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Vaccino Janssen:Overview

2. Fase di produzione dei vaccini anti Covid-19

2.4 Vaccino Janssen:Overview

Criticità Descrizione Carenza di

materie prime

Materie prime limitate che impediscono una costanza nella produzione

Carenza di personale

Personale qualificato carente si ripercuote nella produzione, che subisce rallentamenti e l’impiego alternativo di addetti poco qualificati non garantisce una produzione sicura e di qualità.

Tabella 5: Criticità nella produzione del vaccino Moderna

2.4.1 APPROVVIGIONAMENTO, PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE

Il vaccino Janssen è un vaccino a vettore virale e la produzione, così come altre tipologie di vaccini come i vaccini proteici, è di derivazione biologica. Tipicamente il processo si scompone in tre momenti: nella prima fase, detta upstream (a monte), viene sviluppata e coltivata la coltura cellulare, ovvero vengono fatte crescere e proliferare delle cellule campione (frutto della ricerca clinica) artificialmente controllati all’interno di bioreattori, con appositi nutrienti. La

coltivazione di queste speciali cellule induce a produrre la sostanza fondamentale per il vaccino, nella fattispecie l’adenovirus, che come analizzato nel primo capitolo, vengono utilizzati come trasportatori/vettori del frammento di DNA che codifica le istruzioni per la produzione

temporanea della proteina Spike inducendo la risposta immunitaria desiderata. Nella seconda fase, detta downstream (a valle), il raccolto della coltura cellulare viene purificato tramite cromatografia, filtrazione e altre tecniche per produrre il vettore virale purificato. Nella

terza e ultima fase avviene il fill-and-finish, pertanto la sostanza farmacologica viene formulata con altri ingredienti (o eccipienti) per migliorare la risposta immunitaria e, se necessario, per garantire la stabilità del prodotto, dopodiché avviene il riempito delle fiale, che infine verranno sottoposti controlli di qualità e confezionati. Le prime due fasi e le prime e la fase di

formulazione e riempimento dell’ultima fase, richiedono anche in questo caso protocolli rigidi e condizioni asettiche. Il riempimento di ciascun flacone prevede cinque dosi da 0,5 ml ciascuna.

Johnson & Johnson è stato la prima società a ricevere il sostegno del governo degli Stati Uniti per lo sviluppo di vaccini, all’interno del progetto Operation Warp Speed, nel febbraio

e marzo 2020. Contestualmente l’azienda ha cominciato a pianificare la catena logistica, in particolare su come scalare la produzione, formalizzando nel corso del 2020 diverse partnership.

La prima è stata stipulata con la multinazionale Emergent BioSolutions (Figura 13),

specializzata nella produzione di biofarmaci, per la fase di produzione del farmaco e Catalent per la fase di fill and finish in Indiana. mentre a settembre, Johnson & Johnson ha firmato con la Grand River Aseptic Manufacturing (GRAM) un accordo per supportare la produzione,

includendo il trasferimento di tecnologia e i processi di riempimento e finitura, presso la sua struttura di Grand Rapids, nel Michigan. La relazione privilegiata con il governo americano ha facilitato significativamente gli accordi commerciali firmati dall’azienda, questo soprattutto grazie agli strumenti normativi posti in essere dal governo centrale. Un esempio emblematico è stato nel marzo 2021, quando Johnson & Johnson e Merck & hanno stretto un accordo per la

produzione e la finitura dei vaccini rispettivamente negli stabilimenti in North Carolina e in Pennsylvania, al fine di aumentare la capacità di produzione, sfruttando le disposizioni del DPA.

In Europa, invece, la supply chain parte dallo stabilimento di Leiden, dove avviene la fase di formulazione, gestita in questo caso dalla Johnson & Johnson stessa, tramite la controllata Janssen, mentre per il riempimento e la finitura, sono stati presi accordi con Reig Jofre in Spagna nel dicembre 2020, con Sanofi Pasteur in Francia nel febbraio 2021, e con IDT

Biologika in Germania nel marzo 2021. Nel marzo 2021, per sostenere la crescente richiesta di acquisti anticipati, la Catalent ha avviato un progetto di espansione della capacità di finitura includendo nelle attività anche l’impianto italiano ad Anagni. Infine, sono stati stipulati accordi di produzione in India nell'agosto 2020 con Biological E. e in Sudafrica nel novembre 2020 con la Aspen Pharmacare, l'unico produttore di vaccini nell'Africa sub-sahariana, che ha iniziato a fornire servizi fill-and-finish. Attualmente non è possibile quantificare il numero di dosi prodotte, ma dalle statistiche raccolte, sono state somministrate nel mondo poco più di 30 milioni di dosi del vaccino Janssen.

