4.2 Praga letteraria
4.5.1 Il teatro praghese dalle origini alla nascita del teatro Nazionale (Narodni Divadlo)
Il teatro a Praga comparve per la prima volta nel XII secolo ed era soprattutto un accompagnamento delle funzioni liturgiche durante le festività. Gli attori che mettevano in scena dei piccoli spettacoli erano stesso i sacerdoti o comunque persone legate al clero e la lingua ufficiale delle rappresentazioni era il latino. Nel corso del XIII secolo, il teatro iniziò a diffondersi anche in ambienti laici e altolocati, divenendo un intrattenimento sia per il popolo con rappresentazioni di temi più leggeri nelle piazze, sia per l'aristocrazia con spettacoli all'interno della corte di Venceslao II; in questi casi gli attori erano per lo più studenti. In tal senso molto importante risultò essere la fondazione dell'università nel corso del XIV secolo che cominciò a tradurre i testi dal latino al ceco. Il teatro è rimasto nelle strade ed in questi ambienti ristretti fino al 1771, anno in cui venne fondato il Kotcich (primo teatro praghese). Nel 1783 fu inaugurato il secondo teatro chiamato Nostic, ed era utilizzato
terzo teatro sorse a piazza Venceslao nel 1784 e si chiamava “Bouda alata”, venne istituito come sede del teatro patriottico in lingua ceca, ma a causa di problemi finanziari dopo soli tre anni di attività fu costretto a chiudere e successivamente venne abbattuto.
Nel 1845 la nuova compagnia teatrale dei patrioti della Repubblica presentò domanda ufficiale al governo asburgico di Vienna per la realizzazione di un teatro nazionale.
Nel 1850 questa richiesta venne accettata e subito fu indetto il bando per la realizzazione dell'opera. Vari furono sia i progetti sia le donazioni e per tale ragione non mancarono le controversie tra chi avrebbe voluto un teatro più piccolo e semplice e chi invece lo avrebbe voluto più grande e lussuoso. Si raggiunse un compromesso che portò alla realizzazione del teatro da 1000 posti Ignac Ullman che rimase in funzione fino al 1883. Infatti, mentre il teatro era in funzione, nel 1865 fu indetto un nuovo bando per la realizzazione di un nuovo teatro nazionale che fu vinto dall'architetto tedesco Josefa Zitka. Il teatro venne realizzato in stile rinascimentale e fu inaugurato l'11 giugno 1881. L'anno successivo però a causa di un incendio venne quasi completamente distrutto. Così venne nuovamente rinnovato, i posti furono ridotti da 1800 a 1360 e assunse l'aspetto che possiamo ammirare ancora oggi.
Negli spazi del teatro troviamo opere magne di autori cechi del XIX secolo, i
quali vengono chiamati “generazione del Teatro Nazionale”. L'esterno si
distingue per la loggia con colonne corinzie che si trova sopra l’ingresso
principale anteposto all’edificio. Troviamo qui le statue di Apollo e le nove
muse di Bohuslav Schnirch. Su entrambi i pilastri delle scalinate sono in
mostra i cocchi a tre cavalli con le Dee della Vittoria, i quali furono installati
nel 1911. Le trighe originali di Schnirch furono distrutte durante l’incendio,
quelle nuove sono opera dei suoi allievi, gli scultori František Rous, Emanuel
Hallmann e Ladislav Šaloun. Nelle lunette della loggia si trovano gli affreschi dei Cinque Canti (Pětí písní) di Josef Tulka, concepiti secondo il concetto di
Mánes: la Poesia donata dagli Dei al popolo (Poezie bohy národu dávaná), la
Canzone d’amore, la Canzone della devozione, la Canzone della libertà
trovano le statue di Lumír e Záboj, opere di Antonín Wagner.
Sul portale della facciata laterale che dà sulla riva del fiume ci sono le statue
dell’Opera e del Dramma di Josef Václav Myslbek, nell’attico sullo stesso lato
si trovano le statue di Antonín Wagner, le quali rappresentano l’Opera, il Dramma, il Dramma Musicale, la Commedia,la Poesia e la Storia.
