biomassa bosco energia: un approccio basato sul Life Cycle Assessment (LCA)
6.2. Le fasi di sviluppo della LCA
Nel presente paragrafo viene descritta la procedura di valutazione della metodologia LCA, secondo quanto stabilito a livello normativo (UNI EN ISO 14040, 14041, 14042, 14043 e 14044). Le principali fasi di sviluppo di una analisi Life Cycle sono quattro: de- finizione degli scopi e degli obiettivi (Goal and Scope Definition); analisi di inventario (Life Cycle Invetory Analysis, LCI); analisi degli impatti (Life Cycle Impact Assessment, LCIA); interpretazione e miglioramento (Life Cycle Interpretation).
Definizione degli scopi e degli obiettivi
In questa prima fase vengono definiti le finalità dello studio, l’unità funzionale, i confini del sistema studiato, il fabbisogno e la qualità dei dati, le inclusioni, le esclusioni ed i limiti riferiti al sistema oggetto di analisi.
Questa fase LCA viene definita dalla norma ISO 14040 come segue: “Gli obiettivi e gli scopi dello studio di una LCA devono essere definiti con chiarezza ed essere coerenti. L’obiettivo di una LCA deve stabilire senza ambiguità quale sia l’applicazione prevista, le motivazioni che inducono a realizzare lo studio e il tipo di pubblico a cui è destinato, cioè a quali persone si intendono comunicare i risultati dello studio”.
Il primo passo dell’analisi è la definizione dell’unità funzionale, ossia si stabilisce un’uni- tà di misura di riferimento, il metro di paragone fra due o più prodotti/sistemi. La norma definisce che: “L’unità funzionale costituisce una misura della prestazione del flusso in uscita. Il suo scopo principale è di fornire un riferimento a cui legare i flussi in entrata e in uscita. Tale riferimento è necessario per consentire la comparabilità dei risultati di una LCA. Tale comparabilità è particolarmente critica quando si valutano sistemi dif- ferenti, perché ci si deve assicurare che i confronti siano fatti su una base analoga. Un sistema può avere un gran numero di funzioni possibili e la funzione scelta per lo studio dipende dall’obiettivo e dal campo di applicazione. La corrispondente unità di misura deve essere definita e misurabile” (ISO 14040).
Analisi inventario
Riguarda lo studio del ciclo di vita del processo o attività; lo scopo principale è di ricostruire il flusso d’energia e dei materiali che permettono il funzionamento del sistema produttivo in esame tramite tutti i processi di trasformazione e trasporto. In definitiva viene compilato un inventario degli ingressi, cioè i materiali, l’energia, le risorse naturali ed un inventario delle uscite, cioè le emissioni in aria, acqua e suolo. Importante in questa fase è descrivere dettagliatamente la qualità dei dati per poter successivamente operare confronti fra studi su sistemi analoghi. Tale descrizione deve definire alcuni parametri come i fattori relativi all’area geografica, alla tecnologia e al periodo temporale di riferimento, oltre alla preci- sione, completezza e rappresentatività dei dati ed infine all’incertezza dell’informazione. La seconda fase LCA viene definita dalla norma ISO 14041 e può essere suddivisa in quattro punti fondamentali:
1. Diagramma di flusso del processo (process flow-chart): che consiste in una rappre- sentazione grafica e qualitativa di tutte le fasi rilevanti e di tutti i processi coinvolti nel ciclo di vita del sistema analizzato.
2. Raccolta dati (data collection): risulta essere una parte molto importante, infatti alcu- ne ricerche evidenziano che i risultati di un’analisi del ciclo di vita di un prodotto o di un processo dipendono, soprattutto, dalla qualità dei dati usati come input e, pertan- to, dal contesto di riferimento (Chiaramonti e Recchia, 2010). I dati raccolti possono essere distinti in tre categorie:
a) dati primari, provenienti da rilevamenti diretti;
b) dati secondari, ricavati sia dalla letteratura o da altri studi;
c) dati terziari, provenienti da stime, da statistiche ambientali e da valori medi. Oltre agli impatti relativi al processo, devono essere definiti anche i dati riguardanti
gli impatti e consumi relativi all’energia elettrica importata nel sistema ed infine gli impatti e consumi relativi al sistema di trasporto.
nano le unità di processo che devono essere incluse nell’LCA e le loro relazioni. Una prima delimitazione dei confini avviene nell’ambito della ricerca degli ambienti fisici e dei processi produttivi che si ritiene di dover considerare per l’analisi. Per la ISO, “i criteri adottati nello stabilire i confini del sistema devono essere identificati e giustificati nel campo di applicazione dello studio”, ed i punti fondamentali da effettuare sono: a) definire il confine tra il sistema studiato e l’ambiente;
b) definire il carico sull’ambiente del sistema indagato, rappresentato da tutte le pre- stazioni e le immissioni che avvengono durante l’intero ciclo di vita;
c) definire il confine fra i processi ritenuti rilevanti e quelli irrilevanti: cioè quello che deve essere incluso e quello che deve essere trascurato.
4. Elaborazioni dei dati (data processing): i dati raccolti vengono correlati a tutte le unità di processo che concorrono alla produzione dell’unità funzionale in studio.
Analisi e valutazione degli impatti
Riguarda lo studio dell’impatto ambientale provocato dal processo o attività. Esso ha lo scopo di evidenziare l’entità delle modificazioni generate a seguito delle immissioni nell’ambiente e dei consumi di risorse calcolati dall’inventario. È la fase in cui si ha il passaggio dal dato oggettivo, calcolato durante la fase di inventario, al giudizio di peri- colosità ambientale. Gli impatti calcolati sono potenziali, diretti ed indiretti, e associati agli input e output.
La norma ISO 14042 definisce l’“impatto ambientale una qualsiasi modificazione cau- sata da un dato aspetto ambientale, ossia da qualsiasi elemento che può interagire con l’ambiente”. Per analizzare gli impatti che possono essere prodotti, la norma si suddivide in più fasi di sviluppo:
a) Selezione e definizione delle categorie di impatto prodotte dal sistema in esame. Le categorie proposte dalla SETAC come tipologie di impatto sono 18, tra cui ad es. estrazione di risorse abiotiche e biotiche, uso del territorio, effetto serra, ecotossicità, tossicità umana, acidificazione, etc. Queste possono essere raggruppate in macroaree e suddivise in 3 tipologie di danni: salute umana, qualità dell’ecosistema e sfrutta- mento delle risorse.
b) Classificazione. Si assegnano i dati raccolti nell’inventario ad una o più categorie di impatto ambientale, noti gli effetti e i danni potenziali delle emissioni alla salute uma- na, all’ambiente, all’impoverimento delle risorse, etc.
c) Caratterizzazione. Ha come scopo quello di quantificare l’impatto generato.
d) Normalizzazione. I valori ottenuti dalla caratterizzazione vengono normalizzati, cioè divisi per un “valore di riferimento” rappresentato generalmente da dati medi su scala mondiale, europea o regionale, riferiti ad un determinato intervallo di tempo. e) Valutazione. Esprime, attraverso un indice finale, l’impatto ambientale associato al
prodotto nell’arco del suo ciclo di vita.
Interpretazione e miglioramento
L’ultima fase dell’LCA fa riferimento alla norma ISO 14043 che la definisce come il mo- mento in cui realizzare una valida correlazione tra i risultati dell’analisi di inventario e di quella degli impatti. La norma inoltre richiama fortemente il fatto che solo una chiara e comprensibile, completa e consistente presentazione dei risultati delle fasi precedenti è in grado di fornire quelle indicazioni utili a impostare i possibili miglioramenti del sistema in esame.