• Non ci sono risultati.

Tra mito e linguaggio : la metafora radicale

CASSIRER E LE FORME SIMBOLICHE

5.4 Tra mito e linguaggio : la metafora radicale

Cassirer si sofferma in particolar modo sul rapporto tra mito e linguaggio, con l’intento di superare le concezioni che credono di risolvere il problema riportando i concetti linguistici a quelli mitici o viceversa , lasciando completamente ignoto il fondamento da cui entrambi provengono.

Per comprendere il mito e le altre forme simboliche si deve andare alla ricerca dell’originaria attività formatrice:

“Non già nel senso che essi designano sotto forma di immagine , di allegoria che allude e che spiega , una

realtà precedentemente data , bensì nel senso che

ciascuna di queste forme crea e fa emergere da se stessa

un suo proprio mondo di significato . In esse si manifesta

l’autodispiegamento dello spirito : e soltanto per mezzo di esso sussiste una realtà , un essere determinato e

organico . Non imitazioni di questa realtà ma organi di

95

solo per mezzo loro il reale può essere assunto ad oggetto

della visione spirituale e quindi come tale divenire

visibile.” 46

L’uomo mitico tramite la sua intuizione , che è la prima

forza che dà forma alla realtà , istituisce nuclei di senso. Prima che inizi il lavoro intellettuale di concepire e intendere i fenomeni , deve essere già sviluppato fino a un certo punto il lavoro di denominare, poiché è questo che trasforma primariamente il mondo delle impressioni sensibili in un mondo spirituale.

La parola originaria suscita la credenza mitica e questa di conseguenza crea altre parole : i due processi si intrecciano continuamente e procedono paralleli. Essi , in questo intreccio, appaiono come un’unica funzione, di

stabilizzare un mondo di senso formando un universo di significati metaforici riconoscibili , che coinvolgono nell’azione la coscienza e la sua realtà.

Cassirer riconduce la loro natura comune nella funzione del pensare metaforico. La ricerca filosofica sull’essenza

46 E. Cassirer “Linguaggio e mito” , collezione “I Garzanti” della Casa Editrice Il

96

metaforica del pensiero non decide se sia il mito o il linguaggio a vantare un priorità riguardo la loro costituzione , ma mostra il loro reciproco compenetrarsi. È la metafora che lega e annoda indissolubilmente ai loro inizi il mito e il linguaggio.

Egli non si riferisce alla metafora come tarda figura retorica dove sussiste il trasferimento di senso da termine a termine , come gioco retorico e poetico.

“ In realtà la primitiva manifestazione linguistica esige la trasposizione di un determinato contenuto di intuizione o

di sentimento in suono , dunque in un medium estraneo a

questo contenuto stesso , anzi addirittura disparato: così

come anche la semplice figura mitica sorta da principio

mediante una trasformazione , per mezzo della quale una

determinata impressione viene sottratta alla sfera del

consueto , del quotidiano e del profano , e viene tirata

97

Qui non si compie soltanto il passaggio ad un’altra specie che già esista, bensì la specie , in cui accade il

passaggio , è essa stessa creata per la prima volta.”47

Metafora significa trasportare un’impressione in una

categoria e allo stesso tempo significa determinare un nuovo concetto per mezzo di un vecchio nome. Il vecchio nome non si trasferiva in un dominio già costituito , ma apriva una nuova zona del dicibile, definiva lui , da se stesso , un nuovo campo entro il quale acquistava nuova vita e nuovi significati.

Impressione e significato avvengono nello stesso tempo; l’esperienza originaria assume una nuova veste

espressiva: la metafora radicale è questo trasferimento originario dal mare caotico e muto delle impressioni originarie alla forma.

Prima che i termini possano venir scambiati tra loro bisogna infatti che i termini stessi vengano posti in quanto tali.

47 E. Cassirer “Linguaggio e mito” , collezione “I Garzanti” della Casa Editrice Il

98

Questa è appunto l’opera della metafora radicale : essa, è

la condizione della formazione linguistica dei nomi e delle stesse figure mitiche.

