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Studio pilota 1:

Nel documento Percezione Visiva e Dislessia Evolutiva (pagine 172-178)

valutazione della funzionalità del sistema magnocellulare: uno studio pilota

4.1.3 Studio pilota 1:

Risultati Hyperacuity Test - Confronto tra le due soglie

Al primo campione utilizzato sono state somministrate entrambe le versioni del Hyperacuity test (PHT e SHT). Dal confronto delle soglie ottenute alle due versioni del test è stato accertato come i punteggi ottenuti (in termini di soglie calcolate) siano comparabili.

Di seguito vengono riportate con intento esplicativo le soglie ottenute alle due versioni del test da due soggetti esaminati (soggetto 1 e soggetto 2).

I grafici mostrano la curva logistica calcolata sui punteggi dei soggetti esaminati ottenuti all’ PHT; attraverso il calcolo di tale curva si stima il Punto di Uguaglianza Soggettiva (PSE) che deriva dal calcolo dell’xc. Il PSE non è altro che il livello in cui il soggetto ha il 50% di probabilità di dare la risposta corretta e rappresenta la soglia di iperacuità visiva.

Il soggetto 1 ha ottenuto una soglia SHT di 24 e una soglia PHT di 24,9 (vedi grafico1).

Nei grafici vengono rappresentate in ascissa le distanze orizzontali e in ordinata vengono rappresentati i punteggi ottenuti al PHT.

-0,5 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 0 5 10 15 20 25 30 35

Figura 4.3:Il grafico 1 presenta la distribuzione dei risultati ottenuti dal soggetto 1 al PHT e la soglia finale ottenuta è di 24,9.

Il soggetto 1 ha ottenuto una soglia SHT di 24 e una soglia PHT di 24,9.

-0,5 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 0 5 10 15 20 25 30 35

Figura 4.4: Il grafico 2 presenta la distribuzione dei risultati ottenuti dal soggetto 2 al PHT e la soglia finale ottenuta è di 21,4.

Discussione dei risultati Hyperacuity Test - Studio Pilota 1

Dall’analisi delle due sogli è emerso che i risultati ottenuti nei due test utilizzati sono pressoché confrontabili; tuttavia, la differente modalità di calcolo delle soglie di iperacuità non è un fattore trascurabile. Mentre la versione SHT fornisce direttamente la soglia che viene calcolata con metodo “due passi avanti ed uno indietro”, il calcolo della soglia con metodo PSE risulta maggiormente complicato e meno affidabile per questo tipo di dati. Infatti, nei casi in cui il soggetto ottiene punteggi che si distribuiscono tutti più o meno uniformemente nella stessa area del grafico, i casi in cui il raggiungimento ed il mantenimento della soglia avviene già dopo i primi trials ed i punteggi ottenuti rimangono sostanzialmente in un’area ristretta, il calcolo del PSE non risulta affidabile in quanto la curva logistica calcolata si posizionerà in senso orizzontale e la soglia calcolata sarà del tutto irreale (tanto che in alcuni casi il punteggio ottenuto risultava superiore a quello massimo calcolabile dallo strumento). Tuttavia nella maggior parte dei casi le soglie calcolate dai due metodi erano significativamente simili. Per tali motivi e vista l’efficienza e la praticità del calcolo di soglia con metodo STEP si è pensato di tenere ed utilizzare solo la varsione SHT per gli studi pilota successivi.

Prima versione modificata del Motion Test

La prima versione del Test presenta 6 livelli di difficoltà che vanno dal livello 0 al livello 5; all’aumentare della difficoltà il numero di punti che assumono

movimento coerente diminuisce dell’ 0,82 (18% circa), quindi passa da 150, 123 a 100 …

