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IL TESTO E LA SUA FORTUNA

2. Testimoni irreperibil

Manoscritti

1. Codice Bailo

Fino alla fine del sec. XIX faceva parte della biblioteca dell’abate trevigiano Luigi Bailo (1835- 1932). Secondo la testimonianza del SERENA (op. cit. in bibliogr.), era dell’inizio del sec. XV e i- niziava con la rubrica: Incipit oratio sive obsecratio ad postulandam lamentationem beate virginis compilata a fratre Enselmino da Trevixio ordinis heramitarum sancti Augustini. Per BEVILACQUA (op. cit. in bibliogr.) si troverebbe nel fondo Bailo della Biblioteca Civica di Treviso. Tuttavia la catalogazione dei co- dici appartenuti al Bailo è praticamente conclusa e del suddetto manoscritto non si è reperita traccia. È dunque probabile che si trovasse nella parte dei beni del Bailo che è andata agli eredi.

Bibliografia: SERENA,El pianto, p. 41; BEVILACQUA,Fra Enselmino, p. 159.

2. Codice Biancani

Fu descritto dal TIRABOSCHI (op. cit. in bibliogr.) quando era di proprietà di Giacomo Tazzi Biancani (1729-1789), professore di Antichità presso l’Università di Bologna: «codice cartaceo, come mi sembra del XIV secolo. Esso comincia: Incipit oratio sive obsecratio ad postulandam lamentatio- nem beatae virginis mariae, compilatam vulgariter a fratre Enselmino de Monte Belluna. L’Invocazione è in terza rima; e poscia il Lamento della Beata Vergine nello stesso metro, diviso in più capi; e per ul- timo La Passione di Cristo in ottava rima». Erroneamente il BEVILACQUA (op. cit. in bibliogr.) lo identifica con Bu4 (v. sopra, par. 1 n° 7). Stando alla descrizione del Tiraboschi, sembrerebbe cor- rispondere invece al codice oxoniense O (v. sopra, par. 1 n° 48).

Bibliografia: TIRABOSCHI,vol. V, parte II,lib. III,cap. LIV,pp. 866-67 nota; SERENA,El pianto, p. 40; FINZI,Il pian- to, pp. 336-37;BEVILACQUA,Fra Enselmino, pp. 153-54.

3. Laudario dei Battuti di Gemona (cod. Perusini)

È appartenuto a Gaetano Perusini, che così lo descrive: «Le poesie in parola si trovano in un codice, di mia proprietà, che deve aver appartenuto ad una confraternita gemonese, forse di bat- tuti, i cui membri vi hanno trascritto, in varie epoche, poesie religiose e brani di prosa, in volgare e in latino, che dovevano esser letti o cantati nelle loro adunate. Quasi tutte le poesie contenute nel codice sono anonime; tra le poche che hanno il nome dell’autore c’è un componimento che porta in fine “Dominus Bartolomeus da Baldana compusuit hanc laudem…”, Da un confronto con una lettera autografa del Baldana, che si conserva nell’Archivio Comunale di Gemona, mi ri- sulta che esso è di mano dell’autore» (PERUSINI, op. cit. in bibliogr., p. 335); «Il codice porta sul dorso il titolo “Capitoli e laudi diverse” ed è un ms. cart. del sec. XV di mm. 92 × 283; leg. in pel- le del sec. 18° con fregi in oro e titolo al dorso; di pp. num. 92 di cui I b. + 6 nn. Di cui: 4 b., 1 con l’indice di mano di Domenico Ongaro ed 1 con una nota su B. Baldana pure di D. Ongaro; call. di varie mani si susseguono e si incrociano senz’ordine. Appartenne a D. Ongaro che lo ebbe in dono, nel 1754, dal co. Pietro di Strassoldo, come si rileva da una nota che l’ongaro appose sul- la prima pagina» (ibid., n. 27). Sembrerebbe coincidere con il «Codice Ongaro» di cui parla il FINZI (Il Pianto della Vergine, pp. 334-35). Secondo Francesco MAZZONI (op. cit. in biliogr., p. 499), la parte in cui si trova la Lamentatio sarebbe «di mano della fine del sec. XIV».

Potrebbe essere tra i manoscritti del Perusini che andarono alla Fondazione Palazzo Coronini Cronberg di Gorizia.

