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TRASPORTI AEREI

Nel documento Consuntivo 2015 (.pdf) (pagine 130-134)

12. TRASPORTI

12.2 TRASPORTI AEREI

Lo scenario generale. In uno scenario caratterizzato dalla moderata ripresa dell’economia italiana e dal rallentamento del tasso di crescita dell’economia mondiale e del commercio internazionale di merci e servizi, il traffico aereo nazionale appare in aumento.

In Emilia-Romagna, come vedremo diffusamente in seguito, il sistema aeroportuale evidenzia una buona tenuta, in virtù del positivo andamento di Bologna, che ha colmato i vuoti rilevati nello scalo parmense. Dal computo regionale è escluso l’aeroporto di Rimini, che è tornato operativo dal 1 aprile 2015, dopo cinque mesi di chiusura, mentre l’aeroporto forlivese non lo è più da quando è cessata l’attività nell’aprile 2013.

Secondo i dati raccolti da Assaeroporti, il bilancio nazionale dell’aviazione commerciale del 2015 si è chiuso positivamente. Nei trentacinque scali associati ad Assaeroporti la movimentazione dei passeggeri, compreso i transiti diretti, ammonta, in ambito commerciale, a circa 156 milioni e 907 mila unità, vale a dire il 4,5 per cento in più rispetto al 2014. La crescita è trainata dalle rotte internazionali (+6,8 per cento), a fronte del più contenuto aumento di quelle interne (+1,2 per cento), mentre i transiti diretti, che hanno un minore impatto economico sui bilanci degli aeroporti - incidono per lo 0,3 per cento del totale del movimento passeggeri commerciale - appaiono in calo del 18,2 per cento. L’aviazione generale e altri soggetti, che esula dall’aspetto meramente commerciale –rappresenta appena lo 0,2 per cento del totale del movimento passeggeri - accusa una flessione del 20,5 per cento.

La movimentazione degli aeromobili è sostanzialmente stabile. La crescita del traffico commerciale è di appena lo 0,4 per cento, sintesi dell’incremento del 3,8 per cento delle rotte internazionali e della riduzione del 4,5 per cento di quelle nazionali. L’aviazione generale e altri soggetti appare in aumento del 5,8 per cento.

Il rallentamento del ritmo di crescita del commercio internazionale non si è riflesso sulla movimentazione delle merci. Nell’ambito dei cargo si registra una crescita del 4,2 per cento. Per la posta emerge invece una situazione di segno negativo (-6,1 per cento).

In uno scenario nazionale espansivo del movimento aereo, il sistema aeroportuale dell’Emilia-Romagna appare, nel suo insieme, in crescita. Come vedremo diffusamente in seguito, il positivo andamento dell’aeroporto di Bologna ha più che colmato i vuoti rilevati in quello parmense.

Nel 2015 i passeggeri arrivati e partiti nei due aeroporti commerciali attivi in Emilia-Romagna per tutto il corso dell’anno ammontano a poco più di 7 milioni , vale a dire il 4,3 per cento in più rispetto all’anno precedente. Se si conteggiasse anche lo scalo riminese, comprendendo i periodi di forzata chiusura, si avrebbe un bilancio regionale leggermente negativo (-0,3 per cento).

Secondo i dati diffusi dalla Direzione sviluppo e traffico della società Aeroporto G. Marconi di Bologna Spa, il 2015 è stato caratterizzato da un andamento espansivo, che ha consentito di ottenere un nuovo record storico.

I passeggeri movimentati, compreso l’aviazione generale, ammontano a circa 6 milioni 890 mila, con una crescita del 4,7 per cento rispetto al 2014, in virtù di andamenti mensili prevalentemente espansivi, con l’unica moderata eccezione di aprile, segnato da un calo dello 0,7 per cento.

L’andamento più dinamico riguarda settembre (+9,5 per cento), ma occorre ricordare che un anno prima i traffici avevano risentito degli stop imposti dai lavori di manutenzione pista, che avevano comportato una perdita di passeggeri stimata in 40.000 unità. La buona intonazione dello scalo bolognese è favorita dall’attivazione di nuovi collegamenti (Budapest, Dubai, Katowice, Las

Palmas, Leopoli, Praga e Tel Aviv) e al potenziamento di alcune importanti tratte esistenti, in particolare Berlino, Bucarest, Cagliari, Chisinau, Copenaghen, Istanbul e Mosca.

