• Non ci sono risultati.

male si dibatteva sernpro La tèVscortlcarJai 1 aiu- con vene bianchee^prendeva 'la'r0S,Sa gh dava il macellaio Al fri . .Posizione elio tagliarono le gambe della 8P0zzaron° « larono con quelle di altri u tfc.lma’ e le accumu¬

lasse proprietario mentre aPPart0nenti allo estremità rimanenti conHn Rel v,entl’e 6 nelle Finite queste operazk.^1le ^trazioni, verso la carrucola e lo apT>p<!erSCI/mrono FtUiimale la bestia non diede più sLn^: A? ora solamente,

Così io Vidi rfiRtnnJr gn° dl Vlta-

secondo, un terzo od un^uar?01^’ ucciderne un stesso processo; in 0gnu?io f0' Era Per tutti lo veniva mozzata, si osservàvnPPeRa la testa S1'

perforata dai denti e il

corno n<l-fafCOra ^a lingua consisteva in ciò; alcune volte5 nat°‘ L» differ0nza olpo, che doveva strama? maccllajo falliva luesti s impennava, mugrriVa ai'6 Rimale, e ,cefcava scappare AlW e .Sondante san- iml a V6 dove * scorticano? ì° Macinavano Qa Seconda e il bue cadeva,65616’ C0,Pivan(l

MACERI 0RUDE1 35 Peci il giro e m’avvicinai alla porta opposta dalla quale entravano gli animali; qui assistetti alla stessa cosa, solamente più da vicino e perciò più chiaramente; vidi sopratutto ciò che non potei osservare dall’altra porta ; il mezzo col quale forzano la vittima ad entrare. Ogni volta che prendevano un bue di sotto alla tettoja e lo trasci¬

navano con una corda attaccata alle corna, l’a¬

nimale sentendo l’odore del sangue, muggiva ed indietreggiava; due uomini non avrebbero potuto trascinarlo colla forza; perciò ogni volta uno dei macellai si avvicinava, prendeva il bue per la coda, gliela voltava indietro rompendo la cartilagine, e l’animale allora avanzava.

Quando avevano terminato d’abbattere i buoi d’un proprietario, ricominciavano la stessa ope¬

razione per un altro. 11 primo animale di questo secondo gruppo, era un toro, bello, forte, nero chiazzato di bianco, e le gambe completamente bianche; una bestia giovano, muscolosa, energica.

Tirarono la corda, egli abbassò la testa e si fer¬

mò di botto: ma il macellaio ohe camminava die¬

tro da meccanico esperto, prese la coda, e la voltò fino a far scricchiolare la cartilagine; il toro diede un balzo in avanti con tale forza che gli uomini che lo tenevano per la corda caddero per tC Laminale si fermò di nuovo guardando di

«bieco col suo occhio torvo pieno di fuoco; ma di nuovo la coda scricchiolando obbligò il toro a frettarsi in avanti ed a trovarsi al posto dovuto;

il macellaio si avvicinò, vibrando un colpo mal riu¬

nito- la bestia diede un balzo, e agitando con forza la testa, con un feroce muggito tutto in sangue, si gettò indietro. Le persone che si tro- vavano alla porta fuggirono spaventate ; ma i

^celiai abituati a simili pericoli, lo afferrarono i» enma girarono ancora la coda, e il toro si Imvò di nuòvo nella stanza, e fu trascinato colla

36 PIACERI CRUDELI

testa sotto alla trave: non gli fu così piu possibile sfuggire.

Benché grondante sangue, il -macellajo sep] e trovare il punto sulla nuca dove il pelo si divicc a stella; lo colpì e la bella bestia piena di vita, cadde dibattendo la testa e le gambe: lo sgozza¬

rono o lo scorticarono.

« Ah! finalmente! sembrava avesse il diavolo addosso; e non è nemmeno caduto dove doveva! » borbottò l’uomo che stava togliendogli la pelle.

Cinque minuti dopo, la testa nera era rossa, senza pelle, gli occhi vitrei, quegli stessi occhi che brillavano con tanto fuoco pochi minuti prima.

