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DI EMERGENZE LEGATE ALLA MOVIMENTAZIONE DI MERCI PERICOLOSE

2. INCENDIO CHE COINVOLGE LA MERCE PERICOLOSA 1. INTERVENTI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

2.2. INTERVENTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI

2.2.2.3. Tipologie di estintori

L’estintore è denominato in base al tipo di agente estinguente che contiene. Le ti-pologie attualmente disponibili sono:

• estintori ad acqua;

• estintori a schiuma;

• estintori a polvere;

• estintori ad anidride carbonica;

• estintori a estinguenti gassosi.

I meccanismi di estinzione dipendono dalla natura dell’estinguente, ma rispondono sostanzialmente a tre principi, ovvero:

• sostituzione del combustibile: allontanamento o separazione del combustibile dal focolaio, diluizione dei vapori infiammabili;

• soffocamento: separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione di ossigeno;

• raffreddamento: sottrazione di calore, fino a ottenere una temperatura inferiore a quella di infiammabilità.

In ogni caso, la scelta dell’estinguente va correlata al tipo di incendio in atto. Nella tabella seguente è schematizzata la compatibilità degli estinguenti presenti negli estintori con le varie classi di incendio.

Estintore ad acqua

L’acqua è considerata da sempre l’agente estinguente di uso più immediato, in quanto facilmente reperibile in grandi quantità a basso costo. Il suo impiego è però generalmente riservato agli impianti di spegnimento fissi. L’azione estinguente del-l’acqua è dovuta a:

• capacità di raffreddamento attraverso l’assorbimento del calore, dovuto alla sua trasformazione in vapore (per evaporare, l’acqua ha bisogno di 539 Cal/litro, alla temperatura di 100° C e pressione di 1 bar);

• azione di soffocamento/sostituzione determinata dal notevole aumento di vo-lume in fase di vaporizzazione, che favorisce la disgregazione e la separazione dei vapori infiammabili; l’energico raffreddamento evita inoltre l’estensione del-l’incendio.

Nel corso degli anni, le ricerche svolte dall’ingegneria antincendio hanno dimostrato che l’aggiunta di alcune sostanze nell’acqua - quali i tensioattivi - ne aumenta l’efficacia estinguente potenziandone l’azione “bagnante”, riducendo la tensione superficiale.

Essa va intesa come diminuzione delle forze che tengono assieme la superficie

del-Classe Acqua a getto Acqua

Schiuma Polvere CO2 Gas

nebulizzata (CFC e derivati)

A SI SI SI SI Accettabile Accettabile

con attenzione con attenzione

B NO SI SI SI Accettabile SI

C NO SI NO SI SI SI

D NO NO NO SI NO NO

E NO NO NO SI SI SI

l’acqua, permettendo a quest’ultima di distribuirsi uniformemente e penetrare negli in-terstizi, raffreddando le parti incandescenti più profonde. Grazie alla riduzione della tensione superficiale, alcuni tipi di fuochi di classe A, quali balle di cotone o di fieno, normalmente difficili da estinguere mediante la semplice acqua, possono essere spenti più facilmente attraverso l’uso di un adeguato agente tensioattivo.

Gli estintori ad acqua NON possono essere utilizzati su impianti elettrici in tensione.

Estintore ad anidride carbonica

Comunemente presente nell’aria ambiente quale gas incombustibile, viene imma-gazzinata nell’estintore allo stato liquido ad alta pressione, e quindi non richiede un agente ausiliario per l’espulsione. Le modalità di spegnimento dell’anidride carbonica (CO2) sono essenzialmente dovute all’effetto di:

• soffocamento: sostituzione dell’ossigeno necessario alla combustione;

• raffreddamento dovuto alla neve carbonica o “ghiaccio secco”, che si forma con la rapida evaporazione in fase di erogazione delle gocce in pressione di CO2(-78° C).

Il gas, essendo più pesante dell’aria, si deposita sui corpi infiammabili e provoca un abbassamento della concentrazione di ossigeno. Naturalmente, affinché l’effetto di soffocamento sia efficace, occorre una quantità sufficiente di gas inerte, in modo da spegnere completamente l’incendio.

Il brusco abbassamento della temperatura deve indurre qualche cautela nel dirigere il getto su persone o cose termicamente fragili! Inoltre, l’anidride carbonica è un gas asfissiante per l’organismo umano, per cui occorre sempre ventilare i locali al termine dell’intervento.

