II. Brand UNESCO e turismo
1. L’evoluzione del consenso dell’UNESCO nei confronti del turismo
1.2. The International Cultural Tourism Charter e il turismo sostenibile
Nel 1999 ICOMOS si volge verso una posizione più moderata nei confronti della fruizione turistica dei siti. La Carta Internazionale del Turismo Culturale o Ethos Charter, viene considerata un aggiornamento della Carta di Bruxelles, le cui posizioni vengono riviste. Con questo documento ICOMOS, nonostante riconosca la sfida dello stabilire un’interazione benefica tra le esigenze divergenti dei visitatori e quelle degli abitanti locali, inizia a mostrare un’apertura verso il turismo, percepito non più come minaccia da combattere, ma al contrario come un’opportunità di rinnovamento, di sviluppo economico e fonte di benessere per le comunità che vengono coinvolte. Il fulcro centrale attorno al quale si condensano le posizioni espresse nella Carta fa capo alla sostenibilità, un concetto che ha già iniziato a delinearsi nell’ambito di viaggi e turismo e che va a imporsi sempre più prepotentemente sul mercato, sia da parte della domanda che dell’offerta. La nuova Carta si articola in sei principi chiave, di seguito riportati52:
1. Poiché il turismo domestico e internazionale è tra i principali veicoli di scambio culturale, la salvaguardia dovrebbe fornire opportunità sostenibili e ben gestite per permettere alle comunità di accoglienza e ai visitatori di conoscere e fare esperienza del patrimonio in prima persona.
2. La relazione tra patrimonio e turismo è dinamica e mutevole e potrebbe coinvolgere valori in conflitto. Deve essere gestita in modo sostenibile per preservarla per le generazioni presenti e future.
51https://www.lifegate.com/people/news/maasai-evicted-serengeti 52
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3. La conservazione e la pianificazione turistica nei luoghi patrimonio dovrebbe assicurare che la visitor experience sia divertente, soddisfacente e interessante.
4. Le comunità locali e le popolazioni indigene devono essere coinvolte nella pianificazione di conservazione e di turismo.
5. Le attività di turismo e conservazione devono avvantaggiare le comunità locali.
6. I programmi di promozione turistica devono proteggere e migliorare le caratteristiche dei beni culturali e naturali.
Dai principi della Carta emergono tutti gli attori sociali che in misura diversa e con diversi ruoli impattano in qualche modo sul patrimonio, determinandone le sorti. I sei principi di sostenibilità mostrano chiaramente come questo concetto non sia unicamente riferito alla tutela del sito, sebbene l’aspetto della conservazione ambientale rimanga di primaria importanza. Infatti il termine sostenibilità sta a indicare una caratteristica valevole anche per la totalità degli stakeholders coinvolti, che possiamo individuare nelle popolazioni indigene e locali, nei viaggiatori, nelle generazioni future ed infine, negli stessi beni culturali e naturali. ICOMOS stabilisce che dalle buone pratiche turistiche debbano trarre vantaggio tutti gli
stakeholders tra cui:
le popolazioni locali e/o indigene: devono essere coinvolte nella pianificazione turistica, rispettando le loro tradizioni e i diritti che vantano sul luogo che da sempre chiamano casa; è importante che siano incluse nello sviluppo culturale e sociale che deriva dalle attività turistiche, e che una parte ragionevole dell’indotto sia reinvestito in attività e servizi in loco per il miglioramento della qualità della vita e dello sviluppo economico locale. Inoltre è importante che gli operatori, le guide turistiche e gli interpreti del patrimonio a contatto con i visitatori siano impiegati tra le risorse umane locali, per migliorare le competenze e stimolare l’interesse nell’interpretazione e nella promozione dei propri valori in prima persona.
Turisti e visitatori: gli interessi che spingono il turista a intraprendere un viaggio sono dei più disparati: possono essere la ricerca di relax, di divertimento o il desiderio di scoperta. Ciò che importa è che qualunque siano le sue motivazioni, il turista sia accolto come un ospite, sensibilizzato e guidato nella scoperta del patrimonio con cui si trova a contatto, delle sue caratteristiche, delle dinamiche sociali e culturali e delle sue fragilità, al fine di renderlo più attento e più consapevole del suo impatto sul patrimonio. Ma deve anche essere messo nella condizione di fruire il patrimonio in completa autonomia, nel caso lo desideri. Per questa ragione è di fondamentale
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importanza la qualità delle informazioni trasmesse al viaggiatore, che devono essere adatte alla comprensione dei valori del luogo e della comunità, e veicolate nella maniera più chiara e inequivocabile possibile, anche attraverso i moderni sistemi tecnologici e i nuovi media, affinché l’esperienza di scoperta sia al tempo stesso soddisfacente e piacevole per il visitatore e sostenibile per il luogo e per l’ambiente. Le generazioni future: la Carta si preoccupa di difendere anche i diritti di chi non può
ancora difenderli da sé, ossia le generazioni future. La fruizione del patrimonio culturale e naturale deve essere programmata in maniera oculata per evitare il danneggiamento e il deterioramento del patrimonio, il cui valore eccezionale deve rimanere intatto non solo per le generazioni presenti ma anche per quelle che verranno.
Il patrimonio: il patrimonio è la testimonianza dell’identità di un popolo o di una comunità. Per tale ragione gli viene riconosciuto un valore eccezionale culturale o naturale che va protetto in tutti i suoi elementi, inclusa l’autenticità. Il modo migliore per preservarlo è quello di rendere il suo valore apprezzato e comprensibile al pubblico, attraverso dei programmi di interpretazione che aumentino il livello di attenzione presso l’opinione pubblica. Alla luce di questo, risulta indispensabile stabilire dei piani di sviluppo turistico che pongano rimedio al problema della congestione turistica nei luoghi più celebri, e che fissino anche dei limiti alla capacità di carico e ai cambiamenti che si renderanno necessari nella progettazione dei servizi di accoglienza turistica, nel pieno rispetto delle caratteristiche ecologiche e della biodiversità da un lato, ed economiche, culturali e sociali dall’altro.