Bibliografia: G. PERUSINI, Bartolomeo Baldana, in «Bollettino della Società filologica friulana», X 1934, fasc. 11-12

(Novembre – Dicembre), pp. 334-339, in part. p. 335 e n. 9; F. MAZZONI, Schede su manoscritti danteschi. XII.Versi della

“Commedia” in un manoscritto miscellaneo, in «Studi danteschi», XL 1963, pp. 499-550, in part. p. 499; PETROCCHI, La

Commedia, I, p. 552.

4. Codice Trivulzio-Trotti, n° 43 bis

Proveniente dalla Biblioteca Trivulzio-Trotti, fu acquistato nel 1886 da Ulrico Hoepli e poi venduto nel novembre dello stesso anno presso la casa d’aste Geo. A. Leavitt & Co. di New Y ork. L’ultimo a consultarlo fu Francesco NOVATI (cfr. op. cit. in bibliogr.), che così lo descrive: «Cod. cartaceo della seconda metà del sec. XV, di ff. 49, mis. 13 × 18 all’incirca. Legato in pelle. È di bellissima calligrafica, benché per il formato del codicetto un po’ grande; con titoli ed iniziali in rosso e rubriche. Ogni pagina contiene cinque terzine. Sul tergo si legge: Die Veneris Sancto. Passio domini nostri J. C. secundum Johannem». Sempre dalla testimonianza del Novati apprendiamo che il codice conteneva soltanto i capp. I-IX e l’oratio finale della Lamentatio, numerati I-X e introdotti dalla rubrica: Infrascripti sono li pianti li dolori e le pene portate dalla uergine maria dinanzi dal suo fiolo meser Jesu christo nella soa passione innanzi la morte e dopo la soa morte la quale passione è diuisa in diece parte como se contene nelli capitoli disotto per ordine descriti. Capitulum primum».

Bibliografia: F. NOVATI,I codici Trivulzio-Trotti, in «Giornale storico della letteratura italiana», IX 1887,pp. 137-185,

in part. pp. 175-76.

5 . Cod. trascritto da Domenico da Cartrano (

Lo lamento de nostra dona

).

È stato venduto nella seconda metà degli anni Novanta dalla Libreria Antiquaria Gutenberg di Cassano d’Adda (MI), che così lo segnala nel Catalogo n° 59 (http://www.tzm.it/gutenberg/ ca- talogo59/sezione3a.htm): «134. MANOSCRITTO SU PERGAMENA DATABILE 1350. [proba- bile errore per 1450], Lo lamento de nostra dona. SEGUE. Laude de nostra dona. SEGUE. Signa demonstrantia adventum antichristi sunt (con l’elenco dei 12 segni). SEGUE. Dampna fleo ve- rum sed plus fleo dampna dierum, Quisque potest rebus nemo succurrere diebus. L’importante manoscritto ha formato di mm. 232x178, carte 11 complessive. Scrittura umanistica corsiva, testo su 1 o 2 colonne, il tutto scritto da tale Domenico da Cartrano, vergato con inchiostro nero e rosso, nel testo 11 capilettera calligrafati in rosso e azzurro, con estensioni floreali a 1/4 di pagi- na, molto belli, altri capilettera di piccole dimensioni. Non ci risulta vi siano opere a stampa di questo manoscritto, vi sono altri manoscritti ma del secolo successivo. Caterina Santoro, i codici medievali della Biblioteca Trivulziana (TRIV. COD. 545) ne descrive uno del 1465. La Santoro nota che i testi del manoscritto sembrerebbero in veneziano, con alcune parti copiate da un origi- nale toscano. Il nostro manoscritto contiene una miscellanea religiosa: Vecchio Testamento, Pro- rovangelo di S. Giacomo, La Passione di Gesù, i Miracoli della Vergine, Salmi di Penitenza, tra cui appunto “el lamento e pianto de nostra dona”, che risulta in dialetto veneto sicuramente. L’autore di questi scritti risulta ancora ai nostri giorni ignoto. Perfetta la conservazione. L. 6.000.000». Benché le indicazioni sui contenuti non siano esplicite, il fatto che il manoscritto si debba a quello stesso Nicola da Cartrano che ha trascritto il testimone Triv (cfr. sopra, par. 1 n° 37) suggerisce che sotto il titolo di Lamento de nostra dona si celi proprio la Lamentatio.

