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Come facilmente si può capire da quanto scritto fin ora, sono stati i tedeschi durante la seconda guerra mondiale a puntare più di tutti sull’uso dei sommergibili e furono proprio loro a svilupparli al meglio e maggiormente. È proprio per questo che analizzeremo proprio gli U-Boot tedeschi per capire come erano fatti i migliori sommergibili della seconda guerra mondiale.

In tedesco “Unterseeboot” - Sottomarino o meglio sommergibile, erano l’arma più letale e creò maggiori problemi alla marina inglese durante la battaglia dell’Atlantico. I nazisti costruirono più di 1200 U-boot. Erano dotati di tubi di lancio sia a prora che a poppa, utilizzati per lanciare siluri della lunghezza di 7 metri, e al centro dello scafo esterno, quindi in coperta, vi era la falsa torre utilizzata come stazione di comando, sotto di essa era presente un dedalo di comandi per il controllo dei sistemi di governo dell’unità. Lo scafo resistente era costituito da costole circolari che lo percorrevano longitudinalmente per intero. La propulsione era di tipo misto, elettrica e diesel, quindi erano presenti a bordo del battello un motore diesel attraverso la cui messa in moto veniva generata corrente elettrica accumulata dalle batterie usate come propulsione del motore elettrico. In emersione il battello era in grado di raggiungere ben 18 nodi di velocità utilizzando come mezzo di propulsione i motori diesel, in immersione la propulsione era elettrica, non potendo utilizzare i diesel, e questo era un punto debole, in quanto la durata delle batterie era limitata a soltanto quasi 24h e queste potevano essere ricaricate soltanto in superficie, esponendo quindi l’unità agli occhi del nemico. Da qui appunto la qualifica di sommergibile piuttosto che sottomarino, non essendo stat progettato per navigare esclusivamente in immersione ma necessitava di molto tempo da passare in superficie per poter ricaricare le batterie.

I sommergibili tedeschi navigavano sempre in gruppi da 3 a 20, andando a comporre il famigerato branco di lupi al cui capo per tutta la guerra ci fu l’ammiraglio Donitz, che, grazie all’utilizzo delle radio a lungo raggio, monitorava e coordinava le azioni dei suoi sottomarini. Le comunicazioni erano cifrate dalla macchina enigma il che permetteva ai tedeschi di essere intercettati dagli alleati ma non compresi. Enigma era presente a bordo di tutti i sottomarini tedeschi e questo creò un gran vantaggio alla Germania.

I primi sommergibili tedeschi, che ebbero notevoli risultati bellici, ad essere impiegati nella seconda guerra mondiale furono gli U-Boot type VII.

Lo U-Boot Tipo VII è stata una classe di sommergibile oceanico tedesco, attivo tra la seconda metà degli anni trenta e la fine della seconda guerra mondiale.

U boot Type VII

Si tratta di un battello di dimensioni relativamente ridotte, caratterizzato da una ottima manovrabilità e da una buona rapidità di immersione.

Il progetto del Tipo VII fu scelto scartando lo studio del precedente Tipo I-A, ciò soprattutto per la mole inferiore che permetteva la produzione di più U-Boot all'interno dei limiti di dislocamento imposti dal Trattato di Pace firmato dalla Germania alla fine della Prima Guerra Mondiale. Il progetto del Tipo VII formò la spina dorsale della Flotta U-Boot con più di 700 sommergibili di tutti i sottotipi completati, rendendolo di gran lunga il Tipo di U-Boot prodotto nel maggior numero.

La Regia Marina italiana doveva essere fornita di 9 di questi battelli (U-428, U-746, U-

747, U-429, U-748, U-430, U-749, U-1161 e U-750, ribattezzati nell'ordine da S1 a S9)

che avrebbero composto la Classe S43 in cambio di 9 battelli italiani stanziati a

BETASOM (da riconvertire al trasporto di metalli rari e prodotti preziosi per l'industria

bellica da e per l'Estremo Oriente), ma l'Armistizio di Cassibile causò l'annullamento della consegna.

43 La classe S del 1942 doveva essere una classe di 9 sommergibili della Regia Marina, composta da U-Boot

tipo VII-C, un sommergibile atlantico tedesco della classe U-Boot, caratterizzato da una buona manovrabilità e da una rapida immersione. In generale le caratteristiche prevedevano un dislocamento di 769t in

emersione e 871t in immersione, lunghezza fuori tutto di 67,1m con profondità operativa di 280m. Propulsione di tipo misto, 2 motori diesel e 2 motori elettrici, era armato in coperta con mitragliatrici da 37mm e 20mm e possedeva 4 tubi lanciasiluri AV e 1 AD con la possibilità di portare a bordo fino a 13 siluri.

