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Capítulo 3 Un'esperienza di facilitazione linguistica: laboratorio di Italstudio con alunn

3.1 Analisi dell'esperienza

3.1.6 Tempo

Si è avuto il primo contatto con la scuola, in particolare con il responsabile della Commis­ sione Stranieri d'Istituto, nel mese di ottobre. A seguito di alcune riunioni organizzative, e di alcune lezioni in qualità di osservatrice, si è stabilita la data 15 gennaio 2013 per la sommini­ strazione del test agli alunni. Avevano a disposizione due ore, ma molti alunni hanno iniziato a consegnare dopo un'ora e mezza.

Dopo aver ottenuto i risultati dei test, gli alunni hanno scelto se aderire o meno al laborato­ rio di Italstudio; il giorno 11 marzo 2013 è iniziato il corso. L'orario era per tutti una sesta ora, aggiunta al regolare orario curricolare; si trattava di due incontri settimanali per alunno, della durata di 55 minuti l'uno.

Il tirocinio formativo è durato 150 ore, di cui circa 60 per il laboratorio di Italstudio, ossia circa 10 ore per ogni alunno. Si ritiene, perciò, che il tempo non sia stato sufficiente per poter raccogliere dati significativi e giungere a conclusioni esaustive.

3.2 Tre esempi di lezioni al laboratorio di Italstudio

Proponiamo, a scopo esemplificativo, i progetti (UA) di tre lezioni che si sono tenute nel corso del laboratorio di italiano per lo studio: una delle prime, una di metà percorso e una del­ le ultime lezioni del laboratorio. Si mette così in evidenza il progetto e la successiva realizza­ zione in classe. A seguito di ogni lesson plan, vengono spiegate le scelte effettuate e gli obiet­ tivi che si intendeva raggiungere.

Padova, 13/03/2013 Gruppo 1: alunno marocchino, alunno cinese A.

Pre-conoscenze: come prendere appunti; atmosfera, tema introdotto in classe (1 h lezione).

Tempo: 55'.

Globalità:

Brainstorming: cos'è l'atmosfera?

elicitare lessico e contenuti e trascriverli alla lavagna.

[tempo: 5'] Analisi:

a) Ascolto di un testo orale (L'atmosfera):

– task 1: prendere appunti secondo tecniche viste (parole chiave, disegni, frecce, abbreviazioni, ecc.);

[tempo: 10'] – task 2: breve esposizione orale secondo i propri appunti (ci riesci? perchè

sì/no?).

[tempo: 15'] b) Lettura del testo ascoltato:

– task 1: suddividere il testo in 4 paragrafi;

[tempo: 10'] – task 2: dare un titolo ad ogni paragrafo

[tempo: 5'] Sintesi:

a) Far notare che ora quel testo è pronto per un riassunto, un'esposizione orale, una mappa concettuale;

[tempo: 3'] b) Foglio “oggi ho imparato...”.

Durante questo incontro, sapendo che l'argomento era già stato trattato in classe per un'ora di lezione, si è partiti con una domanda rivolta agli alunni: “Cos'è l'atmosfera?”. Obiettivo principale era preparare gli alunni all'ascolto, elicitando il lessico sull'atmosfera attraverso il brainstorming, per sviluppare nello studente la creazione di ipotesi, l'attivazione della expectancy grammar (capacità di anticipare il significato globale del testo che affronteranno) e portare alla luce la loro conoscenza pregressa sull'argomento. Questa fase può essere un'occasione per ripetere, e quindi memorizzare, quanto già appreso. Inoltre, l'utilizzo del supporto della lavagna è servito a stimolare anche la loro memoria visiva, in quanto potevano leggere le loro risposte in un diagramma a ragno, realizzato dalla facilitatrice secondo le loro proposte.

Una volta preparato il contesto, si è passati all'ascolto: il testo sull'atmosfera era un testo semplificato e sintetico, la lettura del testo è stata condotta in maniera chiara e lenta. Si è preferita la lettura del testo al monologo, per garantire un eloquio più lento rispetto al parlato e volendo iniziare il percorso per gradi, non conoscendo ancora bene i livelli degli alunni. La scelta di un'attività volta all’apprendimento di un tecnica per prendere appunti prendere appunti è dovuta al fatto che le insegnanti di scienze dei ragazzi utilizzano spesso il monologo durante il quale gli alunni prendono nota; inoltre, nella scuola italiana, questa è una pratica molto diffusa in molte discipline.

