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La traduzione di Los niños perdidos: problematiche e soluzioni

3. Commento traduttivo

3.1 La traduzione di Los niños perdidos: problematiche e soluzioni

si caratterizza per la sua notevole ricchezza lessicale e per il suo audace vigore espressivo231. Una delle principali difficoltà riscontrate nella traduzione di Los niños

perdidos è stata la resa del registro linguistico colloquiale:

La afinidad en cuanto a su relación social, vivencial y situacional y el tema no especializado favorece la coloquialidad. [...] el registro coloquial se caracteriza por una serie de rasgos primarios: la ausencia de planificación, [...] que favorece la espontaneidad; la finalidad interpersonal, el fin comunicativo socializador, la

comunicación fática; el tono informal232.

Inoltre, la complessità è maggiore se si considera che i protagonisti dell’opera sono quattro bambini, il cui modo di parlare inevitabilmente si distingue da quello degli adulti, da un punto di vista lessicale, sintattico e fonetico. Poiché la provenienza sociale e geografica dei protagonisti dell’opera non è precisata, l’età diventa la principale variabile sociolinguistica a cui prestare attenzione. Infatti,

La edad condiciona la variación lingüística con más intensidad que otros factores. En contraste con el factor «clase social» o con el «género», la edad es un factor constante, dado que su realidad no se ve alterada por cambios socioeconómicos, de actitudes o de organización. La edad, conforme el tiempo transcurre, va determinando y modificando los carácteres y los hábitos sociales de los individuos, incluidos los comunicativos y los puramente lingüísticos233.

Il rischio in traduzione è spesso quello di alzare involontariamente il registro, utilizzando ad esempio termini e costruzioni sintattiche che per un adulto sono del tutto naturali ma che un bambino difficilmente impiegherebbe. Tradurre il linguaggio infantile richiede una buona dose di inventiva e di fantasia e ogni singola scelta linguistica deve essere ben ponderata.

Bisogna inoltre tenere presente quanto affermato in precedenza sulla traduzione dei testi teatrali, il cui linguaggio deve essere chiaro, diretto e di facile comprensione per lo spettatore. Los niños perdidos è infatti un testo letterario, scritto anche nella prospettiva che venga portato in scena. Come afferma Briz Gómez,

231 E. PÉREZ-RASILLA, “La trilogía de la memoria, Laila Ripoll”, p. 6.

232 A. BRIZ GÓMEZ, El español coloquial en la conversación: esbozo de pragmagramática,

Editorial Ariel, Barcellona 1998, p. 41.

233 F. MORENO FERNÁNDEZ, Principios de sociolingüística y sociología del lenguaje,

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Textos periódicos y literarios actuales imitan en algún aspecto el registro coloquial con el fin de enriquecer expresivamente el mensaje, la narración, los diálogos. Se recurre estratégicamente, por ejemplo, a léxicos argóticos y jergales, a ciertas construcciones sintácticas más propias de un registro informal, a marcas de la conversación cotidiana [...]. Son recursos más propios del habla el uso enfático de la conjunción y, el uso de ciertas expresiones idiomáticas, algunas de ellas marcadas sociolectalmente, reguladores fáticos-apelativos, construcciones con que causal, exclamaciones y preguntas retóricas intensificadoras del desacuerdo, la presencia de vulgarismos, la presencia del estilo directo dentro de la narración [...]234

Tutte le caratteristiche sopra elencate sono presenti nell’opera qui tradotta, come analizzerò nel dettaglio in seguito. Il mio obiettivo è stato quindi provare a trasmettere le peculiarità dell’idioletto di ciascun personaggio, ricercando di volta in volta soluzioni il più possibile creative, originali e coerenti con l’età dei parlanti e con il tipo di testo.

Ho individuato e isolato sei categorie lessicali che presentano interessanti spunti di riflessione e in cui ho riscontrato le maggiori criticità: 1) Nomi propri e appellativi; 2) Realia e termini che non hanno un esatto corrispettivo in italiano; 3) Canzoni, preghiere, filastrocche, rime e onomatopee; 4) Modi di dire, espressioni figurate, giochi di parole; 5) Turpiloquio e insulti; 6) Parole ed espressioni storpiate.

Inoltre, ho preso in esame anche una serie di tratti tipici del linguaggio colloquiale, da un punto di vista sintattico, morfologico e fonetico. Ho messo a confronto il testo originale con la mia traduzione per illustrare e commentare le scelte compiute.

