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Struttura del modello ex D.lgs 231/2001 in GEAL Spa e modifiche effettuate in seguito all’analisi dei rischi

Ma come si articola il modello di organizzazione in GEAL Spa? Due sono i capitoli che compongono il modello 231 in GEAL55.

Il primo capitolo “Il Decreto Legislativo 231/2001: sintesi della normativa” riguarda, come si evince dal titolo, la parte teorica inerente la sintesi della normativa del D.Lgs 231/2001 già analizzata nel capitolo iniziale: le fattispecie di reato, i soggetti coinvolti

53 D.Lgs 121/2011: Attuazione della direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente, nonché della direttiva 2009/123/CE che

modifica la direttiva 2005/35/CE relativa all'inquinamento provocato dalle navi e all'introduzione di sanzioni per violazioni. Entrata in vigore del provvedimento 16.08.2011.

54 Legge n. 190/2012 recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica

amministrazione"

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La struttura del Modello 231 presa in considerazione ha fatto riferimento all’ultima versione del MOG presente in azienda, ossia la Revisione 02 approvata in data 18.12.2014.

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alla commissione di uno dei reati contemplati, le sanzioni , i criteri di imputazione della responsabilità.

Il secondo capitolo “Struttura del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo” riguarda invece l’implementazione del presente strumento all’interno dello specifico contesto di GEAL Spa. Questo capitolo è diviso in 10 parti distinte che mirano a far emergere le attività sensibili derivanti dalla mappatura dei rischi di commissione di reato.

Verrà spiegata la “nuova” struttura del modello della Società, evidenziando quelli che sono stati i cambiamenti e le integrazioni derivanti dall’analisi dei rischi 231 effettuata in GEAL.

Nello specifico le parti in cui si suddivide il secondo capitolo sono: Parte I - Generale

In questa parte vengono messe in evidenza le finalità del modello in GEAL, i destinatari delle regole dello strumento di prevenzione e i motivi dell’adozione, delle modifiche e dell’aggiornamento del modello.

Con l’adozione del modello, la Società intende adempiere alle previsioni di legge, soprattutto conformandosi ai principi ispiratori del Decreto e rendere più efficace il sistema dei controlli rispetto all’obiettivo di prevenire la commissione dei reati previsti dal Decreto. GEAL Spa adotta le scelte regolamentari, organizzative e procedurali esposte nel modello al fine di assicurare la costante e diffusa conoscenza e applicazione dello stesso da parte di tutti i soggetti che operano nell’ambito della Società, in modo da garantire un efficace ed aggiornato sistema di procure e deleghe che evidenzi i poteri attribuiti e i limiti di autonomia; in modo da sanzionare comportamenti non conformi, in modo da rappresentare le attività svolte dalla Società e attuare programmi di formazione e aggiornamento. Devono quindi essere assunte misure idonee a migliorare l’efficienza nello svolgimento delle attività o funzioni, individuando ed eliminando tempestivamente, o almeno riducendole al minimo possibile, le situazioni di rischio di commissione di reati. Il modello deve essere rivolto a tutti soggetti che contribuiscono allo sviluppo delle varie attività e che quindi sono in contatto con GEAL, in modo da garantire l’effettiva conoscenza delle regole procedurali e comportamentali che il modello e il relativo Codice Etico impongono. Le regole contenute nel modello si

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applicano: a coloro che svolgono anche di fatto funzioni di gestione, amministrazione e controllo della Società, ai lavoratori subordinati, a chi opera nell’interesse di GEAL pur non appartenendo a questa, e in generale ai collaboratori. I destinatari sono tenuti a rispettare le disposizioni del modello; nel caso ci siano violazioni delle prescrizioni contenute nel modello o nel caso ci siano mutamenti o modifiche nel sistema normativo e regolamentare, nella struttura societaria o nell’organizzazione interna alla Società il Consiglio di Amministrazione, sentito l’Organismo di Vigilanza, deve modificare/aggiornare in tutto o in parte il modello.

Parte II - Metodologia seguita nella redazione del Modello Organizzativo Parte III - Aree e attività sensibili

Queste parti del modello di GEAL possono essere analizzate congiuntamente in quanto descrivono le attività sensibili inerenti al contesto aziendale di GEAL sulla base del risultato della metodologia di gestione del rischio. I due punti rappresentano il cuore del modello e sono quelli che hanno risentito in modo consistente dei cambiamenti normativi e organizzativi che hanno interessato la Società in questione.

