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Testimoni della Lamentatio beate Virginis

IL TESTO E LA SUA FORTUNA

1. Testimoni della Lamentatio beate Virginis

Ai nni 1-78 sono descritti i manoscritti, ai nn1 79-97 le stampe. Si indicano con un asterisco gli e- semplari che sono stati oggetto di esame autoptico. In bibliografia si citano solo le opere in cui si forniscono informazioni sulla forma esterna, sui contenuti o sulla storia del testimone.

Manoscritti

1. BERLIN, Deutsche Staatsbibliothek, Hamilton 348 [= B]

Cart., sec. XV ex.-XVI in., mm 210 × 155; IV + 180 (in realtà 178, perché le cc. 40 e 107 sono cadute); num. ant. a inchiostro nel marg. sup. della carta; a c. 180 la numerazione originaria è stata eliminata da un intervento di restauro ed è stata reintegrata da mano moderna. Dalla tavola delle rime (cc. I-IIIr) si evince che sono cadute due carte anche alla fine del manoscritto.

Fascicoli: I-III10, IV10 (meno l’ultima c.), V-X10, XI10 (meno la settima c.), XII-XVIII10, con ri- chiami orizzontali.

Filigrana: BRIQUET 2583 (Brescia 1489).

Scrittura: bastarda, di base testuale, con elementi di minuscola umanistica, di mano unica, su due coll. (ll. 36), ad eccezione delle cc. 1-4 e 22-23, su una col., e di c. 172v, su tre coll. Tavola dei contenuti alle cc. I-IIIr, di mano antica.

Rubriche e iniziali di componimento in rosso. Legatura mod. (sec. XVIII) in pelle.

Provenienza. A c. 1 r si legge, di mano settecentesca: «Al M.R.P. Giovanni | degli Agostini Bi- bliotecario della Vigna» [cioè del convento di S. Francesco della Vigna di Venezia].1

A c. Ir si leg- ge, una volta a lapis e una volta a inchiostro, un’antica segnatura: «837».

Contiene: laude e rime, perlopiù di argomento religioso o moraleggiante, di diversi autori (Ja- copone da Todi, Leonardo Giustinian, Petrarca, ecc.), inni latini attribuiti a s. Bernardo. Alle cc.

1 Si tratta dell’autore delle Notizie storico-critiche intorno alla vita e le opere degli scrittori veniziani, 2 voll., Venezia, 1752-1754, vissuto tra il 1701 e il 1754. Per alcune ipotesi sulla storia del manoscritto dal sec. XVIII alla fine del sec. XIX, si ve- da LUISI,Laudario Giustinianeo, pp. 36-44.

125v-126v troviamo l’oratio finale della Lamentatio: Lauda del Iustiniano | «Nele toe braze, Verzene Maria». In fine: Finis.

Bibliografia: L. BIADENE, Un manoscritto di rime spirituali (Codice Hamilton 348), in «Giornale storico della letteratura

italiana», IX 1887,pp. 186-214, X 188,p. 338; TENNERONI,Inizii, p. 30 n° 131; LUISI, Laudario Giustinianeo, I, pp. 36-

52; MANETTI,Laudario, p. XLIX.

2. BOLOGNA, Biblioteca Arcivescovile, 4880 (già Aula 2a C. VI. 4) [= Bo]

Cart. (membr. c. 3), sec. XV ex. (1490), mm 284 × 202; I + 91 + I, in realtà III (mod. cart.) + I (ant. membr.) + 78 + XI (mod. cart.); la parte esterna di un foglio antico, recante un’iniziale de- corata («P») e un fregio, è stata incollata sul recto di c. 1; nella parte asportata era riportato proba- bilmente il titolo dell’opera contenuta nel manoscritto. Numerazione mod. a lapis in basso a de- stra.

Fascicoli: I10-VI10, VII8, VIII10; richiamo alla fine del quinto fascicolo.

Scrittura di base testuale, di mano unica, a tutta pagina. In molte parti del codice, le rubriche sono state realizzate da una seconda mano, caratterizzata da un ductus fortemente corsivo. Bian- che le cc. 40v, 41-43, 81v, 82-91. Nella parte centrale di c. 1r si legge una nota di Carlantonio Macchiavelli, datata 1721, che riprende verosimilmente parte della titolatura originale: «[P]RATTICA DEL MODO DI | CONFORTARE LI CONDEN-|NATI À MORTE DI LUIGI | DI LIONARDO MACCHIAVELLI | SCRITTA ADÌ V. APRILE M.CCCC.|LXXXX. || Agiuntovi l’Indice delli Capi della medesima | dal Dottore D. Carl-Antonio di Gio: Antonio | Macchiavelli li XXIX Agosto Ve- nerdi AS. | M D.C.C. XXI».

