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Parte II – RICERCA SPERIMENTALE

1. METODOLOGIA

1.4. Strumenti di indagine

1.4.2. Strumenti di valutazione

Six Item Cognitive Impairment Test ( Katzman et al., 1983; Marzo & Lygidakis, 2009).

Il Six Item Cogntive Test è uno strumento sviluppato da Katzman e colleghi come test di screening cognitivo nelle demenza e utilizzato in vari ambiti. Si compone di sei domande che permettono la valutazione dell’orientamento temporale, dell’attenzione e della memoria a breve termine. Il punteggio totale è di 28. Punteggi tra 0 e 7 sono considerati normali, punteggi tra 8-9 indicano un possibile lieve deterioramento cognitivo e punteggi tra 10 e 28 indicano un deterioramento cognitivo significativo. Il tempo di compilazione è molto breve, inferiore ai 5 minuti.

Inventario Eventi Stressanti e Traumatici della Vita (Giannantonio, 2003-2009, v. 2.0). Si tratta dell'adattamento italiano e del perfezionamento di uno strumento impiegato nei paesi anglofoni (Life Stressor Checklist - Revised; Wolfe & Kimerling, 1997).

È un questionario autosomministrato che valuta gli eventi di vita traumatici o stressanti, per ciascuno di essi è chiesta l’età in cui l’evento è accaduto, quanto l’esperienza è stata negativa nel momento in cui è accaduta e quanto ancora oggi tale evento risulta emotivamente disturbante. Il questionario è composto da 29 domande attraverso le quali si chiede al soggetto se è mai stato coinvolto in un determinato episodio stressante o traumatico (risposta SI/NO) e indicando su una scala da 1 a 5 quanto l’evento sia stato negativo al momento dell’accaduto e quanto lo sia ripensandoci al momento della

compilazione del questionario. I soggetti sono stati divisi nei due gruppi, gruppo con trauma maggiore e gruppo con trauma minore, sulla base del Criterio A del DSM-5 per il Disturbo Post-Traumatico da Stress. Il criterio A del DSM-5, infatti, prevede l’esposizione a morte o minaccia di morte, gravi lesioni o violenza sessuale. Ciò può verificarsi in diversi modi: esposizione diretta all’evento traumatico, essere testimone di un evento accaduto ad altri, venire a conoscenza che una familiare è stato esposto a un evento traumatico o esposizione ripetuta o estrema a dettagli dell’evento traumatico (APA, 2013). I soggetti che presentavano uno o più di questi eventi sono stati inseriti nel gruppo “Trauma Maggiore”. I traumi non elencati nel criterio A del DSM 5 sono stati definiti con traumi Minori.

TAS-20 (Toronto Alexithymia Scale, Bagby et al., 1994; adattamento italiano di C. Bressi e coll., 1996)

L’indagine della Personalità Alessitimica è possibile mediante l’utilizzo di uno strumento di autovalutazione: TAS-20. Il concetto di alessitimia è stato formulato per descrivere quelle persone che presentano disturbi della sfera affettivo-cognitiva che influiscono sulla capacità di comunicare i propri sentimenti (Taylor, 1987; Taylor, 2004). L’incapacità ad identificare e ad elaborare i propri sentimenti si associa ad una tendenza a manifestare somaticamente le emozioni ed a minimizzarne le componenti affettive. Questi soggetti, di conseguenza, tendono ad avere un’amplificazione somatosensoriale e tendono ad attribuire (in maniera anomala) le sensazioni somatiche a segni di una grave malattia (Kellner, 1985). La coscienza delle emozioni come segnali potenziali di accadimenti interiori, così come l’identificazione delle sensazioni somatiche come concomitanti somatiche delle emozioni, dipende, in larga misura, dal modo in cui le informazioni sono elaborate dal SNC. Diverse ipotesi sono state avanzate per spiegare come, da un deficit dell’elaborazione cognitiva delle emozioni, può derivare una compromissione dell’interpretazione delle sensazioni somatiche. La versione attualmente in uso della Toronto Alexithymia Scale - TAS (Taylor, 1985) è quella a 20 item, (Parker et al., 1993; Bagby et al., 1994); ciascun item viene misurato su una scala a 5 punti dove ad ogni valore corrisponde una specifica dicitura (1=non sono per niente d’accordo, 2=non sono molto d’accordo, 3=non sono né d’accordo né in disaccordo, 4=sono parzialmente d’accordo, 5=sono completamente d’accordo).