I nuovi reati presupposto che vanno ad ampliare il contesto normativo del Decreto Legislativo 231 e che hanno comportato l’aggiornamento del Modello di Organizzazione Gestione e Controllo della Società, sono quelli di seguito riportati56:

- gli “eco reati ambientali”, introdotti dalla Legge 68/2015, in vigore dal 29 maggio 2015 Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente. Tale intervento normativo ha introdotto nuove fattispecie di reati ambientali integrando l’elenco di illeciti di cui all’art 25-undecies del D.Lgs 231/2001 e nello specifico: inquinamento ambientale (art 452-bis c.p.); disastro ambientale (art 452-quater c.p.); delitti colposi contro l’ambiente (art 452-quinquies c.p.); traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività (art 452-sexies c.p.); circostanze aggravanti (art 452-octies c.p.);

- il reato di “autoriciclaggio”, introdotto dalla Legge 186/201457, in vigore dal 1 gennaio 2015. Tale intervento normativo ha introdotto il delitto di

56 I nuovi reati presupposto sono stati consultati dal sito AODV 231 tramite il documento “catalogo dei reati presupposto esteso”

(aggiornato al 21.04.2017).

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Legge 15 dicembre 2014, n. 186 Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all’estero nonché per il potenziamento della lotta all’evasione fiscale. Disposizioni in materia di autoriciclaggio.

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autoriciclaggio nell’ordinamento italiano all’art. 648-ter codice penale, inserendolo fra i reati presupposto all’art 25-octies del Decreto 231/2001;

- il reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” art. 603-bis codice penale, introdotto dalla Legge 199/201658. Questo ha integrato l’art 25-quinquies comma 1 lettera a) del D.Lgs 231/2001;

- la Legge 236/201659 ha modificato l’art. 416 c.p. ed integrato l’art. 24 ter del D.Lgs 231/2001 con l’art. 601-bis “associazione a delinquere finalizzata ai reati di traffico di organi prelevati da persona vivente”;

- la Legge 69/201560, in riferimento al reato di “false comunicazioni sociali” (art. 2621 già previsto nel catalogo dei reati presupposto ex D.Lgs 231/2001) ha introdotto nel codice civile il nuovo art. 2621-bis “fatti di lieve entità” che prevede pene ridotte se i fatti di cui all’art. 2621 sono di lieve entità tenuto conto delle dimensioni della società e delle modalità o degli effetti della condotta. Lo stesso intervento normativo ha sostituito l’art. 2622 c.c. “false comunicazioni sociali in danno della società dei soci e dei creditori” con il nuovo “false comunicazioni sociali delle società quotate”. Le sanzioni pecuniarie per i reati di cui agli art. 2621 e 2622 c.c. sono inoltre aumentate;

- il Decreto Legislativo 38/201761, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30.03.2017 e entrato in vigore il 14.04.2017 va a modificare ulteriormente l’art. 25-ter del D.Lgs 231/2001 “reati societari ” (precedente modifica con la Legge 190/2012). Il provvedimento riforma l’art 2635 del codice civile “corruzione tra privati” e introduce l’art. 2635-bis c.c. “istigazione alla corruzione tra privati”.

Questi reati si vanno ad integrare con gli altri reati già presenti nel Decreto Legislativo 231/2001; nonostante tutti i reati che il Decreto prende in considerazione siano stati descritti nel Modello di Organizzazione Gestione e Controllo di GEAL Spa (a seguito del suo aggiornamento) all’interno del capitolo 1 nella sezione “Il catalogo della fattispecie di reato”, l’aggiornamento dell’analisi dei rischi in ottica 231 non considera tutti i nuovi reati suddetti. Definendo le aree a rischio, in base allo studio dei processi

58Legge 29 ottobre 2016, n. 199 Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in

agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo.

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Legge 11 dicembre 2016, n. 236 Modifiche al codice penale e alla legge 1° aprile 1999, n. 91 in materia di traffico di organi destinati al trapianto, nonché alla legge 26 giugno 1967, n. 458 in materia di trapianto del rene tra persone viventi.

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Legge 27 maggio 2015, n. 69 Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio.

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D.Lgs 15 marzo 2017, n. 38 Attuazione delle decisioni quadro 2003/568/GAI del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato.

