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NOTA AL TESTO

1. L A TRADIZIONE MANOSCRITTA E A STAMPA

1.1.Il manoscritto

Il poema Emaré è tramandato da un unico testimone:

L Londra, British Library, Cotton Caligula A II

Cart. e membr., misc., sec. XV², mm. 210×145 (specchio di scrittura 180×120 ca.), cc. 210, di cui cc. 142 e 143 membr., numerazione antica da c. 1 a 197 corrispondenti alle attuali 3-210 (escluse cc. bianche e pergamene) sul mg. sup. dx., cancellata e ripetuta modernamente a matita da 1 a 210 (con l’inclusione delle cc. bianche e delle pergamene). Originariamente si trattava di due volumi distinti, uniti con la suddetta segnatura prima del 1654: a c. 3 sul mg. sup. dx. antica segnatura a penna «Vespasian D 8», cancellata, e a c. 140 «Vespasian D 21», anch’essa cancellata. Prima parte vergata in scrittura gotica

cursiva anglicana media da una stessa mano, seconda parte vergata in gotica cursiva anglicana currens da varie mani. Bianche le cc. 1v, 2rv, 141rv, 142rv; rigate a penna ma

non scritte le cc. 149-156r, 207-208, 210r. A c. 1r tavola dei contenuti seicentesca che comprende i due volumi già uniti. La fascicolazione non è ricostruibile in quanto nel corso di un restauro effettuato nel 1957 i fogli sono stati tagliati e incollati su un supporto moderno; rigatura a penna; inchiostro seppia e nero; iniziali in rosso; saltuariamente segni di paragrafo (o di strofa, per i testi in versi) in rosso; l’inchiostro rosso è scolorito da c. 69v a 134v (se ne intravedono tracce color ocra); a c. 2rv, da c. 22v a 35r rozza ornamentazione con fregi laterali alla fine di ogni verso; nella prima parte titoli al centro del mg. sup. ornati da due piccoli fregi laterali, saltuariamente sottolineati in rosso (in genere sul r, a volte rv); nella seconda parte titoli saltuariamente rubricati o sottolineati in rosso; a c. 35r e 43r explicit rubricati; a c. 150v sul mg. sup. dx. e a c. 162r sul mg. lat. dx. fregio a forma di chiave; taglio delle pagine aureo; essendo i fogli stati tagliati, le filigrane non sono chiaramente identificabili; se ne distingue con certezza solo una di tipo Briquet 13246 (roue dentée, ca. 1432-60), di provenienza francese; le altre sono per lo più diverse tra loro; legatura attuale in pelle con segnatura sul dorso (mm. 292×170). A c. 3r

ex-libris cinquecentesco «Donum Jo. Rogers», a c. 143v «Thomas Cooke gen’» e

«Thomas Cooke de Milton».

cc. 71r-76v Emaré

Inc.: Jhesu, þat ys kyng in trone; expl.: In þy perpetuałł glorye! Amen.

Contiene inoltre nella prima parte: Sussan (cc. 3r-5r); Eglamor of Artas (cc. 5v- 13r); J. Lydgate, Moral advice and council (cc. 14r-16v); ID., The Chorle and the Bird (cc. 17r-22r); Octavian Imperator (cc. 22v-35r); Launfal miles (cc. 35v-42r); Lybeaus

disconus (cc. 42v-57r); The nightingale (cc. 59r-64r); Owayne miles (cc. 91v-95r); Tundale (cc. 95v-107r); The sege of Jerusalem (cc. 111r-125r); Chevalere assigne (cc.

125v-129v); Isumbras (cc. 129r-134r), oltre a numerosi poemi e trattati religiosi; nella seconda parte: Statuta sive decreta quorundam generalium Capitulorum ordus Cartusie

ab anno 1411 ad 1504.

BIBLIOGRAFIA: The Romance of Emaré, ed. by E. RICKERT, London 1908, rist. 1958; Catalogue of Romances in the Department of Manuscripts in the British Museum, ed. by H.L.D. WARD, London 1883-1910; A Catalogue of the Manuscripts in the

Cottonian Library deposited in the British Museum, Hildesheim 1974; G. GUDDAT- FIGGE, Catalogue of manuscripts containing Middle English Romances, München 1976.

Il manoscritto faceva parte della collezione del British Museum, passata poi alla British Library nel 1973, quando quest’ultima venne costituita.