Come già detto in precedenza fu il tipo di U-Boot che venne prodotto in maggior numero durante la Guerra, ne furono varate ben sette varianti diverse, ognuna delle quali apportava migliorie alle precedenti.

La prima variante fu il Type VII-B, che aveva un tubo di lancio posteriore che era montato esternamente. Questa soluzione fu poi corretta nel Type VII-C, che era dotato di una vera e propria camera di lancio di poppa e aveva lo spazio per ospitare una ricarica per il singolo tubo di lancio poppiero. L’impostazione del Type VII-C prevedeva uno scafo esterno non resistente e quindi a pressione esterna ed uno scafo resistente, ovvero una specie di cilindro di acciaio costruito per resistere alle pressioni delle profondità operative e all’interno del quale vi erano tutte le attrezzature, motori, armi, depositi e apparecchi di manovra. Questo battello rappresenta di gran lunga la variante più numerosa di qualsiasi U-Boot mai costruita; ne vennero varate e completate ben 577 unità fino alla fine della guerra. La lunghezza fu incrementata rispetto ai Type VII-B, passando da 66,5m a 67,1m, ma non furono incrementate le capacità dei motori infatti si ebbero lievi peggioramenti in termini di velocità in immersione che da 8 nodi scese a circa 7 nodi e mezzo. Fu varato per la prima volta nel 1940 e le unità di questo tipo formarono la colonna portante delle forze U-Boot impiegate nella Battaglia dell’Atlantico.

La variante successiva, il Type VII-C/41 portò delle migliorie esclusivamente alla tenuta del mare, modificando la forma della prua, e alla profondità massima raggiungibile. Vennero costruiti con uno scafo resistente più spesso. Migliorie queste dovute alla necessità di fronteggiare i miglioramenti avversari nella lotta antisom. Fu soppresso anche il cannone da 88mm per dare spazio ad una componente antiaerea più performante e potente, in quanto gli aerei erano il vero nemico dei sommergibili soprattutto nelle ore diurne. Venne installata sulla plancia allargata una mitragliatrice quadri nata da 20mm. L’ultima grande variante del Type VII fu il C/42, ne vennero costruiti pochi esemplari dato che la nuova priorità per i tedeschi era il progetto del Type XXI. La variante successiva fu solo progettata e mai varata così come ancora la successiva e l’unica miglioria era nel portare i tubi di lancio a 6 e sul Type VII-D vennero aggiunti i lancia mine.

A livello architettonico di disposizione dei locali, partendo da prua, il primo locale era occupato dalla sala lancio di prora, dove erano collocati i 4 tubi lanciasiluri con i siluri imbarcati e le ricariche (altri quattro siluri più due sotto i paglioli). Immediatamente a poppavia vi era l'alloggio dell'equipaggio, un angusto locale dove erano stivate 20

cuccette circa (di solito ogni cuccetta serviva per due uomini, uno di servizio e l'altro a riposo). Dietro di esso vi era l'alloggio del comandante (sul lato sinistro) e degli ufficiali (sul lato di dritta, 4 cuccette). Poi, sempre andando a poppavia, c'era la camera di manovra, in corrispondenza della torretta: lì si comandava il battello e si trovavano tutti i comandi dei vari impianti, la radio, l'idrofono, il tavolo nautico, il periscopio e le carte. Quindi, sempre verso poppa, si trovava l'alloggio sottufficiali (6 cuccette ribaltabili), la cambusa, e infine la sala macchine: occupava quasi un terzo dello spazio disponibile, e alloggiava i due motori diesel, uno per lato, che azionavano le due eliche. Immediatamente dietro ai diesel e innestati sugli alberi delle eliche, c'erano i due motori elettrici. il tubo lanciasiluri di poppa, con il siluro imbarcato, si trovava a poppa estrema, sopra gli assi delle eliche e ai due lati di questo c'erano i compressori dell'aria per le casse di zavorra, due grandi compartimenti ellittici saldati sui lati dello scafo: erano provvisti di valvole di allagamento sul bordo inferiore e valvole di sfiato su quello superiore: aprendo le valvole di allagamento le casse si riempivano d'acqua e il sommergibile si immergeva. Pompando aria nella casse di zavorra, invece, l'acqua fuoriusciva e il sommergibile riemergeva.

