• Non ci sono risultati.

l o stato dell ’ arte ed Il quadro normatIvo nazIonale ed InternazIonale

2.2 Il quadro normatIvo BIm nazIonale ed InternazIonale, I ProtocollI dI gestIone del

2.2.6 Verso una normativa unica a livello internazionale L’ISO (International Organization for Standardization)

ha attivato dei tavoli di lavoro allo scopo di redigere una normativa internazionale relativa alla metodologia BIM, in grado di svolgere anche funzione di riferimento negli appalti sovranazionali. A partire dal 2018 è stata adottata a livello internazionale la ISO 1965058.

Tale lavoro ha comportato l’annessione e il ritiro di alcune PAS59 e la revisione di altre60. La ISO 19650 - Organization

and digitization of information about buildings and civil engineering works, including building information modelling (BIM). Information management using building information modelling, è stata adottata a livello internazionale nel dicembre 2018, ed è divenuta norma europea (EN) e nazionale a partire dal gennaio 2019, si compone di cinque parti:

- ISO 19650-1:201861 Concepts and principles. Qui sono delineati i principi di gestione informativa, scambio, organizzazione degli attori del processo. È di supporto durante l’intero ciclo di vita dell’edificio ed applicabile ad ogni scala e complessità, oltre a diversi tipi di appalto. - ISO 19650-2:201862 Delivery phase of the assets. Sono qui specificati i requisiti di gestione informativa durante la fase di consegna.

- ISO 19650-3:202063 Operational Phase Of The Assets. All’interno del documento specifica i requisiti per la gestione delle informazioni, sotto forma di processo gestionale, nell’ambito della fase operativa degli asset e degli scambi di informazioni. Questo documento può essere applicato a tutti i tipi di asset e di organizzazioni d’ogni tipo e dimensione coinvolte nella fase operativa degli asset. I requisiti di questo documento possono essere raggiunti attraverso azioni dirette svolte dall’organizzazione in questione o possono essere delegati. (Approvato il 29 luglio 2020).

- ISO 19650-4:202064 Information exchange. In costruzione

è prevista la pubblicazione per il 2022.

- ISO 19650-5:202065 Security-Minded Approach To

Information Management. Approccio orientato alla sicurezza della gestione delle informazioni. Lo standard specifica i principi e i requisiti per la gestione delle informazioni orientata alla sicurezza in una fase di maturità descritta come “Building Information Modeling (BIM) secondo la

Fig.15 Per la govenance di Singapore è stato progettato un

modello dinamico di città tridimensionale “Virtual Singapore” una piattaforma dati collaborativa, sfruttando la modellazione parametrica BIM per la realizzazione di una mappa interattiva 3D di Singapore. Con l’aspirazione di essere piattaforma digitale 3D destinata all’uso da parte del settore pubblico, privato, delle persone e della ricerca. Consentirà agli utenti di diversi settori di sviluppare strumenti e applicazioni sofisticati per concetti e servizi di test bedding, pianificazione e processo decisionale e ricerca per la gestione della complessità urbana di Singapore.

serie ISO 19650” e come definito nella ISO 19650-1, così come la sicurezza- gestione consapevole delle informazioni sensibili ottenute, create, elaborate ed archiviate come parte di, o in relazione a, qualsiasi altra iniziativa, progetto, risorsa, prodotto o servizio. Affronta i passaggi necessari per creare e coltivare una mentalità di sicurezza appropriata e proporzionata attraverso le organizzazioni con accesso a informazioni sensibili, compresa la necessità di monitorare e verificare la conformità L’approccio delineato è applicabile per tutto il ciclo di vita di un’iniziativa, progetto, risorsa, prodotto o servizio, pianificato o esistente, in cui si ottengono, si creano informazioni sensibili, elaborati e / o archiviati. Il documento è destinato all’uso da parte di qualsiasi organizzazione coinvolta nell’uso della gestione delle informazioni. (Approvato il 10 giugno 2020).