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aziendali, GEAL non analizza tutti i reati appartenenti al catalogo esposto nel modello, in quanto non tutti si ritengono applicabili alla Società. Sono stati considerati soltanto quei reati rilevanti per il contesto aziendale e per questi è stata svolta l’analisi dei rischi. Le fasi generali per effettuare l’analisi dei rischi, in base a quanto delineato nella parte II, sono le seguenti:

- mappatura dei processi;

- individuazione delle aree a rischio reato attraverso lo studio dei documenti organizzativi, delle procure esistenti, nonché attraverso interviste effettuate ai responsabili di unità;

- identificazione delle singole attività sensibili ex D.Lgs. 231/01: le attività a rischio sono state raggruppate nelle aree precedentemente individuate, con criteri di omogeneità;

- valutazione dei parametri di gravità e di probabilità quali componenti per la valutazione del rischio preliminare; i livelli dell’esposizione al rischio associati alle varie attività derivano dal dettaglio dei risultati dell’analisi delle schede compilate dai singoli responsabili di settore;

- analisi dei sistemi di controllo interno esistenti al fine del calcolo del rischio residuo;

- valutazione dell’ammontare di rischio residuo (post controllo esistente) e adozione di un eventuale piano di azione.

In relazione ai nuovi reati presupposto, che hanno portato al cambiamento del dettato normativo che disciplina il Modello 231, sono stati considerati (in quanto rilevanti) nell’aggiornamento dell’analisi dei rischi ex D.Lgs 231/2001:

- tra gli “eco reati ambientali” l’art. 452-bis “inquinamento ambientale” (per atmosfera, acque, suolo) e 452-quater “disastro ambientale”;

- il reato di “autoriciclaggio” (art. 648 ter c.p.);

- il reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” (art. 603 bis c.p.).

Rimane completamente escluso dall’analisi svolta il reato “associazione a delinquere finalizzata ai reati di traffico di organi prelevati da persona vivente” secondo l’art. 601- bis c.p. in quanto non applicabile alla Società.

L’introduzione del reato di “istigazione alla corruzione tra privati” (art. 2635-bis c.c.) derivante dal D.Lgs 38/2017, nonostante rientri nel campo di attività/analisi di GEAL,

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non è stato analizzato singolarmente in quanto strettamente collegato al già presente art. 2635 c.c. “corruzione tra privati”, anch’esso modificato dal Decreto 38/2017. Le modifiche avvenute non fanno mutare l’analisi già svolta nell’anno 2014 ed è risultato sufficiente soltanto integrare l’area sensibile catalogata come “L-Gestione della contabilità generale e formazione del bilancio”, del file Excel del “Documento analisi dei rischi” già presente in azienda, con il nuovo reato “istigazione alla corruzione tra privati” come ulteriore approfondimento del già presente reato “corruzione tra privati”. Deve essere comunque specificato che con la modifica dell’art.2635 c.c. “corruzione tra privati” si estende l’ambito di applicazione della fattispecie dalle sole “società commerciali” anche a “enti privati”; viene estesa la categoria di soggetti che possono commettere il reato, includendo anche i soggetti che svolgono “funzioni direttive diverse” dalle funzioni proprie di coloro che rivestono posizioni apicali di amministrazione o controllo; viene introdotta la “sollecitazione” di denaro o altra utilità (primo comma) e l’offerta di denaro o altra utilità (terzo comma). Il nuovo art.2635- bis c.c. “istigazione alla corruzione tra privati” introduce una punizione nei confronti di chi mira a corrompere le figure dirigenziali che operano all’interno di società private; in questo caso l’elemento di novità è riferito alla volontà del legislatore di contrastare e punire anche forme indirette di innesco di fenomeni corruttivi.

In relazione a quanto suddetto sarà solo nei confronti dei tre sopra elencati nuovi reati presupposto, che verrà applicata la metodologia per la gestione dei fenomeni rischiosi, e questi una volta analizzati, verranno inseriti nel “Documento analisi dei rischi” già presente in azienda e conservato agli atti dall’ufficio Internal Auditing.

Ad oggi l’elenco delle aree a rischio in GEAL, con i relativi reati è il seguente (tabella inserita nella parte III capitolo 2 del modello in seguito alla revisione)62.

AREE DI ATTIVITÀ