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ii Le Tenement Laws del 1867, 1879, 1901 di New York I l quadro normativo specifico per la salute pubblica si sviluppò nel

XIX secolo, in un contesto di rapido cambiamento urbano. La pro- gressiva urbanizzazione delle città aveva generato nuovi rischi e perico- li correlati alla densità degli edifici e alla qualità dei materiali costruttivi del tessuto urbano.

A partire dal 1850 circa, l’infrastruttura urbana iniziò ad aumentare e, contestualmente, vennero introdotte nuove fonti di energia, come gas ed elettricità, insieme alle tubazioni ed ai cablaggi necessari per fornir- le. Le nuove tecnologie accentuarono i pericoli legati agli incendi e ai guasti delle infrastrutture. La prevenzione di questo genere di calamità diventò una delle questioni più importanti della regolamentazione ur- bana[1] .

Questo è il contesto da cui emersero i regolamenti del XIX secolo, che cerca-vano di rispondere alle urgenze di quel momento storico. Il con- trollo dei peri-coli d’incendio avviò ad una più ampia politica a favore della salute e della sicurezza pubblica, in una volontà di gestione dei rischi che portò all’imposizione di criteri prescrittivi di progettazione. Tali provvedimenti, relativi a questioni riguardanti il drenaggio, il peri- colo d’incendio, l’illuminazione naturale e le strutture, altro non erano che forme impositive per consentire ciò che Dean Mitchell considera «l’ordinamento del-la realtà [...] in una forma calcolabile»[2]. Questa

nuova realtà ruotava attorno alla determinazione di limiti prestazionali,

1  Imrie, Rob e Street Emma. Architectural Design and Regulation. London: Blackwell Publishing, 2011 p.46

2  «the ordering of reality [...] into a calculate form» Dean Mitchell Governmen- tality Power and Rule in Modern Society 1999 p.177 in Imrie, Rob e Street Emma. Architectural Design and Regulation. London: Blackwell Publishing, 2011 Ibidem

dove il controllo del costruito si evolveva vieppiù in quanto sistema tec- nico, e presumibilmente oggettivo, di regolamentazioni gestito dall’am- ministrazione pubblica. Tali regolamenti si basavano essenzialmente su standard minimi per la progettazione di tutti i fabbricati urbani.

I nuovi regimi normativi riflettevano, in parte, i rapidi cambiamenti nel campo dei materiali da costruzione e delle tecniche di costruzione, e hanno generarono una domanda di nuove competenze di progettazione e costruzione cui risposero, principalmente, appaltatori, falegnami ed ingegneri.

Il XIX secolo fu un periodo di rapido sviluppo delle figure professio- nali, carat-terizzato dal progresso dell’ingegneria strutturale e dall’e- mergere di un’estetica ingegneristica, in parte stimolata dal “design del regolamento”[3]. Lo sviluppo della regolamentazione edilizia alla fine

del XIX secolo non ebbe, tuttavia, effetti unicamente negativi per la professione dell’architetto, semmai, come ha suggerito il professore di storia Saint Andrew, fu «una benedizione per [...] la professione»[4] e ge-

nerò una richiesta di nuovi servizi e nuove modalità di funzionamento. L’introduzione delle norme igieniche oltre a definire standard minimi per garantire la salute fisica, mentale e sociale della popolazione, ha fornito le basi per la definizione del concetto di “normalità”, o quello che l’etnometodologo McHoul descrive come l’esercizio di regolamen- tazione «per manovrare la popolazione in una forma di pensiero e di

3  Ivi p.47

4  Saint Andrew The Image of the Architect. Yale University Press, New Haven, 1983 p.67 in Imrie, Rob e Street Emma. Architectural Design and Regulation. London: Blackwell Publishing, 2011 Ibidem

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azione “corretta” e “funzionale”»[5]. Secondo l’architetto Peter Rowe il

processo di normalizzazione degli edifici è «stato raggiunto, median- te l’applicazione di criteri scientifici relativi a esigenze fisiologiche e costruttive, criteri ispirati al concetto di “normalità della vita familia- re”»[6]. La necessità di stabilire degli standard minimi nasceva dalle ca-

ratteristiche delle città del XIX secolo, spesso caratterizzate da scarse condizioni igieniche e incendi, come il Great Fire di Chicago nell’otto- bre 1871.

