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In conclusione, quanto gli studi fanno emergere è che, nel corso dell'ana- lisi di questo fenomeno non bisogna perdere di vista lo sviluppo storico dell'antiamericanismo, la sua diusione geograca e la sua dimensione socio-culturale. Senza analizzare lo sviluppo dell'antiamericanismo in un preciso contesto storico e geograco si rischia infatti di non scoprire quali sono le reali radici che vi sono alla base. Astraendolo dal suo con- testo geograco si rischia di non comprenderne l'entità e la peculiarità con la quale si manifesta in ogni singolo contesto e, non analizzando le variabili socio culturali del fenomeno, si termina per interpretarlo grossolanamente senza essere capaci di individuarne l'entità e le di- namiche evolutive. La lezione sembra quindi essere quella di adottare lenti multiple ed elastiche. L'idealtipo dell'antiamericanismo è molto complesso da denire. Oltre alla sua natura multidimensionale, questo fenomeno è caratterizzato da una certa astrazione, con un alto grado

di denominazione e uno minore di connotazione230. Ciò non esclude che

l'antiamericanismo possa essere allo stesso tempo un concetto empirico, scienticamente vericabile. Non è quindi possibile sfuggire alla sda di trovare una denizione, anche se questa è indubbiamente un'impresa ar- dua. Secondo quanto espresso da Quagliarello e Craveri, la vera utilità della parola antiamericanismo risiede nella sua polivalenza231. Secondo

Ellwood, l'esistenza di questo termine:

occulta l'importante distinzione tra coloro che intendono attaccare l'America in quanto nazione, governo e politica estera; coloro che trovano odiosa qualsiasi cosa e qual- siasi persona americana: il modo di vivere, i simboli, gli oggetti, i prodotti e la gente; e coloro che criticano l'ame- ricanismo, cioè che riutano i valori e gli ideali degli Stati Uniti per come essi vengono espressi e formulati a livello retorico. Chi non riesce a cogliere tali dierenze rischia di riprodurre l'immagine speculare del comportamento che denuncia232.

Un indizio per capire la natura del fenomeno lo si può trovare se si prende in considerazione la ridondante denizione usata per indicare ciò che distingue e rende uniche l'esperienza e la vita nazionale dell'Ame- rica: eccezionalismo233. Questo paradigma culturale serve a identicare

un'altra varietà di nazionalismo, più accettabile, non europea, e che, quando viene esplicitato e codicato allo scopo di indurre emulazione e ammirazione, diventa americanismo, una summa234 dei principi fonda-

mentali del credo americano. L'antiamericanismo può quindi costituire un'immagine speculare di quel credo. Una corretta analisi storica di questo fenomeno deve innanzitutto tenere distinte le categorie di ame- ricanismo e di americanizzazione, nonché i loro contrari. Con il termine americanismo Quagliarello235 si riferisce alla politica estera degli Sta-

230Per un'analisi approfondita di questi termini si consultinono le voci de-

notazione e connotazione nell'enciclopedia delle scienze sociali Treccani. In- teressante il contributo di John Stuart Mills espresso nel 1848 in Principles of political economy, che formula la dottrina della connotazione poi ripresa da Bloomeld e Pagliaro.

231Craveri e Quagliariello, L'antiamericanismo in Italia e in Europa nel

secondo dopo guerra citpag. 73.

232 Ellwood, L'anti-Americanismo in Europa citpag.1 233Ibid., pag.1.

234Seymour Martin Lipset,American Exeptionalism: A Double-Edged Sword,

Norton & Company, New York: 1997.

235Craveri e Quagliariello, L'antiamericanismo in Italia e in Europa nel

ti Uniti, mentre utilizza la parola americanizzazione per descrivere i complessi processi della modernizzazione statunitense e la loro funzio- ne attrattiva e imitativa nelle altre società236.

Tale distinzione tra americanismo e americanizzazione, così come per i loro opposti, mostra che lo studio storico dell'antiamericanismo richie- de una meditata periodizzazione che, tenendo conto dei diversi contesti geopolitici ai quali si applica, segnali di volta in volta il prevalere di una categoria sull'altra, nella perdurante diversità dei loro approcci237.