Mi recai al posto dove abbattono il bestiame minuto: era uno stanzone col suolo in asfalto e delle tavole con spalliere, sulle quali sgozzano "li agnelli ed i vitelli. Quivi il lavoro era finito; nefia stanza, impregnata di odore di sangue si trova- 'delìwiln m-aCellaì'

U'10

sofTiava nella gamba dell agnello ucciso e fregava colla mano it ven¬

tre gonfio dell’animale; l’altro, un ragazzo col K'v S 5P°";0 f Sa Va' S dito “n ritiro'. ? U.°m° d,e «“brava un

J:i: nirr s^cr^r0!10 di r

legate; lo mise sopra uni tavoli ’ ,le gambe su un letto. Questo inni; V iC0,ue lo ponesse mente famigliare del luogo^died^ilT evid-ente’

e comincio a discorrere n buon giorni da chiedere al padrone TPi-nP0Slt0 dl un Permesso si avvicinò col coltello in “garetta, della tavola, e risposo che l0’ sulla costa 1 giorni di festa P Che avevan» vacanza tutti

-L’agnello vivo rimana,» •

morto, colla differenza ch’essn010^6 come quello a piccola coda, e i fianchi S « a,fltava ™aLnte 1

11 * 23 !?!

°he d ordinario 3ollevavano più ra-

PIACERI CRUDELI 37 bestiola contro la tavola, e il giovane macellaio, continuando a parlare, prese colla mano sinistra la testa dell’agnello e lo scannò. La bestia si con¬

torse, la coda si agitò convulsivamente e cessò di muoversi. Il ragazzo, mentre il sangue colava e la bestiola si agitava, riaccese la sigaretta. La conversazione era continuata senza interruzione di un solo momento.

E le galline? ogni giorno nelle cucine, a mi¬

gliaia, colla testa recisa, grondanti sangue, sus¬

sultano, battono le ali con una comicità terribile o ripugnante!

Eppure la signora dal cuore sensibile, mangia il cadavere di questo volatile colla completa si¬

curezza del suo diritto, affermando due opinioni die si contraddicono : la prima, ch’ella è tanto de¬

licata, come le assicura il medico, che non po¬

trebbe sopportare una nutrizione esclusivamente vegetale, e che per il suo debole organismo è ne¬

cessaria la carne; la seconda, che ella è tanto sen¬

sibile, che è incapace nou solamente di far soffrire gli animali, ma di sopportare la vista di queste sofferenze. In realtà, questa povera signora è de¬

bole, precisamente perchè 1’ hanno abituata a nutrirsi d’alimenti contrari alla natura umana:

cd ella nou può nou esser causa di sofferenza agli animali, per il semplice latto che li mangia.

X.

E’ impossibile fingere di ignorare chiudendo gli occhi • non siamo struzzi, nè possiamo credere che distogliendo lo sguardo non avverrà ciò che non vogliamo vedere; ed è ancora più impossibile il non voler vedere quello che mangiamo. Pazienza

TTACERI CRUDELI

3S

se la carne fosse necessaria o almeno utile; invece no, non è necessaria (1), Essa non serve che a svi¬

luppare gli istinti bestiali, la lubricità, la lussuria e i ubriachezza.

Questo ò confermato continuamente dal fatto

„;'V.gl°vani buoni, Puri e sopratutto le'donne e le che la virtù non s’kccoìda ? "ho

iSriztafrjr,iw buoni

fnf^°iC0S^ V0S1.i° provare? Sarebbe forse il cessare1 df1mUa°minÌ’ Pi0r diventare buoni devono

■ vofir0e8;a,latto- condurre una vita moni» ’ . j.Pei ail'ivaro a quietare progressivamente 'le àuaUtk11^1^ U-G"

o che in tutto le virtù minilo ,• necessarie, dere prima delle altre ’>qi“

lakc.lle

bisogna possc- do,minare le promie’ ll30^’ la volonta di .stinenzà, l’uonm sev,?i,P S °JU' Temlcndo all'a- urdine definito, 0 8in un ce>'to virtù, dev’essere la solmetr,0 °[,dlne> 1*. prima digiuno relativo. E s’eeli rPr nel*a. nutrizione, il fieramente la via morate Sena,ne,lte e sin-

SS

"o?

°p“* -fKlaST?

“d1

ei Clbl animali è

la

Ss- ■r* «w «d«.

