(Dalla conferenza tenuta il 4 dicembre 2003 per la Delegazione di Roma).
Percorso di ricerca esperienziale sulle origini dell’Astrologia karmica, alla luce del simbolo precessionale e dello Yantra che indica i cicli universali e individuali.
SALUTO TE SUPREMA MATRIKA DEVI, ORIGINE E FINE DEI CICLI!
SALUTO TE CHE IN UNA FRAZIONE DI SECONDO,
OM ŚRI GANEŚAYA NAMĀH
JAY KĀLI BRĀHMA MAHI TĀRĀ MAHĀKĀLA VINĀSINI OM NAMAH ŚIVĀYA
JAY LANGTĀ BĀBĀ JAY CHAKRADHER JOSHINĀTH
IL MOVIMENTO KARMICO
Questa conferenza è un’occasione per presentarvi l’origine dell’Astrologia karmica, laddove per origine non s’intende una verità dogmatica e inconfutabile ma tra le tante teorie esistenti, quella trasmessa dalla mia Scuola di provenienza, unitamente alla pratica dei principi che ne caratterizzano l’orientamento, cui si aggiunge l’integrazione delle successive esperienze ed elaborazioni personali.
Mi piacerebbe che questo incontro fosse un percorso da fare insieme, attraverso il potere sonoro della parola Ayanamsa, termine formato da Ayana-viaggio-percorso e Amsa-parte-frazione. Di solito, lo studio e la pratica di questa prima parte dell’Astrologia karmica, avviene in circa due anni. Ricordando la teoria dei frattali, prendiamo un frammento dell’intero percorso, transitiamo su di una parte della spirale e vivremo le tappe di un viaggio completo. Allora, usando l’energia del suono e spezzando il termine nelle sue parti costituenti, proveremo a contrarre il biennio in due ore circa.
Inizieremo questa breve esperienza, attraverso la sintonia con il trottolio Āyanamsa, cercando di sentire l’Energia della Terra, della Luna e del nostro corpo, grazie ad un movimento armonioso e personale…o attraverso un gesto simbolico. L’energia risvegliata da quest’azione, ci guiderà poi a costruire le linee dei pianeti di base che, a loro volta, riconducono al numero sacro: il Nove.
Per entrare in questa dimensione, v’inviterei ad allontanarvi, temporaneamente, dagli schemi personali di riferimento zodiacale, così da sperimentare un differente pensiero astrologico. Ci basterà uscire, simbolicamente, dal sistema tropicale, al fine di sintonizzarci con il movimento dell’Ayanamsa. Si tratta di retrocedere, per un attimo, in una dimensione mentale un po’ più arcaica ma di potente impatto, grazie ad una buona connessione con il pensiero divergente, rappresentato dal numero Nove e dalla Casa Nona, sito del Dharma, della meditazione, dell’intercultura e del viaggio. Attraversando la Casa, troveremo il coraggio di compiere il temporaneo viaggio nel passato. Lo strumento per accompagnare questa retrocessione in Nona è un ciclo respiratorio di nove inspirazioni. Naturalmente, non appena la conferenza avrà termine, ognuno potrà tornare ai suoi riferimenti zodiacali. Del resto, la diversità tra i due Zodiaci non implica la reciproca delegittimazione ma un diverso orientamento e una visione della stessa realtà da una differente angolatura. L’Āyanamsa è la distanza precessionale degli Equinozi. Le teorie sulla data di coincidenza tra lo Zodiaco siderale e quello tropicale sono varie. Ogni scuola propone la propria Ayanamsa, la differenza iniziale tra le une e le altre consta di pochi secondi. Il governo indiano ha scelto l’Ayanamsa di Lahiri, come convenzione ufficiale per rappresentare la data di coincidenza.