In questo modo si può sperare di separare il fenomeno di base dalle sue componenti funzionali: gli stereotipi, i pregiudizi, i miti e le proiezio- ni238. Il punto fondamentale è il meccanismo di base che mette in moto

questi atteggiamenti e le funzioni mentali. Secondo Ellwood esiste una confusione più o meno consapevole tra il funzionamento della potenza americana nel mondo, inclusa la sua politica estera, e l'operare degli Stati Uniti in quanto moderna forma di civilizzazione239, di cui sono

evidenti l'ineguagliabile omogeneità, l'organicità e la dirompente capa- cità innovativa 240.

In aggiunta, bisogna dierenziare chi si oppone a quello che l'A- merica è, da coloro che si oppongono a ció che l'America fa. Secondo Keohane, le parti più emere dell'antiamericanismo sono collegate a cosa l'America fa, alle sue politiche e i loro eetti, ma le fondamen- 236La distinzione tra i due fenomeni ha particolare valore per quanto con-

cerne l'immediato secondo dopoguerra, giacché molte delle motivazioni a fa- vore dell'alleanza con gli Stati Uniti non comportano aatto una sintonia con i percorsi di americanizzazione.Per dare evidenza al suo discorso Qua- gliarello illustra due esempi a sostegno della sua tesi. Il primo rimanda alla politica della Santa Sede di fronte alla necessità di favorire l'alleanza atlan- tica per fronteggiare l'avanzata comunista in Europa e il secondo alle vicen- de interne alla Democrazia Cristiana italiana che esemplicano dierenti in- croci e contraddizioni all'interno della stessa forza politica. Queste, conclu- de Quagliarello, potettero allora derivare dall'interazione tra americanismo e americanizzazione.

237Craveri e Quagliariello, L'antiamericanismo in Italia e in Europa nel

secondo dopo guerra citpag. 22.

238Ellwood, Gli antiamericanismi in Europa nel Novecento: fasi e temi

citpag. 74.

239Ibid., pag. 74.

240Secondo Quagliarello, a denunciare questa confusione era già stato nel

1957 J.B.Priestley che, rispondendo alle accuse di antiamericanismo rivoltegli dai recensori statunitensi del racconto di un viaggio americano da lui scritto, denunciò la deliberata commistione fatta dai suoi critici tra tutto ciò che l'America era e rappresentava e le loro personali preferenze in materia di politica estera.

tali fonti di antiamericanismo rimandano a ció che l'America è e alla posizione che questa, soprattutto dopo la guerra fredda, ha iniziato ad avere nel contesto internazionale241. Inne, bisogna saper distinguere

chi attacca la Casa Bianca, il suo governo e la sua politica estera, da chi si oppone a ogni cosa che appartiene agli Stati Uniti e da chi ancora critica continuamente la diusione dell'americanismo e quindi i valori alla base della cultura nordamericana.

A causare la diversità dell'antiamericanismo sarebbe anche la natura stessa dell'America, una nazione e un concetto di per sé pieni di diver- sità. Keohane sottolinea che oltre a essere un paese creato da coloni e immigrati provenienti da diverse parti del mondo, gli Stati Uniti rap- presentano uno spettro di valori molto ampi. Se la mentalità industriale domina settori chiave della cultura popolare, vi si trova anche un senso di religiosità diuso soprattutto tra gli stati avanzati dal punto di vista industriale242. L'americanismo in sé è una categoria eterogenea, nella

quale si possono trovare tensioni e contraddizioni. Si passa dal citta- dino estremamente laico a quello rigorosamente religioso, dall'unilate- ralismo al multilateralismo, dallo statista all'anti-statista243. I simboli

americani si riferiscono quindi a un'ampia varietà di valori che possono applicarsi a persone diverse in contesti storici e geograci dierenti, ma che possono anche convivere nello stesso individuo simultaneamente.

Esplorando la multi dimensionalità dell'antiamericanismo in svariati contesti, si nota che nella maggior parte dei casi si apprezzano la scien- za, la tecnologia, il sistema educativo, i lm e i prodotti commerciali degli Stati Uniti, ma non si apprezza con lo stesso entusiasmo il modo in cui la Casa Bianca sta cercando di portare democrazia e libertà al mondo intero. Secondo Chiozza, esiste un'ambivalenza su come vedere gli Stati Uniti e questa è comprensibile no in fondo solo dopo aver interpretato questa nazione come una realtà multidimensionale244.

In aggiunta, secondo McPherson bisogna capire se quando si parla di antiamericanismo ci si riferisce a un'attitudine, una tendenza, una mentalità o un'ideologia245. Hollader aerma che un solo termine non è

241Katzenstein e Keohane (eds.) Anti-Americanism in World Politics

citKeohane 2007,pag.2.

