QUALI I VALORI E LE CARATTERISTICHE CHE DEVE AVERE L’INFERMIERIE?
3 TERMINI PER LA PAROLA RIFUGIATO
Se penso al rifugiato qui è una persona con una lingua differente, una persona con esperienza e cultura differente, una persona che comunque ha bisogno.
L’ESPERIENZA CON IL DIVERSO CHE SI DISTANZIA DALLA NORMA. COME L’ASPETTO EMOTIVO INFLUENZA LA PRATICA?
Beh sicuramente il fatto che loro hanno vissuti differenti, o comunque culture differenti, questo implica tantissimo. Perché comunque tanti arrivano e sono davvero spaventati, bisogna comunque davvero vedere il passato che hanno, spesso arrivano e sono stati in prigione, o picchiati, maltrattati e quindi questo sicuramente...
Io quando incontro il diverso sono piuttosto curiosa, spaventata no no. Forse dato dall’esperienza di essere stata via 6 mesi quindi quello no, assolutamente.
CONOSCI E CREDI NELLE MEDICINE DI ALTRE POPOLI? HAI MAI INCONTRATO ALTRE MEDICINE?
No mai: però se è, perché non metterle in atto se possiamo? Non penso ci sarebbero delle ripercussioni.
HAI AVUTO UN TRASCORSO MIGRATORIO?
Inizialmente il mio viaggio di 6 mesi l’ho vissuto come migrazione, ero l’unica bianca quindi tutti mi guardavano. Poi più vai in là più ci fai l’abitudine e ti senti a casa.
A LIVELLO PRATICO COME SI STRUTTURA L’ASSISTENZA AL RIFUGIATO?
Dopo che viene ricoverato attiviamo la mediatrice culturale quindi gran parte del lavoro ce lo fa lei come attivare il traduttore;; solitamente appunto loro per motivi di salute vengono messi in isolamento, quindi comunque spesso loro ci vedono tutti imbragati poverini, e però bene o male, almeno io è come faccio con gli altri... non è che...
Viene aperto solitamente il focus isolamento goccioline perché la maggior parte vengono ricoverati per TBC;; per quello che è la patologia viene aperto il focus inerente l’atto respiratorio, tosse soprattutto. Per quello che è la comunicazione c’è proprio il focus alterazione della comunicazione dove proprio lì descrivi la problematica linguistica.
Ogni tanto ci troviamo in difficoltà con gli interpreti, cioè se non c’è la mediatrice c’è il servizio qualità eventualmente che possiamo contattare.
Ma quando non c’è la mediatrice culturale o il weekend spesso ci siamo trovati in difficoltà. In questo caso ci arrangiamo nel senso che contattiamo il centro asilanti, e tramite loro... Noi comunque abbiamo una scheda in cui ci sono i vari numeri di telefono.
LA TUA ATTITUDINE E IL TUO RUOLO CAMBIA NEL CORSO DELLA DEGENZA?
Lo stato emotivo ha ripercussioni sulla presa a carico, sicuramente sì. Inizialmente forse più da parte loro che da parte nostra. Nel senso che spesso sono in isolamento, ci vedono mascherati, entriamo giusto per fare quello che dobbiamo fare e usciamo, probabilmente anche per le difficoltà linguistiche. Poi secondo me il metà percorso è la parte migliore per entrambi, sia da parte nostra che da parte loro. Poi arriva il momento finale, se tu vuoi, dove probabilmente più da parte loro ma anche da parte nostra, spesso c’è un po’ una sofferenza a livello di non farcela più, nel senso che spesso loro iniziano ad essere anche aggressivi perché vogliono uscire, non riescono a capire il motivo del perché sono qua, spesso sono qui anche solo di passaggio, vogliono andare in Germania o dov’è... e quindi per loro diventa soffrente. E poi anche per noi poi diventa sofferente perché da una certa parte, bisogna dirlo, spesso diciamo “caspita sono qua, serviti e riveriti per curarsi, noi cerchiamo di fare il possibile e poi loro ci trattano cosi”. Quindi ecco la frustrazione può essere assolutamente presente, paura no, ma perché non mi è mai capitato... Però c’è stata una situazione in cui abbiamo dovuto chiamare due pattuglie della polizia.
COME AFFRONTI LE EMOZIONI (A CASA O IN REPARTO?) Se ne parla.
OSPEDALE CHE ACCOGLIE
Ah beh, dovrebbe essere braccia aperte, nel senso che accogli chiunque a prescindere dal suo stato e cerchi di fare il possibile per farlo stare meglio. Ma assolutamente io non accetto qualunque comportamento. Io porto rispetto a dipendenza ovviamente della patologia del paziente, soprattutto a livello psichiatrico, io porto rispetto però pretendo comunque anche un po’ di rispetto che poi a volte viene a mancare. Poi a volte a dipendenza del paziente che hai davanti lasci correre oppure a volte glielo fai anche un po’ notare.
Poi una domanda me la faccio del perché uno mi tratta così, probabilmente è dovuto alla patologia, probabilmente è dovuto a vissuti o a un mio atteggiamento che l’ha infastidito.
AD OGGI L’OBV PUÒ ESSERE CONSIDERATO OSPEDALE CHE ACCOGLIE? Sicuramente c’è ancora da fare, però abbiamo già fatto tanto con la mediatrice.
PRIORITÀ ASSISTENZIALI ANCHE PER UNA EVENTUALE DIMISSIONE
Beh sicuramente... Cosa penso... non è che facciamo molto noi nel senso che a dipendenza di dove viene...