'cedici del veo0hioat° C°me 1 ?r°™ Sfla

Aziono animalo per*u*?° °h.8 Predi<»no ]0 81 a.8c,o|tino quei

«aiuta pcr molt* ,a 1“erapl.ee ragion» di JL 881tà dolla "u- P°'chè ersi predio™?P da‘ Ioro prodeceswf^8™,8tnto ricono- Sl difendo tutto c’A °i°°n cocciutaggjno n*0" 8 da lor0 stessi:

**ch*s l"~»« “?££ £$£“

MACERI CRUDELI 39 prima tappa verso la vita morale?— La risposta e saggiamente data in questo libro, (1) e non da un solo individuo, ma da tutta l’umanità, nella persona dei suoi migliori rappresentanti. Ma se l illegittimità, cioè, l’immoralità di una nutri¬

zione animale, è conosciuta così da lungo tempo dall’uomo, perchè non si è ancora arrivati alla coscienza di questa legge? —- domanderanno le persone che giudicano piuttosto secondo l'opi¬

nione corrente o non secondo la loro ragione.

La risposta sta nel fatto che il movimento mo¬

ralizzatore, il quale costituisce la base di tutto i]

progresso, si compì sempre lentamente, e ohe l’indice di ogni movimento vero, sta nel suo ca¬

rattere di perpetuità e nel costante progredire.

Tale è il movimento vegetariano, il quale è es¬

presso tanto dagli scritti che compongono questo libro, quanto dall’esistenza stessa dell’umanità, che tende sompro più, a sua insaputa, a passare dalla nutrizione animale al regimo vegetale; e questa transazione si manifesta con una forza particolare e cosciente nel sistema vegetariano cho si estende sempre maggiormente. Ogni anno au¬

menta il numero dei libri e delle riviste che trat¬

tano tale soggetto.

Si vedono sempre più spesso uomini che rinun¬

ciano alla nutrizione animale, e ogni anno, so¬

pratutto in Germania, in Inghilterra e in America, aumenta il numero degli alberghi e delle locande vegetariane. ■

Questo movimento deve rallegrare in particolar modo gli uomini che cercano di realizzare il re¬

gno di Dio sulla terra, non solo perchè il sistema vegetariano è un passo importante verso questo

(1) Questo studio <S scritto a mo’ di prefazione ad una tradu¬

cono russa di un lavoro ingloso. di Havard Williams (The Elhics of Dici) il quale contieno molto biografie od estratti di lavori di differenti grandi pensatori, di tutto le epoche, ohe protestarono ponfro Turo dello nutrizione animalo.

40 PIACERI CRUDELI

«

regno, ma perchè è l’indizio che la tendenza vorso la perfezione morale dell’uomo è seria e sincera, giacché tale tendenza implica un ordine invaria¬

bile che le è tutto proprio e che incomincia dalla prima tappa. Non si può che rallegrarsene; e que¬

sta gioja è paragonabile a quella che devono provare quegli uomini, che volendo salire all'ul¬

timo piano della casa, pensano dapprima a sca¬

lare il muro, e infine s’accorgono che il mezzo più semplice è ancora quello di inoominciaro a salire dal primo scalino.

\

PIACERI CRUDELI

La guerra.

i.

Noi che amiamo gli stranieri, i Francesi, i Tedeschi, gli Americani, gli Inglesi, che apprez¬

ziamo le loro qualità, che siamo felici d’incon- trarli, che li accogliamo con piacere, che non solo non possiamo considerare come atto eroico la guerra contro di essi, ma che pensiamo con ter¬

rore alla possibilità di un così grave disaccordo fra loro; noi siamo tutti chiamati a partecipare alle strabi che si devono compiere se non oggi, inevitabilmente domani.

Si capisce come gli Ebrei, i Greci, i Romani, ab¬

biano difeso la loro indipendenza coll’assassinio e ohe coll’assassinio abbiano sottomesso al tri popoli; perohè ciascuno oredeva fermamente di essere il solo popolo eletto, buono, amato da Dio, mentre gli altri non erano che filistei o barbari.

Gli uomini del medioevo, ed anche quelli di due secoli fa e del principio dell’ultimo scorso, potevano ancora avere la stessa credenza, ma noi, non ostante tutti gli incitamenti, non possiamo averla. Questa contraddizione è così terribile al¬

l’epoca presento, che sentiamo l'assoluta neces¬

sità di trovare una soluzione.