Sono le rotte internazionali a determinare l’aumento del traffico passeggeri, a fronte del calo dei collegamenti interni. Nel 2015 il movimento dei passeggeri nazionali diminuisce del 2,1 per cento rispetto all’anno precedente. Il calo è determinato dai voli di linea (-38,7 per cento), penalizzati dalle difficoltà della compagnia aerea Meridiana, mentre quelli low cost crescono del 18,6 per cento, arrivando a rappresentare il 77,6 delle rotte interne, contro il 64,1 per cento di un anno prima. I voli charter, comunque marginali se si considera che costituiscono appena lo 0,7 per cento delle rotte nazionali, accusano una flessione del 34,2 per cento.

Nel 2015 il movimento dei passeggeri internazionali ammonta a circa 5 milioni e 172 mila unità, equivalenti al 75,1 per cento del movimento totale, migliorando la quota dell’anno precedente (73,3 per cento). Nei confronti del 2014 c’è un aumento del 7,2 per cento, che deriva dalla concomitante crescita dei voli di linea (+3.2 per cento) e low cost (+14,4 per cento). Dalla generale tendenza espansiva si distinguono i charter, la cui movimentazione dei passeggeri diminuisce del 29,2 per cento. La principale causa di tale andamento risiede nei timori suscitati dal terrorismo, che hanno fortemente penalizzato le destinazioni verso il Nord-Africa, in particolare Egitto e Tunisia. Come evidenziato dalla direzione aeroportuale, in generale si evidenzia inoltre un cambiamento nelle abitudini dei viaggiatori, più propensi al “fai da te”, a scapito delle prenotazioni tramite le agenzie di viaggio, che si avvalgono prevalentemente di voli charter. Al pari delle rotte interne, l’incidenza dei charter sul totale dei voli internazionali è piuttosto contenuta (2,3 per cento). La nuova pronunciata crescita dei voli internazionali low cost rientra in un quadro più generale, che vede i voli a basso costo sempre più appetiti dal pubblico.

I passeggeri transitati ammontano a 24.175 vale a dire il 37,9 per cento in meno rispetto a un anno prima. La flessione dipende soprattutto dalle rotte interne (-55,8 per cento), a fronte del più contenuto, ma comunque consistente, calo di quelle internazionali (-26,7 per cento).

L’aviazione generale movimenta 7.738 passeggeri, in leggero calo rispetto al 2014 (-3,2 per cento).

Gli aeromobili movimentati ammontano a 64.571, vale a dire lo 0,4 per cento in meno rispetto al 2014. A frenare la crescita ha provveduto in primo luogo la flessione dei voli di linea (-6,6 per cento) seguiti da quelli charter (-20,8 per cento). Il segmento low cost appare in crescita del 13,4 per cento, coerentemente con la buona intonazione del relativo traffico passeggeri cresciuto complessivamente del 15,8 per cento.

Il calo degli aeromobili movimentati coniugato alla crescita dei passeggeri sottintende una maggiore

“produttività” dei voli. Ogni aeromobile di linea ha trasportato mediamente 86 passeggeri, con un aumento dell’1,4 per cento rispetto alla situazione del 2014. I voli low cost evidenziano un rapporto tra passeggeri e aeromobili molto più elevato rispetto a quello dei voli di linea, in crescita del 2,1 per cento rispetto a un anno prima (da 154 a 157). E’ da queste differenze che può derivare la maggiore economicità del costo dei biglietti. Passo indietro per i charter, scesi da 53 a 47 passeggeri per aeromobile.

Il trasporto merci - il grosso del traffico nazionale gravita su Milano Malpensa, Bergamo e Roma Fiumicino – sembra avere risentito del rallentamento del ritmo di crescita del commercio internazionale, accusando un calo dell’1,9 per cento. Altrettanto avviene per la posta, che torna a diminuire dopo la ripresa registrata nel 2014, passando da 7 tonnellate e 160 kg a poco più di 2 tonnellate.

