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Dream on Monkey Mountain, in viaggio verso un‟arte creola

1. Il testo e la sua messa in scena

Generalmente considerato il capolavoro teatrale di Derek Walcott, Dream on Monkey Mountain, è anche una delle sue opere più conosciute, tradotte, rappresentate a livello internazionale ed è certamente un testo di svolta all‟interno della produzione artistica dell‟autore, concepita all‟insegna dell‟ibridismo, dell‟incontro e della fusione di disparate culture.

La prima rappresentazione dell‟opera risale al 12 agosto del 1967 quando Walcott viene invitato al Caribana Festival di Toronto. Inserito in una celebrazione dedicata al carnevale caraibico che prevede danze e musica dal vivo, sfilate di moda e parate, l‟esordio dello spettacolo avviene all‟interno di un‟atmosfera di intrattenimento: “il palcoscenico è un furgone metallico sul quale il pubblico può salire e scendere e l‟atteggiamento serio, composto, tipico del teatro è impossibile”, racconta Bruce King220. Dopo questa prima esperienza inserita nell‟atmosfera festosa del carnevale,

Dream va in scena in Guyana al Guyana Theatre Guild‟s Playhouse, riscuotendo un grande successo

soprattutto da parte della critica che si rivela in grado di cogliere la portata dell‟opera e l‟impatto sul pubblico locale: “il miglior dramma delle Indie Occidentali che sia mai stato scritto; un‟esperienza teatrale traumatica di incredibile intensità”, si legge nelle recensioni221.

A Trinidad lo spettacolo debutta il 26 gennaio del 1968 e viene poi portato in tour ad Antigua, St. Lucia, Barbados, St. Vincent e Grenada. I critici elogiano l‟opera, mettendola in relazione con il teatro brechtiano ed evidenziandone le tematiche legate alla ricerca d‟identità. Secondo Earl Lovelace, uno dei più importanti scrittori caraibici contemporanei, l‟opera impone agli spettatori di confrontarsi con alcune verità che si cerca sempre di rimuovere e, scrive, questo testo potrebbe addirittura ”liberarci dalla nevrosi coloniale”222

.

Dream è anche l‟opera che permette a Walcott di realizzare concretamente un teatro nazionale

conosciuto ed apprezzato all‟estero. Come nota Bruce King, il grande successo del Trinidad Theatre Workshop alla fine degli anni sessanta è dovuto al contributo di George White dell‟O‟Neill Memorial Theater Foundation di Waterford che invita la compagnia in Connecticut. La produzione

220

B. King, op. cit. 1995, p. 83.

221 Ibid., p. 84.

americana, e la successiva versione televisiva della NBC (1970), consentono all‟opera e all‟autore di aumentare la loro fama negli Stati Uniti, tanto che lo stesso network decide di donare diecimila dollari all‟autore per il suo grande contributo nell‟aver “creato e diretto un teatro di professionisti”223.

Ambientato in un‟isola non meglio specificata delle Indie Occidentali, il dramma è diviso in due parti: un prologo e tre scene costituiscono la prima; tre scene ed un epilogo la seconda.

Entrambe le parti sono precedute da alcune righe tratte dalla prefazione che Jean-Paul Sartre aveva scritto al libro Les Damnés de la Terre [I dannati della terra, 1961] di Franz Fanon:

E così, in certe psicosi, chi soffre di allucinazioni, stanco di essere sempre insultato dal suo demone, un bel giorno comincia a udire la voce di un angelo che lo lusinga; ma le beffe non cessano per questo; semplicemente, da ora in poi, si alternano con le lusinghe. Questa è una difesa, ma è anche la fine della storia. L‟Io è dissociato, e il paziente si avvia verso la pazzia.