Il testo si è letto soltanto una volta e poi si è chiesto agli alunni di leggere a voce alta gli appunti presi. Le imperfezioni linguistiche si sono appuntate ma non verbalizzate, per porre l'attenzione sulla quantità di informazioni che ogni alunno era riuscito a trascrivere e sulla modalità che avevano utilizzato; si è chiesto se secondo loro aveva funzionato e perchè, senza aggiungere da parte nostra la risposta giusta, non essendoci un'unica risposta possibile in questo caso. Tale approccio fa riferimento alla modalità cooperativa di costruzione del sapere

in cui si fanno spazio attività come questa che non prevedono un'unica soluzione o risposta possibile. Lo scopo è, in questo caso, far trovare il loro personale e miglior modo di prendere appunti, che sia funzionale per il loro studio.

Si è scelto di chiedere una rapida lettura degli appunti presi dagli alunni perché in seguito avrebbero ricevuto la fotocopia del testo originale; ne è conseguita così una individuale corre­ zione a livello di lingua e contenuti, evitando l'insorgere di barriere come il filtro affettivo che impedisce di apprendere anche dagli errori.

Dopo aver letto individualmente il testo, si è chiesto agli alunni di dividerlo in quattro para­ grafi: si è scelto di svelare loro il numero dei paragrafi per guidarli, soprattutto perché si trat­ tava di una delle loro prime esercitazioni in questo campo. In un secondo momento, gli alunni hanno attribuito un titolo ad ogni paragrafo; l'intervento della facilitatrice è stato necessario per sostituire titoli come “cos'è” con “definizione”, “com'è fatta” con “composizione”, “a cosa serve” con “funzione”, ecc., allo scopo di far loro sviluppare un linguaggio più adeguato alla disciplina, e soprattutto introdurli all'Italstudio che incontreranno in tutte le materie.

Infine, si è fatto notare agli alunni che le modalità in cui si è ascoltato e letto il testo sono tra le più usate in classe, e spesso utili anche per lo studio a casa. Si è suggerito di iniziare a fami­ liarizzare con queste, e le altre strategie che vedremo, provando a usarle anche in altre mate­ rie. Si è fatto presente che quel testo era pronto per essere riassunto, esposto oralmente o con­ cettualizzato in una mappa. Si è chiesto loro di aggiornare il loro foglio “oggi ho imparato...” usandolo come occasione per scrivere, ed eventualmente chiedere delucidazioni linguistiche, e sintetizzare l'incontro del giorno.

Padova, 10/04/2013 Gruppo 2: alunno marocchino, alunno russo.

Pre-conoscenze: fenomeni atmosferici, tema introdotto in classe (1 h lezione) e in la­ boratorio (1 h lezione).

Tempo: 55'.

Globalità:

Domande, risposte (ed eventuali correzioni) tra alunni sui fenomeni atmosferici. [tempo: 10'] Analisi:

a) Ascolto di un testo orale (L'umidità e le nuvole):

– task 1: dettato-colze, dettato parziale, da completare con le parole mancanti; [tempo: 15'] – task 2: quali argomenti che conosci si possono collegare a questo testo?

[tempo: 10'] b) Schema visivo sui passaggi di stato o materia:

– task: indovinare la terminologia per ogni passaggio e scriverla nel disegno; [tempo: 10']

Sintesi:

a) Trascrivere, usando le frecce, le combinazioni possibili dei passaggi di stato. [tempo: 5'] b) Foglio “oggi ho imparato...”.

L'obiettivo dell'attività proposta in fase di globalità era quello di intensificare la relazione tra pari, attraverso delle semplici domande, risposte e correzioni poste l'un l'altro. Gli alunni pote­ vano tenere sotto mano i loro appunti, perché lo scopo dell'attività non era verificare i conte­ nuti ma far loro usare la lingua disciplinare in un contesto scolastico. Inoltre, con questa atti­ vità semplice e rapida, si è permesso loro di creare il contesto per la lezione che si andava ad iniziare, trattando argomenti tra loro collegati.