Sotto l’aspetto della destinazione e provenienza dei passeggeri (è esclusa l’aviazione generale), nel 2015 la località più gettonata è Londra65, con 516.149 passeggeri movimentati, che scavalca Parigi, la cui movimentazione è di 516.025 passeggeri distribuiti tra gli aeroporti Charles De Gaulle, Orly e Beuvais. Segue Francoforte con 282.077 passeggeri movimentati, davanti a Istanbul (269.375) e Barcellona (265.524). Sopra le 200.000 unità si collocano inoltre Palermo, Catania, Madrid e Roma

Fiumicino. Tra le 100.000 e 200.000 unità troviamo alcuni collegamenti interni con il Sud d’Italia (Lametia Terme, Bari, Brindisi, Alghero, Cagliari e Trapani) e con importanti città del Nord-Europa quali Monaco di Baviera, Bruxelles e Amsterdam. Nella stessa fascia di passeggeri troviamo inoltre Casablanca, Valencia, Bucarest e Tirana.

Se si analizza l’andamento delle principali località, si può notare che l’aumento più sostenuto, pari al 22,8 per cento, riguarda Barcellona, seguita da Madrid (+12,9). Londra cresce dell’8,7 per cento, in misura superiore a Parigi (+4,9 per cento). Altri aumenti interessano Francoforte (+4,8) e Istanbul (+1,3). Per le località dell’Italia Meridionale, spicca la flessione di Catania (-21,5), mentre Palermo rimane sostanzialmente stabile (-0,2). Riprendono quota Bari, Brindisi, Lametia Terme e, soprattutto, Trapani (+11,9). Perde ancora terreno Roma (-14,5), mentre in ambito internazionale diminuiscono i flussi con Monaco di Baviera (-8,7) e Casablanca (-4,3).

Le località d’interesse prettamente turistico mostrano un andamento fortemente influenzato dai timori legati all’attività terroristica. Non a caso i voli charter internazionali fanno registrare una flessione del 29,2 per cento dei passeggeri movimentati.

Nel 2015 non è stata rilevata alcuna movimentazione con la località tunisina di Djerba, che nel 2014 aveva movimentato più di 9.000 passeggeri. Stessa sorte per Monastir (12.608 nel 2014), Tabarka (1.439 nel 2014) ed Enfidha (1.631 nel 2014). Solo Tunisi attiva passeggeri, esattamente 28.324, ma con una flessione del 6,6 per cento rispetto al 2014. Nel suo insieme i collegamenti con la Tunisia diminuiscono del 48,5 per cento. Per quanto concerne l’Egitto, il calo è del 32,9 per cento. Alla buona tenuta di Sharm el Sheik (+7,0 per cento), si contrappongono le flessioni di Marsa Alam (-44,9) e Mersa Matruh (-55,2), mentre Hurghada si riduce a una movimentazione di appena 82 passeggeri, quando nel quadriennio 2006-2010 si aggirava mediamente su circa 22.000 passeggeri.

Della crisi delle località egiziane e tunisine hanno “approfittato” quelle spagnole, meno influenzate dai timori di attentati. Tra le mete atlantiche spagnole guadagnano terreno Tenerife (+13,4 per cento), Arrecife-Lanzarote (+41,2) e, in particolare, Gran Canaria (da 800 a 5.000). In ambito Mediterraneo crescono Mahon (-22,1 per cento) e Palma di Maiorca (+19,8 per cento), mentre diminuisce Ibiza (-7,1). Il diradamento dei voli charter ha avuto effetti negativi anche su parte dei collegamenti con la Grecia, anche se in termini assai più morbidi (-4,8 per cento) rispetto a quanto avvenuto per Egitto e Tunisia. Rodi appare sostanzialmente stabile, mentre diminuiscono Kos (-25,9 per cento), Mikonos (-3,0) e Zacinto (-2,1). Di contro evidenziano aumenti Kharpathos (+27,6), Heraklion, nell’isola di Creta, (+11,4) e Samos (+18,5).

Nella vicina Turchia non è stata rilevata alcuna movimentazione a Izmir, Antalya e Bodrum e lo stesso avviene per la cipriota Larnaca, che nel biennio 2011/2012 aveva movimentato mediamente circa 23.000 passeggeri.

Nell’ambito delle nazioni di provenienza e destinazione dei passeggeri (è esclusa l’aviazione generale), prevalgono nettamente i traffici all’interno dell’Unione europea, che nel 2015 rappresentano l’87,2 per cento del totale, in aumento rispetto alla quota del 2014 (86,4 per cento).