Rubriche in rosso, iniziali e segni di paragrafo alternativamente rosse e azzurre. Miniature a c. 3v (la Vergine che accoglie sotto il mantello alcuni fedeli [forse la Compagnia dell’Ospedale della Morte, o la famiglia Macchiavelli]) e a c. 4r (la croce sopra un teschio, con i simboli della Passione di Cristo: una corona di spine, due flagelli, due chiodi). Iniziale decorata su sfondo d’oro alle cc. 4r e 44r. Sempre a c. 4r, nel margine inferiore, stemma della famiglia Macchiavelli (v. avanti). Ini- ziale decorata su sfondo d’oro e fregio con motivi floreali nel frammento conservato a c. 1r.

Restaurata la c. 4.

Legatura originale in cuoio su tavola. Sul dorso, cartiglio con titolo di mano moderna (sec. XVIII): «Consol<a>ziō: (?) | de’ | Condannati».

Copista, data e possessore. Nel margine inferiore di c. 4r si legge: «M CCCC LXXXX»; a c. 81r: «Scriptum per me Aloysium Leonardi de Macchiavellis civem Bononien(sem) anno D(omi)ni Mcccclxxxx. die v. aprilis». Il codice è appartenuto a Carlantonio Macchiavelli (c. 1r, v. sopra) e poi al card. Carlo Oppizzoni, di cui si conserva l’ex libris a c. 1v. Antiche segnature della Bibliote- ca a c. Iv: «I. III. 5» (biffato); sotto, «Aula 2a. C. VI. 4».

Contiene un’operetta edificante (Questa sì è la forma e modo come se debe ordinare et disporre quelle p(er)sone che voglino andare a consolare et confortare li iusticiati a morte, c. 4r), scritta per la «Conpagnia ca- ritativa del’hospitale dela morte da Bologna» (c. 44r), in cui sono inseriti opuscoli di argomento religioso, orazioni, salmi, laude e poesie sacre, tra cui l’oratio finale della Lamentatio, adespota e a- nepigrafa (cc. 37r-38v): inc. «Nele toe brace, o Vergene Maria»; in fine: Finis.

3. BOLOGNA, Biblioteca Nazionale Universitaria, 12, busta II, 4 (già Aula II A, caps. 199, 4) [= Bu]*

Cart., sec. XV (1448), mm 224 × 147; II (mod., costituite da un bifolio volante, anticamente incollato al verso del piatto ant.) + 56; numerazione ant. parziale a inchiostro nell’ang. sup. destro (cc. 1-32), numerazione mod. a lapis nell’ang. sup. destro (cc. 33-56); la c. 24 presenta una doppia numerazione

Filigrane: BRIQUET 6027 (Lucca 1457), BRIQUET 11877 (Treviso 1441).

Scrittura corsiva di tipo usuale (con ductus più posato alle cc. 44r-49v), di mano unica, a tutta pagina. Bianche le cc. 1v, 32r, 33v-34r, 55-57. Indice dei contenuti alle cc. Ir-IIr (sec. XVIII).

Iniziali di testo e dei capitoli della Lamentatio in rosso.

Cartiglio incollato a c. Iv recante l’incipit della Lamentatio della stessa mano che ha trascritto l’indice.

Leg. ant. in pergamena.

Copista e possessore. A c. 2r si legge: «Mccccxxxxviij die quinque sitembrius [sic]»; a c. 31v, in rosso: «Choradino barbiero s(crip)s(i) i(n) Vinexia». È appartenuto al canonico G. G. Amadei.

Contiene:

- cc. 2r-24r, [Enselmino da Montebelluna, Lamentatio beate Virginis]. Inc.: «Ave Rezina, verzene gloriossa». È divisa in 10 parti non numerate, indicate dalla sola iniziale maiuscola. In fine: Finitto e—lame(n)tto dela Don(n)a el quall fieze sam Bernardo. Deo gacias amen. Segue l’orazione finale (c. 25r- 27r), sempre attribuita a s. Bernardo (Horatio Santti Bernardis [sic]); in fine: Finis.

- cc. 25r-54v: rime e poemetti di argomento sacro in terzine e in ottave; Io schrissi zhià d’amor più volte rime di Antonio Beccari, attribuito a Dante (cc. 34v-38v); articoli della dottrina cristiana; tavo- la cronologica per trovare le feste negli anni 1449-1484; salmi in latino e in volgare; litanie in lati- no.