[…] Aggiungiamo, per certi altri infelici scelti con cura, quell‟altra ossessione di cui ho già parlato: la cultura occidentale. Se fossi in loro, direte voi, preferirei ancora le mie superstizioni alla loro Acropoli. Benissimo: avete colto la situazione. Ma non del tutto, perché voi non siete loro – o non ancora. Altrimenti sapreste che loro non possono scegliere; devono avere l‟uno e l‟altro. Due mondi; il che vuol dire due ossessioni; ballano tutta la notte e all‟alba affollano le chiese per sentire la Messa; il divario si allarga ogni giorno di più. Il nostro nemico tradisce i suoi fratelli e si fa nostro complice; i suoi fratelli fanno lo stesso. Il rango di “indigeno” è una nevrosi introdotta e mantenuta dal colonizzatore tra i colonizzati con il loro consenso224.

Una “Nota per la regia” di pugno dello stesso Walcott fornisce indicazioni per la realizzazione dell‟opera e rappresenta un punto di partenza fondamentale per cogliere le intenzioni dell‟autore:

The play is a dream, one that exists as much in the given minds of its principal characters as in that of its writer, and as such, it is illogical, derivative, contradictory. Its source is metaphor and it is best treated as a physical poem with

223 M. Valcavi, op. cit., p. 173 e B. King, op. cit., 1995, p. 119. Sempre secondo King, Walcott è contento all‟idea di una

produzione televisiva dello spettacolo ma rimane deluso dal risultato. Dream viene messo in scena a New York nel 1971 dalla Negro Ensemble Company e vince un Obie Award come miglior dramma straniero.

224 J.P. Sartre, Prefazione a I dannati della terra di Franz Fanon, in D. Walcott, Ti-Jean e i suoi fratelli; Sogno sul monte della Scimmia. Trad. it. A. Palme Sanavio e F. Steele, Milano 1993, p. 75;129.

all the subconscious an deliberate borrowing of poetry. Its style should be spare, essential as the details of a dream225.

Partendo da queste indicazioni, lo spettatore/lettore dovrà quindi tenere bene in mente che siamo davanti all‟opera non solo di un drammaturgo ma di un poeta e che si sta assistendo alla messa in scena di un sogno.

Particolare attenzione andrà posta poi alle musiche, alla scelta degli strumenti, ai pezzi ballati ed alle espressioni in lingua creola, poiché già da questa nota introduttiva si capisce come nel testo confluiscano generi diversi per dar vita ad uno spettacolo che trova la sua ragion d‟essere nella cultura caraibica. Prosegue Walcott:

The producer can amplify it with spectacle as he chooses, or as in the original production, switch roles and limit his cast to a dozen or so. He will need dancers, actors, and singers, the same precision and vitality that one has read of in the

Kabuki. He may add songs more recognizable to his audience once he can keep the raw folk content in them226.

Su queste parole si tornerà più avanti. E‟ opportuno prima tracciare il plot di Dream on Monkey

Mountain cercando di far “comparire” il più possibile lo spettacolo davanti agli occhi del lettore e

anticipando al tempo stesso alcuni spunti di analisi che verranno ripresi in seguito.

225D. Walcott, “A Note on Production”, in D. Walcott, Dream on Monkey Mountain and other plays, New York 1970, p. 208. Trad. It.: “Questo dramma è un sogno, un sogno che esiste tanto nella mente dei suoi personaggi principali quanto in quella dell‟autore, e come tale è illogico, derivativo, contraddittorio. La sua fonte è la metafora, ed è bene considerarlo un poema fisico con tutto ciò che la poesia prende in prestito inconsciamente e deliberatamente. Lo stile deve essere scarno, essenziale come i particolari di un sogno”. Questa, come tutte le successive traduzioni del dramma, sono tratte dal volume Ti-Jean e i suoi fratelli; Sogno sul monte della Scimmia. Trad. it. A. Palme Sanavio e F. Steele, Milano 1993, l‟unico libro pubblicato ad oggi in italiano sul teatro di Derek Walcott.

226 Ibid., p.208. Trad. it:”Il regista può ampliarlo con elementi spettacolari di sua scelta, o, come nell‟allestimento

originale, scambiare parti e limitare il cast a una dozzina circa di interpreti. Avrà bisogno di ballerini, attori e cantanti, e della medesima precisione ed energia che si possono avvertire nel Kabuki. Può aggiungere canzoni più riconoscibili al suo pubblico purché riesca a mantenere il loro naturale contenuto folklorico”. Corsivo aggiunto.