Tale rafforzamento ha origine dalla crescita delle rotte comunitarie (+5,7 per cento), a fronte del calo dell’1,5 per cento del resto del mondo. I voli interni pesano per il 24,9 per cento del totale, con una riduzione del 2,1 per cento rispetto al 2014.

L’apertura di nuovi collegamenti ha consentito di accrescere considerevolmente la movimentazione con Ungheria, Emirati Arabi Uniti, Repubblica Ceca e Svizzera. La Spagna ha superato per la prima volta la soglia del milione di passeggeri (+13,8 per cento), diventando la seconda nazione dopo l’Italia. Francia e Germania, i principali partner commerciali dell’Emilia-Romagna, registrano incrementi rispettivamente del 5,2 e 7,5 per cento. La movimentazione con la Romania, che in regione è la nazione con il maggior numero di residenti, aumenta del 9,7 per cento. Il Marocco, seconda nazione in regione come residenti, diminuisce invece dello 0,5 per cento. Altri incrementi di una certa consistenza riguardano Bulgaria (+57,8), Danimarca (+11,1), Israele (da 286 a 3.556), Russia (+8,3) e Malta (+6,1), che con tutta probabilità ha attratto turisti prima diretti in altre località del Mediterraneo giudicate a rischio. Tra i paesi in diminuzione, oltre ai già citati Tunisia, Egitto e

Grecia, sono da evidenziare le flessioni di Svezia 23,1), Irlanda 6,9), Albania 16,0), Austria (-5,2), Capo Verde (-13,3) e Tanzania (-63,7), che ha riflesso la pesante flessione di Zanzibar. Il diradamento dei collegamenti con la Norvegia riduce la movimentazione ad appena 377 passeggeri contro i 14.827 del 2014.

L’aeroporto di Rimini, intitolato al grande regista cinematografico Federico Fellini, è tornato operativo il 1 aprile 2015, dopo cinque mesi di forzata inattività dovuta al fallimento della società Aeradria. Nella gestione è subentrata la Srl Airiminum 2014. Il confronto è pertanto limitato al periodo aprile-ottobre 2015 rispetto allo stesso del 2014.

La riapertura dell’aeroporto riminese avrà conseguenze positive per l’economia della zona, compresa la Repubblica di San Marino. Secondo una ricerca commissionata dall’Amministrazione provinciale riminese, nel 2011 l’indotto dello scalo riminese era stato stimato in 970 milioni di euro, di cui oltre 335 milioni rappresentati da spese turistiche, con i russi a caratterizzarne una cospicua parte.

Tra aprile e ottobre 2015 il movimento complessivo dei passeggeri, compresi i transiti e l’aviazione generale, ammonta a poco più di 153.000 unità, con una flessione del 62,8 per cento rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il grosso della movimentazione è costituito dai charter, che hanno movimentato 91.325 passeggeri rispetto ai quasi 300.000 di un anno prima (-69,5 per cento). Una flessione più contenuta, ma consistente, caratterizza i voli di linea, tutti di provenienza internazionale (-46,4 per cento).

Stessa sorte per l’aviazione generale, che esula dall’aspetto squisitamente commerciale di uno scalo, i cui passeggeri passano da 2.693 a 2.308 (-14,3 per cento). L’unico progresso riguarda i transiti, il cui impatto economico sul bilancio dello scalo è tuttavia trascurabile. Tra aprile e ottobre 2015 ammontano a 1.957 contro i 1.496 dell’anno precedente (+30,8 per cento).

Dal lato della nazionalità, i collegamenti con la Russia caratterizzano gran parte dei voli internazionali, rappresentando il 71,9 per cento della movimentazione di linea e charter. Rispetto al periodo aprile-ottobre 2014 c’è una flessione del 69,8 per cento, dovuta non solo allo scotto della chiusura dello scalo, ma anche alle difficoltà economiche della Russia, che hanno comportato una svalutazione del rublo.

La seconda nazione è la Germania , con una quota del 9,0 per cento, in forte aumento rispetto al 2,7 per cento del 2014. La crescita dipende dal pronunciato incremento della movimentazione dei passeggeri passati da 10.803 a 13.425 unità. La terza nazione è il Lussemburgo con un’incidenza del 4,7 per cento sul totale dei passeggeri movimentati, ma in questo caso c’è un ridimensionamento rispetto a un anno prima (-5,3 per cento)). Tra le rimanenti nazioni si registrano cali per Belgio (Bruxelles), Finlandia (Helsinki), Bielorussia (Minsk), Olanda (Amsterdam), Svizzera (Zurigo), Spagna (Barcellona, Ibiza e le isole Baleari le mete) ed Estonia (Tallinn). Oltre alla Germania aumenta la movimentazione con Francia, sia pure su numeri contenuti (da 336 a 830) e Grecia (Creta e Kos le mete), ma in questo caso in termini più rilevanti (da 1.830 a 2.147).

