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3. I fattori determinanti nelle scelte effettuate dai redattori del bilancio: tradizione

3.1 La tradizione contabile

I principi contabili IAS/IFRS concedono alle aziende una certa flessibilità nell’attuazione della normativa in quanto, non solo inseriscono negli standards la possibilità di scegliere fra diverse opzioni implicite ed esplicite, ma anche riconoscono al preparatore dei prospetti una certa libertà nell’interpretazione delle disposizioni e possono richiedere allo stesso di effettuare alcune stime nei valori da inserire a bilancio. Questo comporta, come si è affermato, che l’applicazione degli IFRS vari non solo da paese a paese ma anche da azienda ad azienda.

Una prima giustificazione individuata alla permanenza di diverse applicazioni dei principi contabili internazionali si focalizza nella tradizione contabile di quei paesi che sono transitati alla nuova normativa. Il fatto che il regolatore internazionale permetta alle aziende di poter scegliere tra diverse alternative, sia nella fase di preparazione dei dati di bilancio che nella loro misurazione, implica che le decisioni intraprese siano quelle, se ammesse, più coerenti con la soluzione contabile che storicamente veniva applicata nel loro territorio.

I fattori116 che inducono a conservare i metodi contabili nazionali, qualora concessi dai

principi IAS/IFRS, risiedono innanzitutto su caratteristiche collegate al paese stesso. In tal senso, la normativa precedentemente applicata può offrire vantaggi fiscali che gli IAS non sembrano garantire, spingendo il redattore verso un approccio conservatore. In secondo luogo si pone in evidenza il fatto che l’azienda debba sostenere dei costi nel

116 Si veda: Nobes, Kvaal; 2010; International differences in IFRS policy choice: a research note; Accounting

and Business Research; 40(2); 173-187.

Nobes, Kvaal; 2012; IFRS Policy Changes and the Continuation of National Patterns of IFRS Practice; European Accounting Review; 21(2); 343-371.

107 processo di cambiamento delle regole contabili, i quali scoraggiano il passaggio ai nuovi principi. Inoltre, gli stessi analisti segnalano la loro preferenza nel vedere mantenuta una

procedura contabile stabile nel tempo capace quindi di incrementare la comparabilità

e la comprensibilità dei dati. In ultima battuta si può affermare che, essendo il passaggio agli IAS/IFRS previsto non per tutte le tipologie di bilancio, vi sarà un incentivo da parte delle società capogruppo, le quali non vogliono tenere una doppia contabilità, ad applicare gli stessi criteri utilizzati dalle aziende controllate, ossia i principi contabili nazionali.

Le motivazioni che, dall’altra parte, possono spingere le diverse aziende ad abbandonare la normativa contabile tradizionale per abbracciare i principi internazionali, richiamano117:

 L’utilizzo di principi contabili accettati a livello internazionale in modo da incrementare la comparabilità con i competitors esterni;

 Una maggiore soddisfazione delle attese da parte degli attori dei mercati dei capitali i quali preferiscono specifici metodi contabili;

 Un miglioramento della qualità dell’informativa contabile la quale, riducendo le asimmetrie informative, permette l’accesso al mercato del credito a condizioni agevolate;

La realizzazione di una true and fair view più adeguata;

 Il fatto che i principi internazionali possano offrire un’opzione contabile conveniente che non è concessa dai principi nazionali.

Sebbene lo IFRS 1 permetta alle società di seguire la nuova normativa ignorando le disposizioni contabili precedenti118, lo IAS 8 richiede che nel tempo vi sia una certa

costanza nelle procedure contabili applicate, a meno che il cambiamento venga imposto o che il passaggio permetta l’ottenimento di informazioni più affidabili e rilevanti. Nonostante quanto previsto dallo IAS 8, le aziende possono comunque promuovere

117Si veda: Haller, Wehrfritz; 2013; The impact of national GAAP and accounting traditions on IFRS policy

selection: Evidence from Germany and UK; Journal of International Accounting, Auditing and Taxation; 22; 29-56.

108 alcuni cambiamenti nel caso in cui vi siano fattori rilevanti che possono far preferire certe procedure ad altre, sfruttando in tal modo le opportunità offerte dalla nuova normativa.

I maggiori ostacoli riconosciuti nell’applicazione dei principi IAS/IFRS, individuati da Nobes (2006), richiamano alcuni motives ed opportunities i quali comportano adozioni differenti della stessa normativa.