Sul ponte di coperta erano collocati, apribili con delle speciali chiavi, dei compartimenti a tenuta stagna per le munizioni del cannone, i siluri di riserva (due) e altri materiali. Sotto i paglioli del corridoio centrale interno (il "pavimento" del sommergibile) erano invece collocati gli accumulatori elettrici, le pompe di sentina e le casse di compensazione per equilibrare il battello.

La torretta del battello, collocata a mezzanave, ospitava la plancia esterna, provvista di doppi comandi per la manovra, i pozzi dei periscopi e le antenne radio e la scaletta di accesso alla camera di manovra situata immediatamente sotto la torretta. Sulla piattaforma di poppavia della torretta era collocato il cannone antiaereo di bordo (da 37 o 20 mm). La torretta era munita di una seconda girobussola per la navigazione in emersione e per il puntamento dei siluri, che già dal 1941 in poi avevano un sistema di puntamento elettrico in camera di lancio collegato con la torretta.

All'interno del battello si poteva accedere per tre boccaporti: a poppa, sopra la cambusa, a prua, sopra la camera di lancio, e dalla torretta. Due paratie stagne con portelli a pressione separavano lo spazio interno del sommergibile in tre compartimenti.

Dall’ingresso in guerra degli Stati Uniti, Donitz decide di intercettare anche le rotte di rifornimento inglesi che partivano dall’ America, e per farlo decise di schierare dei battelli anche sulle coste atlantiche americane, i predestinati furono 5 sommergibili a

lungo raggio, gli U-Boot type IX, capaci di percorrere numerose miglia in mare. Le navi americane furono colte assolutamente alla sprovvista essendo totalmente sprovviste di misure antisom e per i tedeschi all’inizio fu un gran successo.

Lo U-505 in mostra nel museo di Chicago

Gli U-Boot type IX, essendo sottomarini a lungo raggio erano unità di dimensioni maggiori rispetto ai fratelli maggiori type VII per potergli permettere a punto di imbarcare maggiori viveri e gasolio per percorrere le lunghe tratte per cui erano stati progettati. Partendo dal 1938 ne furono varati ben cinque diverse tipologie che di volta in volta venivano aggiornate con le nuove tecnologie.

Il primo ad essere varato fu il Type IX-A che aveva un dislocamento in emersione di 1032t e 1153t in immersione, quindi una riserva di spinta di circa 100t. Lo scafo fuori tutto era lungo 75,5m e largo 6,5m e pescava circa 4,7m, valore che poteva variare a seconda dell’equipaggiamento stivato a bordo. La velocità massima in emersione era di 18,2 nodi circa, di gran lunga maggiore di quella massima che poteva raggiungere in immersione pari a circa 8 nodi. Motivazione principale era appunto, come già accennato prima, la possibilità di utilizzare i diesel per la propulsione in superficie e non i motori elettrici, tecnologia ancora non molto sviluppata a quei tempi.

Avevano un autonomia di 8100 miglia nautiche in emersione, percorse ad una velocità media di 12 nodi, mentre in immersione l’autonomia diminuiva di gran lunga, soltanto 65 miglia a 4 nodi. La profondità operativa era di 150m mentre la massima alla quale

poteva resistere lo scafo resistente era di 225m e il tempo di immersione era di 35s. Questo può farci iniziare a ragionare sulle tempistiche che avevano le unità tedesche per poter sferrare un attacco in superficie, allontanarsi alla massima velocità e subito immergersi per nascondersi dal nemico.

I tubi lanciasiluri erano presenti sia a prua che a poppa, rispettivamente 4 e 2 e il battello era in grado di trasportare 8 siluri stivati all’interno dello scafo resistente e 7 siluri stivati all’estero per un totale quindi di 15 possibili attacchi in incognito.

Per gli attacchi in superficie l’unità era equipaggiata con un cannone navale da 105 mm l’SK C/32, tre mitragliatrici antiaeree da 20mm e una da 37mm.

Il primo miglioramento del tipo IX è stato il Type IX-B, varato sempre nel 1938. Nasceva per migliorare l’autonomia della navigazione del suo fratello maggiore, vennero inseriti infatti serbatoi di gasolio più capienti, aumentando il peso quindi dell’unità e peggiorandone le prestazioni in termini di velocità. Il dislocamento infatti venne aumentato a 1051t in emersione e 1178t in immersione. Per il resto l’unità presentava le stesse caratteristiche del IX-A.

