• Non ci sono risultati.

TECNO PROVE

Nel documento INCONCRETO n.97 (pagine 67-70)

LABORATORI autorizzati ex legge 1086/71 OSTUNI www.tecnoprove.it TECNO PROVE VARESE www.cpmvarese.com

CENTRO PROVE MATERIALI

TECNO

CONTROLLI

ORGANISMO DI CERTIFICAZIONE NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI

Il fattore “età” di un impianto non può esse-re un semplice dato (per esempio l’anno di costruzione dell’impianto) ma deve essere il frutto di una valutazione che consideri l’an-no di costruzione, la produzione effettuata durante la sua vita produttiva, gli eventuali interventi di miglioria sostanziale o parzia-le che sono stati effettuati nel tempo, ecc.. Riveste anche una certa importanza in que-sta valutazione il dare un giudizio sui criteri “progettuali” con cui è stato costruito un impianto.

Gli interventi di miglioria più comuni posso-no essere anche sostanziali ma, quasi sem-pre, si inseriscono in un determinato conte-sto progettuale specifico di quell’impianto. Se in un impianto degli anni ’60 viene so-stituito l’intero gruppo tramogge, intervento

assolutamente sostanziale, negli anni ’90, questo non lo rende uguale ad un impian-to costruiimpian-to negli anni ’90 ma lo differenzia notevolmente dagli impianti degli anni ’60 in cui non siano mai stati realizzati interventi di miglioria simili.

La Figura 2 evidenzia, sulla base dello stes-so campione di riferimento di impianti prestes-so in precedenza, come sia presente un certo andamento ma come, anche, siano presen-ti impianpresen-ti datapresen-ti come concezione o come parti meccaniche che, comunque, riescono a mantenere la propria efficienza con costi di manutenzione ridotti.

L’ultimo dei fattori menzionati è la qualità della manutenzione effettuata.

Anche questo è un giudizio che viene dato sulla frequenza delle varie operazioni di ma-nutenzione che vengono effettuate in un impianto ma anche sull’attenzione e pro-fessionalità con cui queste attività vengono svolte dal personale interno dell’impianto e/o dalle ditte esterne che normalmente svolgono operazioni di manutenzione pres-so quell’impianto.

Come dimostra la Figura 3, l’andamento evidenziato dalla linea di tendenza calcola-ta sullo stesso campione di impianti risulcalcola-ta essere più marcato rispetto ai due grafici precedenti. La zona del grafico con sfondo rosso raggruppa gli impianti giudicati con li-vello scarso di manutenzione, la zona aran-cione corrisponde al livello medio mentre la verde ad una manutenzione di buon livello. Il fatto che tale andamento sia più marca-to rispetmarca-to ai precedenti dimostra come una manutenzione, costituita da frequenze adeguate e svolta con la necessaria atten-zione e professionalità, sia l’elemento più importante nel contribuire alla limitazione dell’incidenza dei costi di manutenzione di un impianto.

Quasi paradossalmente un maggior

nume-ro di piccoli interventi di manutenzione or-dinaria non solo riduce il rischio di guasti, malfunzionamenti e, quindi, di fermi-impian-to ma riduce anche tale incidenza.

Concludendo, nel mercato delle costruzio-ni così come in tutti i settori produttivi mo-derni, la naturale evoluzione del mercato e delle sue richieste obbliga, in questo caso, i fornitori di calcestruzzi ad avere standard qualitativi dei propri prodotti più elevati ri-spetto al passato.

Per riuscire a garantire tali standard non è necessario avere solo impianti di recente costruzione ma le operazioni di manuten-zione sono un passaggio obbligato. Affinché tali manutenzioni non incidano troppo sui naturali costi di produzione e non rendano i prodotti non concorrenziali, è, sempre di più, necessaria una gestione “pensata/progettata” ed accorta che non cerchi semplicemente di limitare questi co-sti ma investa, anche più che in passato, sulla manutenzione ordinaria a fronte di una sensibile, se non totale, riduzione degli in-terventi improvvisi ed imprevisti.

Fig. 3 - ! ndamento dell!i ncidenza di manutenzione in funzione deldella qualità della manutenzione effettuata.

Di seguito si riporta l’esito di un breve sondaggio effettuato presso i componenti delle tre Commissioni dell’ATECAP riguardante alcune osservazioni e criteri importanti nella guida alla scelta degli impianti.

1. Quando deve acquistare un impianto qual è la prima cosa su cui chie-de informazioni?

Enea Aceti,

Commissione Tecnologica ATECAP

“Nella fase di acquisto di un nuovo impianto di calcestruzzo l’attenzione viene rivolta innanzitutto all’assetto tecnologico dell’impianto (presenza del premescolatore, tipologia di impianto - a torre, orizzontale, ecc. - in funzione anche della possibilità o meno di poter raggiungere nella zona d’installazione dell’impianto le altezze consentite urbanisticamen-te) in modo da comprendere come un elevato standard di efficienza del processo pro-duttivo vada a “sposarsi” con una eccellente qualità del prodotto fornito (calcestruzzo).”

Mauro Mele,

Commissione Ambiente e Sicurezza e Tecnologica ATECAP

“! uando valutiamo l’acquisto di un nuovo impianto, focalizziamo il nostro interesse sulle ultime tecnologie disponibili, e sulle esigenze del sito produttivo; si parte dalla scelta sul tipo, a torre oppure orizzontale, poi si passa a tutti i sistemi di dosaggio, naturalmente in automatico, sonde di rilevazione umidità, software per la gestione di tutta la reportistica occorrente, non ultima, la scelta del sistema di riciclo del calcestruzzo reso e dell’impian-to per la chiarificazione delle acque di processo.”

Gianfranco Solazzi,

Commissione Tecnologica ATECAP

“Al momento dell’acquisto di un impianto, è interessante conoscere la produzione oraria e la capacità di stoccaggio dei singoli costituenti il conglomerato per una corretta pianifi-cazione della produzione.

Di sicura rilevanza, l’automazione per standardizzare la produzione e tenere sotto control-lo variabili come l’umidità degli aggregati e la gestione delle tolleranze di dosaggio. Il controllo dell’umidità degli aggregati permette di tener sotto controllo il rapporto acqua/cemento indicato per la durabilità del calcestruzzo.

La ! arola ai ! roduttori di calcestruzzo

Nel documento INCONCRETO n.97 (pagine 67-70)