L’Ayanamsa è raffigurata, fisicamente o graficamente, da una spirale che indica l’oscillazione della Terra sul suo asse. Tale movimento rappresenta, a sua volta, la ciclicità del tempo. Ogni ciclo è costituito da una rete in cui qualunque attimo del presente è connesso al passato. Dall’incrocio del passato con il presente si delineano le maglie del futuro. La sinergia di queste tre misure di tempo rende possibile il movimento e la flessibilità dei limiti al libero arbitrio che, a sua volta, è considerato una reazione all’Ayanamsa. Lo specchio dell’Ayanamsa è l’immagine mobile della Luna che, con le sue fasi ben visibili, è il corpo celeste in cui meglio si riflette il gioco del tempo e con esso, il Karma. Il movimento della Luna rappresenta le emozioni, chiamate in sanscrito Bhāva, termine che indica, inoltre, l’esistenza fenomenica, gli impeti del cuore e gli impulsi della mente. In Astrologia, il termine Bhava designa le Case, quali aree d’azione per i Segni e i Pianeti. La Luna, visitando le Case, esprime una determinata emozione e risponde a quella dell’eventuale abitante.
In senso karmico, il trottolio Āyanamsa è il simbolo di un qualsiasi movimento o spostamento, capace di attivare le antiche impressioni (vāsanā) e i semi karmici (samshkara), celati nella coscienza individuale ma anche in quella collettiva. Gli astrologi tantrici rappresentano questo spostamento in forma grafica, attraverso la costruzione e la meditazione su di uno speciale grafico che racchiude in sé il segreto del Karma individuale, universale e divino. Vi sono infiniti modi di costruire questo diagramma ed esistono Scuole che centrano il loro insegnamento sulla conoscenza e la pratica di questa sacra geometria. Tutte le scuole concordano sul principio d’identità tra la Divinità, il Cosmo, l’essere umano e il sistema planetario. In questa sede, noi c’interesseremo solo alla parte strettamente astrologica di questo sacro Disegno.
IL COSMO, IL CORPO UMANO, I PIANETI
Secondo l’Astrologia karmica, l’intero Cosmo, comprese le galassie, le stelle, i pianeti e tutto ciò che esiste, in qualsiasi forma, è contenuto in scala ridotta nel tessuto terrestre. Tutto ciò che esiste nella struttura terrestre, esiste in dimensioni ancora più minuscole nel corpo umano, le cui energie principali sono rappresentate dal Sole e dalla Luna, attraverso le due Nādi, Idā e Pingalā. Le Nādi o arterie sottili del corpo umano sono più di 72000 e attraverso di esse circola Prāna Shakti, l’Energia vitale. La Nādi più importante è Susumnā, l’asse centrale che, partendo dalla zona tra l’ano e i genitali, arriva all’altezza alla testa; al suo interno vi sono i Chakra che richiedono uno studio a parte da trattare, magari, in una prossima occasione. Attorcigliate intorno a Susumnā si trovano Idā, la Nādi lunare e Pingalā, quella solare; entrambe sono attivate dalla respirazione. Susumnā è il canale energetico che funge da sostegno per il corpo umano e le sfere celesti. Nel Cosmo, essa è rappresentata dal monte Meru, il cosiddetto asse dell’Universo. Nel corpo umano, la Nādi centrale è presente all’interno della colonna vertebrale, che costituisce la sua corrispondenza fisica. Nel globo terrestre e negli altri corpi celesti, Susumnā è simbolizzata dall’asse di rotazione. In tutte le tre dimensioni, quest’asse è tanto potente quanto invisibile.
FIG 0.1
Considerato come l’isola delle nove gemme preziose, con le sue nove aperture (2 orecchie, 2 occhi, 2 narici, la bocca, l’organo sessuale, l’ano), il corpo umano è identificato al Chakra Navagraha. Il corpo sottile o astrale è rappresentato dalle 27 Nakshatra (asterischi o dimore lunari). La cintura zodiacale rappresenta, invece, il corpo del Kalapurusha, ossia della Divinità primordiale nella sua forma cosmica e nel contempo in quella individuale o del corpo causale. L’insieme dei tre corpi è contenuto nello Yantra o Chakra che racchiude in sé il segreto del Karma, e verso il cui Bindu (centro) stiamo per viaggiare.
