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Gli studenti e i laureati (1924-1935)

Gli iscritti ai corsi di laurea

Nell’ultimo decennio in cui la Scuola esplica la propria attività come organismo autonomo si assiste ad una contrazione della consistenza della popolazione scolastica del corso di laurea in ingegneria navale (Tabelle X- XI), che si manifesta già nella seconda metà degli anni Venti e diviene parti- colarmente vistosa nel periodo successivo alla Grande Crisi. Infatti, da una media annuale di 330 studenti (biennio propedeutico + triennio di applica- zione) negli anni accademici tra il 1919/20 e il 1923/24, con oscillazioni comprese tra 453 e 272 iscritti (Tabella IV), si passa, nel periodo 1924/25- 1928/29, a 253 allievi ( sempre in media annua nel quinquennio), con oscil- lazioni comprese tra 311 e 216 iscritti. Nel successivo arco di tempo 1929/30-1933/34 gli iscritti al solo triennio (ricordiamo che dal 1930 il biennio preparatorio viene scorporato dalla Scuola) sono in media 106 a fronte dei 161 degli anni 1925/1929. Nell’anno che precede l’accorpamento della Scuola all’università gli allievi del triennio di ingegneria navale sono ri- dotti ad appena 60 1.

Tale diminuzione è determinata, oltre che, ovviamente, dal trasferi- mento del biennio propedeutico alla facoltà di Scienze fisico-matematiche, dall’esclusione dall’istruzione universitaria dei diplomati degli istituti tecnici e nautici, i quali, come abbiamo visto, rappresentavano il più importante ba- cino d’utenza della Scuola. Non è inoltre da escludersi che altre motivazio- ni, quali le evoluzioni produttive della cantieristica nazionale, possano es- sere intervenute a ridimensionare le iscrizioni. Il comparto delle costruzioni navali infatti, dopo una fase di sostenuto sviluppo – favorito dai provvedi- menti protezionistici – nel quinquennio 1926-1930, in cui vengono varate navi per un tonnellaggio medio annuo di 116 mila tonn, conosce, nella ———————

1 Tutti i dati relativi agli iscritti e ai laureati tra il 1924 e il 1935 sono tratti dai prospetti

prima metà degli anni Trenta, un momento di grave crisi. Tra il 1931 ed il 1935 le navi costruite mediamente in Italia non superano le 59 mila tonn annue. La congiuntura negativa si accompagna con un accentuato processo di concentrazione-ristrutturazione complessiva del settore, che comporta una sensibile riduzione dei cantieri in attività – da 29 imprese attive nel 1925 si passa a 14 nel 1930 – e quindi delle occasioni di impiego per i laureati della Scuola, già penalizzati dalla specializzazione del titolo di studio. Biso- gna anche segnalare che le innovazioni tecnologiche e la razionalizzazione in senso tayloristico dell’organizzazione produttiva introdotte a partire da- gli inizi degli anni Trenta non sono tali da comportare un più intenso utiliz- zo degli ingegneri nel processo di costruzione dei vettori navali 2. Si tenga

conto inoltre che, negli anni tra le due guerre, la Scuola non è più in grado di assicurare ai propri allievi quella posizione di “monopolio” nella specialità di cui avevano goduto in passato. Gli ingegneri navali dell’istituto genovese devono infatti affrontare la concorrenza sul mercato del lavoro dei laureati del politecnico di Napoli ove, dalla vigilia della Grande Guerra, è istituito un corso con la medesima finalizzazione formativa che funziona ormai a pieno regime 3.

I fatti predetti potrebbero dunque spiegare non solo la contrazione del numero degli allievi ma anche la sempre più elevata presenza tra questi ulti- mi degli ufficiali della Marina militare, per i quali invece il conseguimento del titolo di ingegnere navale rappresenta un fattore imprescindibile per gli avanzamenti di carriera. L’accentuarsi della presenza di ufficiali della Marina si motiva inoltre con il rilevante incremento della costruzione di navi mi- litari che si verifica negli anni Trenta 4. Nell’a.a. 1934/1935 la componente

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2 G. CONTI, Finanza e industria nei cantieri navali dal primo dopoguerra agli anni ‘30, in

La penisola italiana e il mare cit., pp. 443-454; R. GIANNETTI, I fattori del successo delle costru-

zioni navali mercantili nel periodo tra le due guerre mondiali: mercato, tecnologia, organizzazio- ne, Ibidem, pp. 455-486; inoltre IPSOA, Annali dell’economia italiana cit., 7-8, pp. 218-222, 274-277; R. ROMEO, Breve storia cit., Tav.13 in appendice. Relativamente all’organizzazione del lavoro nei cantieri navali v. G. PEDROCCO, Le origini della moderna navalmeccanica cit.,

pp. 951-972.