Narodni Divadlo - Fonte Autoproduzione
All'interno del teatro, al pianoterra e sulle balaustre del ballatoio, sulle
scalinate e in entrambi i foyer, troviamo numerosi busti prevalentemente in
bronzo di personalità del mondo del teatro, opere dei migliori scultori cechi -
Jan Štursa, Bohumil Kafka, Karla Vobišová, Karel Opatrný, Ladislav
Kofránek, Otakar Španiel, Josef Drahoňovský, Jakub Obrovský e altri (attori,
cantanti, scrittori, compositori, costruttori, pittori del Teatro Nazionale). Nelle lunette del corridoio al primo piano, davanti al foyer principale, si trovano
pitture allegoriche di Adolf Liebscher: il Balletto, l‘Opera, l‘Epica, il
Melodramma, l‘Operetta, la Commedia, il Dramma e la Farsa, sulle quali c’è
sempre la figura di una madre circondata da bambini e vari attributi che
caratterizzano le arti teatrali raffigurate. Sotto le lunette troviamo 5 targhe commemorative che ricordano eventi importanti della storia del Teatro
Nazionale, presidenti e vicepresidenti della Società per l’istituzione del teatro
nazionale ceco; la targa centrale sopra il busto di Tomáš Garrigue Masaryk
ricorda la fondazione dello Stato ceco nel 1918. Nel testo originale si
nominava l’imperatore Francesco Giuseppe I, durante il cui regno fu costruito il teatro. Nello spazio rappresentativo del foyer principale, in stile rinascimentale con ricchi colori in sintonia, si trovano 14 lunette di Mikoláš
Aleš sul tema della Patria – l’eroe vaga per la terra natia dall‘infanzia alla
tomba (la Guardia alla frontiera, le Leggende e i Destini, Domažlice, la
Fontana curativa, i Monti Metalliferi, il Valico settentrionale, la Jizera,
Trutnov, Krkonoše, Dvůr Králové, la regione di Chrudim, la regione di Tábor, il fiume aurifero Otava, Žalov). Si trovano qui, inoltre, 4 grandi tele di Mikoláš
Aleš e František Ženíšek sul tema della Vita, del Mito, della Storia e del
Canto Eroico. Sul soffitto c’è il trittico di Ženíšek con il Declino, la
Resurrezione e l’età d’oro dell‘arte.
I salotti adiacenti la loggia presidenziale hanno un’eccellente decorazione
pittorea, ma questi spazi sono raramente accessibili al pubblico (per la prima
volta in occasione della giornata delle porte aperte nel 2007). Il corridoio con
scalinata situato in questa parte dell’edificio è decorato con allegorie delle
Terre ceche, della Pace e della Storia di Vojtěch Hynais. Segue il vestibolo con un gruppo di quadri di siti monumentali di Julius Mařák: il rilievo roccioso Říp, il monte Radhošť, la cima Blaník, la collina Hostýn, Vyšehrad, il Castello
di Praga (Pražský hrad). Nel salone principale si trovano composizioni
storiche di Václav Brožík sul tema della dinastia dei Premislidi (Přemyslovci)
(la figura centrale è Přemysl Oráč), dei Lucemburk (Carlo IV (Karel IV.)),
degli Asburgo (Rodolfo II (Rudolf II.)) e l’allegoria di Praga; nel salotto delle donne si trova il ciclo delle stagioni di Vojtěch Hynais.
Nel foyer della prima galleria troviamo un ciclo paesaggistico in sette parti con i luoghi d’origine delle pietre miliari, opera di Vincenc Beneš, e altri busti di personalità famose. Questo spazio acquisì l’aspetto odierno negli anni ´50 del XX secolo, inizialmente c’era qui una pasticceria.
Davanti al palcoscenico era appeso un sipario di František Ženíšek, il quale, però, fu distrutto dall‘incendio. Ženíšek fu richiamato per rifarlo, ma era impegnato e perciò fu contattato Vojtěch Hynais. Quest’ultimo si era formato a Parigi ed era rimasto influenzato dall’impressionismo francese; ciò
sembrerebbe riflettersi sull’aspetto del sipario. Su questo è dipinto un tempio
in costruzione (simbolo del teatro nascente), e dalla sua sinistra vediamo
arrivare pittori, scultori, costruttori, architetti e artigiani. Sopra questi c’è il
genio alato dell‘arte che in una mano tiene una corona d‘alloro, nell’altra una
bandiera rossa e bianca. Le figure piene di vita hanno le sembianze di vari amici dell‘autore: i pittori Marold e Rex, le attrici Sklenářová-Malá, Bittnerová,
Šamberková, Kvapilová e altre. Sopra la fanciulla con un vestito rosa c’è
anche l’autoritratto di Hynais. Le figure sulla parte destra rappresentano i
donatori, gli artisti ed i costruttori del Teatro Nazionale. Nella parte centrale
dei bordi del sipario si trovano i simboli di Jan Žižek e Jiří z Poděbrad e i
simboli delle 13 regioni ceche secondo la suddivisione ufficiale del 1854. Il
sipario ha una larghezza di 12,2 m ed un’altezza di 11,7 m, pesa 270 kg.