• Lessico

Nomi propri e appellativi

Testo originale Traduzione

Nomi di personaggi realmente esistiti o inventati dall’autrice:

Nomi di personaggi realmente esistiti o inventati dall’autrice:

Lázaro Lázaro El Marqués El Marqués El Cucachica El Cucachica El Tuso El Tuso Maricarmen Maricarmen

234 A. BRIZ GÓMEZ, El español coloquial en la conversación: esbozo de pragmagramática,

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La Mortadela La Mortadella

La Alpiste L’Alcolizzata

María Helena María Helena

La señorita Veneno La signorina Veleno

La Mediateta La Mezzatetta

Olalla Olalla

Antón Antón

Mariló Mariló

Marina Marina

Lázaro Alonso Lázaro Alonso

Visitación Quintana Visitación Quintana

Pilar Primo de Rivera Pilar Primo de Rivera

José Antonio José Antonio

Franco Franco Nomi di personaggi di libri/fumetti/fiabe: Nomi di personaggi di libri/fumetti/fiabe: Pulgarcito Pollicino

Guerrero del Antifaz Cavaliere Mascherato

Antoñita la Fantástica Antoñita la Fantasiosa

Nomi di Santi e figure religiose: Nomi di Santi e figure religiose:

Santa Teresita del Niño Jesús Santa Teresina di Gesù Bambino

San Judas Tadeo San Giuda Taddeo

San Nicolás San Nicola

Virgen de los Dolores Vergine Maria Addolorata

Sor Irene Suor Irene

Sor Resurrección del Señor Suor Resurrezione del Signore

Appellativi: Appellativi:

Tío listo Saputello

Tonto Stupido/sciocco Paleto Zoticone Gigantón Spilungone Pesa(d)o Rompiscatole Melón Zuccone Bobo Sciocco Memo Imbecille

I nomi propri pongono spesso non pochi problemi in traduzione. Come afferma Gillian Lathey a tal proposito,

This is a contentious issue, however, since names are a powerful sign of social and cultural context. If left untranslated, names constantly remind readers that they are reading a story set in another country, whereas the use of an equivalent name or an alternative in the target language may lead to an incongrous relationship between names and setting235.

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Inoltre, in letteratura i nomi spesso sono dotati di un contenuto semantico o esprimono tratti fisici e/o caratteriali del personaggio a cui si riferiscono. In casi del genere, il traduttore deve individuare le parti rilevanti che compongono il nome e cercare un equivalente che contenga le stesse informazioni relative al personaggio del testo originale.

Come si può notare dalla tabella, i nomi propri presenti nell’opera si riferiscono a persone realmente esistite o frutto della fantasia dell’autrice, a personaggi inventati di libri e fumetti e a figure religiose. Per quanto riguarda i quattro protagonisti, ho deciso di lasciare nomi, cognomi e soprannomi originali: Lázaro, El Marqués, Jesús el Cucachica (soprannominato Cuca) e El Tuso. I nomi effettivamente sembrerebbero contenere una componente “descrittiva”, secondo le definizioni fornite dal dizionario della RAE (Real Academia Española): Lázaro = Pobre andrajoso236 (condizione che lo accomuna a un famoso personaggio della letteratura spagnola del XVI secolo, come è già stato fatto notare nell’analisi dell’opera, ovvero Lázaro de Tormes); Marqués = Persona con el título nobiliario inferior al de duque y superior al de conde237; Tuso = (coloq.) Perro238; Cuca = Cucacaracha239, (coloq.) Pene240, (adj.) Pulido, mono241.

Tuttavia, nell’opera non pare esservi sempre un nesso evidente fra il nome e la persona che lo porta. Si tratta per lo più di un’allusione, per cui ho deciso di non cercare un’equivalenza in italiano al fine di mantenere il legame fra il nome dei personaggi e il luogo di svolgimento delle vicende. La mia scelta è stata motivata anche dal fatto che i quattro nomi non presentano particolari difficoltà di pronuncia per un parlante italiano.

Diversa è stata la soluzione adottata per altri personaggi che prendono parte alle vicende del testo, come per esempio la Alpiste e la señorita Veneno. Queste figure sono evocate dai bambini nelle loro imitazioni. Si tratta probabilmente di persone

236 Real Academia Española, Diccionario de la lengua española, 23.ª ed., Espasa, Madrid

2014, on line: <http://dle.rae.es/?id=N1xeFxL>. Consultazione del 2 settembre 2018.

237 Real Academia Española, Diccionario de la lengua española, 23.ª ed., Espasa, Madrid

2014, on line: <http://dle.rae.es/?id=OT28kUW>. Consultazione del 2 settembre 2018.