Bibliografia: ZAMBRINI,Descrizione, pp. 512-16; FRATI, I codici Danteschi,p. 68; IMBI, XV, pp. 50-51; DE ROBERTIS,

Censimento,pp.156-157;ID., Rime, p. 44.

4. BOLOGNA, Biblioteca Nazionale Universitaria, 15 7 (già Aula II A, 142) [= Bu1]* Cart. (membr. le cc. 1 e 10), sec. XV (IIa metà), mm 305 × 200; I (mod.) + IV (mod., costituite da un quaderno di misure 215 × 150, la III e la IV num. mod. a lapis a-b) + VII (ant., num. mod. a lapis c-h) + 225 (in realtà 224, essendo stato saltato il n° 91) + IV (ant., num. mod. I-IV) + I (mod.); numerazione ant. ad inchiostro nell’ang. sup. destro di due mani (1-18; 19-225).

Fascicoli: I10, II8, III-XII10, XIII2, XIV-XVI10, XVII-XXI12, XXII10, XXIII8 (comprendente an- che le cc. I’-IV’), con richiami orizzontali.

Filigrane: BRIQUET 6079 (Bologna 1475), BRIQUET 7224 (Bologna 1479-84), BRIQUET 11711 (Bologna 1480-90), BRIQUET 11722 (Reggio Emilia 1439-50).

Scrittura di tipo usuale, di mano unica, su due coll. (tranne che alle cc. 145r, 219r, su tre coll., e alle cc. 140r, 144r-v, su quattro coll.). Bianche le cc. 86v-88v, 109v-109v, 120v-121v, 151v, 225v- IV’. A c. h, tavola dei contenuti della stessa mano che ha trascritto il codice, incompleta («Questa sié la tavola di questo presente libro chiamato Quolibet el quale trata de diverse cosse»). Numero- se annotazioni di mani moderne nelle carte di guardia anteriori: cc. a-b, note sul Fiore di virtù (sec. XVIII); cc. d-e, indice sommario dei contenuti (sec. XVIII); c. c recto, vecchia segnatura («Cod. num.° 142. Aula - 11-A») e note sulla provenienza del codice (sec. XVIII); c. 2r, nota di possesso di Antonio Francesco Caprara. Tra le cc. 58-59 è stato inserito un cartiglio con note di mano mo- derna sull’Elucidarium.

Rubriche in rosso, iniziali alternativamente rosse e blu, filigranate alle cc. 19r, 34r, 36v, 40r, 44v, 48r, 51r, 59r, 89r, 110r, 122r, 152r, 163v, 174r, 181v, 185r. Disegni acquarellati nel Fiore di virtù, disegni a penna nel volgarizzamento dell’Imago mundi.

C. 1 frammentaria.

Leg. mod. in mezza pelle su cartone. Resto dell’antico dorso sul piatto anteriore verso, recante il titolo: «Rime e prose. M.S. sec. XV».

È appartenuto ai canonici A.F. Caprara e G.G. Amadei. Contiene:

- prose e poesie di argomento religioso e morale, tra cui: La fanciullezza di Gesù di Felice da Massa; il Fiore di virtù; un volgarizzamento del De consolatione philosophiae di Boezio; volgarizzamenti dell’Imago mundi e dell’Elucidario di Onorio Augustodunense; Tattato della Confessione di s. Bernardi- no da Siena; laude adespote («per lo più di tradizione bolognese e ferrarese», LUISI, Laudario Giu- stinianeo, I, p. 146); sonetti di Antonio Beccari; La Passione e La Risurrezione di Niccolò Cicerchia; Credo di Dante del Beccari; l’Orazione «de Trinitate» di Antonio Barbadoro;

- cc. 174r-181v: [Enselmino da Montebelluna], Qui comincia il Pianto dela beata v(er)gene Maria so- pra del suo Figliuolo mes(ser) Jesù Christo, nel quale raconta tutta la passione desso suo Figliuolo. Inc.: «Ave Regina, Virgo glorïosa». In fine: Amen. Diviso in undici parti: dieci capitoli numerati, compren- denti l’oratio finale (Capitolo decimo et ultimo), più l’orazione iniziale senza rubrica.