Tra i motivi si riportano il sistema finanziario, il sistema legale e il sistema fiscale; questi tre fattori influenzano infatti la struttura dell’apparato contabile che verrà redatto. Si procede ora ad una loro analisi.

Il sistema finanziario. Le aziende, nello svolgimento della loro attività economica,

possono finanziarsi principalmente in due modi: attraverso la raccolta di risorse finanziarie nel mercato dei capitali di rischio o attraverso il mercato del credito. Il primo metodo è utilizzato per lo più dalle aziende anglosassoni, le quali operando in mercati finanziari più evoluti, hanno maggiori possibilità di trovare diverse forme di finanziamento in questi ultimi. Le aziende del contesto continentale invece si affidano maggiormente al mercato del credito, emettendo da un lato obbligazioni e dall’altro stipulando contratti di finanziamento con istituti bancari. Questa suddivisione porta ad individuare un pubblico di riferimento diverso: infatti mentre i paesi anglosassoni dovranno creare un bilancio idoneo ad informare gli azionisti esterni sulla bontà del loro investimento, le aziende europee dovranno invece strutturare un’informativa contabile in grado di soddisfare i fabbisogni conoscitivi degli istituti di credito, e dei creditori in generale, rassicurando questi ultimi circa la solidità del patrimonio aziendale.

Il sistema legale. Un secondo fattore di differenziazione nell’applicazione della

normativa contabile deriva dal sistema legale adottato, il quale si scompone negli approcci di civil law e di common law. Tale elemento incide fortemente sul tipo di regolamentazione che i bilanci seguono e sul tipo di informazioni che vengono trasmesse al pubblico esterno. L’approccio di civil law è seguito principalmente dai paesi europei, i quali hanno un’impostazione giuridica forte, in cui la normativa contabile viene emanata dal governo e struttura un apparato normativo rigido ed inflessibile. Al contrario i paesi anglosassoni seguono un approccio più morbido in cui le regole contabili, emanate da organismi privati, nascono con l’obiettivo di risolvere specifici

109 problemi nel momento in cui questi emergono. Tale impostazione richiama una certa elasticità nelle disposizioni che vengono poste in essere, caratteristica molto comune alla normativa contabile internazionale, la quale presenta le stesse origini anglosassoni.

Il sistema fiscale. Il sistema fiscale, infine, rappresenta un altro elemento ancorato alla

tradizione contabile del paese che causa disomogeneità nell’applicazione dei principi contabili internazionali. Mentre nei paesi europei la normativa fiscale ha da sempre avuto una certa influenza nel sistema contabile, nei paesi anglosassoni invece sono necessari due assetti normativi per ogni tema, uno che si occupa della reportistica di bilancio e uno che si occupa della tassazione. È chiaro che l’applicazione delle regole contabili tradizionali, concessa da alcune opzioni inserite negli standards internazionali, tenderà a permanere nell’informativa di bilancio nei casi in cui vi sono vantaggi di natura fiscale associati allo sfruttamento di tali opzioni.

Le tre variabili analizzate permettono di operare una classificazione delle nazioni in base al sistema contabile che ne deriva: da un lato i paesi caratterizzati da società di grandi dimensioni, finanziate da equity, in cui il sistema fiscale è indipendente dal sistema contabile e dove il sistema giuridico è flessibile, si struttureranno schemi contabili

investor oriented, con una composizione elastica, tipici dell’area anglosassone. Negli

stati in cui le aziende sono prevalentemente di piccole dimensioni, finanziate da istituti di credito, in cui il sistema fiscale è integrato nel sistema contabile e dove il sistema giuridico è rigido ed inflessibile, verranno predisposti schemi contabili predefiniti, con una composizione e una struttura rigorose, basati su logiche valutative prudenziali, tipici dell’area europea.

Nobes (2006) individua un’ulteriore spiegazione nella differente applicazione dei principi IAS/IFRS rappresentata dall’inerzia. Le aziende si dimostrano ostili nel rompere le tradizioni contabili precedenti, in quanto questo comprometterebbe la possibilità di creare un’informativa di bilancio omogenea nel tempo e quindi anche maggiormente significativa per gli utilizzatori esterni. Si percepisce, dunque, un desiderio nella minimizzazione dei cambiamenti associati alla reportistica contabile, il quale viene soddisfatto solo attraverso l’utilizzo di uno stesso set di regole nella presentazione dei risultati ai diversi stakeholders.