Per quanto riguarda la distribuzione negli stati acquirenti, anche in questo caso, il processo è gestito coordinatamente con i vari governi centrali. Nel caso statunitense, le spedizioni dei vaccini Janssen seguono le stesse fasi che sono state descritte per il vaccino Moderna, pertanto è prevista una fase intermedia nei centri della McKesson dove verranno consegnati i prodotti accessori per la vaccinazione e una volta ricevuta l’allocazione dei vaccini per ogni punto vaccinale da parte del CDC, intervengono i vettori delle multinazionali FedEx e UPS per la fase di consegna finale. In Europa, si è fatto affidamento soprattutto a DHL, che tramite i suoi corrieri aerei ha spedito i vaccini negli hub centrali nazionali. A livello di gestione della catena del freddo, il vaccino Janssen COVID-19 viene inizialmente conservato congelato dal produttore ad una temperatura compresa tra -25/-15 °C per una durata massima di conservazione di 4,5 mesi, quindi spedito a 2°C a 8°C nei centri di stoccaggio intermedi prima dell’invio nei punti vaccinali. Se il vaccino è ancora congelato al ricevimento, deve essere scongelato sempre a una temperatura compresa tra 2 °C e 8°C. Se, infine, è necessario utilizzarlo immediatamente, bisogna scongelare il vaccino a temperatura ambiente (massimo 25°C) con una previsione di circa 2 ore di scongelamento per una scatola di 10 flaconcini, circa un’ora per la singola fiala [47], [48], [57].

Figura 13: Stabilimenti e partner coinvolti nella produzione dei vaccini Janssen [48]

2.4.2 CRITICITÁ

Johnson & Johnson ha dovuto affrontare diverse interruzioni nella propria catena di fornitura.

Alla fine di marzo del 2021 il New York Times riportò che 15 milioni di dosi (cifra lievitata poi a 60 milioni di dosi) Johnson & Johnson erano state contaminate durante la lavorazione nello stesso stabilimento Emergent che produceva anche il vaccino AstraZeneca. Le indagini

successive hanno poi scoperto che gli addetti alla produzione avevano accidentalmente fuso gli ingredienti dei due vaccini costringendo così le autorità di regolamentazione a posticipare l'autorizzazione di immissione al mercato e l’intera produzione nello stabilimento di Emergent è stata interrotta fino alla fine luglio. Questo ha avuto un effetto a cascata per le altre catene di fornitura: la sudafricana Aspen Pharmacare, che si era accordato nel novembre 2020 per fornire a Johnson & Johnson servizi fill and finish, nel giugno 2021 ha dovuto scartare le dosi

contaminate che erano state inavvertitamente spedite dall'impianto di Emergent, aspettando fino alla fine di luglio i nuovi vaccini dall'impianto europeo in Olanda. Questo, ovviamente, ha avuto ripercussioni anche sulla campagna vaccinale dei paesi destinatari, Sudafrica in primis. La produzione dei vaccini può essere interrotta per motivi di carenza di input e personale come

evidenziato precedentemente, ma anche le sospensioni preventive decise dalle autorità di regolamentazioni possono avere un impatto considerevole sulla produzione. Per Johnson &

Johnson, infatti, sono state riscontrate dalla farmacosorveglianza esercitata dalla FDA, casi isolati di disturbo della coagulazione del sangue il 13 aprile, che hanno portato ad una breve sospensione dell'uso del vaccino Johnson & Johnson negli Stati Uniti terminata fino a dieci giorni, obbligando l’azienda a inserire per i lotti successivi un'etichetta di avvertimento sul rischio di rari coaguli di sangue. Sebbene in America questo non abbia provocato limitazioni negli acquisti da parte del governo americano, In Europa, gli ordini di acquisto del vaccino non sono stati più rinnovati oltre il 2021.

Un’altra criticità è emersa nella partnership con l’azienda indiana Biological E. per la produzione di massa del vaccino. Nell’agosto 2020 la Biological E. acquistò un impianto di produzione a Paonta Sahib in Himachal Pradesh dalla Akorn India, pianificando l’espansione della sua capacità fino a 600 milioni di dosi del vaccino Johnson & Johnson nel 2021. Tuttavia, anche dopo aver ottenuto la licenza della tecnologia, l’azienda non è riuscita a scalare

rapidamente la produzione a causa della strozzatura nell’approvvigionamento di input di materie prime, causata in parte dall'uso del DPA da parte del governo degli Stati Uniti, che ha garantito quindi priorità negli acquisti di componenti strategici alle aziende americane. La Tabella 6 riassume le criticità pocanzi evidenziate [48], [57].

Criticità Descrizione

Contaminazioni e guasti nel processo operativo

Errori nelle procedure operative causano problemi sia nel breve termine, dovuto al rallentamento della produzione e al ripristino del funzionamento corretto degli impianti, ma anche nel lungo periodo con danni di immagine causata da una percezione esterna di inaffidabilità.

Farmacosorveglianza Effetti collaterali del vaccino provocano la sospensione dei lotti anomali e possono portare alla sospensione anche della produzione.

Normativa Contesto normativo sfavorevole che impedisce di avere un accesso prioritario alle materie prime nello stato che applica la norma

Tabella 6: Criticità nella produzione del vaccino Janssen