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Modello di Warburton

2.3 Strumenti per attenuare l’effetto Bullwhip

In letteratura si possono individuare due diversi framework utilizzabili per ottimizzare una supply chain. Il più tradizionale filone di pensiero si articola intorno al concetto di aumento della visibilità all’interno della supply chain ([30], [27], [55, [71], [8], [56], [99], [97], [96], [35], [36], [67], [73]) . Questa corrente si pone come obiettivo la riduzione della variabilità della domanda cercando di evitare attraverso una condivisione delle informazioni i vari meccanismi di distorsione che si possono trovare negli stadi a valle della supply chain. La seconda corrente, invece, pone maggiormente l’attenzione sulla riduzione della lunghezza della pipeline di produzione del prodotto attraverso la gestione della supply chain tramite metodologie di tipo

lean ([91], [94], [42], [80], [68], [58], [8]). Questa seconda corrente vuole aumentare la flessibilità della

supply chain riducendo il tempo totale di attraversamento e, quindi, abbattendo il ritardo tra l’istante temporale in cui si manifesta la domanda ed il momento in cui l’ordine viene evaso.

La maggior parte degli autori che tratta il problema dell’effetto Bullwhip non pratica questa distinzione, ma si limita ad elencare quali possono essere le strategie operative per ridurre la variabilità della domanda. Un’ulteriore classificazione possibile tra gli autori che propongono delle metodologie per risolvere l’effetto bullwhip è fondata sulla località o globalità della startegia seguita: strumenti che aumentano l’efficienza di singole unità della supply chain e strumenti che migliorano la struttura di tutta la supply chain.

Forrester [97], per esempio, propone le seguenti azioni:

(1) Ridurre i tempi di processamento (2) Cambiare le procedure di ordinazione

32 (4) Monitorare più frequentemente lo stato delle scorte ed aggiornare di conseguenza i piani di

produzione

(5) Attuare politiche di promozione delle vendite in accordo con la disponibilità di capacità produttiva. Tali strumenti possono essere facilmente ricondotti ad una due due macro-categorie di analisi sopra identificate. Nel particolare l’azione (1) è il cuore dell’approccio lean, mentre le altre azioni sono tutte ricondubili all’aumento della visibilità informativa.

Anche Lee, Padmanabhan e Whang in [53] e [54] riconducono gli strumenti per eliminare le distorsioni a due categorie:

1. aumentare la condivisione di informazioni lungo la SC sia per quanto riguarda le scorte sia la previsione di vendita del singolo attore;

2. migliorare l’efficienza operativa.

In particolare, gli autori dei citati articoli identificano delle strategie diverse in funzione della causa che ha determinato l’insorgere dell’effetto Bullwhip:

(1) Previsione della domanda. Il problema si risolve dando visibilità a tutta la SC sulla domanda e sullo stato delle scorte di ogni attore (condividere informazioni relative a POS- point of sales - e stato delle scorte). L’introduzione di sistemi EDI per velocizzare la trasmissione delle informazioni e di VMI per responsabilizzare la gestione delle scorte ed evitare l’acquisto di scorte speculative sono alla base di tale strategia.

Si deve notare che anche se tutti gli attori della catena vedessero la stessa domanda, si verificherebbero comunque delle distorsioni al profilo della domanda stessa a causa dei diversi metodi usati per fare previsioni ed i diversi comportamento di acquisto che caratterizzano i buyer lungo la SC.

Un differente approccio per eliminare questo problema è il ridurre la lunghezza del canale di distribuzione (esempio: Dell); in altre parole vendere direttamente al cliente finale.

Ed infine, una riduzione dei LT di produzione.

(2) Meccanismi di razionamento. Le tre strategie da considerare per evitare questo effetto sono: a. In caso di shortage, allocare la merce disponibile non in funzione degli ordini attuali, ma

degli acquisti passati fatti da ogni cliente

b. La condivisione di informazioni quali il livello delle scorte ed i piani di produzione ha un effetto rassicurante sui clienti, che temono in misura minore la mancanza di materiale

33 c. Infliggere delle penalità in caso di ordine cancellato (è strategia comune ordinare di più e

poi eventualmente cancellare l’ordine)

(3) Lottizzazione. I costi da considerare sono: i costi amministrativi connessi all’emissione dell’ordine ed i costi di trasporto della merce. Relativamente ai costi relativi all’ordinazione, l’introduzione di sistemi EDI ha contribuito ad un loro forte abbattimento, circa invece i costi di trasporto sono possibili due strategie:

a. “composite distribution”: diversi prodotti sono caricati sullo stesso vettore

b. Utilizzo di un vettore logistico esterno che può realizzare economie di scala caricando sul vettore merce destinata a più manufacturer fisicamente vicini.

Devono quindi essere rimosse le cause che spingono alla lottizzazione: sconti di volume, costi fissi di ordinazione ed inefficienza distributiva.

(4) Fluttuazione del costo di acquisto delle materie prime. La strategia da perseguire per ridurre le fluttuazioni di prezzo consiste nell’esplicitare attraverso un corretto sistema ABC2 il costo delle scorte, il costo di stoccaggio e di handling; solo in questo modo si può infatti esplcitare il costo connesso all’acquisto speculativo di ingenti quantità di materiali.

McCullen e Towill in [61] forniscono invece uno studio più generale sulle strategie da attuare per ridurre

l’effetto Bullwhip. Gli autori dell’articolo sostengono che il primo passo da compiere è la piena comprensione delle cause del fenomeno Bullwhip e successivamente adottare una particolare strategia, da scegliersi tra le seguenti:

(1) Control system principle: sincronizzazione degli stadi evitando lottizzazioni

(2) Time compression principle: riduzione del LT di processamento dei materiali e delle informazioni (3) Information transparency principle: tutta la supply chain deve avere a disposizione tutte le

informazioni utili (considerare sia la quantità sia la qualità delle informazioni) (4) Echelon elimination principle: eliminazione degli stadi ridondandi nella supply chain

Di seguito si propone una classificazione degli strumenti identificati dagli autori secondo il criterio sopra introdotto (ossia quali problemi associati all’effetto Bullwhip ogni strumento è in grado di risolvere). Per ogni strumento è indicato anche su quale causa dell’effetto bullwhip esso incide.

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Autori Approcio Informazion Sharing Approccio Lean Forrester 1. Attuare politiche di previsione delle

vendite in accordo con la funzione produzione (1)

2. Condividere le informazioni sulla domadna finale in tutti gli stadi della supply chain (1) (6) (2)

Ridurre i tempi di processamento (5)

Lee, Padmanabhan e Whang

Dare visibilità a tutta la supply chain

(6) (1) (2)

1. Ridurre la lunghezza del canale (5)