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Come nel caso di Altre Americhe, si solo selezionati per l’analisi alcuni scatti che possano fondare la critica fin qui formulata. Tra l’altro, sono diverse le analogie con la prima raccolta analizzata- sia in termini di forma (l’estetica di Salgado rimane inconfondibile nel corso della sua carriera), sia relative al contenuto. La centralità della terra riappare da subito, oltre che nel titolo, nella prima parte del libro: in Gente della terra si trovano anche diversi scatti che ritraggono scene religiose - altra analogia con Altre Americhe. Uno di essi297 ritrae una predica tenuta dall’ecclesiastico Padre Damiano, in piedi su un rudimentale pulpito (una sedia in legno) nel buio di una messa mattutina all’aperto. Un numeroso gruppo di uomini ascolta attentamente, illuminato dalla stessa luce che dipingeva i volti della suora e dell’indio di Altre Americhe.

296 P. Nair, op. cit., 86

297 S. Salgado, Pernambuco, 1982, Terra, Contrasto, 22. Il fotografo spiega che “da più di 60 anni, Fra Damiano percorre in Nordeste del Brasile in tutte le direzioni, predicando i principi fondamentali dell’amore, della verità e della giustizia” (supplemento a Terra, p.12).

In Terra, Salgado torna a concentrarsi sulla povertà nelle campagne del Nordest del Brasile dei primi anni ’80. Una delle fotografie risalenti a quel periodo298 fa parte della sezione La forza della vita e mostra due uomini che, chini sulla scarsa vegetazione del deserto nel Ceará, raccolgono e pelano alcuni cactus per poterne offrire la polpa ai propri bambini, che sullo sfondo stringono il loro misero bottino. Tali condizioni di vita spinsero diversi brasiliani a lasciare le zone rurali per recarsi in città: ecco che, nella sezione La vita nelle città, Salgado mostra le difficoltà cui va incontro chi si

trasferisce non solo da un’area geografica all’altra, ma anche da uno stile di vita all’altro: un’immagine299, in particolare, ritrae un gruppo di uomini che,

disposti in circolo intorno ad una cesta di mais, lo benedicono imponendo i palmi. Salgado spiega che la gran parte di essi “lavorava in campagna producendo direttamente gli alimenti necessari alla loro vita, mentre per mangiare ora dipende dalla carità degli altri” 300: il cibo acquista quindi

un’aura quasi sacra – anche grazie all’importanza del culto e della ritualità nella vita delle campagne. Un’altra fotografia che mostra le conseguenze di un massiccio esodo rurale nelle città è il caotico ritratto dei piccoli ospiti di un orfanotrofio di São Paulo301: decine di bambini si dimenano, in apparente

stato di abbandono, sul pavimento di un cortile. Si tratta di un centro in cui sono ospitati 428 bambini, per molti dei quali l’abbandono è stato frutto di dinamiche di disgregazione familiare conseguenti alla migrazione in città302. Nella metà superiore dell’immagine, alle loro spalle, si staglia il profilo dei grattacieli della metropoli, davanti alla quale emerge solitario il seggiolone di un bambino i cui occhi, dall’espressione sorprendentemente adulta, sono fissi nell’obiettivo del fotografo e sembrano proiettare l’incerto futuro di tutti quei bambini.

A fronte dell’esodo nelle città e delle sue problematiche, si è visto un fenomeno inverso: l’insediamento in terreni agricoli in disuso da parte del MST. Uno degli scatti più significativi del volume come opera politica303 appartiene alla sezione della Lotta per la terra e rappresenta le esequie delle

298 Ivi, Ceará, 1983, 62-63 299 Ivi, São Paulo, 1996, 91

300 S. Salgado, supplemento a Terra, Contrasto, 23 301 S. Salgado, Terra, Contrasto, São Paulo 1996, 94-95 302 S. Salgado, supplemento a Terra, Contrasto, 24 303 S. Salgado, Pará, 1996, Terra, Contrasto, 120-121

vittime del già discusso massacro di Eldorado. Due file di bare decorate da corone e circondate da una vasta folla occupano due “linee dei terzi”304 della fotografia. La folla occupa in realtà una parte minima dell’inquadratura, in termini di spazio, scelta formale che lascia intendere chiaramente che sono le vittime invisibili chiuse nelle bare i veri soggetti dello scatto. Il MST, però, viene rappresentato anche in circostanze meno gravi: una delle fotografie ritrae un affollato ambiente scolastico messo a punto nell’insediamento di Santa Clara305, che conta 650 famiglie306 .