Linguaggio e mito a questo livello convivono in un reciproco e indissolubile rapporto :

“Essi sono germogli diversi che provengono da una medesima germinazione dell’impulso della formazione simbolica e derivano dal medesimo atto fondamentale di

elaborazione spirituale , di concentramento e

potenziamento della semplice intuizione sensibile.

Nel suono del linguaggio come nelle prime figurazioni

mitiche trova il suo sbocco il medesimo processo

interiore : entrambi sono lo scioglimento di una tensione

interna , la rappresentazione di emozioni ed eccitamenti

spirituali in determinate figurazioni e costruzioni

obbiettive.”48

La metafora radicale è una dinamica di senso come condizione di possibilità della formazione e della struttura

48 E. Cassirer “Linguaggio e mito” , collezione “I Garzanti” della Casa Editrice Il

99

delle stesse forme simboliche, crea le specie tra le quali avverrà poi il passaggio operato dalla metafora comune ; essa dà il nome a queste nuove specie , estraendole, strappandole dal contesto globale dell’esperienza originaria , dall’intuizione di partenza.

Mito e linguaggio elaborano spiritualmente il proprio materiale concentrandolo in unità pregne di significato. L’esperienza di partenza si trasferisce altrove , assume

una propria veste e esplicita la sua vita in un elemento estraneo.

Il pensare metaforico è unitario e comune e proprio perché è tale non può essere considerato né solo linguistico né soltanto mitico: questo principio è

fondamentale nella sua azione tanto rispetto alla

metafora linguistica quanto rispetto a quella mitica.

Il linguaggio però, ha dentro di sé il germe di una trasformazione profonda , dirompente , il cui esito è ancora in cammino.

In esso è attivo non solo la forza di metaforizzare, ma anche quella logica. Infatti la parola nominata, riferita, e ancor di più la parola scritta ha l’intrinseca capacità di trasformarsi in un contrassegno . Così la parola viene

100

svincolata dalla sua esperienza originaria, dall’esperienza

che la vista nascere e si mette in cammino. La magia della parola e dell’immagine , potremmo dire , viene

progressivamente meno: non più un incanto che proviene dal mondo , ma un’attività formatrice della coscienza

simbolica.

La continua formazione di ordini simbolici è il sostegno sempre attivo del processo metaforico di senso. L’atto di

istituzione e creazione di ordini di senso , che si cristallizzano nelle dimensioni culturali della vita umana, è un processo che deve sempre pervenire a se stesso , e nel suo farsi, costituisce il passaggio alla vita di senso , quindi all’essere umano.

La funzione simbolica è il continuo prodursi dell’uomo a se stesso.

Parola e immagine non sono più ciò che coglie l’uomo e per così dire , lo fulmina nell’impressione significativa dell’attimo , ma diventano la capacità formativa del

parlare e del raffigurare oggettivo che possono evocare il mondo.

La parola perde così, come dice Cassirer , il suo corpo vivente ; ciò che le resta è il puro scheletro. C’è però un

101

dominio nello spirito in cui la parola originaria, con la sua capacità evocativa e emozionale , ancora risuona : questo nuovo dominio è l’arte .

Questo nuovo regno dello spirito , questa nuova forma simbolica, emerge : lo spirito si muove libero e senza ostacoli .

102

Conclusioni

A conclusione di questo mio lavoro di tesi, vorrei concentrarmi su ciò che mi ha portato a questa ricerca e soprattutto alle diverse conclusioni a cui sono giunta , iniziando a ripercorrere tutto il mio viaggio , per donargli ancora più senso.

Il filo rosso che unisce tutto il mio percorso , lo possiamo trovare nella complessa evoluzione di Nietzsche sia da un punto di vista linguistico che da un punto di vista contenutistico.

Inizialmente ho voluto mostrare la meta finale del viaggio nitzscheano , soffermandomi sia sull’importanza data all’aforisma come momento di liberazione e dall’altra

parte sul vero e proprio viaggio che Nietzsche fa , tramite Zarathustra alla ricerca della verità.