Il primo miglioramento effettivo arrivò nel 1939 con il varo del Type IX-C. La sua autonomia venne aumentata fino a 11000 miglia nautiche circa e vennero apportate delle migliorie agli impianti di propulsione per lasciarne intatte le prestazioni. Venne introdotto anche per la prima volta lo Schnorchel, ovvero un sollevamento cavo che permetteva al battello di poter ricaricare le batterie utilizzando i diesel non in emersione ma alla così detta quota Schnorkel che rendeva molto meno esposto il battello agli aerei nemici in quanto aveva in superficie solo questo tubo. Vennero varate ben 54 unità di questo tipo.

Nel 1941 venne varata la serie IX tipo C/40. Questa fu la variante più numerosa della serie Tipo IX, con 87 unità completate durante il 1944. Anche se ne erano state ordinate di più, molte furono cancellate per predisporre la produzione del Tipo XXI. Varata per la prima volta nel 1941, questa variante permetteva un raggio d'azione ancora maggiore di quello dei suoi predecessori, anche se era simile a loro per tutte le altre caratteristiche. Il dislocamento aumentava sempre di più, lasciando intatte le prestazioni in termini di velocità e vennero superate le 11000 miglia di autonomia.

Nella ricerca di un raggio di operazione sempre più grande, i tedeschi cercarono di portare la serie Tipo IX al massimo con il Tipo IX-D. Fisicamente più largo dei suoi predecessori, la variante D includeva due gruppi di motori diesel, invece della solita coppia singola. Un gruppo di propulsori era più piccolo e studiato per basse velocità,

mentre l'altro era più grande e poteva spingere la nave alla sua massima velocità. Questa disposizione permetteva uno straordinario raddoppio della sua autonomia di viaggio. I motori originali del Tipo IX-D1 ebbero molti problemi e quindi pochi esemplari vennero costruiti; tutti vennero in seguito convertiti in sommergibili da trasporto. Varato per la prima volta nel 1942 con un impianto di propulsione revisionato, il Tipo IX-D2 estese con successo il raggio d'azione dell'arma U-Boot fino a raggiungere e superare l'Oceano Indiano, conferendo ai tedeschi la capacità di assistere gli alleati giapponesi nel lontano Oriente. Un battello di questa tipologia, l'U-852, nel 1944 fu protagonista dell'affondamento del Peleus e della successiva strage dei naufraghi, unico crimine di guerra compiuto da un sommergibile per cui il comandante, Heinz-Wilhelm Eck, sia stato processato e giustiziato dagli alleati.

Queste erano le sue caratteristiche:

Dislocamento: 1 616 t (in emersione), 1 804 t (in immersione) Lunghezza: 87,6 m

Larghezza: 7,5 m Pescaggio: 5,4 m

Velocità massima: 19,2 nodi (in emersione), 6,9 nodi (in immersione)

Autonomia: 31 500 mn (a 10 nodi in emersione), 32 000 mn (diesel - elettrici a 10 nodi in emersione), 120 mn (a 2 nodi in immersione)

Profondità: 150 m (operativa), 225 m (massima) Tempo di immersione: 42 s

Tubi lanciasiluri: 4 a prua, 2 a poppa Siluri imbarcati: 8 interni, 12 esterni

Cannoni: 1 cannone navale da 105 mm, 2 antiaeree da 20 mm, 1 antiaerea da 37 mm Come si può notare dalle sue specifiche tecniche, questo battello inizia ad essere molto simile a quelli che vediamo oggi di tipo convenzionale della vecchia generazione (per l’Italia la classe Sauro), anche se comunque col tempo diverse cose sono state cambiate.

Con l’avanzare sempre di più della guerra anche sul fronte statunitense dell’Atlantico,

Donitz decise di concentrare tutte la maggior parte delle forze subacquee a occidente,

iniziò perciò ad inviare nell’Atlantico occidentale anche i Type VII che però non furono progettati per lunghe navigazioni. Nacque dunque il problema del rifornimento in mare degli U-Boot. Per risolverlo vennero progettati gli U-Boot Type XIV, conosciuti anche come “Mucche da latte”.

Lo U-Boot Tipo XIV fu una classe di sommergibili a lungo raggio della Kriegsmarine, entrati in servizio tra il 1941 ed il 1944 ed attivi durante la seconda guerra mondiale. Il sommergibile tipo XIV era stato concepito per risolvere il problema del rifornimento degli U-Boot in alto mare, visto che nel 1941 le navi cisterna tedesche non potevano raggiungere con sicurezza le zone di rifornimento a causa della forte presenza navale alleata in Atlantico. Questo problema venne risolto con la costruzione di grandi battelli da 1700 tonnellate, dotati di serbatoi di grande capacità: queste unità, oltre al compito di attacco al traffico navale nemico, potevano trasferire a bordo dei più piccoli sommergibili U-Boot Tipo VII siluri, viveri e carburante, raddoppiandone così l'autonomia.

