4.3 Perch´e il nichel
4.3.4 Un modello semplificato di funzione di memoria
Con lo scopo di chiarire la fenomenologia legata alla transizione dal regime adi- abatico a quello isotermo in un liquido semplice e non certo con l’intenzione di fare una previsione valida nel caso specifico del nichel, vogliamo calcolare l’anda- mento della velocit`a del suono generalizzata a partire da un modello di funzione di memoria del secondo ordine cui contribuisce una parte termica, legata all’ac- coppiamento della densit`a con le fluttuazioni termiche, e una parte longitudinale, che descriva i processi di rilassamento della dinamica microscopica.
Assumiamo pertanto che il comportamento delle fluttuazioni di densit`a sia descritto dall’equazione di Langevin generalizzata () con una funzione di memoria
M(Q, t) = ∆2
T(Q)e−t/τth + ∆2α(Q)e−t/τα + ∆2µ(Q)δ(t) (4.6)
Come si vede la scala dei tempi del rilassamento indicato con α `e τα, mentre
il rilassamento indicato con µ avviene su scale di tempo molto brevi rispetto ai tempi caratteristici delle fluttuazioni di densit`a.
Per assegnare un valore ai coefficienti e ai tempi che appaiono nella (4.6) assumiamo quanto segue
• La parte termica della funzione di memoria `e ricavata dalla forma che assume nel limite idrodinamico (2.45), con la generalizzazione della velocit`a isoterma
c2T(Q) = KBT mS(Q)
tuttavia con riferimento alla forma della S(Q) (fig.4.1 ) assumeremo che per Q . 10nm−1 S(Q) ≈ S(0) per cui ω2
0(Q) ≈ c2TQ2 lo calcoleremo a partire
dai dati disponibili della velocit`a del suono nel Ni.
• Per assegnare un andamento in Q a τth usiamo il valore trovato per DT e
poniamo τth = 1/(γDTQ2).
• Per descrivere i fenomeni di rilassamento longitudinale si introduce la frazione del rilassamento lento rispetto al rilassamento totale, x.
x = R Mαdt R Mαdt + R Mµdt
dove Mα `e la parte di M legata al rilassamento α, e lo stesso dicasi per
Mµ. L’integrale totale della parte longitudinale della funzione di memoria `e
legato alla viscosit`a cinematica ν: νQ2 =
Z ∞
0
quindi mantenendoci nella regione ove ν(Q) dipende debolmente da Q e assegnando a questo coefficiente di trasporto il suo valore nel limite idrodi- namico [37] otteniamo
∆2
µ(Q) = (1 − x)νQ2; ∆2α(Q)τα(Q) = xνQ2 (4.7)
dove ν(Q) = ν = 6.3 · 10−1nm2/ps.
• Per stimare τα tentiamo un argomento di scaling basato sulla conoscenza
degli andamenti in Q di queto tempo di rilassamento in altri sistemi metal- lici. Per legare tra loro le dimensioni di Tm (punto di fusione), M (massa
atomica) e QM (corrispondente al massimo dells S(Q)), basta notare che
KBTm ha le dimensioni di una energia, mentre Q−1M `e una lunghezza carat-
teristica del sistema. Allora anche MQ−2M/τ2
alpha ha le dimensioni di una
energia. Si indichino con l’apice le grandezze riferite ad un secondo metallo; si pu`o pensare che
τα∼ τα0 ¡M M0 ¢1/2 ³ Tm T0 m ´1/2³ QM Q0 M ´ (4.8)
Per confrontare i τ α dei vari metalli si sceglie τα(QM). `E chiaro che l’ipotesi
(4.8) deve essere testata sui dati sperimentali noti. A questo scopo consid- eriamo il litio [13], il sodio [14] e il potassio [15]. I dati necessari per i tre metalli sono riportati in tabella 4.5, mentre gli andamenti sperimentali dei tre tempi associati al rilassamento α sono estrapolati a QM, in corrispon-
denza del massimo principale della S(Q). Esprimendo tutto in funzione di τLi si ottiene dalla (4.8), assumendo τLi(QLiM) ∼ 0.1ps
τN a(QN aM ) ≈ 0.2ps; τK(QKM) ≈ 0.4ps;
che sono per quanto possibile valori in accordo con quelli che possiamo dedurre dalla tabella 4.5. Applicando la (4.8) ai dati relativi al Ni otteniamo infine τN i(QM) ∼ 0.1ps.
Si `e dunque indagato il comportamento predetto dal nostro modello (4.6) con le approssimazioni specificate sul comportamento in Q dei coefficienti di trasporto. In particolare riportiamo in figura 4.6 la forma ottenuta per il fattore di struttura dinamico assumendo x = 0.5 nella regione di transizione fra regime adiabatico e regime isotermo per diversi valori di Q in funzione di ω/Q. Si osserva la transizione proprio in corrispondenza di Q0 ≈ 0.2nm−1, e si nota come in corrispondenza la
largezza del picco quasi elastico, pari a DTQ2 nel limite idrodinamico, divenga
maggiore della posizione dei picchi di Brillouin DTQ2 > ωB.