PIACERI ORODELl

42

« I nostri tempi abbondano di contraddizioni l’ogni genere, scrive nelle sue preziose memorie il conte Komarovksy, professore di diritto inter¬

nazionale; la stampa di ogni paese ci parla su tutti i toni della necessità della pace fra i popoli, e la desidera ardentemente »

tutti i ioni aena necessita ( e la desidera ardentemente. »

« Per conseguenza, scrive a sua volta, l’abate Defourny l'Europa si trova, sotto questo rap¬

porto, nella medesima situazione dei tempi bar¬

bari e cattivi del medioevo. Tutti si lamentano d questa condizione, che non è nè pace nè guerra e vorrebbero uscirne. I capi di Stato attenuano zionMe Jn F„T’ “■ sl r,v*!egginno nelle dichiara-

Srial'* eTitóer^nTCdoCV1'’

pace è fondata sulla nnnfi

i

S lllu9ono- vera questi armamenti formi i reciProca> mentre Stati, se noii un’osfcilitf ?a u-1’ Sve,ail° fra gli una diffidenza nascosta “arata’ Per. lo meno un uomo, il quale volrnHn^i °0Sa 81 irebbe di aloni d’ainioSSa aip 'nri„d‘t1VarT lo sue ‘"‘on- esaminare lo questioni che’ li divide ° ,llvitosso «1 ' volver in mano? «bidono, con un re- chiarazionTSp\cfiifiSchente fra Ie di*

Governi, die tutti i buoni cS- mi,itare dei qualunque costo far cessare t irebbero a

Oi si meraviglia elio in i?„ '

aure,di all’anno, „ quee„£

^gano

60000

• casi conosciuti e registrati « °omPrendo che Russia e la Turchia. fiiW*1’ ,n,°n calcolando la vigliarsi che ne succedano8cos?tbV-nvece mera‘

™du° dell'epoca nostrii°ohl- Qualunque contraddizione fra la ra>“ approfonda Ja lr0va m «"dolo aCSSENf' >* >"» "ita. ’

• Senza parlare

PIAOEBI CRUDELI 43

delle contraddizioni della vita reale colla coscienza che riempiono l’esistenza dell’uomo, basterebbe questo stato di pace permanentemente armata e quello della religione cristiana, perchè egli di- speri, dubiti della ragione umana e rinunci alla vita di questo mondo insensato e barbaro. Que¬

sta contraddizione, quintessenza di tutto lo altre, e cosi terribile, elio solamente dimenticandola è possibile l’esistenza.

Como! noi tutti, cristiani, che oltre al profes¬

sare l’amqre del prossimo, viviamo veramente di un battito di vita comune, e ci accordiamo, ci mischiamo avvicinandoci con amore sempre più gli uni agli altri per la felicità comune, e in questo avvicinamento sta il senso di tutta la vita, noi, so domani qualche capo di Stato impazzito di- ocsso una bestialità qualsiasi, e un altro gli ri¬

spondesse con una bestialità pari alla sua, do¬

vremo esporci.alla morte, per uccidere degli uo¬

mini, che, non solamente non ci fecero nulla di male, ma che noi amiamo? Eppure non è una pro¬

babilità impossibile, ma è anzi una certezza ine¬

vitabile alla quale tutti ci prepariamo.

Basta averne la netta cognizione por impazzirne o suicidarsi; basta rientrare un momento insè stessi per essere spinti alla necessità di una simile fino.

Solamente questo ci può spiegare l’intensità feb¬

brile colla quale l’uomo moderno cerca di abbru¬

tirsi col vino, il tabacco, l'oppio, i viaggi, la let¬

tura dei giornali, il giuoco ed ogni genere di di- vortimenti e di spettacoli, ai quali s’abbandona come ad un’occupazione seria ed importante. Se non vi fosse un mezzo esterno d’abbrutimento, La metà del genere umano si farebbe saltare lo cervella, perchè il vivere in contrasto colla propria ragione, è 1’esistenza la più insopporta¬

bile. E tutti gli uomini della nostra epoca si tro¬

vano in questo caso: tutti vivono in un’antitesi

•ontinua e flagrante della coscienza colla vita.

moeni crudel

44

Queste contraddizioni sono tanto economiche

Documenti correlati