Bibliografia: ZAMBRINI,Descrizione, pp. 121-36, 251-72; FRATI, I codici Danteschi,pp. 71-72; IMBI, XV, pp. 149-54;

DE ROBERTIS,Censimento,pp.157-58;M.DEGLI INNOCENTI, I volgarizzamenti italiani dell’Elucidarium di Onorio Augu-

stodunense, in «Italia Medioevale e Umanistica», XXII 1979, pp. 239-318, in part. pp. 243-47; LUISI,Laudario giustinianeo, I, pp. 146-48; B. TOSCANI, Due capitoli sulla Trinità di Antonio Barbadoro (1439), in «Rinascimento», 2a s., XXV 1985, pp. 83-100, in part. p. 86; DE ROBERTIS,Rime, pp. 44-45.

5 . BOLOGNA, Biblioteca Nazionale Universitaria, 2618 (già Aula III, append. mss. 15 09, già Aula III A, II, 7) [= Bu3]*

Cart., formato da vari fascicoli di epoche differenti (secc. XV-XVII) e di misure leggermente differenti (mm 220 × 150 ca.), assemblati probabilmente nel sec. XVII, epoca a cui risale la nume- razione a penna; II (mod.) + V (ant., num. mod. a lapis I-V) + 222 + I (ant.) + I (mod.); num. ant. (sec. XVII) a inchiostro e moderna a lapis nell’ang. sup. destro.

Il fascicolo che qui ci interessa occupa le cc. 153-161 (quinterno mancante dell’ultima c.). Fili- grana: BRIQUET 15811 (Bologna 1430-32). Scrittura corsiva, di mano quattrocentesca (cc. 153- 159), su una colonna; bianca la c. 160r; giunte di mano posteriore alle cc. 160v-161r.

Legatura mod. in pergamena su legno.

È appartenuto a P. Trombelli, proviene dalla Biblioteca di S. Salvatore. Contiene:

- rime di argomento sacro e profano;

- cc. 155r-157r, oratio finale della Lamentatio, adespota: Laus ad b(ea)tam V(ir)ginem | «Nele braze o Vergine Maria». In fine: Finis.

Bibliografia:E. LAMMA, I codici Trombelli della R. Biblioteca Universitaria di Bologna,in «Il Propugnatore», n.s., VI 1893, pp. 228-29, 233, 242-50, 265-82, 292,in part.pp. 242-50; IMBI, XXIII, pp. 107-108; DE ROBERTIS,Censimento, pp.

168-70; KRISTELLER,Iter italicum, V,pp. 496-97; I. VENTURA FOLLI, I codici posseduti da Giovanni Grisostomo Trombelli

conservati nella Biblioteca Universitaria di Bologna, in Giovanni Grisostomo Trombelli (1697-1784) e i canonici Regolari del SS. Sal- vatore, a cura di M.G. TAVONI e G. ZARRI, Modena, Mucchi, 1991, pp. 211-65,in part. pp. 231; DE ROBERTIS,Rime,

pp. 59-60.

6. BOLOGNA, Biblioteca Nazionale Universitaria, 2845 [= Bu2]*

Membr., sec. XV (1479 ca.); mm 172 × 124; I (cart., n.n.) + XX (cart., num. mod. a lapis I- XX) + 349 + I (cart.). Numerazione ant. ma non orig. a inchiostro sul recto e sul verso; alle cc. 243- 401 sono visibili tracce di una numerazione più antica (nni

1-80).

Fascicoli: I14 (meno due cc. dopo c. 16), II8, II-V10, VI-VII12, VIII10, IX10 (meno le due cc. fina- li), X10 (meno la c. finale), XI-XII10, XIII12, XIV-XX10, XXI10 (meno le due cc. finali), XXII- XXIII10, XXIV10 (meno le due cc. finali), XXV-XXVII10, XXVII12, XXIX-XXXII10, XXXIII10 (meno le tre cc. finali). Richiami alle cc. 60, 80 e da c. 262. La c. 697 è incollata su I’. Frammenta- rie le cc. 203, 681, 693.

Scrittura minuscola posata di base testuale («semigotica»), di mano unica fino a c. 687, a tutta pagina, tranne che alle cc. 223-238, su due colonne; giunte di varie mani più tarde alle cc. 689-697.

Bianche le cc. 3, 17, 24, 246, 406, 688. Alle cc. I- IV, indice dei contenuti; alle cc. V-IX, indice de- gli autori. Sul verso del piatto ant., nota sul cod. firmata «Emil. D. Ch. Trombelli».

Rubriche in rosso, iniziali alternativamente rosse e blu; tre tavole geografiche alle cc. 18-23, acquarellate.

