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Strutture ideologiche: la sottomissione come guarigione

ovvero la realizzazione di un “giusto” desiderio

4. Strutture ideologiche: la sottomissione come guarigione

Il fatto che la sottomissione di una donna all’autorità del marito sia presentata come una forma di guarigione è, di per sé, motivo sufficien- te di riflessione24. Subito dopo la celebrazione del matrimonio, nel IV

22 Grimm, Re Bazzaditordo, in Fiabe, cit., p. 184.

23 Sull’influenza della liturgia matrimoniale prevista in The Book of Common Prayer si tornerà

più avanti.

24 L’idea che Katherina sia sottoposta a una forma di terapia da parte di Petruccio è ana-

lizzata in: R. Ciocca, La bisbetica in terapia, «Memoria di Shakespeare», 3, 2003, pp. 69-85. Come mette bene in luce la studiosa, il dramma − vero e proprio «psicodramma» (p. 73) − si presta a una lettura psicoterapeutica in chiave moderna: vi si possono difatti ravvisare una malattia, un terapeuta, una terapia (il corteggiamento di Petruccio assume i tratti di un «corteggiamento terapeutico»: p. 81) e, infine, una guarigione.

atto, Petruccio sostiene che la causa del carattere bisbetico della moglie Katherina risieda in un eccesso di bile gialla (poco conta, dal suo pun- to di vista strategico, che egli attribuisca anche a se stesso un’analoga patologia umorale):

I tell thee, Kate, ’twas [e.g., the meat was] burnt and dried away, And I expressly am forbid to touch it;

For it engenders choler, planteth anger; And better ’twere that both of us did fast, Since, of ourselves, ourselves are choleric, Than feed it with such over-roasted flesh. (IV.i.159-164)25

Per comprendere meglio il senso dell’argomentazione di Petruccio, con i suoi riferimenti all’ira («anger») prodotta dalla bile gialla («choler»), è ne- cessario contestualizzarla all’interno delle conoscenze fisiologiche dell’epoca. Com’è noto, la dottrina medica rinascimentale, di matrice ippocratico-gale- nica, prevedeva la presenza nell’organismo umano di quattro umori o fluidi corporei: il sangue, la bile gialla, la bile nera o malinconia, e il flegma26.

Ogni umore era generato dalla particolare combinazione di due tra quattro qualità contrapposte: caldo/freddo e secco/umido. In sintesi, dunque, il sangue era una combinazione del caldo e dell’umido, la bile gialla del caldo e del secco, la bile nera o malinconia del freddo e del secco, il flegma del freddo e dell’umido. Un’armonica mescolanza (eucrasia) tra i quattro umori garantiva la salute psico-fisica; viceversa, una loro cattiva mescolanza (discra- sia) era causa di malattia: ad esempio, un eccesso di bile nera generava una condizione di melanconia, un eccesso di bile gialla produceva aggressività o irascibilità, e così via. L’ali men tazione svolgeva un ruolo determinante per il mantenimento di un giusto equilibrio tra gli umori e tra le rispetti- ve qualità che li componevano; si riteneva possibile, cioè, riequilibrare gli

25 «Ti assicuro, Kate, che [la carne] era bruciata e rinsecchita e che mi è fatto espresso

divieto di toccarla, dal momento che genera collera e impianta l’ira. Sarebbe dunque meglio che entrambi digiunassimo − poiché entrambi siamo già, costituzionalmente, collerici − piut- tosto che alimentare ulteriormente l’ira, nutrendoci di carne troppo cotta».

26 Malinconia deriva da μέλαινα χολή che vuol dire, appunto, bile nera. Bright rievoca il

quadro generale dell’eziologia umorale nel capitolo II del suo A Treatise of Melancholie, «The causes of naturall melancholie and the excesse thereof»: cfr. il testo curato da H. Craig (fac- simile dell’edizione del 1586, stampata da Thomas Vautrollier), Columbia University Press (for the Facsimile Text Society), New York 1940, pp. 4-6 (Aiij). Un quadro storico d’insieme è in R. Klibansky - E. Panofsky - F. Saxl, Saturno e la malinconia (1964), Einaudi, Torino, 2002 (capitolo primo, sez. I, “La dottrina dei quattro umori”), pp. 5-19.

umori attraverso una dieta mirata, atta a eliminare i fluidi in sovrappiù o a integrare quelli in difetto27.

Se in origine la dottrina degli umori era stata prevalentemente, ancorché non esclusivamente, una teoria della malattia e degli stati patologici, essa nel tempo divenne anche una teoria dei temperamenti28. Ad ogni umore

era comunemente associato − oltre che uno stato morboso − anche un par- ticolare tipo di carattere o di temperamento: la prevalenza della bile nera generava un temperamento malinconico, la bile gialla un carattere collerico, il flegma a sua volta generava un temperamento lento e flemmatico, infine il sangue un’indole gioviale e sanguigna. In definitiva, la dottrina umorale rinascimentale si poneva a metà strada tra indagine medico-fisiologica e descrizione psicologica dei vari tipi di carattere e di personalità umana29.