L’introduzione della ISO 19650:2018 ha cambiato profondamente il paradigma sulla definizione dei livelli di

informazione, un tema soggetto a variazioni in base al sistema normativo del paese di riferimento generando confusione e incongruenze a causa del gran numero di acronimi e definizioni nei paesi e talvolta all’interno dello stesso mercato. Le due macro filosofie ampiamente discusse in letteratura vigenti fino all’introduzione della nuova normativa erano il modello statunitense66 del Level of Developement (LOD), e quello anglosassone67 che applicava un ulteriore distinzione dividendo gli aspetti grafici da quelli informativi attraverso due livelli di definizione il Level of model Definition (LOD) e il Level of Information (LOI). La nuova normativa internazionale inquadra i Level of Information Need68 (LoIN), individuando i livelli informativi suddivisi sulla base delle specifiche consegne privi di una scala predeterminata (100, 200,..; 1, 2, 3,…, A, B, C,… )69. I requisiti devono includere : qualità, quantità, e granularità delle informazioni grafiche ed alfanumeriche.

Definite queste devono essere adottate per la determinazione del livello di informazione necessario dell’intero progetto, con l’introduzione del concetto di Documento (DOC) accanto alle geometrie LOG e informazioni alfanumeriche LOI70. La normativa è definita in modo da evitare la sovrapproduzione informativa, criticità riscontrata nel precedente sistema che incideva sulla fluidità dei flussi di progetto.

La committenza coinvolta dovrà stabilire i livelli informativi ritenuti necessari per le differenti fasi progetturali (architettonica, strutturarale, impiantistica) questi livelli sono cumulativi e sviluppati lungo l’intera evoluzione del progetto71.

La prEN 17412:2020 definisce per i paesi CEN i Level of

Information Need suddivisi in “Informazioni Geometriche” (ex LOG), “Informazioni Alfanumeriche” (ex LOI) e, nella nuova entrata, “Documentazione”72. Per l’Italia si deve oggi fare singolo e specifico riferimento ai nuovi “Level of

Information Need (o nella traduzione - Livelli di Fabbisogno

Informativo) (UNI EN ISO 19650-1:2019; prEN 17412:2020). L’odierna UNI 11337-4:201773, come sottolineato da Pavan: “Dovrà essere aggiornata con la sua “Appendice I” per gli

appalti pubblici, i Livelli di sviluppo degli Oggetti Digitali in essa definiti possono oggi quindi fungere solo da schema iniziale di riferimento generale, che necessita, comunque, di un approfondimento specifico, per la singola commessa ed il singolo oggetto, al fine di ottemperare alle superiori indicazioni ISO e CEN74.

Fig.17 La biblioteca di Babele di Borges diventa modelo 3D nel progetto di rappresentazione del programmatore Jamie Zawinski, il quale

ha interpretato e virtualizzato l’architettura dell’edificio riprendendo una frase di Manganelli “il luogo è un linguaggio”, sottolineando il concetto di luogo come sistema di relazioni e la necessità di avere chiavi di lettura per la comprensione dei significati.

2.3

PIattaforme e archIvI dIgItalI weB-Based

Per un collaBoratIve data management

“… Non solo il contenuto delle più importanti biblioteche del

mondo, degli archivi e dei musei, delle annate dei giornali d’ogni paese è già nelle nostre schede perforate, ma anche una documentazione raccolta ad hoc, persona per persona, luogo per luogo […] è memoria centralizzata del genere umano quella che noi siamo intenti a costruire…

Italo Calvino, 196875.

