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L'UNIONE EUROPEA OGG

Ma cosa sta accanendo in Europa? Lo scenario europeo successivamente al referendum del 23 giugno 2016, a seguito di cui la Gran Bretagna ha scelto di uscire dall'Unione, è caratterizzato dall'alternanza di sentimenti euroscettici per prendere le distanze con l'Unione e da tentativi di riprendere il processo d'integrazione. Come detto nel capitolo precedente, la presidenza Trump, con la sua tendenza al protezionismo, sta incentivando l'integrazione fra i paesi europei.

Lo scontro tra euroscettici ed eurofili si sintetizza nella vittoria ottenuta dal presidente francese Macron, il quale ha raggiunto una solida maggioranza parlamentare da aggiungere alla sua vittoria presidenziale contro Marine Le Pen. La candidata della destra nazionalista, incoraggiata dall'intraprendenza britannica, focalizzava il proprio programma elettorale sull'abbandono della moneta unica per ritornare al Franco francese e sull'uscita dal programma integrato della Nato, in quanto "l'Unione Europea è un fallimento".319

Il 3 febbraio 2017 si è svolto a La Valletta un vertice informale in vista del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, volto a “rilanciare il ruolo dell’Europa nel mondo e a rafforzare l’integrazione europea”320, promuovendo l’idea di “Europa a cerchi concentrici”. La

diplomazia italiana ha stilato gli obiettivi della dichiarazione, ovvero “ribadire l’unità dei paesi membri, promuovere la prosperità economica, difendere la libera circolazione e assicurare all’Europa un ruolo globale”.321

In quell'occasione il dibattito sulla riforma costituzionale dell'Unione ha subito un'ulteriore spinta in avanti. La Commissione Europea ha pubblicato un documento sul futuro dell'Unione, che tuttavia non risulta essere molto chiaro. Al contrario il Parlamento Europeo ha assunto una posizione più concreta, approvando una serie di risoluzioni che sfruttano al massimo i meccanismi legali ed istituzionali previsti dal Trattato di Lisbona, affermando la necessità di rafforzare l'integrazione nel settore economico, sociale e della difesa e di ristrutturare l'apparato fiscale dell'Unione sulla base delle imposte reali.

Tuttavia sono presenti degli ostacoli politici e legali in alcuni Stati Membri che complicano ogni progetto di revisione costituzionale. Un importante impedimento è il criterio dell'unanimità: infatti gli ammendamenti ai trattati dell'Unione e ad alcuni atti quasi costituzionali richiedono il consenso unanime dei Ventisette. Inoltre alcuni Stati, fra cui Danimarca e Olanda, potrebbero dimostrarsi riluttanti ad ogni altro passo verso l'integrazione europea.322

319 Nota Il sole 24 ore, 05 febbraio 2017 320 Nota Il sole 24 ore, 4 febbraio 2017 321 Ivi.

Lo scenario caratterizzato da visioni sempre più isolazioniste, euroscettiche e nazionaliste sta per essere piano piano sostituito. I sovranisti e le nuove estreme destre non possono più sostenere che la Brexit sia l'esempio da seguire, in quanto nemmeno i britannici sembrano sicuri della loro scelta. Per i partiti di estrema destra ed eurofobi, incoraggiati dall'uscita della Gran Bretagna dall'Unione, è un momento di crisi. Il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo è stato sconfitto alle amministrative dell'11 giugno 2017, così come il Front National di Marine Le Pen. Inoltre le legislative britanniche hanno dimostrato il rifiuto dall'idea di una rottura totale con l'Unione.323

I difensori dell'unità europea risultano rafforzati, esattamente nel momento in cui Macron propone come obiettivo principale una nuova potenza Europea, idea appoggiata dalla Germania, che possa assumere un ruolo determinante sulla scena internazionale. Francia e Germania convergono nuovamente sulla volontà di far progredire l'Unione.324

Nuove aspettative derivano dall'asse Trump- Putin, il quale potrebbe costituire un fattore di ricompattamento per l'Unione Europea. Per contrastare l'alleanza tra i due leader, l'Ue sta delineando un nuovo profilo strategico che porterà delle notevoli implicazioni nel campo economico e della sicurezza.

Ma il vero punto di svolta nel dibattito europeo è caratterizzato dal Consiglio europeo dei capi di governo dell’Unione europea tenutosi a Bruxelles il 22 giugno 2017. Grazie all’iniziativa del nuovo presidente francese Emmanuel Macron, forte di una solida maggioranza legislativa, l’Ue è ritornata a porsi il tema della propria sicurezza e difesa. Non è la prima volta che l’Unione si misura con quel tema. Tuttavia, esso ha acquisito, oggi, un significato diverso. Visto le tendenze isolazioniste degli Stati Uniti, l'Unione ha preso coscienza del fatto di non poter più affidare agli Stati Uniti il compito di garantirne la sicurezza. Dopo la bocciatura francese, nell’agosto del 1954, del progetto di Comunità europea della difesa, sono stati gli americani (attraverso la Nato) a garantire la sicurezza dell'Europa. Oggi è di nuovo la Francia che rilancia quel progetto. Proponendo di giungere, entro tre mesi, a una Cooperazione permanente strutturata nella politica militare e di intelligence. Peraltro, sempre durante la riunione del Consiglio europeo, è stato preso l’impegno per creare un Fondo per la difesa europea e promuovere un Programma per lo sviluppo industriale a sostegno della industria europea della difesa.325 Non dimentichiamo

tuttavia che lo scorso anno l'idea francese di una difesa europea veniva considerata un'idea