3 Nell’immediato secondo dopoguerra, agli esistenti corsi di laurea in ingegneria navale

di Genova e Napoli, si aggiunge quello dell’università di Trieste: UNIVERSITÀDEGLISTUDIDI

TRIESTE, Notiziario 1982/83, Trieste 1983, p. 8.

4 In proposito v. S. MARSICH, Appunti per una piccola storia della Scuola cit., p. 17 del

militare della popolazione studentesca del corso di laurea in ingegneria na- vale arriva infatti a rappresentare quasi il 45% del totale (Tabella XI).

L’istituzione, a partire dall’a.a. 1930/1931, di un corso di laurea in in- gegneria civile e di due corsi in ingegneria industriale – meccanica ed elet- trotecnica – accresce notevolmente l’offerta di servizi didattici e realizza certamente un obiettivo di grande importanza, cui i responsabili della Scuola aspirano da molti anni. Il successo incontrato dalla trasformazione dell’istituto in centro di istruzione politecnico è testimoniato dall’anda- mento sempre crescente delle iscrizioni ai tre nuovi corsi di laurea. Tra il 1932/33 e il 1934/35 gli iscritti ad ingegneria civile (Tabella XII) passano da 16 a 24 mentre gli studenti di ingegneria meccanica (Tabella XIII) ed elettrotecnica (Tabella XIV) salgono, negli stessi anni, rispettivamente da 14 a 25 e da 21 a 32.

Il trend positivo delle iscrizioni ai nuovi corsi di laurea, grazie al quale è possibile mantenere, nella prima metà degli anni Trenta, una popolazione scolastica complessiva oscillante tra i 133 e i 149 studenti (Tabella XV), fi- nisce per imprimere una definitiva modificazione della caratterizzazione formativa della Scuola. Alla vigilia dell’assorbimento da parte dell’università il numero degli iscritti al triennio di ingegneria navale, si tratta di 60 stu- denti, è sensibilmente inferiore a quello, 81 in totale, dei corsi di laurea di recente attivazione. La denominazione, assunta nel 1933, di Istituto supe- riore di ingegneria di Genova rispecchia dunque nella sostanza la natura di centro polispecialistico di ingegneria di cui la sezione navale non è che una componente minoritaria.

I laureati

Nel decennio compreso tra 1924 e il 1934 i laureati in ingegneria navale assommano a 483 (Tabella XVI) di cui il 22%, 105 in valore assoluto, sono ufficiali della Marina militare. Si tratta di una cifra ampiamente superiore a quella, 311, dei laureati del precedente decennio 1914-1924, arco di tempo che è però comprensivo degli anni della Grande Guerra, nel corso del quali tutte le attività didattiche della Scuola risultano negativamente condizionate dalla situazione bellica. Risulta dunque più significativo confrontare la me- dia quinquennale dei laureati del periodo 1919/20 -1923/24, immediata- mente successivo al conflitto, con quelle dei due quinquenni seguenti.

Media dei laureati in ingegneria navale

Quinquenni N.

1919/20 - 1923/24 48

1924/25 - 1928/29 53

1929/30 - 1933/34 44

Come si evince dal prospetto precedente, la media dei laureati nella se- conda metà degli anni Venti si mantiene superiore a quella del periodo 1919/20-1923/24 e soltanto nell’ultimo quinquennio si registra una diminu- zione, peraltro non così marcata come il drastico ridimensionamento della popolazione scolastica avrebbe dato ragione di credere. I motivi della “tenuta” dell’entità dei laureati nonostante l’emorragia di iscrizioni si può far risalire alla forte presenza, segnalata ripetutamente dalla documentazio- ne pervenutaci che però non consente di quantificare il fenomeno in detta- glio, di studenti che, una volta terminato di frequentare le lezioni, tardano anche molti anni a sostenere l’esame di laurea 5.

Nell’ultimo anno di attività, la Scuola rilascia il titolo di laurea in inge- gneria navale a 33 candidati; tra gli aa.aa. 1932/1933 e 1934/1935 vengono conferite anche le prime lauree in ingegneria civile e industriale (Tabella XVI), il cui numero, trattandosi di corsi da poco istituiti ed ancora in fase di rodaggio, è estremamente esiguo. Nel corso del triennio indicato si lau- reano 11 ingegneri civili, due ingegneri meccanici e 18 elettrotecnici.

Le fonti di cui disponiamo non riportano, a differenza di quanto avvie- ne in relazione ai primi decenni di attività della Scuola, alcun particolare re- lativo agli sbocchi professionali dei laureati. Per quanto attiene invece all’iter formativo, l’entrata in vigore della riforma Gentile, come già abbiamo notato, sancisce la fine del “privilegio” di poter reclutare gli allievi dalla scuola tecnica e nautica e, restringendo l’accesso al biennio propedeutico e al triennio rispettivamente ai soli diplomati dei licei e del biennio universita- rio di scienze fisico-matematiche, unifica la carriera scolastica dei laureati dell’istituto genovese a quella di coloro che hanno frequentato le altre scuole di applicazione di ingegneria del paese.