Legatura mod. (sec. XVIII) in pelle su legno.

Origine e provenienza. Il codice fu redatto in ambiente ferrarese fra il 1471 e il 1479, come si può dedurre dalle annotazioni diaristiche relative alla corte estense vergate dalla stessa mano che ha trascritto il codice a c. 1r (anni 1417-1471) e a c. 697 (1472-1479). Sempre a c. 697, una mano posteriore ha registrato altri avvenimenti risalenti agli anni 1493-1500. Proviene dalla Biblioteca di S. Salvatore (di cui si conserva l’ex libris sul dorso e sul verso del piatto ant.: «EX. BIB. S. SALVATORIS»), dove recava la segnatura «895».

Contiene:

- Isidoro, De imagine mundi; orazioni, epistole, sermoni, profezie della Sibilla in latino; sonetti di Petrarca, Cecco Angiolieri, Vannozzo, Ciano di Borgo da San Sepolcro; un capitolo di Giovanni Quirini; laude, perlopiù adespote, di Jacopone, Caterina de’ Vigri, Bianco da Siena, Feo Belcari, Girolamo Savonarola, Leonardo Giustinian, Neri Pagliaresi; scritture ascetiche in latino;

- cc. 223-238, [Enselmino da Montebelluna], Plantus [sic] Marie V(ir)ginis gl(or)iose. Inc.: «Ave Maria, Virgine gl(or)iosa». Manca l’oratio finale (vv. 1392-1513). In fine: Finis. Deo gracias. Amen. È diviso in dieci parti: nove capitoli numerati, più l’orazione iniziale senza rubrica.

Bibliografia:IMBI, XXIII, pp. 142-45; LUISI, Laudario Giustinianeo, I,pp. 143-46; CORSI,Rimatori del Tre- cento, p. 20; DUSO,Giovanni Quirini,pp. XXXIV-XXXV; DELCORNO,La tradizione,pp. 21-25, n° 8.

7. BOLOGNA, Biblioteca Nazionale Universitaria, 4019 [= Bu4]*

Cart., sec. XV (ultimo quarto), mm 141 × 102; I (cart. mod.) + I (perg. ant., num. a lapis I) + IV (cart., num. mod. a lapis II-IV facenti parte del I fasc.) + 163 + I (cart. mod.); numerazione mod. a inchiostro fino a c. 62, a lapis da c. 63, nell’ang. sup. destro.

Fascicoli: I16 (meno le prime tre cc. e la c. finale), II-IV16, V10, VI-X16, XI16 (meno le due cc. fi- nali) + 3 cc.

Filigrane di un unico tipo, di difficile identificazione a causa della rifilatura.

Scrittura corsiva di base umanistica con elementi di testuale, di mano unica, su due coll. alle cc. 1r-22v, 39v-80r, 85r-90v, 98r-102v, 119r-159v, a tutta pagina nelle rimanenti. Bianche le cc. 160- 163.

Restaurate le prime e le ultime cc., danneggiate dall’umidità.

Leg. ant. in pelle su legno, con disegni geometrici incisi a secco sui piatti. Dorso rifatto mo- dernamente.

Due brevi note, la prima relativa alla creazione della confraternita dei Bianchi («Tempore Cle- me(n)tis V an(n)o 1308 fuit (com)busta ecc(lesi)a Lateranens(sis) et mulieres i(n)ceperu(n)t porta- re linteamina alba, c. 158r»), la seconda inerente a un evento di storia bolognese del 1400 («Da poi el giubileo ch(e) fu 1400, fu zeneralme(n)te una gran moria quasi p(er) tutto lo mu(n)do, e li predicatori p(re)dicavano ch(e) era la fine del mu(n)do; e così fu p(r)incipio delli Bia(n)chi ch(e) ca(n)tavano», c. 159v), suggeriscono che il manoscritto sia stato esemplato ad uso di una compa- gnia di Bianchi bolognesi (FRATI, op. cit. in bibliogr., pp. 319-20). A c. 158v-159v si trova inoltre un componimento religioso che parla ugualmente dei Bianchi (Aparve la Virigine gl(or)iosa). Una nota marginale alla lauda Laudate Dio, laudate Dio (c. 76v), che recita «cantase come Ben vegna ma- gio», conferma che le laude contenute nel codice venivano cantate.