COSTRUZIONE DELLA MAPPA PER IL VIAGGIO
Incominciamo dall’impalcatura, dall’asse centrale. Disegniamo un cerchio di qualsivoglia grandezza. Tracciamo un diametro verticale e dividiamolo in 48 parti uguali (48 = 12 segni zodiacali + 27 Nakshatrā + 9 pianeti).
Incominciando a contare dal primo in alto, marchiamo i seguenti punti : 6, 12, 17, 20, 23, 27, 30, 36 e 42... Da questi punti, tracciamo delle linee orizzontali che tocchino la circonferenza, per un totale di nove segmenti.
FIG. 2
Numeriamo le linee nell’ordine dal basso verso l’alto. Dai due estremi di ogni linea, cancelliamo le parti, secondo le seguenti proporzioni:
Linea 9: 1/16 Linea 8: 5/48 Linea 7: intera Linea 6: 1/3 Linea 5: 3/8 Linea 4: 1/3 Linea 3: intera Linea 2: 1/12 Linea 1: 1/16
All’esterno della circonferenza, accanto ad ogni linea, possiamo scrivere il nome del pianeta corrispondente. La figura che otteniamo è la seguente:
FIG.3
N.B. La terza e la nona (Marte e Ketu), restano intere.
DA QUESTO MOMENTO, INIZIANO I NOVE PASSI DEL CAMBIAMENTO PLANETARIO.
Fase dei triangoli maschili.
1) Unire gli estremi del Sole (1) con il centro di Saturno (7). Il cuore e le ginocchia.
3) Gli estremi di Marte (3) con il centro superiore della circonferenza. La fronte e l’orizzonte.
4) Gli estremi di Mercurio (4) con il centro di Rahu (8). La lingua e le ossa.
Fase dei triangoli femminili.
5) Gli estremi di Giove (5) con il centro di Marte (3). La flemma e la fronte.
6) Gli estremi di Venere (6) con il centro della Luna (2). La pelle e il grembo.
7) Gli estremi di Saturno (7) con il centro inferiore della circonferenza. Le ginocchia e il confine.
8) Gli estremi di Rahu (8) con il centro del Sole (1). Le ossa e il cuore.
9) Unire gli estremi di Ketu (9) con il centro di Mercurio (4). Il naso e la lingua.
FIG.6
Abbiamo, così, attivato le energie comunicative dei pianeti e la comprensione delle loro corrispondenze. L’ultimo contatto, infatti, avviene attraverso Mercurio. Ad ogni pianeta è stata associata una delle corrispondenti parti del corpo. Ve ne sono anche altre. Volendo, nel corso della preparazione, si possono visualizzare o toccare le parti del corpo associate alle linee di congiunzione che formano i lati dei triangoli.
Adesso, dobbiamo tracciare la parte periferica, quella che permetterà l’entrata o l’uscita dal diagramma, al momento della meditazione.
Circoscriviamo un cerchio alla prima circonferenza. Dividiamolo in otto parti uguali. Disegniamo otto petali, situati tra il primo e il secondo cerchio. All’esterno dei petali, disegniamo ancora un cerchio e dividiamolo in sedici parti uguali. Disegniamo sedici petali simmetrici, estesi tra il secondo e il terzo cerchio. All’esterno della sfera con sedici petali, disegniamo ancora tre cerchi concentrici. Abbiamo ottenuto un insieme di sei cerchi e due ghirlande di petali. In periferia, disegniamo tre quadrati, l’uno inscritto nell’altro. Ai quattro lati di ciascun quadrato, cancelliamo una parte centrale per formare la porta, così da ottenere quattro porte per ogni quadrato, per un totale di dodici porte. (I dodici segni zodiacali). Abbiamo tracciato il Bhupura, l’entrata o l’uscita dalla Terra (Bhu) o dal sistema solare d’appartenenza.