Una riga quasielastica con FWHM< ωB si ritrova solo a Q pi`u grandi (Q ∼
QM M Tm τα(QM) [nm−1] [a.m.u.] [K] [ps] Li ∼ 25 6.94 453 ∼ 0.1 Na ∼ 20 22.99 371 ∼ 0.2 K ∼ 17 39.10 337 ∼ 0.4 Ni ∼ 30 58.70 1728 –
Figura 4.5: Dati per alcuni metalli liquidi. QM `e il valore al quale S(Q) ha il suo
massimo principale, M `e la massa atomica, Tm la temperatura di fusione, τα(QM)
`e il tempo legato al rilassamento lento estrapolato a QM [13, 14, 15].
-6 -4 -2 0 2 4 6 0.0 20.0 40.0 0.0 5.0 10.0 0.0 2.0 4.0 Q = 0.08 nm-1 Q = 0.06 nm-1 Q = 0.04 nm-1 Q = 0.02 nm-1 S (Q ,c ) [ p s] c = ω/Q [nm/ps] 0.0 1.5 3.0 0.0 1.0 2.0 Q = 0.1 nm-1 0.0 0.3 0.6 0.9 Q = 0.2 nm-1 0.0 0.3 0.6 Q = 0.4 nm-1 0.0 0.2 0.4 Q = 0.8 nm-1 Q = 0.6 nm-1 0.00 0.15 0.30 Q = 1.0 nm-1 0.0 0.1 0.2 0.3 0.00 0.05 0.10 Q = 2.0 nm-1 0.00 0.02 0.04 Q = 4.0 nm-1
Figura 4.6: Fattore di struttura dinamico per diversi Q come funzione di c = ω/Q calcolato per il modello di funzione di memoria del secondo ordine (4.6).
dinamico dovuta al rilassamento α, cio`e per ω ∼ 1/τα ossia cTQ1 ≈ 1 cTτα ≈ 1 3nm/ps · 0.1ps ≈ 3nm −1
per conseguenza di questa transizione di regime dinamico la velocit`a tende per Q À Q1 al valore cα = p ω2 0(Q) + ∆2α(Q) Q = µ c2 T + ν 2τα ¶1/2 = 3.4nm/ps
In figura4.7 `e riportato l’andamento c(Q) della velocit`a del suono generalizzata ottenuta dal massimo della funzione di correlazione della corrente longitudinale calcolata per due diversi valori di x.
0.01 0.1 1 10 3.0 3.2 3.4 3.6 3.8 4.0 x = 0.5 x = 0.1 C T C S C [n m /p s] Q [nm-1]
Figura 4.7: Velocit`a del suono generalizzata ottenuta per il modello con funzione di memoria del secondo ordine (4.6) ottenuta graficando la funzione di correlazione della corrente longitudinale Cl(Q, ω) = ω2
Q2S(Q, ω) in funzione di c = ω/Q ed estraendo il valore di c(Q) corrispondente al massimo della Cl con una procedura
di fit.
Questo semplice modello illustra le caratteristiche salienti del comportamento del sistema previsto da un modello pi`u generale di funzione di memoria in cui i due distinti fenomeni di rilassamento nella parte longitudinale siano caratterizzati da due tempi finiti τα e τβ e le approssimazioni sommarie che abbiamo fatto sui
coefficienti di trasporto siano rimosse.
Come nell’esempio, a causa della elevata conducibilit`a termica in un metallo liquido all’aumentare di Q a un certo punto la quantit`a DTQ2 diventa pi`u grande
di ωB = cSQ il che significa che il picco elastico legato al rilassamento termico
passa da adiabatica a isoterma diventando impossibili le fluttuazioni indipendenti di temperatura.
All’aumentare di Q interviene presto un secondo processo, infatti sulle scale di tempo sondate in un esperimento IXS il moto diffusivo degli ioni caratteristico della fase liquida risulta a tutti gli effetti congelato. Questo implica che parte del contributo della viscosit`a alla larghezza di riga dei picchi di Brillouin, cio`e all’attenuazione dei modi propaganti, di fatto si trasferisce alla riga elastica. Una tale fenomenologia trova peraltro riscontro in un certo numero di indagini IXS su metalli liquidi [28, 14, 13, 15], dove viene messo in evidenza che il rilassamento lento, quello che abbiamo chiamato α, soddisfa la condizione ωB(Q)τα(Q) À 1,
che conferma come una parte del flusso viscoso sia congelata. In queste condizioni la propagazione del suono `e isoterma ma il picco termico `e troppo allargato per contribuire in modo significativo alla componente quasi elastica, che per`o `e ancora osservabile grazie al contributo del rilassamento viscoso.
Come si pu`o comprendere la possibilit`a di riscontrare sperimentalmente la presenza di un regime isotermo, andando a guardare a Q > 1nm−1 dipende in
maniera essenziale dai tempi e dalle caratteristiche della dinamica microscopica del sistema.