La conoscenza così come la filosofia sono in continua evoluzione , alla ricerca di un nuovo mondo da scoprire , caratterizzato molto spesso da forti ostacoli e contraddizioni.

103

Nietzsche, come vediamo nei primi capitoli , definisce il limite umano della conoscenza attraverso i vincoli che vengono imposti all’uomo all’interno della società: il linguaggio è pre-ordinato , convenzionato, stretto nella morsa del quieto vivere.

Attraverso le più svariate trasposizioni metaforiche , l’individuo si costruisce le proprie verità , assumendole

come forme linguistiche assolute.

L’elemento metaforico quindi, risulta essere uno schermo

per la vera essenza delle cose, infatti assume il valore filosofico di esemplificare criticamente l’origine

arbitraria del linguaggio.

La metafora, è decisamente legata al simbolo, entrambi sono necessari nel processo conoscitivo , perché rappresentano i primi strumenti utilizzati dall’uomo per

scoprire la realtà circostante.

La metafora viene analizzata da Nietzsche sotto diverse prospettive, che molto spesso sono in opposizione tra loro: da un lato considera l’uso della metafora come schema convenzionato linguisticamente che l’uomo si auto-impone , donandole così una live accezione negativa;

104

dall’altra parte invece considera l’esercizio metaforico

come un vero e proprio impulso fondamentale dell’uomo che se non si impone come concetto, diventa lo strumento per raggiungere la libertà, l’emancipazione.

Anche se l’uomo così vivrà la sua vita attraverso illusioni,

almeno, sottolinea Nietzsche, lo farà vivendo, senza ancorarsi a verità fisse.

Arrivare, dunque, alla verità è un processo doloroso e graduale, questa può sorgere solo al mattino, quando lo spirito libero riuscirà a compiere il suo cammino di liberazione , di scoperta e di conoscenza.

Per comprendere al meglio la visione nitzscheana, ho fatto riferimento al testo della Kofman che tramite le complesse e molteplici metafore architettoniche , arriva a definire l’uomo animale metaforico .

Passando dall’immagine dell’alveare fino ad arrivare alla

ragnatela, la Kofman si sofferma maggiormente su un punto cruciale della filosofia nietzscheana: grazie all’arte

e al mito e di seguito alle più svariate espressioni artistiche possiamo avvicinarci alla libertà.

105

L’uomo irrazionale allora domina come volontà di

affermare la vita; quella volontà di potenza, che qui la Kofman fa coincidere con l’attività metaforica.

Dopo aver mostrato le diverse particolarità di Nietzsche ho deciso di introdurre una considerazione dell’attività

metaforica molto più scientifica.

Blumemberg nel suo testo , come vediamo nel quarto capitolo, tenta di creare una vera e propria disciplina, che vada ad analizzare la pre organizzazione delle metafore e del loro senso : la metaforologia.

Arriva a rendersi conto che le metafore operano implicitamente e sono già implicate all’interno delle formulazioni linguistiche. Blumemberg prende a riferimento il mito della caverna , che simboleggia quell’oscillazione dell’uomo tra buio e luce. Questa

metafora assoluta come le altre, definiscono il tutto in cui siamo e finiscono per determinare un comportamento. La parte conclusiva è dedicata alla filosofia delle forme simboliche di Cassirer.

Ho deciso di argomentare questo tema, proprio perché credo ci siano dei forti nessi tra la metafora che abbiamo

106

visto con Nietzsche e il simbolo innalzato e tanto amato da Cassirer.

Il centro nevralgico della filosofia delle forme simboliche lo troviamo nella complessità del linguaggio e del mito; tramite il linguaggio si ha la vera creazione del mondo dei simboli, perché proprio questo è l’organo formativo del pensiero, che da nome alle rappresentazioni che sono dentro di noi.

Cassirer intende la funzione simbolica della conoscenza come il vero medium entro cui indagare il senso di tutti i modi dell’esperienza.

Così l’uomo è animale simbolico e come tale comprende e conosce le leggi che regolano l’attività spirituale, proprio perché il simbolo è l’immagine della

manifestazione dello spirito nella realtà.