LO ŚRI CHAKRA E I PIANETI
La disciplina che si occupa delle pratiche inerenti allo Śri Yantra si chiama Śri Vidyā che, oltre alla sostanza delle forme, studia anche la natura dei numeri. La sacra geometria dello Śri cela i segreti della Dea, dell’Universo, del Karma e del singolo individuo con il suo tema astrale. Da questo diagramma nasce, si conserva e si trasforma ogni singola e collettiva realtą, grazie all’energia del triplice respiro, quello umano, quello cosmico e quello divino. Nel contesto astrologico, Śri Yantra rappresenta il movimento dei pianeti e il loro intreccio con l’esistenza umana. Lo Yantra disegnato, contemplato e meditato, secondo una ritualità sincera e consapevole o con naturale curiosità, s’illumina ed apre le porte del Cosmo. Nel corso del viaggio planetario, il Cosmo che si manifesta al singolo individuo è la sua stessa natura in tutte le possibili sfaccettature, ossia il microcosmo espresso nella media di 21600 respiri quotidiani.
Il numero 21600 è molto importante in Śri Vidyā perché in esso è contenuto il simbolo dello Yantra, il Nove. Oltre al numero giornaliero di respiri che un essere umano dovrebbe compiere, 21600 rappresenta la suddivisione dello Zodiaco in primi (360° x 60 = 21600’). Tutti i suoi sottomultipli portano alla consapevolezza dello Śri yantra. Il sottomultiplo più sacro e potente è 108 la cui sintesi finale è 9 (prima potenza del 3), simbolo dell’insieme planetario e dei triangoli primari che formano lo Yantra. Il nove rappresenta il primo o l’ultimo passo dall’individualità alla dimensione cosmica. .Lo Śri Yantra, infatti, è formato da una serie di nove triangoli che vibrano intorno al Bindu, il punto centrale, simbolo dell’unione degli opposti. Cinque sono i triangoli femminili con il vertice in basso e quattro i triangoli maschili con il vertice in alto. La base d’ogni triangolo rappresenta un corpo celeste, nato dal grembo della Dea che presiede allo Yantra: Lalitā Mahātripurā Sundari. L’insieme delle nove basi planetarie, forma il Chakra dei Navagraha. Intrecciandosi, i nove triangoli formano un insieme di 43 nuovi triangoli.
Come abbiamo visto durante la preparazione, all’esterno della circonferenza che racchiude i triangoli vi sono due cerchi con i petali di loto. Ancora più all’esterno vi sono altri tre cerchi che rappresentano la cintura del cosmo ed all’esterno periferico, vi è un quadrato trilineare, detto Bhupura. Il termine deriva dalla radice Bhu, la Terra, e Pura, ossia l’intero, come regione definita dello spazio. Il Bhupura è l’entrata o l’uscita graduale dalla dimensione cosmica ed è formato da tre quadrati inscritti l’uno nell’altro. Ogni quadrato è munito di quattro porte, una per lato. L’insieme dei tre quadrati rappresenta l’orizzonte tra la dimensione terrena e quella celeste. Nello stesso tempo, i quadrati sono i confini del nostro sistema solare e sono delimitati dai tre pianeti transpersonali, Urano, Nettuno e Plutone. Questi pianeti accompagnano l’individuo all’entrata o all’uscita dalla dimensione terrestre e individuale.