110 Le opportunità che Nobes (2006) associa alle differenti applicazioni dei principi contabili internazionali sono otto:

 Differenti versioni dei principi IAS/IFRS

Nonostante vi sia stata l’adozione, o una presunta adozione, dei principi IAS/IFRS possono comunque emergere delle differenze nella loro attuazione poiché ogni paese può implementare la normativa seguendo delle interpretazioni differenti della stessa. Si è già discusso precedentemente del fatto che i vari paesi possano accogliere delle versioni nazionali dei principi IAS/IFRS, come nel caso dell’Australia o nel caso della stessa Unione Europea. Altri elementi che possono comportare delle differenze nelle regole adottate riguardano le date di applicazione della normativa e la data di chiusura dell’esercizio: solitamente i bilanci fanno coincidere l’anno contabile con l’anno solare, in tali casi quindi l’applicazione di nuovi standards sarà effettiva dall’inizio del nuovo anno. Tuttavia ci possono essere casi in cui viene concessa l’efficacia al nuovo principio in corso d’anno, andando a rendere valide versioni differenti degli IAS/IFRS nello stesso periodo temporale, generando una grande confusione tra i destinatari del bilancio stesso. Un altro aspetto da tenere in considerazione deriva dal fatto che la stessa adozione dei principi da parte dei diversi stati può richiedere dei tempi lunghi per avvenire in modo completo. Ciò implica che alcune parti della normativa, sebbene siano valide, possano essere non ancora applicate dalle aziende nel momento in cui redigono il bilancio. In aggiunta, in alcuni paesi, quali Australia e Regno Unito, la maggior parte delle aziende non presentano una corrispondenza tra l’anno solare e l’anno contabile, andando quindi a far iniziare l’esercizio ad una data diversa dal 1° gennaio. In questi casi, quindi, è evidente che le revisioni apportate alle regole contabili non saranno attuate con la stessa tempistica degli stati continentali.

 Differenze nella traduzione dei principi contabili internazionali

Il regolamento numero 1606 del 2002, che ha previsto l’applicazione dei principi contabili internazionali nei paesi dell’Unione Europea, richiede che la normativa internazionale venga applicata nelle diverse nazioni traducendo gli IFRS nelle lingue nazionali degli stati aderenti. Ciò ha comportato ovviamente un rischio nel processo di traduzione, poiché in esso si possono perdere o travisare alcuni significati rilevanti

111 rispetto alla versione originale, la quale si presenta in lingua inglese. Ancora una volta queste differenze comportano problemi nella comparabilità dei dati. In Nobes (2006) vengono riportati due esempi di tali difformità: nella versione portoghese dello IAS 7119

vi è l’omissione della parola “say” nel testo tradotto, se da un lato questo rende più forte il significato dello standard, è anche vero che esso però non è stato tradotto accuratamente. Un ulteriore esempio è fornito dalla versione norvegese dello IAS 41, il quale richiede di riconoscere i contributi pubblici come un utile nel momento in cui diviene esigibile, al contrario del paese scandinavo che va ad inserirlo nel bilancio nel momento in cui viene ricevuto. Si può affermare quindi che il paese nel quale l’azienda è collocata determina ed influenza la versione che viene ad essere ottenuta degli IAS/IFRS, infatti le aziende applicano solo apparentemente i principi internazionali, rimanendo in realtà ancorate alla tradizione locale. Nel brano di Nobes (2013, pag. 89) si riporta un commento120 tratto dal bilancio consolidato di Bayer del 2011 nel quale si

rivela l’importanza che viene ancora associata alla disciplina nazionale. Infatti non solo la revisione contabile segue le regole previste dal diritto tedesco e dai principi di revisione tedeschi, ma viene anche ammesso che i principi contabili applicati sono la versione europea degli IFRS, i quali chiedono di inserire ulteriori contenuti non previsti dallo IASB.

 Lacune negli IFRS

Lo IAS 8 consiglia alle aziende che tipo di scelte effettuare nel caso in cui ci siano situazioni non trattate dagli IFRS. Tuttavia l’evidenza empirica dimostra che, nei casi in cui non ci siano regole specifiche dettate dalla normativa internazionale, i paesi si lasceranno guidare dalle disposizioni nazionali, le quali andranno a colmare tali lacune.