In questo contesto il caso di New York è stato esemplare: le terribi- li condizioni igieniche che caratterizzavano i quartieri popolari, e che avevano contribuito nel 1849 e nel 1854 alla diffusione del colera, han- no spinto la città a nominare nel 1856 la prima commissione legislativa per studiare il problema della salubrità nelle abitazioni. La tipica casa popolare “pre-normativa” era alta circa quattro piani e ospitava da dieci a venti famiglie, distribuite in un edificio largo solo venticinque pie- di. Al piano terra erano distribuiti due negozi e due apparta-menti che affacciavano sul retro, mentre nei piani superiori si trovavano quattro appartamenti per piano. Gli appartamenti erano composti da due o tre stanze e solo una stanza per appartamento possedeva una finestra; per- tanto, la maggior parte delle stanze non aveva luce diretta. Sebbene i quartieri fossero attrezzati con condutture di acqua e gas, gli apparta- menti ne erano generalmente sprovvisti. Alcuni appartamenti avevano un’unica linea idrica, con un rubinetto in corridoio per ogni piano, men- tre i servizi igienici erano nei cortili esterni.

5  «to manoeuvre populations into “correct” and “functional” forms of thinking and acting» McHoul Alex e Grace Wendy A Foucault Primer: Discourse, Power and the Subject UCL Press, 1995 p.17 in Imrie, Rob e Street Emma. Architectural Design and Regulation. London: Blackwell Publishing, 2011 Ibidem

6  «Rowe argues, by the application of scientific criteria relating to bodily physiology and construction, in which an objective was to attain the “normalcy of family life”.» Rowe, Peter Modernity and Housing Cambridge: MIT press, 1993 in Imrie, Rob e Street Emma. Architectural Design and Regulation. London: Blackwell Publishing, 2011 Ibidem

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I primi regolamenti edilizi nacquero come risposta a queste condizioni abitati-ve insalubri: nel maggio 1867 fu approvata a New York la pri- ma legge che regolava i tenements (caseggiati) con al fine di garantire ventilazione naturale e pulizia. Il First Tenement House Act, del 1867, ha introdotto standard “rigorosi”, con l’obiettivo di garantire una fine- stra in ogni stanza, la costruzione di scarichi e fognature, l’abolizione di pozzi neri e l’introduzione di una via di fuga per ogni condominio. Questa legge, che costringeva «i proprietari (anche) ad imbiancare due volte l’anno», sarà la l’artefice delle note scale in facciata, tipiche dell’architettura newyorkese. La prescrizione di «una finestra in ogni stanza», sarà invece interpretata dai costruttori coll’inserimento delle finestre nei corridoi tra le stanze e rendendo di fatto questa norma uno dei più grandi fallimenti dell’epoca.

Le persistenti e terribili condizioni igieniche, documentate da Jacob Riis nel famosissimo libro How the Other Half Lives, porteranno all’in- troduzione di una nuova legge dodici anni più tardi. La legge del 1879 fu il risultato di una campagna condotta da alcuni cittadini benestanti

contro le tragiche condizioni di quartieri popolari sempre più congestio- nati. Tuttavia il Tenement House Act del 1879, o “vecchia legge”, non migliorò notevolmente le condizioni. La legge non ebbe alcun effetto sugli appartamenti già costruiti, o sulle case a schiera convertite in ap- partamenti e non ebbe nessun effetto decongestionante. Per gli edifici di nuova costruzione la legge vietava la costruzione di stanze sprov- viste di finestre, richiedendo che tutte le stanze avessero una apertura sulla strada, sul cortile posteriore o su una corte interna. Il design più comune derivante da questo requisito fu il cosiddetto dumbbell. Questa configurazione progettuale nacque dal risultato di un concorso spon- sorizzato dalla rivista The Plumber and Sanitary Engineer e vinto da James Ware. L’obiettivo era duplice: creare più alloggi e massimizzare i profitti, vincolati dalla dimensioe del lotto di Manhattan di 25 per 100 piedi, e dal rispetto della nuova legge.

La norma del 1879, nella quale non veniva indicata nessuna misura minima, generò una serie cavedi interni così piccoli da poter essere considerati alla stregua di pozzi, dove la gente buttava la spazzatura, generando incendi tra gli stessi edifici. Anche in questo caso la legge non riuscì nel suo intento, anzi spinse i proprietari degli antichi tene- ments a non ristrutturare le abitazioni.

Nel 1885 fu introdotta la prima restrizione di altezza che limitava gli edifici a 70 piedi: 21 metri, per un totale di 7 piani. Questo valore massimo era il risultato di un’analisi dei rischi compatibilmente con la definizione di uno standard igienico accettabile. Banalmente que- sta altezza era quella che permetteva ad una scala dei vigili del fuoco di raggiungere il piano più alto, garantendo la sicurezza anche per gli abitanti dell’ultimo piano. Questo limite, introdotto per le costruzioni residenziali come i tenements, permetteva un controllo e una gestione dei problemi igienico sanitari, cercando di ridurre la densità edilizia e riducendo di conseguenza il congestionamento.