Ma in accordo con quanto abbiamo visto con Nietzsche, Cassirer rifiuta di fermarsi a considerare il linguaggio come mero sistema di segni convenzionali , e riconduce la natura dei simboli all’attività metaforica.

Ed è proprio la metafora che lega tra loro le diverse

creazioni simboliche: impressione e significato

107

permette il trasferimento dal mare caotico originario al senso e alla formazione delle stesse forme simboliche. La continua formazione di ordini simbolici è il sostegno sempre attivo del processo metaforico di senso, dove l’uomo raggiunge la capacità formativa del parlare e del

raffigurare che permettono di evocare il mondo.

C’è però un nuovo dominio dello spirito che è l’arte e con

questa nuova forma simbolica lo spirito si muove libero e senza ostacoli.

Non è sicuramente semplice , comprendere il sottile filo che lega Nietzsche e Cassirer, però ho provato a mostrare che anche se le due concezioni di metafora e di simbolo sembrano distanti l’una dall’altra, in realtà al loro interno

hanno delle forti somiglianze.

La metafora di Nietzsche come modalità di espressione primaria dell’uomo , che anche se immerso nella perenne illusione, riscopre la propria libertà ; ed è nell’arte che

questo si manifesta, nella danza in catene che da libera espressione allo spirito libero.

Il simbolo di Cassirer è concepito come la naturale conquista dell’uomo che nel caos originario prova a dare

108

senso al mondo che lo circonda , senza però farsi legare dalla convenzione sociale e linguistica.

Le funzioni simboliche diventano così la vera espressione dell’uomo nella sua totale libertà, sempre alla

ricerca di nuovi stimoli e di nuovi simboli, dove il protagonista è lo spirito e il suo muoversi libero nel nuovo mondo che Cassirer chiamerà arte.

109

BIBLIOGRAFIA

H. BLUMENBERG, Paradigmi per una metaforologia, Raffaello Cortina Editore, Milano , 2009

E. CASSIRER, Simbolo , Mito e Cultura ,a cura di Donald Phillip Verene , traduzione di Giovanni Ferrara, Edizioni Laterza , Roma – Bari, 1981

E. CASSIRER , “Filosofia delle forme Simboliche” , I Il

linguaggio , << La Nuova Italia>> Editrice, traduzione di

Eraldo Arnaud, Firenze, 1976

E. CASSIRER, “Filosofia delle forme Simboliche”, II Il

pensiero mitico, << La Nuova Italia>> Editrice,

traduzione di Eraldo Arnaud, Firenze, 1976

E. CASSIRER, “Filosofia delle forme Simboliche”, III

Fenomenologia della conoscenza , << La Nuova Italia>>

110

E. CASSIRER, “ Linguaggio e mito” , le parole e le cose

nel pensiero primitivo , collezione <<I Garzanti>> ,

pubblicazione su licenza temporanea della Casa Editrice Il Saggiatore, traduzione di Vittorio Enzo Alfieri, Milano, 1961

F. NIETZSCHE , Umano troppo umano, Volumi I e

II , Piccola Biblioteca Adelphi, Adelphi Edizioni,

Milano 2013

F. NIETZSCHE , Così parlò Zarathustra, Un libro

per tutti e per nessuno , Piccola Biblioteca Adelphi ,

Adelphi Edizioni , Milano 2012

F. NIETZSCHE, Su verità e menzogna in senso

extramorale , Biblioteca Minima 66, Adelphi Edizioni ,

111

F. NIETZSCHE , Aurora , Piccola Biblioteca Adelphi 66 , Adelphi Edizioni , versione di Ferruccio Masini, Milano , 1978

F. NIETZSCHE , La gaia scienza e Idilli di Messina , Piccola Biblioteca Adelphi 54 , Adelphi Edizioni, versione di Ferruccio Masini, Milano , 1995

C. SINI, Il simbolo e l’uomo, Edizioni Giuridiche Economiche Aziendali Università Bocconi , Milano , 1991

S. KOFMAN , Nietzsche and Metaphor , traduzione di Duncan Large , Stanford University press , Stanford , 1993

Documenti correlati