, cerca un rapporto sessuale con la sorella, colei che ha preso il posto della figura materna all’interno del microcosmo familiare. (Slay, J. J., op.cit. p. 45.)

12 Per maggiori informazioni, si consiglia la consultazione delle seguenti monografie: Ferrari, R., McEwan. cit. pp. 38-57; Ryan, K., op.cit. pp. 19-24; Head, D. Contemporary British Novelists: Ian McEwan. Manchester University Press, Manchester, 2007, pp. 30- 51; Slay, J. J., op.cit. pp. 35-50. 13 Si tratta del soprannome che Jack dà al diario della sorella minore.

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minuziosamente i giorni trascorsi dalla morte della madre e che costituisce un punto di vista alternativo a quello di Jack sulla realtà familiare, poiché riporta ciò che Sue vede e i suoi pensieri, come, per esempio, lo strano comportamento di Jack, prima svogliato e poco incline alla cura della persona e adesso consapevole dell’igiene personale; prima aggressivo e annoiato e poi educatore provetto nei confronti del piccolo Tom, che però viene assecondato nel suo strano gioco di regressione.14

Il diario diventa per Sue l’alter ego di carta della madre: infatti, ogni pagina è indirizzata alla madre. La ragazza si lascia convincere da Jack a leggere parte di quello che ha scritto. Sue ricorda con affetto e nostalgia un periodo in cui le cose in casa erano in armonia e prosperavano, una dimensione che ormai è scomparsa dopo il decesso dei genitori.

Le annotazioni del diario sono scarne e vengono raccontati solo i fatti quotidiani che accadono nella casa, senza scendere troppo nel dettaglio riguardo alle persone che non appartengono alla famiglia, ad esempio Derek.

She took the book from under her pillow, opened it and looked for a page. I stopped laughing and waited. “August the ninth… You’ve been dead nineteen days. No one mentioned you today.15” She pauses and her eyes ran down several lines. “Jack was in a

horrible mood. He hurt Tom on the stairs for making a noise. He made a great scratch across his head and there was quite a lot of blood. At lunch we mixed together two tins of soup. Jack did not talk to anyone. Julie talked about her bloke who is called Derek. She said she might bring him home one time and did we mind. I said no. Jack pretended he didn’t hear and went upstairs.” She found another page and went on reading with more expression, “he has not changed his clothes since you died. He does not wash his hands or anything and he smells horrible. We hate it when he touches a loaf of bread. You can’t say anything to him in case he hits you . He‘s always about to hit someone, but Julie knows how to deal with him…” She paused, and seemed about to go on, but changed her mind and snapped the book shut. “There,” she said. (TCG, 98-99)

La collocazione temporale è definita solo in parte e non è rivelato con precisione l’anno di morte dei genitori.

L’espediente narrativo del diario è utile al lettore per comprendere meglio l’atmosfera della casa, ormai abbandonata a se stessa, anche se è involontariamente impreciso, come per esempio quando Sue percepisce e racconta che Jack non può tollerare la presenza di Derek nella casa, pur non avendo capito la vera ragione, ovvero il fatto che Jack si sta invaghendo di Julie.

14 Ferrari, R., op.cit. p. 47.

15 La presenza dei defunti continua a rivivere nel ricordo ed è quello che succede a Sue che, attraverso

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6.3 The Child in Time (1987)

Il romanzo racconta la vicenda di Stephen Lewis, uno scrittore per bambini di successo che ha esordito con un romanzo Lemonade, pubblicato dal suo amico editore Charles Darke. Stephen è sposato con Julie, una violinista affermata, ed hanno una bambina, la piccola Kate di tre anni.

The Child in Time inizia con la sparizione di Kate mentre si trova al

supermercato insieme a Stephen. La scomparsa dell’amata figlia conduce la coppia al collasso e ogni genitore cerca di far fronte al dolore come può: Julie si rifugia in un cottage in campagna, isolandosi dal resto del mondo, mentre Stephen, pur continuando a vivere nella casa familiare, si relega in un torpore esistenziale con l’unica compagnia dell’alcool e dell’apatia. La sua disperazione è tale che Stephen è convinto di riconoscere nel volto delle bambine che incontra il viso della sua Kate, ma inutilmente: la bambina sembra essersi volatilizzata.

Nello stesso periodo, la Commissione Governativa lo incarica di curare un manuale sull’educazione dei bambini e Stephen, in preda all’inedia, per cercare conforto e slancio per iniziare a redigere l’opera, decide di riavvicinarsi ad una vecchia coppia di amici: l’editore Charles Darke, ora ministro del governo conservatore in carica, e sua moglie Thelma, una astrofisica. I due vivono in un cottage in campagna.

Durante una visita alla loro abitazione, Stephen scopre che i due coniugi si sono ritirati in campagna per volere di Thelma, la quale deve redigere un romanzo sul tempo e sui suoi flussi e contemporaneamente deve badare al marito che, improvvisamente, ha subito una forte regressione psicologica, che lo ha costretto ad abbandonare la scena politica. Ridotto ormai ad un bambino intrappolato nel corpo di un adulto,16 Charles non è più l’uomo che conosceva e, durante una riflessione

sulle reciproche sventure familiari, Thelma consiglia a Stephen di fare visita alla moglie Julie per riconciliarsi con lei.

16 Per questa tematica della regressione psicologica, The Child in Time si avvicina molto a The Cement Garden, in cui Tom subisce la stessa trasformazione.

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Stephen segue il consiglio e, mentre si reca al cottage di Julie, ha una strana sensazione, come un dejà vu: il percorso appena compiuto gli sembra inspiegabilmente familiare e sebbene non riesca a ricordare gli esatti particolari, ha la netta sensazione di essere già stato in quel posto. Mentre sta camminando, cercando di comprendere le proprie sensazioni, scorge all’interno di un bar due giovani figure che gli sembrano familiari e, quando la donna si volta a guardare nella sua direzione, Stephen riconosce nella giovane sua madre, che sta discutendo con suo padre, dall’aspetto altrettanto giovane.

Profondamente scosso dall’accaduto, si ripromette di raccontare il fatto ai genitori, sperando di ricevere qualche informazione e finalmente giunge al cottage di Julie, dove, superato un momento di imbarazzo, i due si ricongiungono carnalmente.

Quando, alla prima occasione, Stephen racconta il dejà vu ai genitori, la madre gli spiega che anche lei, durante la gravidanza e proprio in quella stessa situazione, aveva incrociato fugacemente lo sguardo di Stephen adulto e di aver capito, in quel momento, di volerlo far nascere.

Nei giorni successivi viene comunicato a Stephen che la Commissione Governativa non ha più bisogno del suo manuale perché ne hanno consegnato già un altro. Prima che Stephen possa saperne di più, riceve una telefonata da Thelma che, spaventata, lo informa della sparizione di Charles. Una volta giunto al cottage dei Darke, Thelma gli dice che Charles si è allontanato in seguito ad un litigio e Stephen inizia a cercarlo: lo troverà, infine, seduto all’ombra di un albero, morto, dopo aver dato sfogo alle sue pulsioni fanciullesche. Quando Stephen ritorna con il corpo da Thelma, si ferma nel cottage e scopre che il suo manuale è stato rifiutato, a beneficio di quello scritto dallo stesso Charles, forse in un estremo tentativo di riaffermare la propria maturità sull’indole bambinesca. In effetti, il manuale di Charles, probabilmente a causa del particolare stato psicologico dell’autore, si configura come una pietra miliare nello studio del controllo pedagogico e della educazione psicologica

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