238 Real Academia Española, Diccionario de la lengua española, 23.ª ed., Espasa, Madrid

2014, on line: <http://dle.rae.es/?id=az1kudx|az3RGQN>. Consultazione del 2 settembre 2018.

239 Real Academia Española, Diccionario de la lengua española, 23.ª ed., Espasa, Madrid

2014, on line: <http://dle.rae.es/?id=BX8beqo|BXAe5PS>. Consultazione del 2 settembre 2018.

240 Real Academia Española, Diccionario de la lengua española, 23.ª ed., Espasa, Madrid

2014, on line: <http://dle.rae.es/?id=BX8beqo|BXAe5PS>. Consultazione del 2 settembre 2018.

241 Real Academia Española, Diccionario de la lengua española, 23.ª ed., Espasa, Madrid

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operanti all’interno dell’orfanotrofio che terrorizzano i piccoli ospiti con le loro minacce e punizioni. In questo caso, è evidente che si tratta di soprannomi e ne consegue che la funzione descrittiva e caratterizzante prevale su quella appellativa. I soprannomi in questione sono fortemente evocativi e quindi ho ritenuto opportuno cercare di riprodurre nel lettore di arrivo un effetto simile a quello creato nel lettore del testo originale. Ecco allora che la señorita Veneno, che con ogni probabilità porta questo soprannome per la sua cattiveria, diventa la signorina Veleno, con una traduzione letterale che appare efficace per caratterizzare la personalità di questa figura. Il termine alpiste ha, fra i suoi significati, anche quello di alcool, motivo per cui ho deciso di tradurre l’Alcolizzata, di nuovo per alludere a una condotta non in linea con il ruolo ricoperto da una persona che lavora a contatto con i bambini. Un altro personaggio che viene nominato è la Mediateta. Da quanto si evince dai discorsi dei bambini, la donna così soprannominata è una prostituta. Anche in questo caso, si tratta di un soprannome estremamente evocativo, che si contraddistingue per l’effetto umoristico che genera nel lettore. La scelta compiuta è stata una traduzione letterale delle due parti che formano il nome, media e teta. L’effetto prodotto, infatti, è allusivo e comico come quello del testo di partenza.

Tutti gli altri nomi propri, riferiti a personaggi inventati e realmente esistiti, non sono stati tradotti, sempre al fine di ricordare al lettore il luogo in cui si svolgono le vicende.

Per quanto riguarda i Santi e altre figure religiose, si tratta di nomi che hanno un corrispettivo in italiano e quindi ho optato per una trascrizione interfonetica, come avviene frequentemente con i nomi di regnanti, pontefici, Santi, personaggi storici che formano parte del retaggio culturale collettivo.

Più complessa è la questione relativa ai nomi di personaggi inventati di libri e fumetti. Se da una parte Pulgarcito è facilmente traducibile interlinguisticamente come Pollicino, noto personaggio delle fiabe svincolato da qualsiasi realtà culturale nazionale, gli altri due sono strettamente legati all’immaginario collettivo spagnolo e non hanno un corrispettivo standard in italiano. Il Guerrero del Antifaz è un personaggio dei fumetti creato nel 1943. Antoñita la Fantástica è il titolo di una storia che ha come protagonista una bambina che vive durante l’epoca franchista a Madrid. È divenuta popolare per la sua versione radiofonica nel 1948 e successivamente è stata raccolta in una serie di dodici libri. Entrambi i riferimenti sono con ogni probabilità sconosciuti al pubblico italiano. Come ho ricordato

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precedentemente, Laila Ripoll infatti li ha scelti proprio perché costituiscono un bagaglio culturale comune per lo spettatore spagnolo e facilitano l’identificazione con le vicende evocate. Questo aspetto viene inevitabilmente perso in traduzione e quindi ho cercato di preservare quanto meno l’immagine che evocano queste due figure. Nel caso del Guerrero del Antifaz, ho optato per una trasposizione su base raffigurativa, Cavaliere Mascherato, in quanto il personaggio dei fumetti indossa una maschera in volto. Nell’altro caso, ho scelto di tradurre Antoñita la Fantasiosa, per trasmettere l’idea di una figura che, seppur sconosciuta al lettore e allo spettatore italiano, è dotata di una fervida immaginazione.