La CO2è adatta a tutti i fuochi di classe C; essa non conduce elettricità, indi è racco-mandata per i fuochi in presenza di un conduttore (classe E): trasformatori, centrali te-lefoniche, pannelli elettrici, computer, motori, etc. NON si può invece considerare validamente efficace su incendi di classe A, per la difficoltà di spegnimento delle braci.

L’erogazione del gas avviene tramite un ampio cono, che protegge la mano dell’ope-ratore dal repentino abbassamento della temperatura. Gli estintori sono dotati di una valvola di sicurezza che assicura il rilascio della CO2, in caso di sovrappressione, possibile nel caso di una prolungata esposizione a temperature superiori ai 60°.

Estintore a polvere

Questo tipo di estintore è chiamato anche universale. Le polveri sono costituite da una miscela di vari sali organici o inorganici (bicarbonato di sodio, fosfato di ammo-nio, sali di potassio…), più idonei additivi che ne impediscono l’agglomerazione e ne garantiscono la protezione dall’umidità. Il gas propellente della polvere può essere CO2o azoto. L’azione estinguente della polvere si basa su diversi effetti, tra cui il soffocamento e il raffreddamento. Il primo avviene quando le polveri, reagendo con gli agenti ossidanti, liberano gas in grado di neutralizzare l’ossigeno (combu-rente), rallentando la velocità di combustione (azione anticatalitica). Inoltre, la polvere, molto fine, si deposita sui materiali in combustione (combustibile), formando una barriera in grado di resistere al fuoco, evitando il fenomeno della riaccensione. L’ef-fetto di raffreddamento è dovuto all’azione di offuscamento/opacizzazione

determi-nato dalla nube di polvere, con la produzione, a contatto con le fiamme, di vapore acqueo e CO2.

Gli estintori a polvere sono idonei su tutte le classi di incendio, salvo mettere in evi-denza che i residui di polvere potrebbero danneggiare le apparecchiature elettriche.

La polvere deve essere indirizzata alla base dell’incendio, con direzione concorde al vento prevalente. Sugli incendi di classe B (liquidi infiammabili), occorre verificare che la quantità di estinguente sia sufficiente a spegnere l’incendio; diversamente, con l’affondamento della polvere nel liquido stesso, l’incendio può riattivarsi.

Estintore a schiuma

La schiuma è una massa di bolle formata da una matrice acquosa e un agente schiu-mogeno, per l’espansione (bassa o media). Gli estintori portatili sono generalmente pressurizzati, in modo permanente, con azoto. Nel recipiente viene immessa la solu-zione (acqua + liquido schiumogeno) che, al momento dell’impiego, viene espulsa da un gas sotto pressione e avviata a una speciale lancia posta all’estremità del tubo di erogazione, dove si mescola con l’aria, formando la schiuma, la quale fuoriesce dalla lancia stessa. L’azione estinguente si esplica essenzialmente per soffocamento. Es-sendo più leggera della soluzione e di tutti i combustibili, la schiuma galleggia sulla su-perficie formando un film impermeabile ai vapori, che separa il combustibile dal comburente; a questa proprietà, si deve sommare l’effetto raffreddante dovuto all’ac-qua contenuta. La schiuma è idonea a estinguere i fuochi di classe A (solidi) e B (liquidi).

NON è utilizzabile su apparecchi elettrici in tensione. La schiuma è l’estinguente più usato nel settore industriale, in ambienti quali raffinerie, depositi di materiali infiamma-bili… Sul mercato, esistono diversi tipi di schiumogeni. L’uso e la scelta delle schiume dipendono dalla compatibilità con esse del prodotto da proteggere e spegnere.

Estintore a estinguenti gassosi

In passato, il gas estinguente più diffuso era l’Halon. L’utilizzo di estinguenti sostitutivi si è affermato, in questi anni quando, per motivi ecologici, ne è stato vietato l’uso. Le sostanze utilizzate possono essere di natura diversa (principalmente Clorofluorocarburi o CFC); nella scelta, è importante preferire gli estinguenti gassosi a bassa tossicità per l’uomo e a impatto ambientale limitato. Per prestazioni e utilizzo, sono simili agli estintori a CO2; possono quindi essere usati su apparecchi in tensione.