Nella visione futurista proposta da Calvino la memoria si fa totalizzante quando ogni dettaglio viene registrato76. La condivisione dei dati è passata, da una visione top-down di rilevazione dei dati, a una visione bottom-up77di aggregazione

e diffusione78. La raccolta informativa, che popola le reti digitali, confluisce nei database attraverso l’uso delle app e tecnologie di produzione e archiviazione digitale che sono sempre più aperte alla diffusione sensibile dei dati. Questo ha portato alla creazione di nuove figure come il CTO responsabile della tecnologia, il cui compito è gestire le implicazioni urbane dei sistemi digitali. Il passaggio dalla quantificazione dell’individuo alla quantificazione della città è diretto, sono le persone attraverso la propria ombra digitale a proiettare ed assumere un ruolo attivo attraverso un costruito doppio sia fisico e digitale. Le ricerche nel settore dell’architettura sono state impegnate nel cercare sistemi aperti, scelte progettuali

open-ended, systems mutevoli, e attuabili in fasi. La progettualità viene suddivisa per fasi, ad ogni fase il sistema assume una configurazione finita ma pronta, se necessario, a riaprisi. Le ragioni dell’informatizzazione delle tecniche di rappresentazione e progetto, si ritrovano nel divario economico dettato dall’obsolescenza funzionale e fisica delle strutture e delle componenti, nella logica del rapido consumo, oltre a questo il carattere tecnologico che fluidifica i rapporti tra i diversi elementi, per cui l’attenzione è rivolta verso le connessioni e rapporti tra software e quantità di materiale79. Caposaldo alla base della metodologia BIM è l’introduzione al progetto basato sulla condivisione simultanea di dati e l’archiviazione su cloud systems. I livelli di collaborazione del progetto sono basati su i concetti di interoperabilità, interdisciplinarietà, comunicazione e coordinamento80. In un panorama eterogeneo di software e applicativi che vanno dalla fase di modellazione alla fase di analisi e gestione, è necessario un dialogo per la lettura dei diversi formati di modello. Nel caso in cui siano utilizzati formati di dati leggibili da un solo fornitore, in letteratura si parla

di closed BIM, se invece per lo scambio dati si utilizzano modelli di formato aperto e indipendenti dal fornitore si parla di openBIM. Si deve la standardizzazione di un formato di modello neutro di dati per lo scambio open source all’organizzazione International Alliance for Interoperability conosciuta dal 2003 come buildingSMART, che attualmente rappresenta un punto di riferimento globale per la valutazione delle competenze openBIM81. Il progetto è attualmente in fase

di sviluppo ed è di respiro internazionale gli standard proposti sono riconosciti in Europa, Asia e nel nord America.

IFC (Industry Foundation Classes) è lo standard definito da buildingSMART per lo scambio informativo, fornisce strutture di dati complesse che coprono quasi tutti gli aspetti delle strutture costruite. Nel 2013, il formato dei dati è stato adottato come standard ISO. L’IFC è un modello entità- relazione, si struttura in base alla semantica, ovvero la definizione degli oggetti, avviene tramite campi relazionali che intercorrono tra le diverse entità di progetto e le proprietà associate a ciascun elemento82. Un’entità IFC deve essere definita in base alla lista elaborata da buildingSMART, e deve esser relazionata con altre entità in base alla categoria e tipo (ex: ifcRoof è sottotipo di IfcBuilding elements, il quale si trova relazionato alla categoria ifcElement)83. All’interno del flusso progettuale l’utilizzo dello standard IFC ha una triplice finalità: il coordinamento, l’integrazione dei dati e la predisposizione della consegna del file. Per i processi di importazione ed esportazione dei file, è necessaria una conoscenza della struttura dell’ipertesto IFC per poter scegliere in maniera opportuna le proprietà ed i parametri di file per definire la rappresentazione del livello di dettaglio richiesto84. Lo scambio informativo avviene all’interno di piattaforme digitali progettate su sistemi on cloud per la gestione centralizzata dei modelli e la distribuzione delle informazioni.

Questi sono sistemi di collaborazione utilizzati sia durante le fasi di realizzazione del modello che per l’archiviazione, comunicazione e diffusione del materiale.

Le piattaforme di progetto strutturate per le fasi operative di realizzazione del modello offrono la possibilità di gestire, coordinare e controllare i dati durante lo sviluppo del modello tridimensionale. Il loro funzionamento è basato sulla predisposizione di un server di condivisione centrale all’interno del quale viene salvato un file condiviso di progetto.