I bambini, inoltre, si apostrofano tra loro anche attraverso una serie di appellativi, quasi sempre denigratori e relativi alle qualità intellettive della persona a cui si riferiscono (tonto, listo, melón, bobo, memo). In casi del genere, è opportuno capire bene il loro significato in base alla situazione comunicativa per cercare di mantenersi sullo stesso registro e trovare il termine adeguato. Ad esempio, pesa(d)o, che significa noioso, pesante, è traducibile come rompiscatole, un aggettivo colloquiale che si addice di più al modo di parlare di un bambino. Alcuni appellativi possono sembrare fuorvianti, come per esempio listo, che ricorre frequentemente nel testo. Questo aggettivo ha generalmente un’accezione positiva e indica una persona furba, sveglia e intelligente, ma in questo caso è usato in senso dispregiativo e quindi l’ho tradotto come saputello. Anche un aggettivo come tonto, usato nel testo come appellativo in un paio di occasioni, cambia di significato in base al contesto e al tono con cui viene pronunciato. Se usato allo scopo di offendere, come fa Lázaro nella prima battuta del testo, la traduzione più appropriata è stupido, mentre nell’uso che ne fa El Tuso rivolgendosi affettuosamente a Cucachica, sciocco sembra il termine più adeguato. Per gli appellativi di tipo descrittivo non sempre esiste un’unica soluzione e spesso sono richieste al traduttore intuizione e fantasia.

Realia e termini che non hanno un esatto corrispettivo in italiano

Testo originale Traduzione

Cibo: Cibo:

Gachas frías Zuppa fredda

Suizo Brioche

Chorizo Salsiccia

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Caudillo Caudillo

Un Guardia Civil Uno della Guardia Civil

Falangistas Falangisti

Duro Cinque pesetas

Religione: Religione:

Rostrillo Fascia bianca attorno al volto

Nazareno Nazareno

Saeta Saeta

I realia sono termini che denotano oggetti, concetti e fenomeni tipici esclusivamente di una determinata cultura. Si possono raggruppare in varie categorie, fra cui la geografia (flora e fauna), la cultura materiale (cibo, indumenti, manufatti, ecc.) e sociale (professioni, sport, giochi, ecc.), idee e organizzazioni (politiche, amministrative e religiose)242. Le strategie traduttive sono molteplici e Kwieciński ne

identifica quattro243. La prima, la più straniante, consiste nel lasciare l’espressione straniera nel testo d’arrivo oppure tradurla letteralmente. La seconda prevede una spiegazione del termine, attraverso l’aggiunta di parole, note, glossari. La terza consiste in una traduzione accettata e riconosciuta del termine. Con l’ultima strategia, infine, il traduttore utilizza un equivalente nella propria lingua che più si avvicina al culturema del testo di partenza.

La strategia da adottare dipende da molti fattori, quali la funzione del testo, il ruolo svolto dal termine specifico al suo interno, il tipo di lettore. In Los niños

perdidos, i realia fanno per lo più riferimento al cibo, alla religione e alla vita

politica e militare della Spagna. I bambini evocano spesso il cibo, data la fame che sono costretti a soffrire. Se per molti alimenti è stato possibile trovare un corrispettivo in italiano, per altri, quali gachas frías, chorizo e suizo, non esiste un preciso equivalente perché si tratta di cibi tipici spagnoli. Una volta capito il tipo di alimento, ho dunque cercato di individuare il termine che più si avvicinasse all’originale.

Il termine duro indica la moneta dal valore di cinque pesetas, la vecchia valuta spagnola. Ho scelto una traduzione esplicativa in quanto la parola duro per un lettore o spettatore italiano è di difficile comprensione mentre il termine peseta è sicuramente più accessibile. Anche Caudillo è un termine profondamente radicato nella cultura spagnola, dove indica il capo politico e militare che assume poteri

242 S. MASI, “Does Pinocchio has an English passport?”, in RILA, 1 (2013), p. 182. 243 P. KWIECIŃSKI, Disturbing Strangeness, Wydavnictwo, Toruń 2001, p. 157.

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assoluti e infatti è generalmente usato in riferimento al generale Francisco Franco. Tuttavia, si tratta di una parola ormai entrata anche nel lessico italiano, quindi ho preferito mantenerla, anziché tradurre genericamente con dittatore sottraendo importanza al ruolo che riveste il franchismo all’interno dell’opera. Anche

falangistas (membri del Partito della Falange, fondato durante la Guerra civile) e Guardia Civil (Forza di Polizia spagnola) fanno riferimento all’organizzazione

politico-militare della penisola iberica. La strategia è stata quella di preservare l’elemento culturale insito nei due termini, traducendo letteralmente falangisti e lasciando invariato Guardia Civil.

