I. Ambiente e alimentazione
I.1. Gli obiettivi dello sviluppo sostenibile
4. Ulteriori considerazioni
Quali soluzioni si possono intravvedere? Come si è detto le sfide sono rappresentate dal raggiungimento di produ-zioni di alimenti di origine animale in adeguata quantità.
Da un lato è necessario gestire correttamente le superfici agricole ad elevata vocazione produttiva, dall’altro riconsi-derare superfici meno vocate all’agricoltura intensiva, ma di grande pregio ecologico, per salvaguardarne la biodiversi-tà. Occorrerà puntare su un equilibrato aumento delle rese delle produzioni vegetali e animali, specialmente nei Paesi emergenti, tramite l’adozione di sistemi produttivi più effi-cienti e sostenibili, conciliando le attività agricole con le altre (produzione di energia, uso delle risorse idriche, sviluppo dell’urbanizzazione, attività industriali).
L’obiettivo è un equilibrio, assai complesso da raggiun-gere, tra l’aumento della produzione di alimenti e la salva-guardia delle risorse naturali. Si può pertanto parlare non
Agricoltura sostenibile e biodiversità
31 solo di intensificazione sostenibile ma anche di necessità di un ritorno a sistemi più estensivi di aree marginali e interne.
I modelli produttivi che rispondono a criteri di ricchezza di servizi ecosistemici richiedono una favorevole integra-zione tra colture e allevamenti. Si tratta di sistemi praticati in prevalenza da piccole aziende di agricoltori e allevatori, assai diffusi in contesti meno avvantaggiati. Aree che oggi noi definiamo “marginali” e “interne” e che, purtroppo, per ragioni economiche e per scarsa dotazione di servizi, sono state in larga parte abbandonate. Un coerente ed equilibra-to riequilibra-torno a questi terriequilibra-tori consentirebbe benefiche rica-dute in termini ecologici, con risvolti positivi in termini di etica ambientale. Anche Francesco, nella Laudato sì14, aveva sviluppato questo tema (n. 129) «Vi è una grande varietà di sistemi alimentari agricoli e di piccola scala che continua a nutrire la maggior parte della popolazione mondiale, utiliz-zando una porzione ridotta del territorio e dell’acqua e pro-ducendo meno rifiuti, sia in piccoli appezzamenti agricoli e orti, sia nella caccia e nella raccolta di prodotti boschivi, sia nella pesca artigianale».
Queste espressioni si ritrovano nel quindicesimo Sdgs:
«proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestendo coerentemente le fore-ste, contrastando la desertificazione, arrestando e facendo retrocedere il degrado del terreno, fermando la perdita di diversità biologica». Al punto 15.4 si riporta che «entro il 2030 occorrerà garantire la conservazione degli ecosistemi montani, compresa la loro biodiversità, al fine di migliorare la loro capacità di fornire prestazioni che sono essenziali per lo sviluppo sostenibile».
Una corretta integrazione dei sistemi di allevamento con quelli agricoli contribuirebbe efficacemente al miglioramen-to del bilancio globale delle risorse, incluso il carbonio per le implicazioni sui gas serra, non solo in termini di riduzione dei consumi energetici e idrici, ma anche, in relazione al grado di impronta ecologica. D’altro canto, si può anche ritenere che, in direzione totalmente opposta e con ulteriori
14. Francesco, Lettera enciclica “Laudato si’” del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune, Libera Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2015.
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quesiti di ordine etico, soltanto grazie all’intensificazione dei cicli produttivi con l’aumento dell’efficienza dei sistemi agro-zootecnici ed il miglioramento della loro sostenibilità ambientale (il già richiamato concetto di “intensificazione sostenibile”) coadiuvata da opportuni indirizzi di selezio-ne geselezio-netica animale, si possa arrivare ad una sostanziale riduzione degli impatti, principalmente per effetto della diluizione dei medesimi riferita all’unità di prodotto15.
Il concetto di sostenibilità, convenientemente declina-to, potrà aiutare il consumatore nelle sue scelte, nonché aiutare gli agricoltori a presentare i propri progressi in un modo più comprensibile. Un sicuro beneficio, in termini di sostenibilità dei sistemi produttivi, deriverà dall’azione dei decisori, all’interno o all’esterno del comparto produt-tivo agricolo, nel combinare le preoccupazioni sulla salute umana, il benessere animale e la conservazione delle risorse genetiche, in una prospettiva unitaria16.