Per la pratica, lo Yantra va orientato ad Est. La meditazione sullo Yantra può avvenire in due modi, dall’esterno all’interno o viceversa. L’entrata o l’uscita può avvenire da una delle quattro porte del Bhupura, il quadrato-confine tra l’Io e il Tu, il singolo e la collettività, l’Individuo e lo Spazio, la Terra e l’Universo, l’Umano e il Divino. Una volta disegnato il Diagramma, per effettuare il rito del passaggio, all’inizio della meditazione, bisogna eseguire un giro completo intorno al quadrato, scegliendo la porta da cui entrare. Ogni porta è associata ad uno specifico Elemento e rappresenta una delle dimensioni possibili per afferrare le ombre e le luci della vita, attraverso il Karma. Se volete, prima ancora d’iniziare l’esperienza meditativa e di conoscere le corrispondenze, potete scegliere subito uno dei quattro punti cardinali da cui partire. Tra qualche istante, attraverso la descrizione delle corrispondenze, scoprirete la funzione del punto scelto per rapporto agli eventi di questo periodo della vostra vita. La porta che si vede in alto rappresenta l’Est (la porta del Sole e dei mantra); il Nord si troverà a sinistra (Porta della Luna e della conoscenza). Il Sud è a destra (Porta degli Avi e della devozione). L’Ovest si trova in basso (la porta del Signore dell’Acqua e dei riti sacri).
Una volta completato il disegno, la meditazione avviene attraverso una differente ripartizione dello Śri yantra. Si tratta di mettere in figura nove Chakra o circuiti, guardano all’insieme del disegno da un’angolatura completamente diversa da quella seguita durante la fase di preparazione.. Iniziando dall’esterno, il primo circuito o Chakra è il Bhupura con i tre cerchi; il secondo è l’insieme dei 16 petali; il terzo è l’insieme con gli 8 petali, dove termina la fase introduttiva; il quarto da cui inizia il vero viaggio verso il Bindu, è il circuito con i 14 triangoli esterni; il quinto circuito contiene i 10 triangoli più grandi; il sesto contiene i 10 triangoli più piccoli; il settimo comprende gli 8 triangoli; l’ottavo è formato dal triangolino centrale e il nono è rappresentato dal Bindu che è la parte più segreta dell’intero diagramma. L’immagine che segue è solo un particolare dello Śri Yantra, ma ci aiuterà a focalizzare meglio l’insieme dei 45 triangoli (14+10+10+8+1) che conducono al Bindu. Ho evidenziato i circuiti dai quali inizia il viaggio verso il centro, con colori diversificati, così che si possano vedere meglio i passaggi.
FIG. 8
La visione del Diagramma completato sarà un momento d’intenso piacere che potrà già bastare come prima esperienza. Coloro che vorranno praticare la meditazione astrologica sul Chakra, possono farne il disegno e poi meditarvi nell’ottavo e nel quattordicesimo giorno lunare della quindicina chiara. Una regola importantissima è di non tenere lo Yantra sospeso ad una parete, come fosse un quadro, ma di posarlo su di un supporto. Al
momento della meditazione, lo si posa a terra su di una stoffa naturale o su di un sostegno di materiale non sintetico.
Il colore dello Yantra e delle sue varie parti, dipenderà da ciò che sarà emerso, mentre eseguivamo il disegno. Ognuno si farà ispirare dalle emozioni affiorate durante l’esperienza personale e dall’intreccio della stessa con gli eventi correnti della propria vita. In caso di mancata ispirazione, si possono abbinare i colori alle qualità del pianeta prescelto. Per il periodo che io sto vivendo, in questa fase, ho scelto i seguenti colori:
FIG.9
Il viola è per l’ottavo giorno lunare e il blu per il quattordicesimo.
In India, alcuni astrologi, sacerdoti e devoti, incidono lo Yantra su di una lastra composta di cinque metalli: oro, argento, rame, ottone e stagno. Altri lo costruiscono in dimensioni ridotte per indossarlo, insieme con un mantra e con alcune sillabe. Lo Śri Yantra è uno strumento d’evoluzione karmica di potentissimo effetto. L’averne condiviso i principi, anche nello spazio di due ore, pur senza l’obbligo di continuarne la pratica, significa aver piantato un seme benefico nel nostro inconscio. Questo seme è rappresentato da una semplice sillaba. Vi è una sillaba segreta nascosta nel Bindu ma ognuno di voi può scegliere, all’istante, la propria sillaba e conservarla come frutto del viaggio appena fatto. La sillaba è la matrice personale delle 51 lettere dell’alfabeto sacro. Le 51 lettere dell’alfabeto sacro costituiscono l’energia del linguaggio, e rappresentano l’insieme composto dalle 48 parti dello Zodiaco siderale con le tre espressioni terrene del tempo cosmico.