Cioè se viene dal centro asilanti li si rimanda al centro asilanti, poi sono loro che si occupano di tutto. Se invece vengono direttamente dalla stazione o dal confine sono le guardie di confine... Quindi noi in sé per il post... cioè oltre a dove ci dicono loro di collocarli non facciamo.
HAI MAI AVUTO UN SENSO DI FRUSTRAZIONE ARRIVATA A CASA?
No, assolutamente no. Cioè nel senso. Dipende. Non è che... So che comunque qualcosa verrà fatto. Confido nelle altre figure.
PERSONA RIFUGIATA E PAZIENTE RIFUGIATO
Beh… il fatto che in tutte e due le persone il vissuto è sempre lo stesso. Se io penso ad un paziente rifugiato penso che comunque è stato tolto da una vita probabilmente straziante, arriva qui dove magari pensa di riuscire a trovare l’oro tra virgolette, viene subito messo in un ospedale, dove ci sono persone nuove, dove l’ambiente è nuovo, dove viene rinchiuso in una stanza perché appunto è in isolamento... Quindi tra paziente rifugiato e persona rifugiata questo sta un po’ nel, mmh, ecco... Il paziente rifugiato ha un doppio trauma. Anche perché spesso la persona rifugiata è insieme ai suoi compari, nel senso hanno fatto lo stesso viaggio, vengono dalla stessa nazione, parlano la stessa lingua... e qua non c’è nessuno.
A LIVELLO DI RICOVERI, CI SONO PROBLEMATICHE COMPORTAMENTALI?
Assolutamente sì. Spesso sono aggressivi, più che verbalmente fisicamente, spesso sono strafottenti in alcune occasioni, ma questo non vuol dire che... probabilmente dato proprio dal loro passato. Però sono delle cose che vengono, che almeno io noto.
Però ci sono anche quelli tranquilli, spaventati, molto.
Poi ci sono quelli che scappano dalla camera di isolamento e questo mi provoca rabbia. Molta rabbia ma rabbia perché mi chiedo... ok... mmh... rabbia dal momento che gli è stato spiegato il motivo del perché lui è in isolamento. Quello.
BARRIERE -‐ Lingua
-‐ Interpreti non contattabili 24h/24h -‐ Culture differenti
Però trovo che il linguaggio sia alla base, perché una volta che hai il linguaggio riesci a comprendere anche la cultura, quello che ha vissuto...
Poi dipende tu che persona sei;; questo influenza il fatto che una persona si confidi sul proprio vissuto.
FLUSSO MIGRATORIO: BARRIERA, CRESCITA, ENTRAMBE LE COSE
Nella realtà ospedaliera un po’ come entrambe le cose. Come crescita, vabbè, conoscenza di nuove malattie, nuove culture, nuovi modi di approcciarsi. Come barriera se tu vuoi è un po’ il fatto che spesso rimangono qua comunque per diverso tempo.
A livello di tempo non trovo difficoltà perché spesso sono autonomi, non mi creano...
QUANDO VIENE RICOVERATO UN PAZIENTE RIFUGIATO TUTTI GLI INFERMIERI POSSONO OCCUPARSENE?
Sì.
PROTOCOLLI E RISORSE MATERIALI E NON MATERIALI A CUI FAR CAPO SE NON C’È LA MEDIATRICE?
Beh, sì. Abbiamo sicuramente in DoQu, una scheda con le varie persone che lavorano all’Ente, che sai possono aiutare con la traduzione, quindi potrei provare a contattare loro, anche perché questo è a vantaggio della persona, so che è all’interno dell’Ente quindi so che c’è comunque anche per loro il segreto professionale. In ogni caso non gli vado a spiegare grandi cose ma vado a spiegare solo quello che ho bisogno di tradurre.
Poi abbiamo il tablet, e... sinceramente basta.
RICHIESTE DEL PAZIENTE RIFUGIATO POSSONO ESSERE DIFFERENTI -‐ QUALI SONO LE RICHIESTE PIÙ FREQUENTI
-‐ COME CAMBIA LA RISPOSTA AD UNA SITUAZIONE CHE SI DISTANZIA DALLA NORMA
Allora le richieste principali sono: cibo, quindi hanno fame (spesso ti chiedono gelato, ovomaltina, zwieback). Poi vabbè, spesso ti chiamano perché ti chiedono di poter uscire perché vogliono uscire. Oppure ti chiamano spesso perché non riescono a capire il perché devono restare in camera.
Rispetto ai pazienti “normali” ho vissuto e visto comportamenti differenti degli operatori, assolutamente sì questo. Soprattutto a livello medico, ma non medico di reparto, ma altri medici.
MIGLIORAMENTI
Beh, sinceramente, farei, proporrei che magari, visto che fanno le formazioni per imparare l’inglese e queste cose, magari mettere l’insegnamento per quello che è un pochino anche solo brevi frasi, però magari un infermiere o più infermieri che possano informarsi sulla lingua. Io per esempio non mi ritengo formata per quello che è il fenomeno migratorio. Cioè per quello che è gestire la terapia sì, però per tutto il resto no. Ma anche per la cultura, adesso è vero che sono tanti anni che li seguiamo però sai che lui è somalo quest’altro é... ecc., più che altro per loro.
Intervista n°3 -‐ Donna -‐ Età: 31 anni
-‐ Infermiera da 8 anni
QUALI I VALORI E LE CARATTERISTICHE DI UN INFERMIERE, PERCHÉ SEI INFERMIERA?