L’attrezzatura, come si può osservare, è rudimentale, costruito o fornito da cooperative di MST vicine, mentre gli insegnanti sono membri del

Movimento: si tratta di un piccolo esempio di autogestione all’interno di queste comunità rurali indipendenti. Un altro esempio di successo del Movimento è costituito dall’immagine che conclude la raccolta (vedi fig.2 riportata qui di seguito)307: essa ritrae l’entrata trionfale di una fiumana di contadini nella Fazenda Giacometti, già nominata nel paragrafo precedente. Il corteo pare interminabile e si perde nello sfondo, tra la polvere della strada sterrata. In primo piano, svetta un contadino che fa il suo ingresso nel nuovo terreno da occupare sollevando la falce al cielo ed esprimendo

risolutezza, determinazione e trionfo.

304 La “regola dei terzi”, alla base della tecnica fotografica, insegna che l’attenzione dell’osservatore si concentra lungo le linee di una griglia immaginaria che divide il fotogramma, appunto, in terzi.

305 S. Salgado, op. cit., Sergipe, 1996, 114-115 306 S. Salgado, supplemento a Terra, Contrasto, 27 307 S. Salgado, Terra, Contrasto, Paraná, 1996, 136-137

Fig. 2: S. Salgado, Paraná 1996, Terra, Contrasto, 136-137

Le immagini di Terra mostrano come il fotografo abbia desiderato dare un senso più profondo a fotografie già pubblicate in precedenza, e come sia palese il suo schieramento al fianco del Movimento Sem Terra, il che non è irrilevante per la critica che questa tesi va costruendo. L’analisi delle fotografie ha così permesso di rendere evidente come Terra presenti un carattere più politicizzato rispetto ad Altre Americhe, pur presentando con esso tante analogie e continuità (addirittura vari scatti in comune). In questo capitolo, quindi, si sono volute analizzare la nascita dell'atteggiamento politico nella fotografia di Salgado e la sua evoluzione nel tempo; in

particolare, Altre Americhe è fondamentale non solo in quanto esordio della carriera del fotografo, ma anche per l'attenzione che destò in lui rispetto alla tematica della povertà, legata a fattori umani o ambientali, come la carestia che aveva osservato durante la siccità del 1983 nel Sertão, nel nordest del Brasile, e che sarebbe stata poi il centro della successiva raccolta Sahel, che racconta la stessa problematica nell'omonima regione africana. Si vedrà poi che entrambe le raccolte qui analizzate sono collegate a quelle che si prenderanno in considerazione nel prossimo capitolo: La mano dell'uomo e In cammino.

CAP. 4 – LA MANO DELL’UOMO E IN CAMMINO. PROGETTI GLOBALI

La mano dell'uomo ed In cammino sono opere realizzate nell'arco di diversi anni ed in parte contemporanee: la loro analisi si inserisce nel

contesto della critica visiva di Salgado alla globalizzazione che era iniziata e si era sviluppata in Altre Americhe e Terra. Il lavoro e la migrazione umana, infatti, sono ambiti particolarmente influenzati dalle conseguenze della globalizzazione: l'occhio di Salgado li fotografa per raccontarli e portarne alla luce lati spesso dimenticati. I primi due paragrafi del capitolo

serviranno ad introdurre la relazione e le conseguenze della globalizzazione con questi due ambiti, per poter meglio comprendere gli aspetti su cui Salgado si concentra nelle sue fotografie ed il loro significato nel contesto storico in cui esse vengono realizzate.