LE BASI DELL’ASTROLOGIA KARMICA
Completato il movimento di retrocessione e avviato il nuovo processo di pensiero, vorrei concludere con una sintesi, delineando le premesse hindu, i presupposti karmici che sostengono il procedimento ed infine, l’apporto personale che, unitamente ai precedenti punti, costituisce il metodo da me elaborato.
PREMESSE HINDU
A) L’Astrologia è strettamente connessa ai numeri e alla loro posizione.
B) Lo Zodiaco siderale o Nirāyana, è basato sulla Precessione degli equinozi ed i segni corrispondono alle costellazioni. Ogni Segno rappresenta una guida specifica verso il sentiero della realizzazione. C) La classificazione dei pianeti non segue l’ordine di vicinanza al Sole o alla Terra ma si basa sulla
numerologia insita nella classificazione dei giorni della settimana, iniziando dalla domenica, giorno del Sole.
D) I Raśi o Segni zodiacali, all’origine, erano i Riśi, gli antichi saggi che, una volta completato il loro Karma, invece di unirsi all’Infinito, decisero di guidare gli umani sul cammino dell’evoluzione. Poiché ogni cambiamento è accompagnato dalla trasformazione del linguaggio, la prima sillaba RI, si trasformò in RA, radice di dono.
E) I pianeti sono nove e formano un chakra detto Navagraha. Rāhu e Ketu, il Nodo nord e il Nodo sud, essendo energie personificate, hanno la stessa natura siderea degli altri sette pianeti e sono anch’essi Entità divine.
F) Ogni Graha o Pianeta è una Divinità con il suo aspetto, il proprio mantra, la sua rappresentazione grafica e i propri simboli. Graha significa toccare, prendere, afferrare. I pianeti sono considerati energie personificate che con il loro tocco, così come fanno gli individui, interagiscono ed entrano in contatto. Dalla parola Graha deriva Grahana, il termine che designa l’Eclissi.
G) Ogni pianeta, di là dalla sua natura sessuale, possiede qualità maschili, femminili o neutre, secondo la parte caratteriale che prevale. Ad esempio, Chandra il Dio della Luna è maschio ma la sua natura è molto femminile.
H) Nella dimensione oscura sono presenti nove pianeti ausiliari, chiamati Upagraha; ognuno è un satellite che fa da ombra al corrispondente pianeta in luce.
I) Urano, Nettuno e Plutone non sono presi in considerazione dagli astrologi classici.
J) Oltre ai Segni ed ai Pianeti, esistono 27 Nakshatrā, le costellazioni o case della Luna, personificate da specifiche Divinità femminili. Le Nakshatrā equivalgono al passo giornaliero medio della Luna. Ognuna ha le proprie caratteristiche, un pianeta reggente, una forma, ecc.
K) Ogni Segno zodiacale è dominato da due Nakshatrā e un quarto, ed è questa la prima sostanziale differenza tra persone dello stesso Segno.
L) La Luna determina il Segno d’appartenenza e rappresenta la natura dell’individuo, quella originale con la quale si nasce.
PRESUPPOSTI KARMICI
a. I mondi sono molteplici, così come sono svariati gli individui e gli universi.
b. Lo Zodiaco siderale, come il corpo umano con il suo ciclo respiratorio, è basato sul gioco di luce e ombra tra Luna e Sole, tra Ida e Pingala.
c. Gli Elementi sono cinque e non quattro. Il quinto è l’etere che pervade, dà consistenza e vita agli altri quattro.