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2. La Tecnologia e la Proprietà Intellettuale Ipotizzando che il valore di un’impresa derivi solo da ciò che realmente esiste (come i progetti e le tecnologie che l’azienda
possiede), i flussi di cassa dell’azienda svaniscono dopo che il ciclo di vita del progetto giunge al termine. Ciò vorrebbe dire che l’azienda smetterebbe di esistere al termine del progetto. Si presume che l’azienda sarà in grado di avviare progetti anche in futuro, e quindi che sarà in grado di generare flussi di cassa tramite questi progetti. È difficile stimare i flussi di cassa che le aziende biofarmaceutiche saranno in grado di produrre in futuro; è molto più agevole ipotizzare che la divisione di
174 ricerca di un’azienda sarà in grado di ottenere determinati output derivanti dal portafoglio delle proprietà intellettuali dell’azienda, o che l’azienda sarà in grado di stringere una serie di accordi di licenza ogni anno. Mentre una piccola azienda biotech potrebbe possedere una tecnologia in grado di generare diversi avanzamenti ogni anno per un certo gruppo di malattie o usando certi meccanismi di azione, una grande azienda farmaceutica ha la capacità di generare una moltitudine di nuovi farmaci candidati in diverse aree terapeutiche e di concludere diversi contratti di licenza ogni anno. Bisogna quindi considerare i tassi di avanzamento, i cosiddetti feed rates, dei diversi progetti, auto-originati o presi in licenza. Il feed rate rappresenta il rendimento della tecnologia in termini di numero di progetti che essa è in grado di generare, ovvero l’abilità dell’azienda di cedere in licenza i progetti. I feed rate corrispondono in un certo senso al terminal value nelle valutazioni standard. Come il terminal value, sono delle variabili molto sensibili che possono avere un maggior impatto sul valore. Esso rappresenta un parametro più affidabile rispetto alla scelta di utilizzare flussi di cassa costanti per i successivi 20 anni rispetto al momento della valutazione. Il ragionamento alla base di queste considerazioni è semplice: possiamo prendere l’esempio di un’azienda che ha un prodotto in grado di generare gran parte dei ricavi della stessa. Se applicassimo il principio del terminal value in un momento in cui questo progetto contribuisce fortemente ai ricavi dell’impresa, assumeremmo implicitamente che essa potrà rimpiazzare questo prodotto con un altro prodotto avente le stesse capacità di rendimento. Se invece applicassimo il terminal value una volta che esso è fuori mercato, allora il ciclo di vita di molti altri progetti potrebbe essere giunto al termine e il teminal value assumerebbe un valore troppo basso. Il terminal value in questo modo potrebbe generare un valore troppo alto o troppo basso, in base al momento in cui assumiamo che i flussi di cassa siano costanti. Per questa ragione è utile seguire l’approccio del feed rate. Il concetto di feed rate ha due grandi vantaggi. È un parametro che può essere stimato con un buon grado di approssimazione e giustificabile. E quindi può essere utilizzato per rimpiazzare il terminal value ma senza i flussi del terminal value.
175 La tecnologia. Per quanto riguarda la tecnologia possiamo distinguere quella che serve come uno strumento e quella in grado di generare i progetti. Le due classi vengono valutate in maniera differente. Le tecnologie utilizzate come strumenti possono essere utilizzate per la ricerca di laboratorio, può essere fornita ai clienti come se fosse un servizio o può essere data in licenza. La valutazione fa affidamento principalmente sulla previsione dei flussi di cassa futuri derivanti dal servizio o dalla licenza. Questi flussi vanno poi attualizzati alla data di valutazione e sommati utilizzando il modello standard del DCF.
La valutazione delle tecnologie che generano nuovi progetti è molto più complessa. Il suo valore dipenderà dai progetti da essa risultanti. Pertanto bisogna tenere a conto di 4 componenti dei progetti: le caratteristiche (in termini di aree terapeutiche, e indicazioni), la strategia dell’azienda riguardo tali progetti (quindi se andranno commercializzati autonomamente o concessi in licenza), il feed rate e i costi per sfruttare questa tecnologia.
𝑉 = −𝐶1+ ∑(1 + 𝑟)−𝑖
𝑛
𝑖=1
[𝑓𝑖 𝑉 − 𝐶]
Dove:
V= valore della tecnologia C1=costi per il primo anno fi=feed rate
Il valore della tecnologia è la somma dei valori scontati per ogni anno. I costi che verranno sostenuti nel corso degli anni corrispondono all’output del progetto dell’anno precedente. Quindi se il feed rate rimane costante, si assume semplicisticamente che i progetti avranno tutti lo stesso valore, e i costi sono fissati, si può anche applicare il valore del terminal value.
La proprietà intellettuale. I brevetti, rappresentano un’importante fonte di valore nel settore farmaceutico e delle biotecnologie. Per proprietà intellettuale, in ambito farmaceutico, ci si riferisce principalmente a brevetti, molecole e tecnologie. L’invenzione e i diritti connessi al brevetto vengono protette dai diritti di proprietà intellettuale. Ai fini della valutazione bisognerebbe distinguere se si parla di un
176 singolo brevetto, di un insieme di brevetti o di un diritto di proprietà intellettuale che permette la commercializzazione di un progetto. Spesso è impossibile distinguere tra un brevetto e l’intero progetto per commercializzare l’invenzione. A volte invece su uno stesso prodotto sussistono più brevetti. La valutazione delle proprietà intellettuale generalmente ha luogo nelle prime fasi di vita. Per questo motivo il grado di successo tecnico e commerciale è molto incerto. I tre metodi principali per valutare questo tipo di asset possono seguire tre approcci: quello basato sui flussi di cassa (e quindi utilizzare il DCF, e il metodo delle opzioni reali), quello basato sui costi, e quello basato sui multipli di mercato.
3. La Liquidità. Bisogna considerare, le liquidità e i cash equivalents. Questi elementi