242Ibid., pag.3. 243Ibid., pag.4.

244Chiozza, Disaggregating anti-americanism: an analysis of individual at-

titudes toward the United States citpag.3, Cfr. Rob Kroes, European Anti- Americanim: what's new?, The Journal of American History, 93, 2 (2006), pp. 416431

suciente per descrivere la complessità del concetto che puó essere al- lo stesso tempo un sentimento, un'attitudine, una predisposizione o un pregiudizio246. Pertanto bisogna saper distinguere l'opinione che si basa

su una certa didenza e quella fondata su pregiudizi e non confondere l'opposizione alle politiche della Casa Bianca per antiamericanismo247.

Se tale fenomeno puó essere descritto come una tendenza psicologica che porta alla formazione di un'idea negativa degli Stati Uniti e della società nordamericana in generale, è opportuno distinguere tre diversi livelli: opinione, sducia e pregiudizio248. L'antiamericanismo non puó

essere denito esclusivamente come l'espressione di un'opinione critica contraria a una politica della Casa Bianca perché tale opinione potreb- be non avere nessuna conseguenza negativa. Il problema reale sorge piuttosto quando nasce un senso di sducia che rischia di creare pre- giudizi anti-americani che possono fortemente condizionare le relazioni internazionali. In questo caso non siamo solamente davanti a un'opinio- ne negativa nei confronti della Casa Bianca, ma tale opposizione porta con sé anche eetti negativi.

Secondo Berman, è un equivoco frequente quello di includere nel ter- mine antiamericanismo ogni obiezione ad una particolare politica del governo degli Stati Uniti od ogni resistenza all'inuenza della cultura e della società americane. Emergendo precisamente quando gli argo- menti della logica cedono il posto alle generalizzazioni indiscriminate o alle insinuazioni ostili e quando prevalgono le strutture ossessive di un modo di pensare fatto di pregiudizi e di stereotipi, l'antiamericanismo sarebbe quindi un'ossessione249. Sebbene una specica disputa politica

possa fornire un pretesto, secondo Berman l'antiamericanismo prende le mosse da una più profonda ed estesa ossessione riguardante l'idea o l'immagine degli Stati Uniti250, aggravata da molteplici collegamenti

negativi che vanno ben oltre l'oggetto di una particolare disputa po- litica 251. L'antiamericanismo, conclude Berman, si atteggia come un Relations citpag. 4.

246Hollander, Anti-Americanism. Critiques at Home ad Abroad,1965-1990

cit.

247Katzenstein e Keohane (eds.) Anti-Americanism in World Politics cit. 248Ibid., pag.3.

249Berman, L'Anti-Americanismo in Europa: un problema culturale

citpag.49.

250Ibid., pag.50.

251Presentando un esempio, Berman spiega che se un europeo non ama il

jazz, ciò non lo rende un antiamericano. E' solo questione di gusti musicali. Se tuttavia questa preferenza muovesse da una discriminazione razzista nei confronti degli afroamericani, allora si potrebbe parlare di antiamericanismo:

pregiudizio, ingrandendo il potere e la presenza di ciò verso cui è rivol- to, trasformandolo in una minaccia onnipresente.

Il contributo di T. Geiger252ci permette di capire che l'antiamerica-

nismo puó essere denito una mentalità, ma non un'ideologia, visto che non è una struttura mentale, ma scaturisce da un'interpretazione degli eventi. Mentalità non è peró sinonimo di pregiudizio. Se la mentalità è una struttura della mente che necessita un livello di interpretazione, il pregiudizio è una falsa opinione precedente dal giudicare. Seguendo il ragionamento di T.Geiger, dopo aver denito l'antiamericanismo come una mentalità, potremmo ipotizzare che in un secondo momento que- sto si trasformi in ideologia, essendo questa una fase posteriore a quella della mentalità. Potrebbe essere questo uno dei rischi più grandi per gli Stati Uniti perché qualora l'antiamericanismo si radicasse e si trasfor- masse da mentalità a ideologia, i pericoli per la Casa Bianca sarebbero certamente maggiori.

Dunque, partendo dall'analisi storica e sociologica del fenomeno, il seguente studio utilizza un approccio multidimensionale che indaga le diverse sfere che compongono l'antiamericanismo. Considerando questo concetto politicizzato ed espresso per mezzo di un codice linguistico emotivo, tale fenomeno può essere denito come l'espressione di una di- sposizione contraria all'inuenza statunitense fuori dai suoi conni253.