Gli stimoli presentati, sia quelli che si muovono coerentemente verso una delle 8 direzioni spaziali che quelli che fungono da rumore di fondo, assumono un moto Browniano. I dot luminosi si muovono ad una velocità pari a 4 pixel ogni 20 millisecondi e hanno una dimensione pari a 2 per 2 pixel. Ogni trial presentato ha una durata pari a 5 secondi; in altri termini i punti si muovono per 5 secondi, poi vengono bloccati automaticamente dal programma e, solo dopo che il soggetto indica la direzione coerente percepita, inizia la visualizzazione del trial seguente. In questa prima versione vengono aggiunte 8 frecce bianche in corrispondenza delle 8 direzioni di moto all’esterno del cerchio centrale contenente gli stimoli in movimento che appaiono solo alla fine del trial (dopo 5 secondi); le frecce potrebbero essere utili al soggetto che rispondendo può indicare la direzione percepita senza esprimerla verbalmente. L’aggiunta delle frecce è stata pensata in virtù del fatto che lo stimolo è stato creato per essere somministrato a bambini, in particolare per misurare la percezione del movimento in bambini dislessici, i quali possono spesso presentano difficoltà nella distinzione destra-sinistra e per evitare che l’errore sia dato da un errore di denominazione-riconoscimento della direzione e non alla mancata percezione sono state aggiunte le frecce direzionali.

0 0,2 0,4 0,6 0,8 cdl0 cdl1 cdl2 cdl3 cdl4 cdl5

Figura 4.5: Il grafico 3 presenta la percentuale delle risposte corrette nei diversi livelli di difficoltà ottenute dai soggetti del gruppo sperimentale 1 alla versione 1 del Motion Test.

Risultati e discussione - Motion Test prima versione

Il grafico mostra la distribuzione dei risultati ottenuti alla prima versione del test dal gruppo di soggetti normali che hanno preso parte al primo studio pilota. La distribuzione dei punteggi, in termini di risposte corrette, non appare soddisfacente per due motivi principali: il test, suddiviso in 6 livelli di difficoltà, dovrebbe presentare una percentuale di risposte corrette che tende a decrescere coerentemente e gradualmente all’aumento della difficoltà, inoltre, se lo stimolo è costruito adeguatamente, ci si aspetta di ottenere percentuali di risposte corrette molto alte (vicino alla saturazione) nei primi livelli di difficoltà che sono i più semplici (livello 0 in cui tutti i punti assumono moto coerente, e livelli 1 e 2 in cui pur aumentando la difficoltà, perché comincia ad esserci l’elemento di disturbo che rende la detezione più difficoltosa, dovrebbero risultare facilmente percepibili e mostrare percentuali di risposte corrette poco

al di sotto della percentuale massima che in questo caso è del 100%). La distribuzione dei punteggi ottenuti a questo studio (percentuali di risposte corrette) mostrano un andamento anomalo, in cui la percentuale di risposte corrette rimane sempre al di sotto del 60-70%, anche ai primi livelli di difficoltà, inoltre la percentuale che è molto bassa al livello zero (60% circa), aumenta di circa un 10% al primo livello di difficoltà, per poi decrescere di una percentuale minima rimanendo sostanzialmente in un range che si situa tra il 40% ed il 60% di risposte corrette (relativamente ai livelli 2, 3, 4 e 5). Dall’osservazione dei risultati sembra evidente che il test così composto risulti eccessivamente difficoltoso; in particolare la dimensione eccessiva dei dot luminosi rende più difficoltosa la percezione del movimento globale degli stimoli (i soggetti riportano una sensazione di fusione dei punti) ed il moto appariva eccessivamente veloce, poco percepibile, anche per il fatto che tutti i punti (coerenti e disturbo) assumevano uno stesso tipo di moto browniano. Inoltre ci si è resi conto che la durata massima del trial (5 sec) era in realtà eccessiva per la valutazione di una semplice detezione; infine la riflessione derivata dalla discrepanza fra risposte corrette al livello 0 e risposte corrette al livello 1 (percentuale che cresce invece di diminuire) ci ha portato a pensare che la difficoltà dello stimolo causasse la necessità al soggetto di abituarsi al tipo di compito (abitazione che avveniva al livello 0) e che una volta appresa la modalità di elaborazione necessaria il livello successivo potesse risultare più accessibile. Tuttavia si ricorda che le percentuali rimangono basse in tutto il compito e questo, oltre dalla difficoltà, potrebbe dipendere dal fatto che aumentando troppo lentamente la difficoltà (il numero di punti che fungono da

disturbo a discapito dei punti coerenti) i vari trial risultassero tutti difficili allo stesso modo; per tale motivo è stata creata una seconda versione del test che verrà descritta e discussa di seguito.

Nel documento Percezione Visiva e Dislessia Evolutiva (pagine 172-178)