I tipo XIV avevano una lunghezza di 67,10 metri, una larghezza di circa 9 metri e mezzo, un dislocamento in superficie di 1670 tonnellate e in immersione di 1820 tonnellate. La velocità non era eccellente, difetto presente in tutti i sommergibili dell'epoca. In superficie, la velocità era di circa 15 nodi, mentre in immersione era di circa 6 nodi. Avevano un’autonomia di circa 15000 miglia nautiche ad una velocità media in emersione di 10 nodi. La propulsione eran anche qui di tipo misto. Erano presenti a bordo due motori diesel sovralimentati da 6 cilindri e due motori elettrici. Come armamento era equipaggiati con due contraeree una da 37mm e l’altra da 20mm.

Come già accennato prima, i limiti del Type VII in termini di autonomia si fecero ben presto evidenti, anche considerando il fatto che le missioni di pattugliamento in atlantico richiedevano sempre di più una maggior presenza di sommergibili a causa della sempre più numerosa presenza di naviglio mercantile degli alleati. Il Capo di Stato Maggiore della Marina Tedesca di allora decise quindi di impiegare gli U-Boot Type XIV esclusivamente come mezzo di rifornimento dei Type VII direttamente nelle zone dove si svolgevano le operazioni. Nacque così quello che fu il principale impiego dei tipo XIV, ovvero incontrarsi con i tipo VII in pieno Atlantico e rifornirli di viveri, nafta e armamenti.

L’ultimo grande progetto tedesco della Seconda Guerra mondiale fu l’U-Boot Type XXI di cui furono costruite ben 118 unità.

Derivato dal tipo XVIII44, l'U-Boot tipo XXI (conosciuto anche come "Elektroboot") era una classe di U-Boot della Kriegsmarine progettata per operare stabilmente in immersione, piuttosto che come un battello di superficie che si immergeva temporaneamente per non essere individuato o sferrare un attacco.

44 I sottomarini di Tipo XVIII della classe U-Boot della Kriegsmarine furono costruiti come prototipi durante

la seconda guerra mondiale. In totale furono costruite solamente due unità che non divennero però mai operative perché vennero subito soppiantata dai più prestanti type XXI.

Per questa caratteristica e per le sue prestazioni, il tipo XXI rimane la classe di sottomarini tecnologicamente più avanzata della seconda guerra mondiale (pur avendo servito solo per pochi giorni prima della fine del conflitto) ed è considerato il progenitore dei moderni sottomarini: diversi sommergibili realizzati nel dopoguerra dalle maggiori potenze mondiali (in particolare dagli Stati Uniti d'America) furono sviluppati proprio a partire da questo modello.

Le eccezionali prestazioni in immersione erano merito di un disegno dello scafo fortemente idrodinamico e di batterie elettriche ad alta capacità (circa 3 volte superiore a quelle montate sul tipo VIIC) che garantivano un'autonomia dai 2 ai 3 giorni in immersione prima di dover essere ricaricate tramite snorkel (operazione che prendeva circa 5 ore di tempo). A livello di progettazione, un'evidente conseguenza di questo profilo operativo fu la rimozione del cannone sul ponte, considerato comunque un'arma ausiliaria anche nelle classi precedenti; altre migliorie rilevanti furono l'incremento dello spazio interno destinato alle scorte di siluri e, soprattutto, l'installazione di un sistema idraulico per la ricarica rapida contemporanea di tutti e sei i tubi lanciasiluri che garantiva al tipo XXI un volume di fuoco di 18 siluri in meno di 20 minuti. Il battello era dotato, inoltre, di un rivelatore di minacce radar45, il FuMB-35 Athos, realmente affidabile e versatile, poiché dotato anche di un visore a tubo catodico e non solo di allarmi sonori come i modelli precedenti.

La notevole velocità in immersione (17 nodi, quasi il doppio rispetto alle classi precedenti) grazie all'utilizzo del motore diesel anche in questa circostanza operativa e l'ampio raggio d'azione rendevano i sottomarini di questa classe particolarmente difficili da individuare e distruggere, fornendo alla marina tedesca un innegabile vantaggio

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