I collegamenti interni appaiono statisticamente trascurabili (appena 161 passeggeri movimentati sui 148.802 complessivi), confermando in misura ancora più contenuta i già magri numeri del 2014. Il mancato ripristino dei collegamenti con Roma Fiumicino, un tempo curati dalla compagnia aerea Darwin poi Etihad, ne è la causa.

Gli aeromobili arrivati e partiti per il trasporto passeggeri, tra linea, charter e aviazione generale, diminuiscono del 41,8 per cento, in misura meno sostenuta rispetto alla flessione, in precedenza descritta, del movimento dei passeggeri. Il calo più pronunciato riguarda i voli charter (-68,9 per cento) seguiti da quelli di linea (-31,9 per cento) e dall’aviazione generale (-15,5 per cento).

Per quanto concerne il traffico merci e postale, non è stato rilevato alcun movimento. Tra aprile e ottobre 2014 le merci per via aerea erano ammontate a circa 195 tonnellate, mentre la posta aveva pesato per oltre 70 tonnellate.

Il rapporto aeromobili/passeggeri appare in diminuzione, sottintendendo una teorica perdita di

“produttività”. Ogni apparecchio, tra voli di linea e charter, ha trasportato mediamente 131 passeggeri contro i 154 di aprile-ottobre 2014 (-14,8 per cento).

Se in confronto è eseguito anno su anno, considerando i periodi di inattività, il movimento dei passeggeri ammonta nel 2015 a 161.600 unità, contro le 473.103 del 2014, per una flessione del 65,8 per cento.

L'Aeroporto "Giuseppe Verdi" di Parma fa registrare nel 2015 una riduzione dei traffici, che interrompe la fase di ripresa che aveva caratterizzato, sia pure con qualche pausa, il periodo marzo 2013 – maggio 2015. Alla base di tale andamento c’è la situazione d’incertezza legata alle sorti dell’aeroporto, che ha avuto come esito il diradamento dei voli estivi, che rappresentavano una peculiarità dello scalo parmense.

I passeggeri arrivati e partiti, tra voli di linea, charter, aerotaxi e aviazione generale, ammontano a poco più di 187.000, vale a dire il 9,0 per cento in meno rispetto al 2014. Tale calo è determinato dai più importanti segmenti di traffico. I voli di linea, che rappresentano la spina dorsale del movimento del “Giuseppe Verdi” (97,0 per cento del totale) registrano 181.395 arrivi e partenze, vale a dire il 6,8 per cento in meno rispetto all’anno precedente.

I passeggeri movimentati su charter diminuiscono sensibilmente (-73,2 per cento), scontando l’assenza di voli nel bimestre giugno-luglio rispetto ai 1.610 di un anno prima. Note meno negative per gli aerotaxi, i cui passeggeri scendono di appena lo 0,7 per cento. L’unica moderata crescita riguarda l’aviazione generale (+2,0 per cento), che esula tuttavia dall’aspetto squisitamente commerciale di uno scalo.

Gli aeromobili movimentati ammontano a 5.946, con una flessione del 15,2 per cento rispetto al 2014. A pesare maggiormente sul calo sono i voli charter (-69,0 per cento), ma anche le riduzioni dei voli di linea e dell’aviazione generale sono importanti, pari rispettivamente al 16,7 e 15,9 per cento. Più contenuta la riduzione degli aerotaxi (-0,8 per cento).

Il rapporto medio passeggeri\aeromobili dei voli di linea, che può essere interpretato come una sorta d’indice di produttività, è di 165 unità, in miglioramento rispetto a quanto registrato nel 2014 (147).

Non altrettanto avviene per i voli charter, il cui rapporto di 31 passeggeri per aeromobile diminuisce del 13,5 per cento rispetto a quello di un anno prima.

Il movimento merci è del tutto assente, replicando la situazione del 2014.

Nel documento Consuntivo 2015 (.pdf) (pagine 130-134)