Rostrillo, Nazareno e saeta sono tutti termini appartenenti alla sfera semantica

della religione. Il rostrillo è la tipica fascia bianca che forma parte del velo delle suore. Gli altri termini fanno tutti riferimento alle celebrazioni della Semana Santa, una delle festività spagnole più importanti dell’anno, che inizia la Domenica delle Palme e termina il giorno di Pasqua. La tradizione prevede che vengano organizzate processioni religiose e infatti i bambini ne improvvisano una: il Nazareno è il penitente incappucciato che cerca di espiare i propri peccati e la saeta è un canto folklorico intonato per l’occasione. Per rostrillo ho optato per una traduzione esplicativa. Non si tratta di un vero e proprio culturema, quanto piuttosto di un termine per cui in italiano non esiste una parola specifica. Negli altri due casi ho lasciato i termini invariati perché non vi è un esatto corrispettivo in italiano. In questo modo, il lettore, che può comunque dedurre che si tratta di termini appartenenti alla sfera religiosa, è stimolato a documentarsi sul loro esatto significato.

Canzoni, preghiere, filastrocche, rime e onomatopee

Testo originale Traduzione

Filastrocche, rime e onomatopee: Filastrocche, rime e onomatopee:

Llueve agua, llueven gotas, llueve pis y llueve sopa

Piove acqua, piovono goccioline, piove pipì e piovono minestrine

MARQUÉS. ¡Lo he visto!

LÁZARO. Qué has visto, so listo?

MARQUÉS. Preso con le mani nel sacco!

LÁZARO. Ma quale sacco, vigliacco?

CUCA. Tengo más hambre

MARQUÉS. Pues muérdete el dedo grande

CUCA. Ho ancora fame

MARQUÉS. Tira la coda al cane ¡Que empiece ya

Que el publico se va La gente se marea

Iniziate, suvvia

che il pubblico va via, la gente si è annoiata,

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Y el publico se mea! e addosso si è pisciata!

En mí rebota y en tu culo explota Chi lo dice lo è e lo stronzo sei te!

Chaca chaca – cham cham Ciuf Ciuf

Inni, canzoni e preghiere: Inni, canzoni e preghiere:

Alabado sea el Santísimo Sacramento del altar y la Virgen concebida sin pecado original. Con pureza de conciencia dignamente preparado recibirás con frecuencia a Jesús Sacramentado. Con amor y con fe viva llegarás esperanzado, a comer la misma vida que es Jesús sacramentado. Llega humilde, llega ansioso, puro y limpio de pecado, verás que dulce y sabroso es Jesús sacramentado. Si me preguntan a mí cómo se llama mi amado, he de responder así: Mi Jesús Sacramentado.

Lodato sia il Santissimo Sacramento dell’altare E la Vergine concepita Senza peccato originale. Con purezza di coscienza Degnamente preparato Riceverai con frequenza Gesù Sacramentato. Con amore e fede viva giungerai speranzoso A mangiare la stessa vita Che è Gesù Sacramentato. Giungi umile, giungi desideroso, Puro e libero da ogni peccato, vedrai quanto dolce e gustoso è Gesù Sacramentato.

Se chiedono a me

Come si chiama il mio amato, Risponderò così:

mio Gesù Sacramentato. Prietas las filas,

recias, marciales, nuestra escuadras van cara al mañana que nos promete Patria, Justicia y Pan. Mis camaradas fueron a luchar, el gesto alegre y firme el ademán. la vida a España dieron al morir, hoy grande y libre nace para mí. Lánzate al cielo flecha de España que un blanco has de encontrar; busca el Imperio, que ha de llevarte por cielo, tierra y mar. Ya las banderas cantan victoria al paso de la paz; y han florecido, rojas y frescas, Strette le file, altere, guerriere,

le nostre squadre vanno lontane, lo sguardo al futuro

che ci assicura

patria, giustizia e pane. I miei camerati

Sono andati a combattere L’espressione allegra E deciso il gesto. La vita alla Spagna Hanno dato con la morte; Oggi grande e libera Nasce per me. Scàgliati in cielo Freccia di Spagna Perché un obiettivo Devi trovare; Cerca l’impero Che ti condurrà

Attraverso il cielo, la terra e il mare. Adesso le bandiere

Cantano vittoria Al passo della pace E sono fiorite, rosse e fresche,

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las rosas en mi haz. le rose del mio fascio.

Perdona a tu pueblo, Señor, perdona a tu pueblo,

perdónale, Señor.

No estés eternameeeeente enojaaaaado no estés eternameeeeente enojaaaaado, perdóoooonale Señooooor...

Por las heridas de pies y maaaaanos, por los azotes tan inhumaaaaanos,

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