Contiene:

- cc. 64r-137v, 151v-159v, laude in volgare di Jacopone, Feo Belcari, Leonardo Giustinian, Lu- crezia de’ Medici, Francesco d’Albizzo, Neri Pagliaresi e altri;

- cc. 138r-151r, [Enselmino da Montebelluna], Income(n)za el lame(n)to ov(er)o reco(r)dame(n)to della Passione de Christo. Cap(ito)lo p(r)imo. Inc.: «Ave Regina, Virgo glorïosa». In fine: Finis. Consta di undici parti: nove capitoli numerati (oratio iniziale + capp. I-VIII) e due non numerati (cap. IX e o- ratio finale).

Bibliografia: L.FRATI,Un codice ignoto di laudi latine e volgari, in «Giornale storico della letteratura italiana», LIII 1909,

pp. 319-29; IMBI, XXVII, pp. 93-96; LUISI,Laudario giustinianeo, I, p. 148.

8. BORGOMANERO (NO), Fondazione «A. Marazza», Archivio Molli,

Laudario dei Di-

sciplinati raccomandati di S. Giuliano-S.Giovanni Battista di Novara

[= Bm]

Cart., sec. XV (seconda metà), mm 190 × 140; I + 153 + I, n.n. Fascicoli: I10

, II8 , III6

(più un foglio volante), IV6 , V4 , VI8 , VII6 , VIII8 , IX6 , X8 , XI12 , XII8 , XIII6, XIV8, XV10, XVI8, XVII6, XVIII16, XIX8. Richiami nei fascicoli VI, X, XI, XIV, XV.

Scrittura: littera textualis di mano unica, con aggiunte di mani del sec. XVI alle cc. 10v, 15v-17v, 33v-34r, 35r, 127r-129r, 146r, 151v-152r. Bianche le cc. 18, 35, 97, 129v, 133v, 139v-145v, 149v- 151r.

Rubriche e iniziali in rosso.

Macchie di umidità in tutto il codice.

Legatura ant. (sec. XV o XVI) in assicelle di legno con la costola in pelle. Sul piatto esterno è intagliato lo stemma della Compagnia, una croce tra le lettere B e B. Sul dorso: «23».

Contiene: uffici dei Disciplinati (1r-13v, 95r-96v, 126v-129r); orazioni in latino e in volgare (14r-35v, 70r); laude in volgare (36r-39r, 40r-48r, 55v-70r, 130r-148v) e inni latini (39r-40r); medi- tazioni sopra le ore canoniche (50r-55r);

- cc. 98r-126, Niccolò Cicerchia, La Passione;

- cc. 70v-94v, [Enselmino da Montebelluna], Passio V(ir)ginis Marie. Inc.: «Ave Regina, V(er)gine gloriosa». Si interrompe al v. 1391. In fine: Finis. L’opera è divisa in sette parti: Passio Virginis Marie (vv. 1-56); Responsio beate Marie Virginis (vv. 57-86); Principium passionis (vv. 87-301); Lectio secunda (vv. 302-579), Tercia lectio (vv. 580-854), Quarta lectio (v. 855-1038), Quinta lectio (vv. 1039-1391).

Bibliografia: P.G. LONGO, Letteratura e pietà a Novara tra XV e XVI secolo, Novara, Associazione di storia della

Chiesa novarese - Fondazione Achille Marazza Borgomanero, 1986 («Studi novaresi», 6), pp. 175-84.

9. CITTÀ DEL VATICANO, Biblioteca Apostolica Vaticana, Barberini lat. 3695 [= Ba]* Cart., sec. XIV ex. (post 1382) e XV, 182 × 139; II (cart. mod.) + 90 + I (cart. mod.), numera- zione moderna a inchiostro in alto a destra.

Fascicoli: I14 , II16

(meno la c. XIV), III16 , IV12

, 2cc., V16

(meno l’ultima), VI16 .

Filigrane: BRIQUET 11717 (Lucca 1391) o 11718 (Genova 1390), BRIQUET 15820 (Genova 1388).

Scrittura: bastarda di base cancelleresca, di varie mani: A) cc. 1r-47v e 85v-90v, con note di al- tra mano a c. 45r; B) 48r-50v; C) 51r-72v; D) 73r-83v; E) 83v-84r. La mano A) è databile al 1382- 1397, come si deduce dalle note a c. 26r («Ano d’i(n)charnazione d(omi)ni n(ost)ri Y e(s)u Chr(ist)i 1382 adì 8 de mese de zener i(n)dizione <...> i(n) Vinexia, mi Alegroto d’i Galoti»); la mano E) al 1471 (c. 50v: «1471 ad 20 setenbrio i(n) Vegexia [sic] ad [?] i’ Zuan Aluvise Morexini de ›m‹ mis(ser) Zilio scrissi»). Bianca la c. 89r.