In questo studio l'antiamericanismo non viene inteso come un fenome- no esclusivamente irrazionale, basato solo su pregiudizi, anche se non si dimostra l'esistenza di una relazione biunivoca tra razionalità e antia- mericanismo, visto che ai fatti empirici si sommano spesso anche altri fattori che contribuiscono a inuenzare l'antiamericanismo.

un pregiudizio ossessivo ha preso il posto di una possibile discussione musicale.

252Geiger descrive la mentalità come una disposizione spirituale,geistig-

seelisch, una formazione dell'uomo attraverso il suo ambiente sociale e le espe- rienze che ne derivano. La mentalità, anche se collettiva, è spirito soggettivo, l'ideologia è spirito oggettivo. La mentalità è atteggiamento spirituale, l'ideo- logia invece è questo atteggiamento cristallizzato oggettivamente. La menta- lità è una struttura mentale geistesverfassung, l'ideologia è riesso e auto- interpretazione. La mentalità è anteriore, appartiene ad un ordine primario, l'ideologia è posteriore e fa parte di un ordine secondario di cose. La mentalità è uida, l'ideologia è ben strutturata. La mentalità è un orientamento vitale lebensrichtung spontaneo, l'ideologia è conseguenza di una persuasione. Cfr. Theodor Geiger, La società di classe nel crogiuolo, in Saggi sulla sociologia industriale, a cura di Paolo Farneti, Enaudi, Torino 1970, pag.25

253McPherson, Yankee No! Anti-americanism in U.S-Latin American

In linea con la distinzione tracciata da Geiger254 l'antiamericanismo

non sarà trattato come un'ideologia, quanto piuttosto a una mentalità, una formazione dell'uomo attraverso il suo ambiente sociale e le espe- rienze che ne derivano. Inne non sarà considerato antiamericanismo una singola critica nei confronti di una politica statunitense perché se l'antiamericanismo fosse solo una critica non sarebbe diventato un fe- nomeno storico. Al contempo l'antiamericanismo non sarà interpretato neanche come un pregiudizio.

La seguente analisi parte dunque dall'aermazione di Hollander se- condo il quale un solo termine non è suciente per descrivere la com- plessità del concetto che può essere allo stesso tempo un sentimento, un'attitudine, una predisposizione o un pregiudizio255. L'aspetto mul-

tidimensionale del fenomeno sarà particolarmente indagato, visto che è proprio la polivalenza di questo termine che, oltre a rendere qua- si impossibile la denizione di questo fenomeno, gli dona tutte quelle sfaccettature che lo rendono estremamente aascinante e incuriosiscono l'indagine.

L'antiamericanismo viene quindi inteso come un concetto politicizza- to, espresso per mezzo di un codice linguistico emotivo, che è espressione di una mentalità contraria all'inuenza statunitense percepita come ne- gativa. Consolidatasi nel tempo, tale mentalità comprende le critiche, razionali e non, rivolte agli Stati Uniti, la cui polivalenza rende il feno- meno antiamericano multidimensionale256.

254Geiger, La società di classe nel crogiuolo citGeiger 1970.

255Hollander, Anti-Americanism. Critiques at Home ad Abroad,1965-1990

cit pag. 19.

256In La ricerca sociale: metodologia e tecniche, Corbetta ritiene che la ri-

cerca scientica sia un processo creativo di scoperta che si sviluppa secondo un itinerario pressato e secondo procedure prestabilite che si sono consolida- te all'interno della comunità scientica. C'è chi ritiene questo accostamento tra creatività e procedure prestabilite come contraddittorio. Ciononostante, in linea con il pensiero di questo studioso, in questa ricerca si ritiene che tale accostamento sia tutt'altro che confuso poiché se la creatività evoca le ca- pacità personali del ricercatore, la sua perspicacia e intelligenza intuitiva, le procedure prestabilite dalla metodologia garantiscono l'adabilità dei risul- tati che si ottengono. Cfr. Piergiorgio Corbetta, La ricerca sociale, Mulino, Bologna, 2003

Alle radici dell'antiamericanismo

in Medio Oriente: la politica

estera Usa nella regione

2.1 Tipologie e fonti

Riprendendo il discorso interpretativo già arontato in precedenza, è interessante notare che anche indagando l'antiamericanismo mediorien- tale si ritrovano le medesime correnti interpretative che tendono a spie- gare il fenomeno nella sua specicità regionale, chiamando in causa fattori irrazionali e/ o empirici.

