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CAPITOLO 4 – PARTE SPERIMENTALE

6. l’ultima sottoscala è l’iperidrosi notturna (IPN item: 9,16) è un disturbo legato a un’eccessiva sudorazione notturna Nei bambini può essere causata da un aumento del

4.3. Studio di follow-up

La tesi presentata aderisce al protocollo di uno studio sperimentale più vasto, che vede la collaborazione dell’Università di Pisa, della fondazione IRCSS Stella Maris e dell’istituto comprensivo Tongiorgi di Pisa. Questa collaborazione ha portato alla stesura del progetto di follow-up, che è stato condotto su una parte del campione, che aveva già partecipato a tutte le misurazioni precedenti. Nello specifico, il follow-up ha cercato di prevedere come la

variazione dei disturbi del sonno, considerati nel tempo 1 (T1) e nel tempo 2 (T2), sia predittiva delle problematiche comportamentali a scuola in una fase successiva (T3). È stato inoltre valutato, a livello qualitativo, quanto i problemi riscontrati nel campione avessero un’incidenza reale sulla vita quotidiana.

4.3.1. Il campione

Il campione è costituito da 89 bambini di età media 7,02 anni all’inizio dello studio, tutti frequentanti le classi dell’Istituto statale comprensivo Tongiorgi di Pisa, delle sedi Filzi e Collodi. Del nostro campione sono stati presi in considerazione alcuni fattori ritenuti rilevanti nell’influenzare i risultati del test come il sesso, il BMI e il background familiare. Questi dati, come possiamo notare, sono riportati nella tabella 1:

− Sesso: nel campione prevalgono le femmine con il 56 % contro il 44% dei maschi. − Il BMI (Body Mass Index) o indice di massa corporea, è un indice che esprime la

relazione fra il peso di una persona e la sua altezza. Permette di stabilire quanto il suo peso sia al disopra o al disotto della giusta proporzione. Nel nostro campione è mediamente di 17.66 kg/m2, che, considerata l’età dei bambini, rientra nella norma. − Il background familiare è stato preso in considerazione sotto due punti di vista: quello

economico tramite la voce “reddito annuo familiare”, che risulta distribuito piuttosto equamente come mostrano i dati nella tabella 1; e il profilo culturale tramite il “titolo di studio” dei genitori, che al contrario, presenta delle disparità più ampie.

Età media 7.02 anni

Genere M 44%

F 56%

BMI medio 17.66 kg/m2

Reddito familiare annuo Basso 6.82%

Medio-basso 38.64%

Medio 40.91%

Medio-alto 4.55%

Alto 9.09%

Titolo di studio (genitori) Licenza elementare/ Licenza media/ Diploma 48%

Laurea/Specializzazione 52%

4.3.2. Le variabili misurate

Nello studio sono state prese in esame due macrovariabili:

1. Variabile disturbi del sonno: il disturbo da inizio e mantenimento del sonno DIMS, i disturbi respiratori durante il sonno DRS, i disturbi dell’arousal DA, i disturbi della transizione sonno-veglia DTVS, i disturbi da eccessiva sonnolenza DES e l’Iperidrosi notturna IPN.

Le sottoscale dell’SDSC rappresentano nel nostro studio le variabili indipendenti che influenzano le variabili dipendenti.

2. Variabile disturbi del comportamento: i disturbi di condotta, i sintomi emotivi, l’iperattività e la disattenzione, i problemi tra pari e il comportamento prosociale. In particolare, abbiamo preso in analisi la sottoscala dell’SDQ disturbi di condotta e iperattività/disattenzione, che rappresentano le nostre variabili dipendenti.

4.3.3. Lo strumento: Strengths and Difficulties Questionnaire

Il test utilizzato nel follow-up è lo Strengths and Difficulties Questionnaire-SDQ, è uno strumento di screening breve ed economico che può essere applicato su un ampio range di età, dai 4 ai 16 anni (Goodman, 1997). Lo scopo di Goodman nel creare l’SDQ è stato quello di realizzare uno strumento che prendesse in considerazione le difficoltà dei bambini, ma anche i loro punti di forza. L’SDQ (Bourdon, 2005) è stato ormai largamente validato anche in altri paesi (Smedje et al., 1999; Muris, Meesters, & van den Berg, 2003; Sanne et al., 2009).

Comprende 25 items divisi in 5 sottoscale, che valutano:

• Sintomi emotivi, questa sottoscala correla con sintomi ansiosi e depressivi. Es. É nervoso o a disagio in situazioni nuove, si sente poco sicuro di sé.

• Problemi di comportamento, correla con il disturbo oppositivo-provocatorio (DOP) e con il disturbo di condotta (DC).

Es. Spesso ha crisi di collera o è di cattivo umore.

• Iperattività/Disattenzione, correla con Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (DDAI).

Es. È in grado di portare a termine ció che gli viene richiesto, rimanendo concentrato per tutto il tempo necessario.

• Problemi con i pari

Es. Generalmente ben accetto dagli altri bambini. • Comportamento prosociale

Es. Si offre spesso volontario per aiutare gli altri (genitori, insegnanti, altri bambini).

Ogni item è valutato su una scala Likert a tre punti in cui: “Non Vero” equivale a 0 punti, “Parzialmente Vero” equivale a 1 punto, “Assolutamente Vero” equivale a 2 punti. Ogni sottoscala viene valutata sommando il punteggio degli item a cui si riferiscono, avvalendosi di un range che va da 0 a 10. Il punteggio totale si calcola sommando i punteggi di tutte le scale, escludendo quella del Comportamento Prosociale, si ottiene il punteggio Difficoltà Totale, che ricopre un range che va da 0 a 40.

L’SDQ esiste in tre versioni: una per i genitori (SDQ-G), una per gli insegnanti (SDQ-I) e una versione autosomministrabile (SDQ-B). In questo studio è stata utilizzata la versione italiana per gli insegnanti, le cui proprietà psicometriche sono state confermate dai risultati di un recente studio italiano (Tobia, Gabriele & Marzocchi, 2012).

Successivamente alla compilazione dei 25 items abbiamo chiesto alle insegnanti di compilare un’altra parte del questionario che valuta l’interferenza, degli eventuali problemi, sulla vita quotidiana del bambino. Abbiamo domandato se, in generale, pensavano che il bambino avesse difficoltà emotive, comportamentali, di concentrazione o non andasse d’accordo con gli altri. Le risposte possibili erano: No, Si con difficoltà minori, Si con difficoltà importanti, oppure Si con difficoltà severe. Chi rispondeva in maniera affermativa doveva continuare a compilare il questionario. In quest’ultima parte si richiedono informazioni più dettagliate su 4 aree:

− durata, ossia se il bambino presenta difficoltà nei vari ambiti da 1 mese, da 1 a 5 mesi, da 6 a 12 mesi, oppure da più di un anno;

− emozione, ovvero se le tali difficoltà riscontrate lo turbano o lo fanno soffrire;

− socializzazione/apprendimento, se i problemi interferiscono sui legami di amicizia o sulle capacità di apprendimento scolastico, o su entrambi;

− insegnante/classe, se le difficoltà creano disagio all’insegnate o agli altri studenti. Per gli ultimi tre quesiti le possibilità di risposta erano: Per niente, Solo un po', Abbastanza o Molto. La compilazione di questa parte del questionario ci fornisce un punteggio supplementare d’impatto che consente di definire meglio il profilo dei bambini con problemi del comportamento.

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