Iniziali di capitolo e rubriche in rosso (ma l’uso non è costante), iniziali di paragrafo toccate di rosso tra c. 48r e 50r.

Macchie di umidità nelle prime cinquanta carte.

Legatura in pergamena su cartone (del 1825 come è indicato sul verso del piatto anteriore). Sul dorso: «Rime sacre», più un numero illeggibile.

Contiene: rime e prose di argomento religioso e morale, tra cui l’orazione finale della Lamenta- tio, adesp. e anep.; inc. c. 23r: «Enelle braze toy, Vergine Maria»; si interrompe al v. 1474 (c. 24v): «che le mie laude fagelle [sic] yndigne».

10. CITTÀ DEL VATICANO, Biblioteca Apostolica Vaticana, Ottoboni lat. 3322 [= Ot]* Cart., sec. XV, 210 × 142; II (I cart. mod., II membr. ant.) + 85 (ma in realtà 84, perché è ca- duta la prima c.) + I (cart. mod.), num. mod. effettuata col numeratore meccanico (ma spesso ri- toccata a lapis) in basso a destra, tracce di precedente numerazione in alto a destra alla cc. 59-60 («58», «59») e 61-62 («60», «61»).

Fascicoli: I6

(meno la prima carta), II12 , III10

, IV14

, V-VI10 , VII12

(meno la prima carta, tagliata), VIII12

, con richiami orizzontali alla fine di ogni fascicolo.

Filigrane: BRIQUET 794 (Palermo 1437-1444, Pisa 1435, Napoli 1437), BRIQUET 6689 (Udine 1448, Napoli 1453), BRIQUET 7683 (Ferrara 1415, Fienze 1420), BRIQUET 9942 (Milano 1449), BRIQUET 15865 (Prato 1427, Pistoia 1430, Fabriano 1430), BRIQUET 11850 (Genova 1450).

Scrittura a tutta pagina, di tre mani: a) minuscola posata, di base testuale, cc. 1r-6v; b) corsiva con numerosi tratti di cancelleresca, 6v-62v; c) corsiva bastarda di derivazione testuale, cc. 63r- fine; c. 85 bianca.

Iniziali di capitolo e rubriche in rosso; iniziali di paragrafo toccate di giallo fino a c. 62v. Legatura moderna in cuoio su cartone (XVIII sec.). Nota di Giuseppe Bandini sul contenuto del manoscritto a c. IIr.

Copista e data. A c. 59v si legge: «Adì primo d’ottobre anno MCCCCXXXV»; a c. 59v.: «Fini- to di scrivere adì XV di luglio 1452 [o 1492] per me Giuliano».

Provenienza. Il codice appartenne alla biblioteca del card. Giovanni Salviati (†1553) come si deduce dall’ex libris a c. 2r («Ex. lib. bibl. dom. Salviatae») e solo alla fine del sec. XVIII venne in- serito nel fondo Ottoboniano; cfr. J. BIGNAMI ODIER, Premières recherches sur le fonds Ottoboni, Ro- ma, Bibl. Apostolica Vaticana, 1966 («Studi e Testi», 245), pp. 21 e 72.

Contiene Il libro della monditia del chuore (cc. 2r-59v), scritti ascetici, rime di argomento sacro e morale. La Lamentatio, adespota e anepigrafa, si trova alle cc. 61r-81r; comincia al v. 78 per la ca- duta di una carta: «Ma p(er) lo grande affecto et la doglia»; in fine «colunt, adorant, predicant ve- tera». È divisa in dieci parti: nove capitoli non numerati, più l’orazione finale senza rubrica. 11. CITTÀ DEL VATICANO, Biblioteca Apostolica Vaticana, Patetta 15 13 [= Pat]*

Membr., sec. XV m. (post 1447), 230 × 163, IV (cart. mod., la terza e la quarta segnate rispet- tivamente I e II) + II (membr. ant., numerate III, IV) + 274 + III (cart. mod.); doppia numera- zione: a inchiostro in alto a destra, di mano del sec. XVII fino a c. 181, continuata da mano più recente da c. 182; moderna in basso a destra, realizzata col numeratore meccanico; le cc. III-IV e 273-274 costituivano le antiche carte di guardia.

Fascicoli: 2 cc., I12, II-XXXV8 (con l’eccezione di V4 e XXXII4, XXXI6 e XXXIII6), 3 cc.; ri- chiami orizzontali alla fine di ogni fascicolo.

