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Gli studi hanno messo in luce l'esistenza di alcune variabili, più o meno costanti, che spiegano l'insorgere, la diusione e lo sviluppo dell'an- tiamericanismo. La complessità di questo fenomeno consiste nel fatto che esso raccoglie un insieme di malcontenti che vanno dalla reazione all'impatto della cultura popolare nordamericana sulle altre società, al risentimento per lo stile di vita americano che, accelerando il corso della modernizzazione, mette in pericolo il tradizionale stile di vita delle altre società che temono di perdere la propria identità.

Seguendo l'analisi di Hollander157, l'antiamericanismo può nascere

da quattro diverse fonti. La capacità degli Stati Uniti di proiettare al- l'esterno la loro immagine di potenza è certamente una di queste. In aggiunta, esiste una necessità umana di trovare un capro espiatorio e, nell'ambito delle relazioni internazionali, gli Stati Uniti terminano spes- so per aggiudicarsi questa etichetta. Un ruolo altrettanto importante lo giocano la paura di un'eccessiva modernizzazione e quella di un dila- gante materialismo. Visto che gli Stati Uniti rappresentano a pieno le istanze di modernizzazione, chi si oppone a questa ondata di modernità termina con l'opporsi agli Stati Uniti stessi158. Studiando l'antiamerica-

155 ibid.

156Ho arontato lo studio di questo caso nella mia tesi di laurea specialisti-

ca dal titolo: Il risveglio dell'antiamericanismo in America Latina dopo l'11 settembre.

157Hollander, Understanding Anti-Americanism. Its origins and impacts cit. 158Ciononostante, in Europa, a criticare gli Stati Uniti sono stati anche so-

stenitori del welfare state che pur accettando il capitalismo e una certa ame- ricanizzazione della società, giudicavano la politica statunitense incapace di realizzare una società pienamente egualitaria, laica, attenta all'ambiente e in grado di garantire a tutti i suoi cittadini diritti sociali considerati essenziali per un tenore di vita accettabile. Cfr. Steinmetz G., The State of Emergency and the Revival of American Imperialism: Toward an Authoritarian Post-

nismo francese, per esempio, il losofo J. Francosi Revel159, ha spiegato

no a che punto tale fenomeno sia legato all'opposizione alla globaliz- zazione e al capitalismo160. A queste variabili Hollander aggiunge poi la

politica estera statunitense161. Tutto questo avrebbero nel tempo cau-

sato ondate di antiamericanismo162.

Seguendo il ragionamento di Hollander, è evidente che dietro l'in- tensicarsi dell'antiamericanismo si sono nascoste motivazioni essen- zialmente storiche. Il crollo dell'Urss, per esempio, ha fatto degli Stati Uniti l'unica superpotenza esistente e questo ha certamente richiama- to l'attenzione di molti sulla sua condotta nell'arena internazionale. In aggiunta, più gli Stati Uniti diventavano una potenza militare, più le critiche nei loro confronti aumentavano. Inne, conclude Hollander, la globalizzazione stessa ha fatto aumentare le critiche di coloro che vedevano negli Stati Uniti il simbolo del capitalismo e della moderniz- zazione163.

Revel ha riconosciuto nella resistenza o opposizione all'americaniz- zazione un'ulteriore variabile dell'antiamericanismo europeo. A tale ri- spetto, ammonisce Revel, la crescita dell'antiamericanismo ha fatto sí che tanto più l'Europa si mostrava ostile nei confronti degli Stati Uniti, tanto più questi decidevano di agire senza ascoltarla. Tutto ció, conclude Revel, ha rischiato di rendere il dialogo tra le due sponde dell'Atlantico

Fordism, Public Culture, Spring 2003, vol. 15, n.2, pag. 323-346; Mary No- lan, Anti-Americanism and Americanization in Germany, Politics & Society, March 2005 vol. 33 n. 1, pag. 88-122.

159Jean Francois Revel, Anti-americanism, Encounter Books, San Francisco,

2003, pag. 24.

160Secondo Revel, gli Stati Uniti sono spesso visti come la peggior nazione

del mondo, governata esclusivamente dal denaro, uno stato violento dove la democrazia è solo apparente. Per le élites europee, gli Stati Uniti sarebbe- ro, dal punto di vista culturale, uno stato primitivo governato da violenza e criminalità.

161Hollander, Understanding Anti-Americanism. Its origins and impacts

citpag.35.

162Stimolati dalla riessione di Hollander, Baxter e Akbarzadeh hanno stu-

diato lo sviluppo dell'antiamericanismo mediorientale mettendolo il relazione esclusivamente con la politica estera implementata dalla Casa Bianca. Iso- lando tutte le altre possibili fonti di antiamericanismo, questi autori hanno dimostrato l'esistenza di una relazione tra i ussi di questo fenomeno e le politiche che la Casa Bianca ha implementato in questa regione, Baxter e Akbarzadeh(eds.) Le radici dell'antiamericanismo. La politica estera Usa in Medio Oriente cit.