 Opzioni esplicite negli IFRS

119 IAS 7, par. 7 “An investment normally qualifies as a cash equivalent only when it has a sort maturity of,

say, three months…”

120We conducted our audit in accordance with §317 HGB and German generally accepted standards for

the audit . . . promulgated by the Institut der Wirtschaftspru¨fer . . .. According to §322 Abs. 3 Satz 1 HGB, we state that our audit . . . has not led to any reservations.

In our opinion, . ..the consolidated statements comply . . . with IFRSs, as adopted by the EU, and the additional requirements of German commercial law pursuant to §315a Abs. 1 HGB and give a true and fair view . . . in accordance with these requirements”.

112 All’inizio degli anni ’90 c’erano molte opzioni concesse nell’applicazione degli standards internazionali. Questo derivava, in parte, dal fatto che alcuni principi erano stati scritti prima della pubblicazione del Framework avvenuta nel 1989. I soggetti che avevano emanato le prime disposizioni in ambito internazionale, ossia i membri dello IASC, derivavano da backgrounds culturali diversi ed erano soggetti a pressioni politiche differenti. Questo insieme di fattori ha fatto sì che, l’unico modo possibile per promuovere la diffusione dei principi internazionali nei diversi stati, fosse quello di concedere delle opzioni che potessero permettere ai redattori di mantenere le procedure contabili anteriori. Queste alternative sono state eliminate progressivamente nel corso degli anni, e in particolar modo, il 1993 e il 2003 rappresentano gli anni in cui vi è stata una decisiva riduzione delle opzioni contabili. Nel 1993 in particolare lo IASC è andato a rivedere le diverse alternative concesse, evidenziando nei diversi principi un trattamento consigliato e un’ulteriore scelta discrezionale concessa, anche se non prediletta. È evidente che nel caso in cui viene lasciata la possibilità di scegliere fra diverse soluzioni contabili, ogni stato opterà per la metodologia più simile alla propria tradizione contabile, facendo sopravvivere così alcune disomogeneità nell’informativa di bilancio.

A tal proposito Nobes (2006) richiama cinque esempi:

1. Nell’applicazione dello IAS 1, mentre le aziende inglesi, e tutte quelle anglosassoni in generale, prediligono la rappresentazione dello stato patrimoniale evidenziando la posizione finanziaria netta (così come richiesto dal principio contabile inglese individuato nel format 1 of Schedule 4° of Companies

Act 1985), le aziende dell’Europa continentale rappresentano lo schema

patrimoniale con il formato che veniva richiesto dalla normativa contabile precedente;

2. Mentre nelle aziende inglesi gli other comprehensive income si riportavano in un prospetto economico separato, similmente a quanto previsto dallo IASB, le aziende europee inserivano tali valori nel prospetto delle variazioni del patrimonio netto121;

113 3. Anche nella valutazione del magazzino le aziende appartenenti ai due contesti seguono due metodologie diverse, infatti le aziende inglesi sono più favorevoli all’utilizzo del FIFO, mentre le europee al metodo del costo medio ponderato; 4. Nei paesi anglosassoni gli utili e le perdite attuariali sono inserite nel prospetto

degli altri componenti del conto economico complessivo, nei paesi europei invece si continua a preferire l’utilizzo del metodo del corridoio122;

5. I gruppi inglesi hanno una tendenza più forte dei gruppi europei nel valutare gli investimenti immobiliari al fair value.

 Opzioni implicite ed interpretazioni negli IFRS

Anche il metodo di interpretazione della normativa è un elemento che crea delle differenziazioni nell’applicazione delle stesse disposizioni, infatti se in Germania la parola “probable” viene interpretata in modo più restrittivo rispetto ad altri paesi, le classificazioni di alcuni elementi potranno essere diverse. Nobes (2006) individua quattro fattori la cui diversa interpretazione potrebbe avere delle conseguenze sulla rappresentazione contabile. Innanzitutto, nella definizione di azienda controllata, se vi sono interpretazioni differenti della normativa il campo di restrizione del controllo non viene applicato in modo omogeneo123. Possono nascere delle difformità anche

nell’identificazione della moneta funzionale dell’azienda, la quale teoricamente dovrebbe essere quella utilizzata nelle operazioni aziendali. In particolar modo, Nobes evidenzia che se un’impresa è sottomessa ad un forte controllo da parte della sua parent allora identificherà come moneta funzionale quella usata dalla controllante; nel caso in cui il loro legame fosse minore la controllata accumula disponibilità liquide e altri elementi monetari, sostiene spese, genera ricavi e negozia finanziamenti nella sua moneta locale124. Nella prima ipotesi si richiede di utilizzare nella conversione degli items un criterio temporale125 mentre nella seconda si dovrebbe utilizzare il metodo dei