Il dettato-cloze è volto a sviluppare e consolidare l'Italstudio: le parole mancanti sono verbi e termini tipici del linguaggio scientifico (per esempio, condensare, acqua, atmosfera), oltre a qualche preposizione. Si è poi chiesto agli alunni quali argomenti potessero essere collegati a quello del testo: avere una certa elasticità cognitiva, collegare argomenti anche di altre disci­ pline sono valori impliciti della scuola italiana, che spesso non vengono spiegati ma dati per scontati, portando più facilmente i ragazzi all'insuccesso scolastico.

Si è poi scelto poi di introdurre i passaggi di stato o materia, altro tema correlato al prece­ dente, attraverso un disegno; è noto, infatti, che un input vario, anche visivo, come un dia­ gramma, un grafico, una mappa o un disegno, è motivante, immediato e più facile da acqui­ sire. Infine, gli alunni trascrivono ciò che vedono nel disegno in uno schema fatto di termini nuovi (fusione, condensazione, sublimazione, ecc.), attività che permette loro di sintetizzare quanto visto.

Padova, 20/05/2013 Gruppo 2: alunno russo, alunno ucraino.

Pre-conoscenze: argomento a piacere; strategie di lettura e comprensione del testo; progettazione e realizzazione di un testo orale.

Tempo: 55'.

Globalità:

Domanda agli alunni: quali modalità di lettura e rielaborazione di un testo abbiamo visto finora?.

[tempo: 10'] Analisi:

a) Esposizione orale del proprio argomento a piacere dell'alunno russo (La caduta del meteorite su Chelyabinsk).

– task 1: mentre l'alunno russo espone, l'alunno marocchino prende appunti; [tempo: 15'] – task 2: gli alunni lavorano insieme per rileggere e verificare gli appunti presi.

[tempo: 10']

Sintesi:

L'alunno marocchino stende il riassunto dell'esposizione, usando i suoi appunti, mentre l'alunno russo verifica insieme alla facilitatrice la sua scaletta scritta e la sua esposizione.

Durante questo incontro si è lasciata la parola quasi esclusivamente agli alunni; il ruolo della facilitatrice era quello di introdurre l'attività, gestire i tempi, guidare gli alunni da un passaggio all'altro dell'attività, essere a disposizione per evenuali chiarimenti.

All'inizio della lezione, si è voluto chiedere agli alunni un elenco delle principali strategie di lettura, comprensione e rielaborazione di un testo scritto di contenuto disciplinare. Si trattava di una domanda per riepilogare le possibilità che hanno a disposizione per lavorare su un testo, scrivendole alla lavagna perchè fossero visibili in maniera globale, per vedere quale avevano preferito per esporre il loro argomento e giustificare automaticamente la loro scelta.

Il monologo dell'alunno su un argomento a piacere è stata una scelta mirata a motivare gli alunni allo studio: avrebbero scelto un testo per loro semplice, piacevole (motivazione basata sul piacere), magari che contenesse link o immagini (input visivo e variegato). In particolare, durante questa lezione l'alunno russo ha esposto un testo di cronaca scientifica riguardante il meteorite caduto in Russia, a Chelyabinsk: la sua motivazione è stata incrementata dalla dimensione affettiva, in quanto ha avuto uno spazio per parlare in qualche modo di sè, del suo paese d'origine, dopo aver effettuato una ricerca direttamente da siti web russi. Le parole chiave sono state: input piacevole, coinvolgimento della dimensione affettiva dell'alunno, rielaborazione personalizzata del testo, apporto di informazioni e termini nella propria lingua.

All'alunno marocchino è stato richiesto di prendere appunti del monologo del suo compagno, per cui anche la revisione del lavoro fatto è stata affidata al tutoraggio tra pari, in un'ottica di cooperative learning. Certamente il rischio di apprendere anche gli errori del compagno esiste, però è inferiore rispetto al beneficio di usare la lingua per scopi di studio tra compagni, che quindi condividono obiettivi, difficoltà, talvolta anche storie di vita; inoltre la facilitatrice è presente e può intervenire per consigliare altre strategie o per correggere la lingua.

Nell'ultima fase della lezione, l'alunno marocchino ha riordinato i suoi appunti per creare un testo riassuntivo sull'argomento presentato dall'alunno russo, il quale invece si è dedicato alla revisione della propria scaletta scritta ed esposizione con la facilitatrice, verificando insieme ciò che ha funzionato e ciò che è risultato meno efficace.

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