Il titolare della libreria si è rifiutato di fornire informazioni sulla data della vendita e sull’acquirente del manoscritto.

Stampe

6. [ENSELMINO DA MONTEBELLUNA,

Lamentatio beate Virginis

, 1475 ]

È menzionata dal PERINI, Bibliographia augustiniana, p. 9: « Hoc poema prima vice typis editum fuit an. 1475». Potrebbe trattarsi tuttavia di un errore.

7.

Libro chiamato Infantia Salvatoris

, Venezia, Joanne Tacuino, 27 giugno 15 13 4°, rom. (titoli in got.), cc. 56, segn. A-O, 2 coll.

C. 1 r [got.]: Libro chiamato Infantia sal|vatoris: in loquale si contiene la vita e li miracoli et passione | de iesu Christo E la cre|atione de Adamo: et | molte altre cose: le qle lezēdo si pote- rano īntēdere. In fine: Stampato in Venetia per Ioanne Tacuino da Trin de Cereto M D XIII. Adi XVII de Zugno.1

La Lamentatio si trova nelle ultime dieci carte.

Bibliografia: ESSLING 1774;SANDER 3565; BIBLIA 2584.

8. [ENSELMINO DA MONTEBELLUNA,

Il Pianto della Vergine Maria

],Milano, Giovanni Antonio dal Borgo, 15 37

8°.

Va quasi sicuramente identificata con la stampa descritta al n° 95 del par. 1.

Bibliografia: N.F. HAY M, Biblioteca italiana o sia notizia de’ libri rari italiani, Milano, Appresso Giuseppe Galeazzi,

1771, vol. I¸p. 192 n. 2; SANDAL, L’arte della stampa, p. 56, n° 63.

9. [ENSELMINO DA MONTEBELLUNA],

Pianto della Madona

,Milano, Giovanni Antonio

dal Borgo, [15 40 ca.]

Titolo: Pianto della Madona. Colophon: A Melano per Antonio Borgo.

Non sembra coincidere né con la stampa descritta al n° 95 del par. 1, né con quella citata qui sopra al n° 8.

Bibliografia: U ROZZO,La biblioteca dei monaci di Rivalta alla metà del Cinquecento, in L’abbazia di Rivalta Scrivia e la

scuola pittorica tortonese dei secoli XV e XVI,Tortona, Biblioteca Civica, 1981, pp. 93-154, n° 182; SANDAL, L’arte della

stampa, p. 71, n° 110.

10. ANSELMINI [o ENSELMINI] FRATE AGOSTINIANO DI TRIVIGI,

Infantia del Salvatore

sua Vita, Miracoli e Passione

, ecc.

, con un lamento di Maria Vergine

, Roma, Valerio Lui- si Dorici, 15 41

8°.

È citata nel catalogo Capponi e da qui è stata ripresa dal Mazzuchelli, dall’Ossinger e dallo Zambrini.

Bibliografia: Catalogo Capponi,n°25;MAZZUCHELLI,vol. I, p. 2; OSSINGER, p.59;ZAMBRINI-MORPURGO, I,coll.

387, 760.

Quasi sicuramente errati sono i riferimenti a due incunaboli e a una cinquecentina contenuti in un passo della Storia del Quadrio: «Incomincia il Pianto della gloriosa Vergine Maria composto per Messer ANTONIO CORNAZZANO, Poeta clarissimo. In Venezia per il Janson 1471 e quivi di nuovo 1479. in 4. (...) e poi in Trevigi per il Righettini 1591. in 8. Sono dieci Capitoli in terza rima, dove la Vita di Maria Vergine è narrata».1

Tutto fa pensare che il Quadrio si sia confuso con un’altra opera del Cornazzano, simile per metro e per argomento alla Lamentatio, la Vita della gloriosissima Vergine Ma- ria, che fu stampata a Venezia da Nicolas Jenson nel 1471 (IGI 3200; BIBLIA 1495) e poi a Tre- viso da Aurelio Reghettini nel 1591 (BIBLIA 1544). Non abbiamo notizie della stampa del 14792 ma, stando alle indicazioni fornite dal Quadrio, è probabile che anche questa contenesse la Vita del Cornazzano.3

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