Davanti al sipario di Hynais si trova una cortina antincendio (oggi una copia
di quella originale), decorata dal pittore František Kysela. Pesa 12 tonnellate
ed è alta e larga più di 12 m, il suo spessore è di 15 cm.
Il soffitto è decorato con otto allegorie dell’arte di Ženíšek (la Danza, la
Mimica, la Lirica, l‘Epica, la Musica, la Pittura, la Scultura, l‘Architettura). Si tratta di olio su tela apposto sul soffitto. Al centro c’è un lampadario costruito secondo il progetto di Josef Zítek v Mohuči. Quello originale fu distrutto durante l‘incendio, dai suoi materiali fusi furono coniate medaglie
commemorative, le quali venivano vendute per raccogliere fondi per la
riparazione del teatro. Il lampadario nuovo è una copia precisa di quello
originale, in bronzo colato e dorato, otto anelli con 208 lampadine e 16
lampadine alogene, le quali sono nascoste nel soffitto e illuminano le tele di Ženíšek.
Il Teatro Nazionale fu uno dei primi edifici in Europa con illuminazione elettrica. Prima dell’incendio l’edificio era illuminato a gas, dopo l’incendio la rete elettrica fu installata dalla società di František Křižík.
Il completamento del teatro era stato programmato già dagli anni 50' del XX
secolo (furono allora demolite le adiacenti case di Kaur). Il progetto fu
elaborato dall’architetto di Brno Bohuslav Fuchs, e la costruzione iniziò negli
anni 70' con piccole modifiche. Nel 1981, però, i lavori di costruzione
passarono all‘Istituto di Progettazione della Città di Praga (Projektový ústav
hl. m. Prahy) su ordine dei maggiori organi statali ed il progetto fu modificato
secondo il piano dell‘architetto Karel Práger, e ciò si nota soprattutto
nell’aspetto della “Nuova Scena”. Il cosiddetto “edificio del ristorante” (Club
degli attori, ristorante e caffetteria) fu collegato alla Nuova Scena ed insieme
a questo anche l’edificio dell’amministrazione e della gestione del teatro
(spogliatoi degli attori, sala riunioni, grande sala prove, seminterrati per la
strumentazione tecnica).
Il 1 aprile 1977, iniziò una ricostruzione generale dell’edificio storico guidata
dall’ingegnere architetto Zdeněk Vávra e il progetto fu a cura dell’Istituto
Nazionale per la ricostruzione delle città e dei monumenti storici SÚRPMO
(Státní ústav pro rekonstrukce památkových měst a objektů). Sia gli esterni
che gli interni dell’edificio storico furono rigorosamente mantenuti, ad eccezione del parziale adattamento degli spazi laterali. L’intera parte operativa dell’edificio, ossia il Teatro Provvisorio e la Casa di Schulz, fu
demolita e radicalmente ricostruita. Si conservarono soltanto il vestibolo
posteriore, il vecchio ufficio della direzione e la scalinata. Del resto furono
installate nuove costruzioni sui muri portanti, compreso il tetto, in modo da
conservare la silhouette di entrambi gli edifici. Vennero costruite due sale
prove, una per il balletto ed una universale, ed altri spazi tecnici. La
decorazione artistica venne arricchita da opere di artisti contemporanei. Nel
nuovo spogliatoio nel seminterrato (serve per il pianoterra e per il primo e
secondo balcone) si trovano lampadari secondo il progetto degli architetti
Zdeněk Vávra, Vladimír Gleiche e Věra Lišková. All’entrata dello spogliatoio
si trovano due busti di Josef Zítek, opere di Marta Jirásková e Josef Schulz, e di Emanuel Hallman. Nei refettori si trovano quadri con temi teatrali di Karel
Souček, František Jiroudek e Stanislav Ježek, nella sala fumatori si trovano vasi in bronzo di Jiří Kryštůfek.
Per la decorazione degli interni e degli esterni furono usati circa 3 kg d‘oro, per questo motivo il teatro viene a volte chiamato “la cappella d‘oro“ ("zlatá kaplička"). Nei punti più delicati l’oro dovette essere sostituito da metallo più
resistente, il quale non è comunque distinguibile dall‘oro. Dopo la
ricostruzione, la platea acquisì una capacità di 986 posti a sedere, i posti in piedi furono eliminati. Al termine della ricostruzione il teatro fu solennemente aperto il 18 novembre 1983 con la Libuše di Smetana.