Conclusioni
Un allevamento animale “sostenibile” (ed “etico”) dovrà prevedere un impiego equilibrato del territorio e delle ri-sorse con convenienti equilibri tra produzioni animali e ve-getali, rispettando le caratteristiche ambientali e consentire la riproducibilità del sistema produttivo nel lungo periodo.
Queste attività che continuano a rappresentare per l’uma-nità fonte di molteplici opportul’uma-nità produttive e non solo, potranno ricevere oggi una piena giustificazione solo se at-tuate attraverso un corretto impiego delle risorse. Rimane altresì inscindibile da tutto ciò l’azione di formazione e di educazione alimentare e alla salute, al fine di migliorare le condizioni di nutrizione e di vita della popolazione mondia-le, riducendo da una parte gli eccessi di alimenti e dall’altra stimolandone un consumo consapevole, responsabile ed eti-camente sostenibile.
15. H.C.J. Godfray, J.R. Beddington, I.R. Crute, L. Haddad, D. Lawrence, J.F. Muir, J. Pretty, S. Robinson, S.M. Thomas, C. Toulmin, Food security: the challenge of feeding 9 billion people, Science, 2010, n. 327, pp. 812-818.
16. C. Gamborg, P. Sandøe, Sustainability in Farm Animal Breeding: A Review Livestock Pro-duction Science, Volume 92, 2005, Issue 3, pp. 221-231; P. Sandøe, Re-thinking the ethics of intensification for animal agriculture, in P.B. Thompson, The ethics of intensification: ral development and cultural change, The international library of environmental, agricultu-ral and food ethics, 2008, no. 16, Springer Science Business Media B.V., pp. 191-198.
Agricoltura sostenibile e biodiversità
33 Ancora, Francesco, nella Laudato si’17 richiama tali aspet-ti: la produzione di alimenti non deve essere vista soltanto come atto agricolo, ma anche ecologico. Sempre nell’Enci-clica: «l’essere umano [può] intervenire nel mondo vegetale e animale e servirsene quando è necessario alla sua vita».
Le problematiche relative all’impoverimento della natura e alla sua biodiversità, al cambiamento del clima, all’inquina-mento in genere, mettono in evidenza le criticità delle po-litiche agricole ed i connessi e discutibili modelli produttivi e distributivi. Anche Agenda 2030, nel suo programma d’a-zione per lo sviluppo sostenibile, ci ricorda, nei suoi diversi obiettivi, il complesso gioco di interdipendenze, interne ed esterne all’ambiente, invitando l’uomo ad uscire dalla pre-tesa scientifica di poter dare un proprio ordine alla natura.
Tabella 1 – Espressioni positive e negative dei sistemi agro-zootecnici
Aspetti positivi Impatti negativi
Diversificazione dei sistemi agricoli (ambienti pastorali, prati permanen-ti, …) e stimolo alle rotazioni agrono-miche
Mantenimento della biodiversità (an-che zootecnica attraverso la protezione delle diverse razze locali a limitata dif-fusione ed in particolare quelle a dupli-ce attitudine)
Riciclo efficace degli elementi nutriti-vi e miglioramento della struttura del terreno agrario
Impiego di risorse foraggere spontanee per la produzione di alimenti, anche carni, di elevato valore nutrizionale e nutraceutico
Forme di manutenzione del territorio e del paesaggio
Desertificazione del suolo
Inquinamento e consumo delle acque Erosione e inquinamento del suolo Emissioni in atmosfera
Perdita di biodiversità
17. Francesco, Lettera enciclica “Laudato si’” del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune, Libera Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2015.
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Tabella 2 – Funzioni
Funzioni Beni e servizi
Produttiva Prodotti zootecnici Alimenti di origine animale Flora e fauna Biodiversità animale e vegetale
Regolatrice
Climatica Fissazione del carbonio, regolazione di gas serra
Rischi naturali Protezione da frane, inondazioni Prevenzione erosione Mantenimento dei suoli Controllo biologico Controllo di specie invasive
Conservatrice Protezione degli habitat
Culturale e ricreativa
Culturali Eredità culturale, linguistica Artistici Architettura, opere artistiche Aspetti estetici Turismo
Religioni e sviluppo sostenibile
Premessa 35
L’agricoltura e i sistemi alimentari sono tra i principali mo-tori dei cambiamenti globali sulla Terra e si collocano al centro dei sistemi socio-economici, esito dell’Antropocene1. Sin dalle sue origini, l’agricoltura ha generato cambiamenti più o meno repentini sul paesaggio, nell’uso delle risorse naturali e sulla biodiversità vegetale e animale2. In partico-lare le innovazioni introdotte nel periodo industriale, inizia-to ininizia-torno al 1800, hanno influiinizia-to in modo importante sul tasso di biodiversità presente nei sistemi agricoli determi-nandone una graduale, ma sempre più accelerata, perdita.
La Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Bio-logica, firmata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992, definisce la biodiversità (Biological Diversity) come «the variability among living organisms from all sources including, inter alia, terrestrial, marine and other aquatic ecosystems and the ecological complexes of
1. G. Barbera, Antropocene, agricoltura e paesaggio, Aboca Sansepolcro (Ar), Arezzo 2019, pp. 13-88.
2. D. Q. Fuller et al., The contribution of rice agriculture and livestock pastoralism to prehistoric methane levels: an archaeological assessment, «The Holocene», 21 (2011), pp. 743-759; B. D.
Smith, M. A. Zeder, The onset of Anthropocene, «Anthropocene», 4 (2013), pp. 8-13.
Agricoltura sostenibile e biodiversità:
le produzioni vegetali
Cristiana Peano, Anna Gregis, Chiara Ghisalberti
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Cristiana Peano Anna Gregis Chiara Ghisalberti
which they are part; this includes diversity within species, between species and of ecosystems» (Onu, 1992). In tale occasione ven-nero delineati i tre importanti obiettivi della Convenzione stessa, ovvero la conservazione della diversità biologica, l’u-so l’u-sostenibile dei componenti della diversità e la giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche.
È evidente che la biodiversità è stata riconosciuta come la base per i sistemi naturali di supporto alla vita sulla Terra, in quanto fornitrice di servizi ecosistemici; ma andando al di là del punto di vista ecologico, la biodiversità ha anche una valenza simbolica, culturale e sociale. Basti ricordare il ruolo decisivo che hanno i popoli indigeni nella sua con-servazione e nell’identità culturale che si crea attorno a un prodotto agro-alimentare, seme, pianta, animale o trasfor-mato che sia3.
Nel 2009 sulla rivista Nature è stato inserito, da un grup-po di esperti di scienze del sistema Terra e della sostenibilità guidato da Johan Rockström, il concetto di ‘confine plane-tario’ che ha l’ambizione di definire uno “spazio operativo sicuro” in cui poter agire senza compromettere il futuro del pianeta.
Dei 9 confini planetari identificati nell’articolo, uno fa specifico riferimento ai cambiamenti nell’integrità della bio-sfera (perdita di biodiversità ed estinzioni) ed è considera-to, insieme a quello relativo al cambiamento climatico, un confine fondamentale da non superare per evitare che il Sistema Terra raggiunga ‘un nuovo stato’4. Queste conside-razioni derivano dalla consapevolezza che quasi un quarto delle specie vegetali del pianeta è a rischio di estinzione, mentre le popolazioni globali di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sono diminuite del 58% tra il 1970 e il 2012, riduzione che potrebbe aumentare nel corso dei prossimi anni ad un tasso sempre maggiore5.
3. M. Schultz, T.D. Tyrrell, T. Ebenhard, The 2030 Agenda and Ecosystems - A discussion paper on the links between the Aichi Biodiversity Targets and the Sustainable Development Goals, SwedBio at Stockholm Resilience Centre, Stockholm 2016.
4. L. P. Stuart, N. J. Clinton, V. L. Binbin, How to protect half of Earth to ensure it protects sufficient biodiversity, «Science Advances», 2018.
5. WWF, Risk and resilience in a new era. Living Planet Report WWF International, Gland 2016.
Agricoltura sostenibile e biodiversità
37 Inoltre un recente studio del 2016 condotto nell’ambi-to della Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES) mostra che il 40% delle specie impollinatrici sono a rischio di estinzione, con potenziali conseguenze devastanti per il cibo e i mezzi di sussistenza, considerando che il 75% delle nostre colture alimentari di-pende dagli impollinatori.
1. Biodiversità e agrobiodiversità al centro di accordi