323 Nota Internazionale, 14 giugno 2017.

324 Nota Internazionale, 12 giugno 2017. 325 Nota Internazionale, 25 giugno 2017.

antiamericana e pertanto scongiurata dalla maggioranza degli stati dell'Unione . Poi però è arrivato Trump con il suo motto America first e gli Stati europei sono stati costretti a riorganizzarsi. Utilizzando le parole del giornalista francese Bernard Guetta,

“Donald Trump ha accelerato un processo che ha permesso a Emmanuel Macron di convincere facilmente Angela Merkel che è arrivato il momento di agire e rifondare l’Unione,

inevitabilmente attraverso una difesa comune”326.

Ed ecco che il 13 novembre i ministri degli esteri degli Stati membri, ad esclusione di Irlanda, Portogallo, Malta, Danimarca e Regno Unito, si sono riuniti a Bruxelles nella prima tappa della difesa comune sotto forma di cooperazione permanente, impegnandosi a collaborare nello sviluppo di armamenti, di una ricerca e di un’industria militare comuni, conquistando pertanto una posizione indipendente dagli Stati Uniti. La creazione di una difesa comune costituirebbe la “condizione imprescindibile per la trasformazione dell’Unione in un attore politico di primo piano sulla scena internazionale”327.

La situazione non cambierà però immediatamente.Segnali positivi per la continuazione del processo d'integrazione derivano dalla quarantottesima edizione del World Economic Forum di Devos. Il 24 gennaio Angela Merkel e Emmanuel Macron hanno proclamato la “giornata dell'orgoglio europeo”328, rivendicando l'importanza del progetto europeo e delle istituzioni

multilaterali. L'asse franco-tedesco si pone nuovamente l'obiettivo di costruire un'Europa forte, contrapponendosi all'isolazionismo di Trump, in cui chi non vuole andare avanti è invitato a non ostacolare il progetto comune.

Un chiaro riferimento non solamente al Regno Unito, bensì anche ai Paesi dell'Est.

Il leader polacco Jaroslaw Kaczynski ed il premier ungherese Viktor Orban al vertice europeo di Bratislava del settembre 2016 avevano espresso la volontà di un ritorno ad un'Europa nazionalista, una sorta di dissoluzione dell'Unione Europea, modificando i Trattati comunitari per aumentare il livello di autonomia dei governi nazionali, senza tuttavia ridurre i fondi economici che hanno sostenuto l'economia dei Paesi dell'Est. Tuttavia, in seguito alla scoperta della volontà da parte di Trump di privilegiare gli interessi della Russia a sfavore dei Paesi dell'Est, la Polonia si è riavvicinata alla Germania.329

326 Nota Internazionale, 14 novembre 2017. 327 Ivi.

328 Nota Internazionale, 27 gennaio 2018. 329 Nota Il sole 24 ore, 10 febbraio 2017.

Ora i leader dei paesi dell'Est si sentono minacciati dal progetto di Francia e Germania. La risposta a questa minaccia si esemplifica nella riunione del gruppo di Visegrad, in cui si incontrano Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia in contrapposizione al progetto del resto dei membri dell'Unione.

La posizione del gruppo di Visegrad è chiara nelle parole espresse dal primo ministro polacco Mateusz Morawiecki durante la riunione tenutasi il 26 gennaio:

“Un’Europa forte e integrata deve essere basata su Stati nazionali sovrani e non su una federazione sempre più centralizzata come vorrebbero alcuni governo occidentali.”330

Il fulcro del disaccordo tra l'Ue e i paesi membri dell'Est riguarda la gestione dei flussi dei migranti. I quattro di Visegrad ribadiscono il rifiuto del sistema delle quote di redistribuzione dei migranti e si concentrano sul rafforzamento delle frontiere.

Finora i paesi del gruppo hanno approfittato della mancanza d'incisività dei processi decisionali dell'Unione, sapendo di poter sfidare i membri occidentali ottenendo al massimo un richiamo o una minaccia di sanzioni.

Una svolta nelle relazioni all’interno dell’Unione è costituito dalla procedura di infrazione avanzata da Macron contro la Polonia per aver attuato una riforma del sistema giudiziario che sottopone anche i giudici ai controlli del governo, minacciando così l’indipendenza della magistratura. Vedremo gli sviluppi successivi.

Certo è che il futuro dei membri dell'Est è strettamente legato alla scelta tra l’Unione e il riavvicinamento a Putin.