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5. Commento traduttologico

5.1. Tipologia testuale, dominante e spettatore modello

Trasmesso inizialmente dalla Anhui Satellite Television e in seguito diffuso sul web, Yizu

de fendou (cfr. Cap. 3) è un prodotto audiovisivo concepito per la televisione e come tale

verrà analizzato. Seguendo le classificazioni adottate per i prodotti televisivi occidentali, esso rientra a far parte della macroarea denominata "fiction", che caratterizza quei "testi basati sull'invenzione narrativa, sulla costruzione di un universo verosimile (non importa se realistico o di fantasia) costituito da ambienti, personaggi e azioni, dinamizzati in un racconto (Grasso e Scaglioni, 2003: 132)".

Ulteriori distinzioni in sottogeneri possono essere elaborate in base al formato e al modello di serialità (durata, numero degli episodi, continuità tra questi) e al genere narrativo. Tenendo conto del formato, Yizu de fendou rientrerebbe nei "serial", poiché la storia narrata si sviluppa cronologicamente episodio dopo episodio. Nello specifico potrebbe essere etichettato come "telenovela", in quanto la trama narrativa prevede una fine, anche se generalmente le telenovele contano un numero maggiore di episodi (Grignaffini, 2004: 55- 65). Inoltre, una telenovela spesso rappresenta questioni sociali e d'attualità (Grasso e Scaglioni, 2003: 173), proprio come nel caso di Yizu de fendou. Se si esamina la serie dal punto di vista del genere narrativo, vediamo che la definizione social contemporary drama (Latham, 2007: 61-64) le si addice perfettamente, poiché il mondo che essa mette in scena è quello della Pechino contemporanea, con tutte le problematiche che i giovani laureati si ritrovano ad affrontare ogni giorno. Spostandoci dall'ambientazione alla tonalità della narrazione, la fiction potrebbe essere definita come "dramedy", un genere ibrido tra dramma e commedia, in cui la vita dei personaggi viene mostrata attraverso momenti felici e infelici (Grignaffini, 2004: 79).

Visto il tema attuale trattato da Yizu de fendou, gli spettatori modello del prototesto potrebbero essere dei giovani cinesi, ovvero quella fascia di pubblico che più si identifica con le problematiche fronteggiate dai protagonisti e con il loro stile di vita. In aggiunta, sono essi che generalmente sanno come meglio muoversi su internet, potendo accedere alle puntate caricate in rete. Non si esclude un interesse da parte degli adulti, magari incuriositi dalla

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rappresentazione di questo fenomeno sociale contemporaneo. Il regista Dai Bing, infatti, afferma di aver voluto dare una maggiore risonanza alla condizione, scarsamente conosciuta, in cui vivono le "formiche" di Pechino.

Da quanto espresso si potrebbe pensare che la dominante del prototesto sia informativa. In realtà, le vicende dei protagonisti si evolvono spesso in modo rocambolesco e sono accompagnate da una certa verve umoristica. La storia dà ampio spazio ai rapporti interpersonali e familiari, spostando l'attenzione dai problemi sociali a quelli personali. Ciò a cui punta la fiction è quindi un coinvolgimento dello spettatore, che può sfociare, trattandosi di un serial, in una sua fidelizzazione. La dominante è quindi vocativa, volta all'immedesimazione e all'intrattenimento del pubblico.

Il successo di ascolti raggiunto da Yizu de fendou in patria non potrebbe verificarsi in Italia. La serie probabilmente attirerebbe un pubblico di nicchia, rappresentato da coloro che per motivi di studio o interesse personale si occupano del contesto cinese. Sebbene la difficoltà di trovare un lavoro da parte di studenti laureati sia una tematica sentita anche nel nostro Paese, le modalità di rappresentazione e i riferimenti culturali risulterebbero forse troppo estranianti per lo spettatore "comune". Per di più, il genere "fiction" occupa spazi diversi all'interno dei palinsesti dei due Paesi: se in Cina è la principale forma d'intrattenimento (Liu, 2008: 326-327), in Italia ha spesso assunto la funzione di riempitivo nella televisione generalista, la quale ha privilegiato talk show e reality, relegando le fiction ai canali a pagamento (Grasso, 2012: 104, 111).

In effetti, la prima serie televisiva cinese arrivata in Italia, Il destino del maestro di spada, è stata trasmessa da Babel, ex canale di Sky rivolto alle comunità straniere del nostro paese. In questo caso lo spettatore modello era il cittadino cinese immigrato in Italia. Essendo stata scelta la sottotitolazione come traduzione audiovisiva, il madrelingua cinese era in condizione di comprendere i dialoghi41 e di leggere i sottotitoli in italiano,42 simulando forse per caso quella sottotitolazione "rovesciata" utilizzata a fini didattici. La visione della fiction avrebbe quindi potuto facilitare l'apprendimento della lingua italiana. Sebbene non corrisponda al genere narrativo avente successo presso le comunità cinesi all'estero (Zhu, 2009: 221-237), Yizu de fendou e, in generale, le fiction cinesi sottotitolate in italiano potrebbero assistere quegli immigrati cinesi intenzionati a migliorare la loro competenza in

41 La conoscenza del cinese standard da parte della popolazione cinese immigrata non è tuttavia scontata. 42

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italiano. Tali prodotti necessitano comunque della presenza di canali finalizzati a una certa audience, attualmente assenti.43

Nel caso contrario, ovvero quello in cui lo spettatore fosse uno studente italiano di lingua cinese, lo sforzo per comprendere il dialogo originale sarebbe sicuramente maggiore, visti la velocità di eloquio delle battute e l'alto numero di vocaboli probabilmente non conosciuti. Data la situazione, lo studente farebbe leva su immagini e sottotitoli per comprendere il testo audiovisivo, trascurando i dialoghi in lingua straniera (un madrelingua cinese, invece, capendo bene la traccia audio, potrebbe concentrarsi sui sottotitoli in italiano). L'apprendimento del cinese in queste condizioni risulterebbe difficoltoso, a meno che lo studente non fosse già in possesso di un'alta competenza della lingua. La presenza di sottotitoli intralinguistici, che di solito accompagnano le fiction cinesi, permetterebbe d'individuare più facilmente i nuovi vocaboli e sarebbe dunque di maggior aiuto.

Nel caso in cui lo spettatore modello fosse un apprendente di una lingua straniera (sia essa l'italiano o il cinese), il sottotitolatore dovrebbe comunque strutturare il proprio lavoro adottando strategie specifiche (Pavesi e Perego, 2008: 223-225), da me non seguite in quanto gli spettatori modello del metatesto presupposti sono degli appassionati o degli studenti (compresi quelli ancora privi della competenza necessaria per trarre profitto dall'utilizzo di sottotitoli interlinguistici) di cultura o di lingua cinese, che si avvicinerebbero alla fiction per i riferimenti culturali che essa offre pur essendo un prodotto d'intrattenimento.