163Hollander, Understanding Anti-Americanism. Its origins and impacts

sterile, rischiando di fare degli Stati Uniti una nazione sempre più uni- laterale164.

In aggiunta, secondo Ross un'ulteriore variabile è fornita dal contesto storico e geograco al quale ci si riferisce. Infatti a causare l'antiameri- canismo sarebbero state anche le istanze nazionaliste emerse nei diversi contesti geograci nel corso della storia165.

Analizzando i picchi di antiamericanismo rilevatisi nella prima de- cade del nuovo secolo, Hollander chiama in causa anche altre variabili più puntuali. Queste sono la crescita del fondamentalismo islamico e l'opposizione verso il presidente Bush, la sua persona e la sua condotta politica166.

Inne, il discorso relativo alle variabili rimanda inevitabilmente a quello sull'importanza delle percezioni che si hanno degli Stati Uniti nel mondo e dell'ibridazione dell'immagine di questo paese in contesti stranieri e all'interno di popolazioni che non hanno un contatto diretto e costante con questo stato. E' pertanto importante indagare il ruolo giocato dai mezzi di informazione per capire se, e in che parte, sono an- che essi responsabili della diusione dell'antiamericanismo. Prendendo da esempio lo studio di Brooks, è rilevante notare che gli Stati Uniti sono stati mal rappresentati per esempio da quei sistemi informativi di governi dispotici dove l'accesso a fonti di informazione alternative è impossibile167. Questo dato ha mostrato alla Casa Bianca che qualora

la popolazione mondiale avesse più accesso a plurime fonti di infor- mazione, nel mondo si avrebbe un'idea più positiva degli Stati Uniti. Questo ha spinto i vertici della Casa Bianca a implementare una poli- tica di media diplomacy attraverso la quale veicolare un'immagine più positiva degli Stati Uniti, riconquistare i cuori di quelle popolazioni che tendono a diventare ostili e limitare i danni provenienti dalla diusione dell'opposizione nei loro confronti168. Nel contesto post 11 settembre,

164Revel, Anti-americanism citpag. 44.

165Ross e Ross (eds.) Anti-Americanism citpag 46.

166Hollander, Understanding Anti-Americanism. Its origins and impacts

citpag.21.

167Brooks, As other see us: the causes and consequences of foreign

perceptions of America citpag. 34.

168Cfr. Edward Said, Covering Islam: how the media and the experts deter-

mine how to see the rest of the world, Routledge e Kagan, London, 1981; N Klein, America is not an hamburger, gen. 2002; Melvin Deeur e Margaret H. Deeur, Learning to hate Americans : how U.S. media shape negative attitu- des among teenagers in twelve countries, Marquette Books, Washington, 2003; Francesca Maria Corrao, Le opinioni e l'informazione nei paesi arabi-Islamici dopo l'11 settembre, Odradeck, Roma, 2003.

per esempio, Brooks parla di una vera e propria weaponization of in- formation da parte degli Stati Uniti che hanno attuato una politica mirata a produrre un tipo di informazione confezionata su misura per i diversi pubblici recettori169. Secondo Chiozza anche il mezzo attraverso

il quale le informazioni sono veicolate inuenza le dinamiche della for- mazione dell'opinione pubblica170 e quindi dell'idea che questa ha degli

Stati Uniti.

Pur supponendo che un'immagine americana distorta o semplicata possa dare origine a caricature, ma ridimensionando il ruolo dei mezzi di comunicazione, per Crockatt resta comunque il comportamento de- gli Stati Uniti la variabile più consistente dell'antiamericanismo171. Se

grazie al suo potere economico gli Stati Uniti possono esercitare una grande inuenza, le critiche al modello culturale e alla gestione della politica estera da parte della Casa Bianca non sono mai mancate.

Inne, la paura sarebbe un'ulteriore variabile dell'antiamericanismo, perché quanto più la politica estera statunitense è stata temuta per i suoi possibili eetti negativi, tanto più è aumentata l'opposizione alla Casa Bianca. In tal senso sarebbe il ruolo politico, militare ed economi- co degli Stati Uniti a denire la visione e la posizione di un paese nei loro confronti172.

Il graco 1.4 mostra che dopo la seconda guerra mondiale sono dei precisi avvenimenti politici a inuenzare l'evoluzione dell'antiamerica- nismo europeo, visto che i picchi di questo fenomeno si registrano in corrispondenza alla realizzazione da parte della Casa Bianca di precise politiche.

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