Il 18 novembre 2008, in occasione del 125° anniversario dell’apertura del
Teatro Nazionale e allo stesso tempo in occasione del completamento della
prima fase dei necessari lavori di restauro dell’edificio, fu organizzata una
giornata commemorativa con l’apertura al pubblico dell’edificio e
l‘inaugurazione del busto di Gustav Schmoranz, direttore del teatro negli anni
1900 – 1922.
La “Nuova Scena”, oggi, si presenta con un'ossatura in acciaio della parte
esterna dell’edificio su cui sono montati dei blocchi di vetro e al cui interno troviamo pannelli stratificati rivestiti in marmo verde di Cuba. I materiali utilizzati e il tipo di costruzione hanno risolto il problema dell’insonorizzazione
dell’edificio dal lato della via Národní třída. Il salone del teatro può essere
trasformato in proscenio, in scena elisabettiana e in arena per 400 - 550
spettatori. Il Teatro Nazionale è stato ufficialmente riconosciuto come
Proseguendo il percorso verso la nuova stazione da raggiungere incontriamo lungo il tragitto altre due opere del nostro compagno di viaggio Cerny, si tratta della “Testa di Kafka” e di “Viselac – l'appeso”
“Testa di Kafka” e “L’appeso” - opere di David Cerny - Fonte Autoproduzione
La “Testa di Kafka” è sorta nel 2014 in contemporanea con l'apertura di un nuovo centro commerciale della città, infatti, inizialmente si era pensato fosse solo una grossa trovata pubblicitaria, invece, solo successivamente Cerny ha dichiarato che quella era un'altra delle sue opere e che nulla aveva a che fare col centro commerciale, la definì una semplice coincidenza.
L'opera, alta 11 metri e pesante 39 tonnellate, si compone di 42 strati di acciaio e vetro all'interno dei quali c'è un macchinario rotante che quando azionato crea vari effetti e giochi di meccanismi lasciando ampi spazi di immaginazione a chi la osserva. Solo dopo svariati giri e movimenti vari la figura che viene fuori è la testa di Kafka visibile da tutte e quattro le sue facce (un meccanismo simile a quello del cubo di Rubik).
In Husova, vicino la piazza di Betlemme, si trova, invece, Viselec – l'appeso. Poche persone, passando di li per la prima volta, riescono a vederla, perchè la statua, come suggerisce il nome, si trova a vari metri d’altezza: l’opera
raffigura Freud appeso ad una trave per la mano destra. Non esiste un’
univoca interpretazione del significato della statua: secondo alcuni rappresenterebbe la risposta di Černý alla domanda di quale sia il ruolo dell’intellettuale nel nuovo millennio, per altri invece racchiuderebbe in sé il
significato del vivere durante il regime comunista . Una degli aspetti che 35 caratterizza Černý è proprio il fatto che le sue opere possano essere interpretate in mille modi diversi e per questo è un personaggio senza molte mezze misure anche per il suo pubblico, o lo si ama o lo si odia.
Proseguendo lungo la stradina dove si trova Viselec e buttando un occhio al vicino Ponte Carlo si raggiungono le ultime stazioni del Path rosso. Il primo che incontriamo è il Clementinum, luogo simbolo se si pensa all'astronomia legata alla città di Praga ma non solo.
4.6 Clementinum
Il Clementinum è il più grande complesso edilizio dopo il Castello di Praga. Fu il primo collegio di Praga, nel quale giunsero i Gesuiti nel 1556, li chiamò
a Praga Ferdinando I per aiutarlo nei suoi sforzi controriformisti. Appena
arrivati si insediarono nell‘ex convento domenicano di S. Clemente nella Città
Vecchia. Questa chiesetta (tutt'oggi esistente) diede poi il nome a tutto il
complesso: Clementinum. Nel 1620, durante il periodo di ricattolicizzazione,
successivo alla sconfitta degli stati cechi, ci fu un boom edilizio che continuò
fino alla metà del XVIII secolo. Il complesso degli edifici del collegio gesuita
fu costruito su un ampio lotto dove prima sorgevano 32 case, sette cortili, tre
chiese, un convento ed alcuni giardini. Gli edifici del collegio si estendevano
intorno a cinque cortili, di cui facevano parte tre chiese (S. Salvatore, S.
Clemente e la Cappella Italiana), due torri, alcune scuole, un collegio, una
biblioteca, un teatro, un osservatorio astronomico e la propria stamperia.
All’inizio c’era una rivalità tra il collegio gesuita e l’Università Carolina. Dopo il 1622, sotto la guida dei Gesuiti, le due scuole si fusero e i Gesuiti unirono anche le biblioteche costruendo gli spazi necessari per queste.