Bernard Lewis1 e Samuel Huntington2 ritengono che le principali

fonti dell'antiamericanismo siano di natura culturale. Alla radice del- l'opposizione mediorientale ci sarebbero quindi le dierenze insite nella cultura araba che vengono interpretate dagli autori come insormonta- bili. Tra Stati Uniti e Medio Oriente esisterebbero dierenze descritte come incolmabili, perché appunto di natura culturale. Secondo il loro quadro interpretativo, alla base di tutto esisterebbe un profondo e irri- solvibile scontro di valori e di credenze che condurrebbe inevitabilmente a un vero e proprio scontro di civiltà.

Riutando la spiegazione dello scontro di civiltà, Baxter e Akbarza- deh ritengono che l'antiamericanismo in Medio Oriente abbia variabili contestuali le cui radici storiche rimandano in primo luogo alla politica estera implementata dagli Stati Uniti nella regione nel XX secolo. Non sarebbero state tanto le singole decisioni prese dal presidente di turno a fare crescere questo fenomeno, quanto piuttosto la condotta incoren- 1Bernard Lewis, Il suicidio dell'Islam. In che cosa ha sbagliato ha civiltà

mediorientale, Mondadori, Milano, 2004.

2Samuel Huntington, The clash of civilization and the remaking of world

te e imperialista che la Casa Bianca ha continuato a tenere in questa regione3.

L'analisi dell'opposizione mediorientale agli Stati Uniti rientra nello studio dell'antiamericanismo nel terzo mondo, un fenomeno, secondo Hollander, non solo più intenso di quello presente in altri contesti, ma mosso da critiche di diversa natura: politiche, economiche e culturali4.

Geogracamente, bisogna fare ulteriori distinzioni tra il caso africano, latino americano, asiatico e mediorientale. Se alcuni tratti dell'antiame- ricanismo sono comuni all'antiamericanismo che si manifesta in tutti i paesi del terzo mondo, passando da un contesto geograco all'altro si notano comunque visibili dierenze. Se si prendono come esempio il con- testo mediorientale e quello latino americano si nota, per esempio, che in entrambe le regioni l'antiamericanismo è particolarmente violento, come confermato dalle dinamiche post 11 settembre, ma ciononostan- te la similitudine tra questi due contesti geograci è parziale perché le fonti alle quali ha attinto l'antiamericanismo sono storicamente diver- se. Se in sud America questo ha radici profondamente radicate nella storia locale si è presentato in primis come una risposta alla domina- zione statunitense nella regione, in Medio Oriente, zona che non è stata storicamente dominata dagli Stati Uniti, le ragioni hanno una diversa profondità storica.

Analizzando le cause dell'antiamericanismo mediorientale, Hollan- der ne individua essenzialmente quattro. La principale sarebbe l'esi- stenza di Israele poiché spesso l'antiamericanismo non sarebbe altro che il trasferimento dell'odio nei confronti di Israele in risentimento nei confronti americani. In aggiunta, la posizione delle compagnie petroli- fere statunitensi in Medio Oriente avrebbe contribuito a stimolare nel tempo l'opposizione araba. Soprattutto dopo gli anni '70, l'ostilità nei confronti della Casa Bianca sarebbe stata alimentata anche da una ri- nascita Islamica che si è opposta ai ussi di modernizzazione. Questa sarebbe stata una sorta di escamotage usato dai movimenti nazionalisti per creare unità nazionale. L' antiamericanismo mosso da queste istan- ze è un fenomeno che va oltre le attitudini attraverso le quali si cercava di proteggere la cultura autoctona minacciata dalla modernizzazione. E' piuttosto un antiamericanismo fondato e legittimato da motivazioni religiose. Inne, l'antiamericanismo sarebbe alimentato dall'attitudine anti-araba esistente negli Stati Uniti, un complesso di stereotipi creati 3Baxter e Akbarzadeh(eds.) Le radici dell'antiamericanismo. La politica

estera Usa in Medio Oriente cit.

4Hollander, Anti-Americanism. Critiques at Home ad Abroad,1965-1990

dalla Casa Bianca che niscono per rappresentare quella musulmana come una società disumana, un grande Satana dal quale mettersi al riparo5.

Per quanto riguarda la politica estera statunitense, è importante considerare come questa sia stata percepita dalle popolazioni locali, do- ve non sempre il messaggio arrivato coincideva con quello che la Casa Bianca voleva inviare. In aggiunta, in alcuni contesti, come per esempio

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