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5 La presenza degli studenti fuori corso comincia a diventare sensibile a partire dall’a.a.

Il profilo collettivo dei laureati dell’ultimo decennio di attività della Scuo- la resta così alquanto indistinto; l’unico elemento di cui disponiamo per ca- ratterizzarne un po’ meglio la fisionomia riguarda la provenienza geografica. Le cifre contenute nella Tabella XVII confermano sostanzialmente la situa- zione che, in merito a questo aspetto, si è delineata nella fase cronologica precedente. Al primo posto, per quanto parecchio ridimensionato rispetto al periodo 1914-1924, troviamo nuovamente il Nord Italia, cui appartiene il 51% dei laureati. Seguono il Sud, con il 27%, e quindi in netta ripresa ri- spetto alla quota inferiore al 20% fatta registrare negli anni tra il 1914 e il 1924, e il Centro con il 13%. Relativamente alle provenienze estere abbiamo in testa l’Europa orientale e balcanica (Romania, Russia, Jugoslavia e Gre- cia) con il 45% del totale; al secondo posto si colloca l’America meridionale (Brasile e Argentina) con il 36% e, in coda, il Portogallo col 16%.

Per concludere vogliamo aggiungere una breve notazione riguardante le votazioni di laurea: meno del 12% dei laureati di questo periodo ottiene il massimo dei voti a dimostrazione che i radicali mutamenti che hanno se- gnato l’ultimo decennio di attività della Scuola non ne hanno però intaccato la severità 6.

Tabella X

Iscritti al biennio propedeutico del corso di laurea in ingegneria navale e meccanica (1924-1931)* Anni I II Totale 1924/25 66 84 150 1925/26 45 70 115 1926/27 39 46 85 1927/28 12 42 54 1928/29 29 24 53 1929/30 20 38 58 1930/31 – 24 24

* Da questa data il biennio propedeutico non è più in attività

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6 Il voto di laurea è riportato negli elenchi dei laureati contenuti negli Annuari del-

Tabella XI

Iscritti al triennio di applicazione in ingegneria navale e meccanica (1924-1935)

Anni I II III Uf. Tot.

triennio Tot. generale* 1924/25 55 50 51 5 161 311 1925/26 54 53 35 4 146 261 1926/27 40 55 58 21 174 259 1927/28 33 40 55 34 162 216 1928/29 34 34 40 55 163 216 1929/30 20 34 34 46 134 192 1930/31 26 19 29 37 111 135 1931/32 22 26 18 40 106 106 1932/33 14 22 26 36 98 98 1933/34 15 13 21 32 81 81 1934/35 7 16 11 26 60 60

* Compreso, fino al 1930/1931, il biennio propedeutico

Tabella XII

Iscritti al corso triennale di laurea in ingegneria civile (1930-1935)

Anni I II III Totale

1930/31 4 – – 4

1931/32 8 4 – 12

1932/33 5 8 3 16

1933/34 6 6 11 23

Tabella XIII

Iscritti al corso triennale di laurea in ingegneria meccanica (1930-1935)

Anni I II III Totale

1930/31 2 – – 2 1931/32 3 2 – 5 1932/33 8 3 3 14 1933/34 10 7 3 20 1934/35 7 12 6 25 Tabella XIV

Iscritti al corso triennale di laurea in ingegneria elettrotecnica (1930-1935)

Anni I II III Totale

1930/31 6 – – 6 1931/32 4 6 – 10 1932/33 11 4 6 21 1933/34 9 12 4 25 1934/35 11 8 13 32 Tabella XV

Iscritti totali suddivisi per corso di laurea (1924-1935)

Anni Navale* Civile Meccanica Elettrotecnica Totale

1924/25 311 – – – 311 1925/26 261 – – – 261 1926/27 259 – – – 259 1927/28 216 – – – 216 1928/29 216 – – – 216 1929/30 192 – – – 192 1930/31 135 4 2 6 147 1931/32 106 12 5 10 133 1932/33 98 16 14 21 149 1933/34 81 23 20 25 149 1934/35 60 24 25 32 141

Tabella XVI

Laureati dei vari rami di ingegneria (1924-1935)

Anni Navale e mec. Civile Elettrotecnica Meccanica Totale

1924/25 58 – – – 58 1925/26 54 – – – 54 1926/27 89 – – – 89 1927/28 18 – – – 18 1928/29 45 – – – 45 1929/30 56 – – – 56 1930/31 47 – – – 47 1931/32 38 – – – 38 1932/33 37 2 5 – 44 1933/34 41 2 4 – 47 1934/35 33 7 9 2 51 Tabella XVII

Provenienza geografica in percentuale dei laureati in ingegneria navale (1924-1933)

Genova 14%

Liguria tot. 22%

Nord (escluso Liguria) 29%

Nord tot. 51%

Centro 13%

Sud - Isole 27%

PARTE TERZA

I