4.6.1 Le chiese originarie
La chiesa del Santissimo Salvatore era una volta la principale chiesa gesuita
Clemente. La costruzione fu graduale fino alla metà del XVII secolo. Le parti più antiche della chiesa sono il presbiterio ed il transetto, in seguito, furono
costruite tre navate con un portale in marmo e, sotto la guida di Carlo
Lurago, furono eseguiti gli intonaci e, furono installate le tribune sulle navate
laterali. Nel 1714 František Maxmilián Kaňka modificò le torri della chiesa.
Nella chiesa si trova un confessionale del primo periodo Barocco, ornato con
le statue dei dodici apostoli di Jan Jiří Bendl. Sull’altare principale si trova un quadro di Jan Jiří Häring. Negli anni tra il 1590 ed il 1597, all’angolo del
presbiterio, venne costruita la Cappella Italiana dell’assunzione della Vergine
Maria, secondo il progetto dell’architetto Ottorino Mascarin. Questa cappella
venne costruita per i bisogni dei tanti italiani residenti a Praga, da qui anche il
suo nome Vlašská (termine in ceco antico che significa “italiano“). L’ingresso
colonnato della cappella in Karlova ulice fu costruito secondo il progetto di
Kaňka. Questo ingresso funge anche da entrata per la terza chiesa, quella di
S. Clemente, degli anni 1711-1715. Anche questa chiesa barocca è stata
costruita secondo il progetto di Kaňka, all’esterno semplice, all’interno ornata
dispendiosamente, come vuole la tradizione dello stile barocco che qui trova
la sua massima espressione. Nelle nicchie troviamo le statue dei Padri della
Chiesa e degli Evangelisti di Matyáš Braun. Nel 1665, Carlo Lurago iniziò a
costruire la parte più antica del collegio sul lato della via Křižovnick,
proseguirono poi Francesco Caratti e Giovanni Domenico Orsi (fino al 1679).
La costruzione fu terminata negli anni ´30 del XVIII secolo. All’ala a due piani presso la via Křižovnická fu aggiunto il terzo piano negli anni 1924 - 1925
secondo il progetto dell‘architetto Ladislav Machoň, quando questi spazi
furono dedicati alle necessità della biblioteca universitaria. Accanto alla chiesa di S. Salvatore, il portale principale porta al primo cortile: qui troviamo la statua del 1847 “ Lo studente di Praga“ di Josef Max, che fu installata in memoria degli studenti che, nel 1847, difesero Praga dagli svedesi. Nel cortile successivo c’è l’ingresso dell’odierno complesso della biblioteca. Accanto vi è il cosiddetto “cortile della vite” che è molto affascinante poiché al
suo centro si trova una fontana in pietra del primo Barocco come memoria
del primo sistema di acquedotti di Praga, costruito dai Gesuiti. Tra le finestre del piano superiore si trovano sei antichi orologi solari e ne possiamo trovare
altri sette in diversi luoghi del complesso del Clementinum; in totale il Clementinum ha dunque 13 orologi solari.
4.6.2 La Torre astronomica
Sopra ad uno dei cortili del complesso si erge la torre astronomica che
raggiunge i 52 metri d'altezza con 172 scalini ripidi che portano fino alla cima.
Il suo costruttore non è certo, forse fu František Maxmilián Kaňka, Kilián
Ignác. Sulla cupola della torre si eleva una gigantesca statua in piombo di
Atlante che sorregge il mondo. L’ingresso della torre si trova accanto
all’ingresso del Salone degli Specchi (Zrcadlová síň). La storia della torre è
strettamente legata alla formazione universitaria, nella quale
rappresentavano un ruolo importante la matematica e l‘astronomia (due delle
antiche arti nobili).
Torre astronomica del Clementinum - Fonte Record meteorologici
I lavori stampati e i manoscritti degli astronomi universitari che si trovano
astronomiche e climatiche e, la torre fu dotata di apparecchiature astronomiche. Il direttore dell’osservatorio Josef Stepling e il meccanico Jan Klein sono coloro che piú di tutti hanno contribuito allo sviluppo
dell‘astronomia. Nel 1775 Antonín Strnad avviò la raccolta sistematica delle
misurazioni meteorologiche e climatiche che continua ininterrottamente fino
ad oggi. Solo a Berlino iniziarono prima, ma poiché lí le misurazioni furono
interrotte per diversi anni, il Clementinum detiene il primato mondiale. Dopo il
1928, le osservazioni astronomiche furono trasferite nel nuovo osservatorio a