Anzi, la gradatio che permetteva di distinguere tra temperamento e malat- tia risultava spesso ancora più articolata. Per Robert Burton, ad esempio, la malinconia poteva essere una disposition, ovvero una condizione mentale occasionale o transitoria, un habit, ovvero uno stato d’animo talmente ra- dicato da essere divenuto un elemento, appunto, “abituale” del carattere, o un disease, vale a dire una vera e propria degenerazione patologica30. Va

altresì rilevato come lo stesso termine humour avesse più di un significato: se, da un lato, indicava l’umore in quanto fluido corporeo, dall’altro, poteva anche riferirsi all’umore in quanto stato d’animo. In tale seconda accezione, humour si avvicinava al senso emotivo e psicologico (anziché fisiologico) che ancora oggi attribuiamo al termine.

Sia nella sua veste di indagine medica che di analisi dei tipi umani, la dottrina umorale postulava una stretta connessione tra fattori fisici e fattori mentali, pur senza escludere che stati d’animo e patologie potessero dipen-

27 T. Bright espone la cura o il riordino degli umori in particolare nei capitoli finali del

suo Treatise of Melancholie, cit.

28 Impossibile, naturalmente, tracciare delle precise linee cronologiche. Per un quadro più

analitico, cfr. Klibansky-Panofsky-Saxl, Saturno e la malinconia, cit., pp. 16ss.

29 Il carattere, in genere, era a sua volta associato a un particolare tipo di fisico e/o di

gestualità. Si pensi, ad esempio, alle celebri rappresentazioni della malinconia da parte di Albrecht Dürer.

30 The Anatomy of Melancholy, pubblicato per la prima volta nel 1621, ebbe varie, successive

edizioni durante la vita dell’autore. Tra i quattro umori, quello della malinconia, in partico- lare, essendo associato all’individuo di genio, prevedeva un tipo di cura piuttosto complesso (ancora oggi, del resto, capita che neurologi e psichiatri dichiarino di non voler guarire le nevrosi di un dato artista, perché ciò potrebbe spegnerne la creatività): cfr. (oltre ai già citati Klibansky, Panofsky e Saxl) R. e M.Wittkower, Born under Saturn, Weidenfeld & Nicolson, London 1963 (trad. it. Nati sotto Saturno. La figura dell’artista dall’Antichità alla Rivoluzione francese, Einaudi, Torino 1968).

dere, oltre che da cause organiche, anche da circostanze esterne (quali, ad esempio, nel caso della malinconia, un lutto o una perdita amorosa), o da vari altri fattori socio-culturali, quali le abitudini o lo stile di vita.

Come si evince anche dalla rapida sintesi su proposta, la dottrina umo- rale era viziata da una ambivalenza di fondo, ascrivibile alla sua stessa doppia funzione di teoria della malattia e di teoria della personalità. Se la prevalenza di un umore poteva, al tempo stesso, essere causa di un partico- lare temperamento ma anche di una malattia, non era facile stabilire una linea di confine tra la ‘normalità’ di un determinato temperamento e la sua degenerazione patologica. Di qui, nei coevi trattati umorali, il valore ampio se non ambiguo del verbo cure, usato sia nel senso medico di “curare” che in quello socio-educativo di “prendersi cura”.

Tutti i punti su toccati ritornano, comprensibilmente, in The Taming of the Shrew. Non solo nell’argomentazione, già riportata, di Petruccio (IV.i.156-61), ma anche in quella successiva del suo servo Grumio (IV.iii.1-35). Innanzitut- to, l’irascibilità («anger») di Katherina è, appunto, attribuita alla prevalenza dell’umore corrispondente, quello della bile gialla o «choler» (con l’implica- zione che il fattore fisico determini quello mentale). In secondo luogo, la cura nutrizionale viene coerentemente presentata come un possibile, anzi come il principale antidoto alla malattia. In terzo luogo, viene avanzata l’idea di un ripristino, attraverso una dieta mirata, dell’equilibrio delle qualità: nel caso della collerica Katherina è, cioè, necessario ridurre le qualità del caldo e del secco che producono un eccesso di «choler». Di qui, il divieto di mangiare carne bruciata e rinsecchita («‘twas burnt and dried away»: IV.i.156, «over- roasted flesh»: IV.i.161). Argomenti simili saranno poi ribaditi dal servo di Petruccio, Grumio, il quale rifiuta di portare alla sua padrona determinati tipi di carne e di condimento perché, appunto, «troppo collerici» − vale a dire, troppo caldi e secchi e, dunque, tali da accendere la collera:

I fear it is too choleric a meat (IV.iii.19)

Ay, but the mustard is too hot a little (IV.iii.25).31

La stessa definizione iniziale di Katherina come «hot» si colloca entro tale quadro medico-culturale32. Vale a dire, l’indicazione di una delle due

qualità costitutive della bile gialla («hot», appunto) evoca, per via di sineddo-

31 «Temo sia un tipo di carne troppo ‘collerico’»; «Sì, ma la mostarda è un po’ troppo

calorosa».