122 Opzione eliminata attraverso l’approvazione della Exposure Draft del maggio 2010.

123 Secondo lo IAS 27 una società è controllata se un’altra entità ha il potere di governare le sue politiche

finanziarie ed operative.

124 Si veda par. 9-12 dello IAS 21.

125 Il criterio temporale richiede di tradurre gli elementi di stato patrimoniale con il cambio storico (ossia

quello alla data del loro ingresso nel patrimonio aziendale) ad eccezione delle attività e passività monetarie che sono invece convertite al cambio di fine esercizio. I valori di patrimonio netto sono

114 cambi correnti. Il terzo esempio riguarda l’interpretazione della normativa internazionale in riferimento ai costi di sviluppo (IAS 38, par. 57). I principi contabili nazionali di certi paesi europei, come nel caso della Germania, tendevano a vietare la capitalizzazione dei costi126. Con l’introduzione della normativa IAS/IFRS, la quale

concede la capitalizzazione di alcune tipologie di costo, molte società, come Volksvagen hanno promosso tale pratica contabile, incrementando così il valore del proprio patrimonio netto in modo consistente. L’ultimo esempio analizzato di opzione implicita riguarda la valutazione degli assets, infatti la misurazione dei beni dell’attivo, la quale segue il procedimento dell’impairment test127, avviene effettuando delle stime le quali si baseranno su fattori differenti spesso collegati alla tradizione contabile del paese.

 Stime negli IFRS

L’uso del giudizio dei manager nelle stime è un passaggio ineludibile nel processo di redazione del bilancio. In alcuni casi esso può addirittura condurre a delle pratiche di

earnings management; si devono però distinguere le stime fatte nel processo di

misurazione da quelle fatte nel processo di riconoscimento o classificazione delle voci. Infine, bisogna fare attenzione al fatto che nei processi di stima la tradizione, la convenienza economica e il sistema fiscale giocano un ruolo rilevante.

 Elementi di transizione o di prima adozione

Le differenze nelle metodologie contabili che esistevano prima dell’introduzione degli IFRS hanno un impatto significativo nei bilanci redatti secondo gli IFRS. Un esempio è raffigurato dalla misurazione di terreni e fabbricati nella transizione alla normativa internazionale: in Germania, solitamente i valori delle attività materiali erano iscritti al costo storico dal quale si deducevano eventuali svalutazioni o ammortamenti, nei paesi anglosassoni invece i valori erano valutati con il metodo del fair value. Per garantire un passaggio alla nuova normativa più graduale, lo IFRS 1 al par. 17 permette di mantenere per il primo anno i vecchi valori nei nuovi bilanci redatti secondo la normativa

convertiti al cambio storico (risultato economico compreso). Infine i componenti economici sono tradotti al cambio medio di periodo salvo quelli che si riferiscono specificatamente ad elementi di stato patrimoniale convertiti al cambio storico, in questi casi allora anch’essi devono seguire il cambio storico.

126 Si veda il principio contabile Tedesco HGB num. 248.

127 Il metodo dell’impairment test consiste in un procedimento volto a ridurre il valore contabile di

un'attività, laddove il valore recuperabile risulti inferiore. Il valore recuperabile è dato dal maggiore tra il valore d'uso e il fair value al netto dei costi di vendita. Tale metodo è disciplinato dallo IAS 36.

115 internazionale. Così nel momento del passaggio alla nuova regolamentazione, mentre la maggior parte delle aziende tedesche non andavano a valutare i valori in eccesso al costo poiché ciò non era permesso dalla tradizione contabile precedente e non consideravano possibile nemmeno la valutazione dei beni al fair value, le aziende inglesi che applicarono da subito la valutazione al valore equo.

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