Dal raggruppamento degli item derivano 3 fattori:

• Fattore 1: difficoltà a identificare i propri sentimenti ed a distinguerli dalle sensazioni fisiche delle emozioni, costituito dagli item 1, 3, 6, 9, 13 e 14;

• Fattore 3: pensare orientato esternamente, costituito dagli item 5, 8, 10, 15, 16, 18, 19 e 20.

SCL 90 (Symptom Checklist-90, Derogatis et al., 1973)

La SCL-90-R è una scala clinica di autovalutazione, composta da 90 item che esamina un ampio spettro di problemi psicologici e di sintomi psicopatologici, misurando tanto i sintomi internalizzanti (depressione, somatizzazione, ansia) che quelli esternalizzanti (aggressività, ostilità, impulsività) di pazienti psichiatrici, di medicina generale e soggetti non clinici. Valuta la gravità dei sintomi di disagio psichico nell’ultima settimana in diversi domini sintomatologici.

È costituita da 9 dimensioni:

• Somatizzazione (SOM): riflette il disagio legato alla percezione di disfunzioni nel proprio corpo; i sintomi focalizzano sugli apparati cardiovascolare, gastrointestinale, respiratorio, ecc.

• Ossessività-Compulsività (O-C): focalizza sui pensieri, sugli impulsi e sulle azioni sperimentati come persistenti e irresistibili, di natura egodistonica o indesiderati.

• Ipersensibilità interpersonale (I-S): fa riferimento a sentimenti di inadeguatezza e inferiorità, in particolare in confronto ad altre persone.

• Depressione (DEP): oltre ai sintomi classici quali anedonia, umore depresso etc sono anche inclusi sentimenti di disperazione, pensieri suicidari e altri correlati cognitivi e somatici della depressione.

• Ansia (ANX): comprende segni generali di ansia come nervosismo, tensione, tremori così come attacchi di panico e sensazione di terrore.

• Ostilità (HOS): riflette pensieri, sentimenti, comportamenti caratteristici di uno stato affettivo negativo di rabbia.

• Ansia fobica (PHOB): è definita come una persistente reazione di paura a una specifica persona, luogo, oggetto o situazione, percepita come irrazionale o sproporzionata rispetto allo stimolo. • Ideazione paranoide (PAR): pensiero proiettivo, ostilità, sospettosità, grandiosità, riferimento a

Sé, paura di perdita dell’autonomia e deliri sono tutti espressioni primarie di questo disturbo. • Psicoticismo (PSY): rappresenta il costrutto come una dimensione continua dell’esperienza

umana e contiene item indicativi di ritiro e isolamento così come i sintomi di primo rango della schizofrenia.

PHQ-15 (Kroenke et al., 2002)

Il Patient Health Questionnaire - 15 (PHQ - 15) è un questionario costruito da Kroenke e coll., 2002 redatto per la valutazione dei sintomi somatici. Il PHQ-15 comprende 15 sintomi somatici, ciascun sintomo ha un punteggio che va da 0 (non mi ha per niente infastidito) a 2 (“mi ha molto infastidito”). I punteggi di 5, 10, 15 rappresentano rispettivamente il cut-off per bassa, media ed elevata gravità dei sintomi somatici.

BPQ- Short Form (Cabrera et al., 2017)

È derivato dalla forma originale del Body Perception Questionnaire (BPQ). E’ una versione più breve dello strumento originale, mira alla valutazione della consapevolezza corporea e della reattività del sistema nervoso autonomo. Gli items sono selezionati dall’originale BPQ sulla base della Teoria Polivagale (Porges, 1995; 2009; 2011).