32 «She is not hot» («Non è calorosa»: II.i.297); «Is she so hot a shrew as she’s reported?»

che e/o di metonimia, l’umore collerico e, di lì, il temperamento corrispon- dente33. Pertanto, il ruolo di Petruccio diventa quello di agire sull’umore di

Katherina (nei vari sensi − sia organico che mentale − del termine humour):

[...] I’ll curb her mad and headstrong humour (IV.i.198).34

Incidentalmente, attraverso il verbo curb Petruccio ci fa comprende- re che intende sia «curvare» la moglie (dunque, abbatterne l’orgoglio), sia «tenerla a freno» o «imbrigliarla». Il lemma, cioè, attiva ulteriori significati che rimandano alla sfera semantica dell’addomesticamento di un animale selvatico (immagine che ritorna in più punti della commedia)35, nonché,

in senso lato, all’immagine, di matrice platonica, delle briglie o del morso come forma di controllo delle passioni. Dunque, nel suo combinarsi con l’oggetto humour, il verbo curb fonde in un’unica immagine la teoria morale di un controllo delle passioni con la teoria medico-fisio lo gica relativa agli umori o fluidi corporei36.

Temi analoghi informano la Cornice: infatti, come si è anticipato, an- che al personaggio di Sly viene attribuita una patologia di tipo umorale (nel caso specifico, la malinconia)37 − patologia che il Lord e la sua cerchia

33 A tale proposito, giova sottolineare che molti lemmi della commedia avevano, all’epoca,

un significato molto più forte e più specifico di quello che saremmo portati ad attribuire loro oggi. Ad esempio, lo stesso termine humour viene impiegato sia nel senso generico a noi familiare (essere di buono o di cattivo umore, seguire il proprio umore), sia nello specifico senso medico-fisiologico della teoria umorale.

34 «Soggiogherò il suo umore folle e ostinato».

35 Naturalmente, l’immagine dell’addomesticamento di un animale selvatico è presente nel

titolo stesso della commedia, nonché in svariati loci testuali: in primis, nella stessa affermazione programmatica di Petruccio «I am he am born to tame you, Kate» (II.i.278: «Son io quello che è nato per domarti, Kate»). Si ricordi come il tema animalesco fosse peraltro centrale anche nelle fonti. Su tale aspetto della commedia, cfr. S. Manferlotti, Shakespeare, Salerno Editrice, Roma 2010, pp. 206ss., e, per un quadro generale sullo zoomorfismo in Shakespeare, A. Leonardi, Il cigno e la tigre. Figurazioni zoomorfe in Shakespeare, Liguori, Napoli 2010.

36 Sui temi, le immagini e il lessico dell’io nel Rinascimento inglese (e, in particolare, sul

rapporto tra teoria medico-umorale e teoria etica delle passioni), cfr. M. Stanco, “Il linguag- gio dell’io: il governo, la formazione, l’uso del sé”, in Rinascimento inglese. Lessico della cultura e

tecnologie della comunicazione, Liguori, Napoli 2013, pp. 13-44.

37 A Sly viene infatti fatto osservare: «too much sadness hath congeal’d your blood, / And

melancholy is the nurse of frenzy» (Induction II.130-31: «un’eccessiva tristezza ha raffreddato

il tuo sangue, e la malinconia è la nutrice di un’immaginazione distorta»). Coerentemente con i dettami dell’epoca, la malinconia viene dunque collegata a un raggelamento del sangue (alla qualità, cioè, del “freddo”) e le viene attribuita una perdita di contatto con la realtà, con la conseguente produzione di visioni ingannevoli («melancholy is the nurse of frenzy»). Ancorché la visionarietà dei malinconici fosse un tratto ampiamente descritto dalla coeva trattatistica umorale, nella commedia tale tratto viene sottoposto a una forma di rovescia-

sostengono, a loro volta, di voler ‘guarire’. In realtà, sia nel caso di Sly che nel caso di Katherina, la presunta guarigione appare come una forma di manipolazione linguistica da parte di un’au torità superiore: in luogo di una guarigione, vengono messi in atto una espropriazione della parola e un conseguente furto d’identità.