Nei due cataloghi più antichi esistenti del British Museum (dove il manoscritto era conservato prima di passare alla British Library), non vi è menzione del Vespasian D 8 e del Vespasian D 21 prima della loro unione nel Cotton Caligula A II. Quest’ultimo lo troviamo invece in un terzo catalogo, compilato prima del 1654.113

Il primo ex-libris dice molto poco sulla provenienza del Vespasian D 8, visto che , secondo il Dictionary of National Biography114, vi sono ben cinque uomini con quel nome (Jo. Rogers) vissuti nel Cinquecento. Invece il Vespasian D 21 nel XVI secolo apparteneva a una famiglia del Cambridgeshire, i Cookes of Milton; colui

113 Cfr. R

ICKERT, p. ix

114

Oxford dictionary of national biography: in association with the British Academy: from the

che scrisse l’ex-libris era nato nel 1541, figlio maggiore del giudice William Cooke; il manoscritto probabilmente proveniva dall’abbazia di Denney, a circa 8 km da Cambridge, demolita nel 1538, sui resti della quale i Cookes sembrano aver costruito una loro nuova dimora.115

1. 2. Le stampe.

Edizioni critiche

Emaré, ed. by A. B. GOUGH, in Old and Middle English Texts, ed. by L. MORSBACH - F. HOLTHAUSEN, vol. II, London, New York, Heidelberg 1901

Non ho avuto la possibilità di consultare questa edizione; le notizie che riporto sono tratte dall’introduzione dell’edizione Rickert116: il testo viene normalizzato e notevolmente alterato nel tentativo di ricostruire l’originale; è però presente un apparato critico che riporta la lezione del manoscritto.

The Romance of Emaré, ed. by E. RICKERT, London 1908

Si tratta di un’edizione diplomatico-interpretativa; le abbreviature vengono sciolte ma messe in corsivo, la punteggiatura e le maiuscole vengono rese secondo l’uso moderno, ma, anche in caso di errori evidenti, la lezione riportata a testo è sempre quella del manoscritto. Nei casi in cui si presenta con particolare evidenza la necessità di emendare, le correzioni vengono riportate nel testo fra parentesi quadre, mentre, nel caso di parole che si leggono poco chiaramente, ne viene suggerita la lettura fra parentesi tonde. Sono presenti delle note a piè di pagina che riportano le varianti degli altri testi a stampa, oltre a rendere conto dei casi in cui vi siano dubbi di lettura, macchie della carta etc. L’ortografia è sempre attinente a quella del manoscritto, anche nel caso di segni non chiaramente codificati, i quali vengono riprodotti in maniera fotografica (cfr. infra Criteri editoriali-Ortografia). L’analisi storico-letteraria, stilistica e metrica del testo è affidata all’introduzione, oltre a un lungo excursus sulle fonti e sui loci paralleli. Nelle note di commento si discutono invece vari aspetti tematici e linguistici del poema.

Antologie 115 Cfr. RICKERT, p. ix 116 R ICKERT, p. xii

Tutte le antologie, tranne quella di Ritson, sono volte a rendere i testi riportati quanto più possibile comprensibili per il lettore moderno. Dunque tutte presentano una grafia normalizzata e apparati molto semplici, che riportano solamente gli errori più eclatanti dei manoscritti.

Ancient Engleish Metrical Romanceë, ed. by J. RITSON, 3 vols., Edinburgh 1802., vol. II, pp. 204-47

Si tratta di un’antologia di testi che contiene anche l’editio princeps di Emaré. Questa è molto approssimativa dal punto di vista filologico-paleografico, infatti non vengono considerate alcune peculiarità grafiche del manoscritto, le contrazioni per –ur e –us vengono sciolte in maniera erronea (per l’esattezza in – er e –es), e inoltre vengono silenziosamente apportati alcuni emendamenti. Il testo non è corredato di apparato critico, ma presenta delle note di commento piuttosto esaurienti.

The Middle English Metrical Romances, ed. by W. H. FRENCH -C. B. HALE,

2 vols., New York 1964, vol. I, pp. 423-55 Antologia in stile piuttosto scolastico.

The Breton Lays in Middle English, ed. by T. C. RUMBLE, Detroit 1965, pp.

97-133

Antologia interessata soprattutto a discutere l’appartenenza dei testi riportati al genere del Lay bretone.

Six Middle English Romances, ed. by M. MILLS, London 1973, pp. 46-74 Edizione parziale.

Middle English Romances, ed. by A. C. GIBBS, London 1966 Edizione parziale.

The Middle English Breton Lays, ed. by LASKAYA - E. SALISBURY,

Alcuni emendamenti operati dalle curatrici vengono discussi nelle note di commento, insieme alle principali varianti riportate dagli altri editori.

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