I risultanti 46 items sono divisi in tre sottoscale:

a. Body Awareness : indica la Consapevolezza Corporea

b. Supradiaphragmatic Reactivity: indica la Reattività Sopradiaframmatica c. Subdiaphragmatic Reactivity: indica la reattività Sottodiaframmatica.

La reattività sopradiaframmatica si riferisce alla componente più recente e mielinizzata del nervo vago che innerva gli organi sovradiaframmatici che nell’ottica biocomportamentale di Porges (2011) esprime la facilità che ha un soggetto di entrare in relazioni con adeguato comportamento prosociale. La reattività sottodiaframmatica, riferita alla componente più antica del nervo vago e che innerva gli organi sottodiaframmatici, è legata a comportamenti di immobilizzazione o di congelamento con tendenza al ritiro comportamentale (Porges, 2011).

SSAS (Somasosensory Amplification Scale, Barsky et al., 1990)

L’obiettivo di questo strumento è quello di quantificare la tendenza del soggetto all’amplificazione somatosensoriale, vale a dire la tendenza a esperire sensazione somatiche intense, nocive e disturbanti (Barsky, 1990). È costituito da 10 affermazioni per ognuna delle quali è disposta una scala Likert (0= “mai”, 1= “un poco”, 2= “moderatamente”, 3= “quasi sempre”, 4= “sempre”). Maggiore è il punteggio ottenuto (max 40) maggiore sarà la tendenza all’amplificazione somatica.

Paradigma del diretto dimenticare - Directed Forgetting Paradigm (DFP) (Bjork, 1973)

Questo paradigma permette di indagare la capacità di dimenticare in maniera intenzionale ed è utilizzato come strumento di valutazione della memoria autobiografica ( McNally et al., 2001; Joslyn & Oakes, 2005). La procedura utilizzata in questo studio è quella che si riferisce al metodo degli item e costruita utilizzando gli item in base alle categorie di Battig & Montague (1969). Tramite presentazione Microsoft Power Point sono mostrati al partecipante 6 set di 24 parole ciascuno. Ogni parola è contraddistinta da un R o una D, dove R sta per Ricordare e D sta per Dimenticare e mostrata per 2.3 secondi. Ogni set è composto da 12 parole “da ricordare” (DFR) e 12 parole “da dimenticare” (DFF).

Viene richiesto al paziente di concentrarsi solo sulle parole da ricordare e al termine di ogni set è chiesto di elencare quelle che ha memorizzato.

Per il set 2° e 5° viene inoltre chiesto di elencare le parole contrassegnate dalla lettera D, qualora se ne ricordassero alcune.

Paradigma DRM di Deese-Roediger-McDermott’s DRM paradigm (Roediger & McDermott, 1995) È un questionario per la valutazione dei falsi ricordi strutturato in tre diversi set, di cui il primo è composto da una lista di 14 parole, il secondo da una lista di 15 parole e il terzo da una lista di 11 parole. Ogni lista di parole è associata ad una non presentata. Viene chiesto al soggetto di leggere la prima lista di parole avendo a disposizione un tempo massimo di 30 secondi al termine dei quali la persona deve scrivere il massimo numero di parole ricordate in un tempo massimo di 1 minuto. La stessa procedura viene ripetuta per gli altri due set. Se il paziente ricorda una parola non elencata e associata di senso (chiamata bait criticism), il soggetto presenta un falso ricordo. Ad esempio, nel caso di un falso ricordo il soggetto inserisce dolce (bait criticism) nella lista di rievocate e, tipicamente, descrive il ricordo con convinzione (Roediger & McDermott, 1995).

Procedure di psicofisica

Soglia Pressoria con Algometro analogico (Lautenbacher et al., 2008)

L’algometro, nello specifico un Wagner FPK 40, è uno strumento utilizzato per identificare la soglia di elicitazione per il dolore pressorio. E’ composto da un quadrante di 2,25” (circa 6 cm) con una lancetta che indica il valore della forza pressoria applicata, nel momento in cui viene interrotta la pressione la lancetta si ferma sul valore massimo raggiunto.