Scrittura: littera textualis di mano unica, su due colonne. Postille e correzioni di mano settecen- tesca in numerose carte, note del Patetta a c. IIIr-v sul contenuto del codice.

Iniziali alternativamente rosse e azzurre, decorate alle cc. 186v, 187v, 189r. A c. 191 è stata a- sportata l’iniziale decorata.

Legatura moderna in cuoio con fregi dorati. Sul dorso: «Galvanei Flamme Cronaca Mediola- ni».

Contiene la cronaca di Galvano Fiamma (1283-1344) (cc. 13ra-181vb e 273-274, cfr. RIS, XI, 537-40), notizie sulla storia di Milano e dei Visconti dal 1327 al 1447 (cc. 11ra-12vb e 253v), componimenti di argomento edificante. Come si evince dal contenuto e dalla lingua, il manoscrit- to fu copiato a Milano. Alle cc. 187va-187rb si legge l’oratio finale della Lamentatio, adespota e a- nepigrafa,1 con numerose lacune (vv. 1395-1397, 1401-1409, 1422-1457, 1464-1469, 1476-1478, 1485-1502, 1512-1513): inc. «Inelle toe braze vergene Maria»; in fine: Deo gr(ati)as a(me)n.

12. CITTÀ DEL VATICANO, Biblioteca Apostolica Vaticana, Regina 478 [= Re]*

Membr., sec. XV (1455), mm 232 × 159, II (I cart. mod., II membr. mod.) + 186 + II (I membr. mod., II cart. mod.), numerazione moderna (posteriore al restauro di c. 186) a inchiostro in alto a destra.

Fascicoli: I10 (meno la terza c.), II-IV10, V10 (meno la settima c.), VI-X10, XI10 (meno la settima c.), XII-XVIII10

, XIX10

(meno l’ultima), con richiami verticali.

Scrittura minuscola umanistica molto elegante; rubriche ad inizio di testo in capitale umanisti- ca (cc. 1r e 115r-v); frequenti correzioni nell’interlinea e a margine della stessa mano che ha tra- scritto il codice, vergate con inchiostro più chiaro; specchio di scrittura di 25 righe per pagina (165 × 83 nella prima parte, 165 × 90 nella seconda); rigatura a piombo.

Iniziali di capitolo miniate o filigranate; rubriche in vari colori alle cc. 1r e 115r-v, in porpora nel resto del codice.

Fori di tarli a partire da c. 160, restaurata e frammentaria la c. 186, rovinata la miniatura a c. 58v.

Legatura moderna in pergamena rigida, dipinta in verde; il è dorso notevolmente rovinato. Data e provenienza. A c. 155r leggiamo: «Finit 1455 ma(r)tii die 22. Laus Deo». Come si evin- ce dalla rubrica introduttiva della Lamentatio (cc. 155r-v, cfr. infra), il codice fu commissionato da una nobildonna della famiglia dei Collalto, conti di Treviso fino al 1471 e patrizi veneziani dal 1306.2 Il codice è palinsesto e deriva da un registro notarile della metà del Trecento: a c. 163v si legge il nome del notaio «Bernardus oli(m) Petri iudicis Casel(is) filius» e la data «anno d(omi)ni mill(esim)o t(re)cent(esim)o q(ui)nqua<gesimo>»; a c. 163 si distingue il nome di un tal «Jacobi- nus de Çeuco sacri pala<cii> not(arius)», mentre a c. 170r troviamo la menzione di un tal «Petri q(uo)ndam patavini».3

Contenuto: volgarizzamento delle Meditationes vitae Christi di Giovanni da Cauli (1r-155r); La-

mentatio beate Virginis (cc. 155r-186r): INCOMENCIA LA ORATIONE AD ADOMANDARE

LA LAMENTATIONE DELA BEATA VERGINE MARIA, COMPILATA DA FRATE

ANSELMO DA TREVISO DEL’ORDENE DEL’HEREMITANI DE SANCTO

AUGUSTINO, A PETITIONE DELA NOBILISSIMA DONNA MADONNA CONTESSA

DA COLALTO || «AVE REGINA, VIRGO GLORÏOSA». L’opera è divisa in undici parti: no- ve capitoli numerati più le due orazioni introdotte da rubriche. A causa del danneggiamento della carta 186, i vv. 1491-1513 si leggono solo in parte.

1 Curiosa la rubrica che segue il testo: «Queste doe oratione [tra cui l’oratio finale] overo (con)fessione scritte di sopra,

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