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Monaco 2022 di

Formula 1? Ecco la

nostra lista

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la vittoria di Perez nel Principato potreb-bero indurre a non annoverarlo tra i top, ma la verità è che Checo è stato superiore a Verstappen per tutto il weekend di gara.

E il fatto che sia riuscito a gestire senza un intoppo le sue gomme medie tormentate dal graining nell’ultima fase di gara è l’en-nesima dimostrazione della sua encomia-bile capacità di gestire gli pneumatici. Sul podio, Perez era visibilmente commosso.

Perché con il successo di ieri ha sorpassato Pedro Rodriguez, l’uomo a cui si ispirava il casco che indossava a Monaco, diventando il pilota messicano più vincente in F1. Un traguardo che può sembrare minuscolo. Ma non lo è per l’unico pilota dell’America La-tina in F1 oggi.

Top: Charles Leclerc

La forza di Charles Leclerc sulle stradine che lo hanno visto bimbo sta tutta in quel giro strozzato da una bandiera rossa in qualifica. Talmente straripante da valergli quattro decimi di vantaggio sulla concor-renza nella parte completata. Ma quel non finito così esaltante, che faceva brillare gli occhi a Charles post qualifica, non era pre-messa di un successo, ma di un altro impe-to destinaimpe-to a essere smorzaimpe-to dalle circo-stanze. La scarsa lungimiranza strategica della Rossa lo ha relegato ai piedi del podio

rari, avrebbe dovuto portare a casa senza un plissé. Ma a Monaco la velocità conta poco, importano molto di più la posizione in pista e - soprattutto in caso di maltempo - la prontezza delle chiamate del muretto.

Se l’ingegnere di pista di Leclerc gli avesse detto di non rientrare pochi secondi prima, non sarebbe finita così. Ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte. L’ancora di Charles è il suo grande talento. Per vincere un mondiale, però, non basta solo questo.

Top: Fernando Alonso

Dicevamo pocanzi che a Monaco non im-porta quanto si sia più veloci degli altri, se non si riesce a passare. Quel vecchio vol-pone di Fernando Alonso, forte della sua pluridecennale esperienza sulla pista del Principato, lo sa benissimo. E così ha deciso di girare con fierezza due secondi più len-tamente della concorrenza, togliendosi la soddisfazione di tenersi alle spalle una sua vecchia conoscenza, quel Lewis Hamilton che, di fatto, è una delle sue vittime prefe-rite. Mentre il suo ex compagno di squadra si lamentava, lui si avvcinava a piccoli passi verso il suo miglior risultato stagionale, il modo migliore per redimersi dopo l’incon-tro ravvicinato con le barriere in qualifica.

Non ci sarebbe stata mossa più da Fernan-do Alonso di questa.

82 A U T O M O T O . I T M A G A Z I N E N . 2 2 5 A U T O M O T O . I T M A G A Z I N E N . 2 2 5 83

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Flop: muretto Ferrari

Per vincere il mondiale di Formula 1 il ta-lento dei piloti e la bontà delle monopo-sto non sono sufficienti. Il mosaico per un team di successo è formato da tanti altri tasselli, uno dei più importanti dei quali è indubbiamente la strategia. La mancanza di tempismo e di lungimiranza del muretto Ferrari in questo ambito è ormai un proble-ma cronico, visto che si ripresenta ciclica-mente da anni. Passino le attenuanti, come l’ingerenza di Latifi nel rallentare Sainz e comprometterne la strategia, ma a Monaco è suonato l’ennesimo campanello di allar-me. E bisognerebbe intervenire.

Flop: Daniel Ricciardo

Sentendo parlare Daniel Ricciardo in confe-renza a Monaco, abbiamo provato un moto di tenerezza nel vedergli brillare gli occhi descrivendo la pista su cui ha colto alcune tra le migliori prestazioni in carriera. Ed è per questo che fa ancora più male vederlo annaspare verso il fondo della griglia, men-tre il suo compagno di squadra si dimostra efficace nonostante non sia al 100% della condizione a causa di una tonsillite. Ric-ciardo nel paddock è sempre sorridente, con la sua disposizione fermamente solare, nonostante le circostanze. Ma è inevitabile

osservarlo con un velo di tristezza, sapen-do che Daniel si è perso. E ritrovarsi sapen-dopo un anno e mezzo da incubo è un esercizio tutt’altro che banale.

Flop: Mick Schumacher

Gli incidenti sono un imprevisto che i team mettono in conto nell’allocazione del bud-get per una stagione. Ma quando i botti si fanno più frequenti, e pure violenti, è ine-vitabile che costituiscano un’emergenza finanziaria. Lo schianto contro le barriere di Mick Schumacher a Monaco potrebbe co-stare alla Haas oltre un milione di euro. La monoposto tranciata in due è una metafo-ra efficace di quello che potrebbe restare a breve della carriera di Schumacher in F1. E la sensazione, vedendo il suo atteggiamen-to nel paddock di Monte-Carlo, è che lo sap-pia pure lui. L’arrivo di Mick in F1 rappre-senta una bellissima storia da raccontare.

Ma non tutte le favole hanno un lieto fine.

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ontecarlo è sempre una roulette, simbolicamente e di fatto se di mestiere fai il pilota di F1. E quan-do piove, nel bene e nel male ra-ramente le cose vanno come pre-visto. Colpa di una pista dove non solo sbagliare irreparabilmente è fin troppo facile, ma anche del fatto che puoi essere 5 secondi al giro più veloce senza riuscire a passare l’avversario: in questo modo anche le strategie diventano un rebus e quella sulla carta migliore può rivelarsi una trap-pola senza via di uscita.

Tutte cose stranote a tutti, infatti in Ferrari aveva-no il terrore di fermare i piloti nel momento sba-gliato. E poi Verstappen non si è ancora fermato, il nostro avversario è lui, giusto? Ecco, Monaco 2022 come Abu Dhabi 2010: hanno fatto la strate-gia sulla Red Bull sbagliata, senza considerare in

GP Monaco 2022: le

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