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CAPITOLO II: STRESS TEST

2.5 LA STORIA DEI RISULTATI: I NUMERI

2.5.1 STRESS TEST DEL 2011

Lo stress test del 2011 considera, come campione di banche, 90 Istituti diversi, in 21 Paesi. Lo scopo di questo EU-wide stress test fu quello di valutare la resilienza delle banche coinvolte in questo esercizio, attraverso un’analisi di scenario che comprendesse una situazione di estrema difficoltà a livello sistemico e che quindi potesse verificare la solidità e la capacità delle banche a resistere a questi periodi di tensione. Lo scenario ebbe lo scopo di valutare la reazione delle banche al deterioramento di alcune delle variabili principali, come PIL, Disoccupazione, Prezzo delle case, Inflazione, tasso di interesse, rispetto al normale andamento (baseline scenario). Il benchmark di riferimento riguarda il quantitativo di capitale che le banche debbono sempre mantenere, i cosiddetti fondi propri, rispetto alle attività ponderate per il rischio (i Risk Weighted Assets RWA), considerando la soglia limite del 5% nello scenario avverso.

L’esercizio di stress test è stato condotto con la tecnica del bottom-up, nei riguardi delle novanta banche coinvolte; i singoli risultati vennero verificati dalle Autorità nazionali, per poi essere trasmessi all’EBA che, insieme alla BCE e ESRB, hanno calcolato valori in aggregato per tutto il mercato europeo.

Le banche condussero l’esercizio dal 2010 al 2012, partendo, in aggregato, da una forte posizione patrimoniale con un CET1 Ratio di media del 8.9%. Nel grafico sottostante, Figura 2.1, si può notare la situazione di partenza delle novanta banche incluse nell’esercizio. Il grafico82 mostra il numero di banche per ogni segmento di CET1 Ratio.

82 Tutti i grafici riportati nel seguente capitolo derivano dai documenti ufficiali dell’EBA che riguardano i

risultati pubblicati dopo ogni esercizio di stress. File consultabili al seguente link: https://www.eba.europa.eu/risk-analysis-and-data/eu-wide-stress-testing

Figura 2.1

Con l’analisi svolta attraverso l’esercizio di stress, considerando la situazione dello scenario avverso, si evince come, a fine 2011, senza alcun intervento da parte delle banche per aumentare il capitale, la situazione sarebbe stata decisamente peggiore rispetto al livello di partenza. In Figura 2.2 si riporta i livelli di patrimonializzazione (CET1 Ratio) delle banche coinvolte:

Figura 2.2

Lo shock portò venti banche sotto la soglia del 5%, inoltre, causò un deficit di capitale in aggregato di circa 25 Miliardi con un CET1 Ratio medio che da 8.9% passò a 7.4%.

In realtà però, l’esercizio diede la possibilità, entro i primi quattro mesi del 2011, alle banche di agire in maniera tale da rafforzare il proprio capitale, attraverso aumenti di capitale e piani di ristrutturazione. Ci furono così aumenti di capitale per oltre 50 miliardi attraverso iniezioni di capitale da parte di governi, emissione di azioni per il mercato privato, conversioni da strumenti di capitale di minor qualità veri e propri piani di ristrutturazione approvati dalle Autorità competenti.

Prendendo in considerazione queste azioni da parte delle banche, il CET1 Ratio si abbassò da 8.9% a 7.7%, nello scenario avverso. Solo 8 banche scesero al di sotto della soglia del 5%, con un deficit di circa 2.5 Miliardi. La situazione, prendendo in considerazione anche le azioni intraprese dalle banche per fronteggiare lo scenario avverso, è rappresentata in Figura 2.3.

Figura 2.3

Infine, risulta interessante rappresentare l’evoluzione del CET1 Ratio, in media per tutte le novanta banche, per tutto l’esercizio di stress, sia nel caso di scenario di base, sia scenario avverso (Figura 2.4).

Figura 2.4

Rispetto al valore inziale nel 2010 pari a 8.9%, alla fine dell’esercizio, il CET1 ratio risultò inferiore del 1.2%, per un valore pari a 7.7% nello scenario avverso. Considerando invece un confronto con lo scenario di base, che implica una economia in ripresa e in aumento negli anni di esercizio, il CET1 Ratio aumentò fino a 9.8%, quindi ben 210 punti base in più rispetto allo scenario avverso.

Riassumendo, i risultati dello stress test del 2011 dimostrarono che, già alla fine del 2010, venti delle novanta banche coinvolte, persero gran parte del capitale arrivando ad ottenere un CET1 Ratio al di sotto del 5% nello scenario avverso (soglia imposta come superamento del test). Il deficit totale aggregato fu di 26.8 Miliardi. Questi dati spinsero le Autorità, tra Gennaio e Aprile del 2011, ad effettuare aumenti di capitale per circa 50 Miliardi, grazie ai quali, a fine 2011 le banche che si trovavano sotto la soglia del 5% furono solo otto, con una perdita aggregata di circa 2.5 miliardi (le altre sedici riuscirono a portare il proprio CET1 Ratio fra il 5% e il 6%).

Sulla base di questi risultati, l’EBA impose alle Autorità nazionali di effettuare interventi su alcune delle singole banche del proprio Paese, che non ebbero superato a pieno il test, per fronteggiare i deficit emersi. Gli interventi richiesti dall’EBA mirarono a rafforzare la patrimonializzazione e compresero azioni specifiche e molto severe come restrizioni nella distribuzione di dividendi, deleveraging (riduzione del livello di indebitamento), emissione di nuovi capitali o conversione di capitale di bassa qualità in

capitale primario di classe 1. Infine, risulta doveroso sottolineare che l’EU-wide stress test del 2011 portò un nuovo modus operandi nella pratica di questi esercizi di valutazione: per la prima volta ci fu una piena trasparenza nei confronti delle esposizioni e delle composizioni del capitale delle banche. Questo garantì una completa apertura verso il mercato, permettendo ad investitori, analisti e altri esperti del settore di sviluppare una completa e totale cultura concernente tutto il mercato bancario europeo.