L’accuratezza e’ di +-2 grad fino a 2500gf e di +-1grad oltre i 2500gf.

Attraverso l’uso di questo strumento viene applicata, tramite la punta in gomma di circa 1cm quadrato, una pressione progressiva alla base dell’anulare della mano non dominante. Viene chiesto al soggetto di discriminare la prima sensazione di dolore, si interrompe la stimolazione non appena la sensazione pressoria diventa sgradevole, fastidiosa, intollerabile (tolleranza pressoria).

La procedura viene ripetuta tre volte ed effettuata la media tra le misurazioni per la determinazione. Tale procedura viene somministrata prima dell’esecuzione del DNIC.

Heat Pain Threshold (Yarnitsky et al., 1995)

L’HPT è un test psicofisico per la misurazione della soglia del dolore e della tolleranza alla stimolazione dolorosa. Questo paradigma prevede l'utilizzo di un contenitore contenente acqua a 46,5°C dove viene immersa la mano del soggetto. Tenendo il tempo con un cronometro, al soggetto è chiesto di inserire la mano non dominante in un primo contenitore con acqua a temperatura ambiente (37,5°) per un periodo di due minuti, questa fase serve per standardizzare la temperatura di partenza della mano. Allo scadere del tempo si fa spostare la mano nel contenitore con acqua a 46,5° e si chiede di mantenerla in posizione fino a che il soggetto riesce a tollerare la stimolazione. Il soggetto deve concentrare l'attenzione sulla mano in immersione e riferire il momento esatto in cui inizia a percepire dolore (soglia dolorifica), il momento in cui il dolore raggiunge la soglia sei di intensità (stimolazione sovra-soglia), dove 0 è nessun dolore e 10 è il massimo dolore immaginabile, e infine il momento in cui il dolore non è più sopportabile (tolleranza dolorifica), immediatamente seguito dalla rimozione della mano dall’acqua calda.

Il tempo intercorso tra l’immersione della mano nell’acqua calda ed il momento in cui viene rimossa è definito tolleranza al dolore. Per motivi di sicurezza viene fissato un tempo limite (2 minuti) oltre il quale non si può prolungare l'immersione della mano nell'acqua calda.

Diffuse Noxious Inhibitory Controls (DNIC, Lautenbacher et al., 2008)

Il Diffuse Noxious Inhibitory Controls (DNIC) si riferisce a una modulazione endogena del dolore, spesso descritto come "il dolore inibisce il dolore".

Essa si verifica quando la risposta da uno stimolo doloroso è inibita da un altro stimolo nocivo evocato in una sede spazialmente lontana.

La soglia del dolore da pressione (PPT) e la tolleranza del dolore (Ptol) sono parametri ampiamente usati come misura di DNIC( Willer et al., 1984).

Lo stimolo condizionante è generato dall’immersione della mano contro laterale in una vaschetta con H2O a 42°, e al soggetto viene chiesto su una scala da 1 a 10 l’intensità del dolore tre volte, una volta ogni 10 secondi, per un totale di 30 secondi (percezione sensoriale ad acqua calda per definizione soglia percettiva ad acqua calda).

La procedura si ripete con H2O a 46° (stimolazione sovra-soglia) e quando il paziente percepisce il dolore di intensità 6 viene contemporaneamente applicato l’algometro alla base dell’anulare della mano opposta a quella immersa nell’acqua calda e chiesto al partecipante di valutare la prima sensazione di dolore alla pressione dell’algometro (soglia pressoria al DNIC).

Quando il paziente non riesce più a tollerare lo stimolo pressorio vengono interrotte entrambi le stimolazioni (tolleranza pressoria al DNIC).

Per il calcolo della percezione ogni stimolazione viene ripetuta 3 volte e si utilizza come valore la medie delle 3 somministrazioni.

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