Sebbene queste norme siano state inefficaci e ingiuste, la loro introdu- zione ha aperto la strada ai controlli statali sulle azioni private. Questi controlli alimentarono controversie, parte di una più ampia serie di di- battiti pubblici del XIX secolo che riguardavano il tema della regola- mentazione della forma urbana. I dibattiti erano caratterizzati da una tensione tra due posizioni estreme: coloro che sostenevano che queste regole erano insufficienti e non in grado di gestire i principali problemi urbani e coloro che sostenevano che fossero troppo restrittivi interferen- do con «la discrezionalità dei costruttori». Molta opposizione fu fatta da parte dei costruttori, contro ciò che era visto come un «regola-mento strisciante» Nella rivista The Builder comparivano spesso articoli che si opponevano alle regolamentazioni edilizie, definite «fastidiose inter- ferenze».

In un numero del 1986, il New York Times affermava che i principa- li problemi dei tenements erano «la mancanza di privacy familiare, i servizi igienici promiscui, che invitano al deterioramento morale; la

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mancanza di luce e aria e di strutture sanitarie, che assicurano un alto tasso di mortalità e pericolo di incendio». Tali furono i presupposti che prepararono le basi per l’introduzione di una nuova regolamentazione, in grado di cambiare imprimere una svolta reale. Nel 1901 fu introdotto il nuovo Tenement House Act, che introduceva per la prima volta una limitazione alla costruibilità del lotto, riducendola fino al 70%. La leg- ge imponeva cavedi più grandi, seppure sempre relativamente piccoli, e costringeva a lasciare inoccupata una parte del lotto. Imponeva che tutte le camere fossero dotate di finestre e che ogni appartamento avesse i propri servizi igienici, con almeno una dotazione di acqua calda per ogni appartamento. Anche in questo caso i proprietari interpretarono questa disposizione secondo il loro vantaggio, garantendo solo una tu- bazione di acqua calda nella cucina. Questa soluzione, tuttora visibile in alcuni appartamenti di New York, spinse gli abitanti a collocare la vasca da bagno in cucina: in questo modo la vasca poteva essere direttamente riempita di acqua calda e, all’occorrenza, poteva essere coperta da una tavola di legno e utilizzata come un ripiano aggiuntivo della cucina. La legge imponeva inoltre una serie di altre modifiche, tra cui il migliora- mento dell’illuminazione naturale e il divieto di seconde stanze inter- ne senza finestre. Al fine di compensare la perdita economica prodotta dalla diminuzione dell’area edificabile, i nuovi edifici potevano essere più alti dei loro predecessori. Mentre prima della legge le case popolari superavano raramente quattro piani e quelle della vecchia legge o dei dumbbell raramente superavano i cinque, secondo il nuovo Tenement House Act del 1901 le case popolari senza ascensore potevano raggiun- gere i 36 metri di altezza.

- Illustrazione 1 a p. 61, assonometria soluzione progettuale Dumbbell tenement. - Illustrazione 2 a p. 62, Partendo da sinistra 1. Old Knickerbocker dwelling. 2. Lo stes- so edificio come tenement 3. Soluzione divisa. 4. Tennement speculativo.

5. Introduzione dei primi condotti d’aria. 6. The double-decker, progetto dumbeel 1879. 7. Evoluzione del dumbell fino ad oggi. The evolution of tenement design, tratto da Pre-Law to Old Law to New Law, un’illustrazione della the Tenement House Com- mission Report of 1895. NYC Municipal Library.

- Illustrazione 3 a p. 63, Evoluzione delle altezze dei tenements. New law, Old Law, Pre-old Law, Lawless. tratta da http://savethelowereastside.blogspot.com/2016/02/ new-law-old-law-pre-old-law-lawless.html

- Illustrazione 4 a p. 65, Firemen battle smoke from the top floor of a tenement next to the elevated, April 1937. NYCHA.New York City Housing Autority. tratta dal report della mostra Housing Density from tenements to towers. Skyscrapers Museum p.37 - Illustrazione 5 a p. 66 Effetti della prescrizione di almeno una mandata d’acqua in ogni casa. Per risparmiare gli speculatori avevano introdotto solo un punto di mandata dell’acqua calda che veniva posizionato in cucina. Non è strano nei vecchi tenemets trovare docce e vasche da bagno nelle cucine. “Kitchen interior” [with bathtub], The New York Public Library Digital Collections. 1934 – 1938 “Tenement interior; kitchen coal stove, bed” The New York Public Library Digital Collections, 1934-1938 https:// digitalcollections.nypl.org/items/b4afdefd-4a56-146a-e040-e00a180610a2

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RENDITA