Il flusso di lavoro in modalità sharing del settore edile, tuttavia, è vincolato da soluzioni specifiche di dominio attraverso la messa a disposizione di specifici server, a

Fig.18 I sistemi di cloud sharing per la

modellazione e la progettazione è punto di forza della metodologia BIM. È possibile l’utilizzo dei sistemi del worksharing attraverso sistemi server a pagamento o attraverso l’utilizzo di drive condivisi come Dropbox o Google drive per la modellazione collaborativa. Tra i vantaggi:

- Condivisione materiale; - Più persone specializzate

collaborano con diverse competenze all’arricchimento del sistema informativo;

- Controllo a distanza e collaborazione tra diverse sedi;

pagamento, dalle software house. I servizi a pagamento se da un lato conferiscono una maggiore stabilità durante le fasi di sviluppo dall’altro,risultano poco accessibili non essendo sistemi open source. Risultano tra i più utilizzati: Revit server e servizi come Autodesk 360 Cloud Services, Nemetschek bim +, GRAPHISOFT BIMcloud, bimserver.org.

Tali strumenti sono integrati all’interno dei pannelli di strumenti del rispettivo sistema di modellazione (Revit, Allplan, Archicad). Esistono possibilità di lavoro collaborativo

open, utilizzando come servizi di cloud su piattaforme aperte (entro un certo limite di GB gratuite) come Dropbox o Google Drive che possono offrire un sostegno cloud per la condivisione di modelli di collaborazione tra piccoli team. Permettendo di lavorare contemporaneamente sullo stesso modello da postazioni diverse85.

Un flusso, sicuramente meno prestazionale rispetto alla modalità a pagamento, in cui è necessaria prestare maggiore attenzione durante le fasi di sincronizzazione dei modelli per evitare la perdita di dati durante le fasi di sincronizzazione. Un compito importante del model server è quello dell’identificazione dei cambiamenti e i conflitti del modello. Essendo basati su operazioni di trasferimento di modifica che avvengono, in parallelo, su delle copie di file le numerose modifiche apportate ai singoli oggetti, e il loro corrispondente carattere temporaneo dato dalla sincronizzazione in tempo reale, possono, tuttavia, portare rapidamente ad un flusso indesiderato di cambiamenti. Questo rende fondamentale l’aspetto della comunicazione interna ai singoli team di sviluppo attraverso piattaforme di messaggistica istantanea strutturati per l’organizzazione aziendale (Slack, Trello, MicrosoftTeams) e la gestione degli avvisi di modifica nei processi on cloud. A tal fine nella comunicazione del flusso informativo sono utilizzate codifiche di dati standardizzati, tramite l’utilizzo di vocabolari condivisi volti a garantire un corretto scambio di informazioni e ridurre al minimo possibili incomprensioni86.

Nel settore BIM, a livello nazionale italiano, è il progetto di ricerca INNOVance87 ad aver sviluppato un prototipo di sistema di banca dati interoperabile del settore delle costruzioni, per la messa in rete della sua intera fiiera allargata. Sviluppando un prototipo di una nuova struttura di accesso online, in cui sono archiviate categorie di elementi suddivisi in base a una specifica categorizzazione tecnico- scientifica. Gli oggetti inseriti all’interno della piattaforma, sono identificati da uno specifico codice univoco e corredati da una scheda tecnica standardizzata.

A livello internazionale nel settore delle costruzioni è la NBS

library BIM (National Building Specification) proprietà di

RIBA Enterprises Ltd, parte del Royal Institute of British

Architects (RIBA), uno dei portali di object sharing più affermati, basata sullo standard anglossassone. La libreria NBS National BIM viene definita come una biblioteca di oggetti on line, in cui i componenti BIM sono accessibili tramite la consultazione di librerie, scaffali digitali, una volta effettuato l’iscrizione al sito Web.

Il sistema oltre all’accesso consente anche la collaborazione attraverso la possibilità di upload di nuovi oggetti. L’accesso al catalogo è possibile anche direttamente all’interno delle diverse piattaforme di modellazione attraverso l’installazione di plugin specifici messi a disposizione sul sito88.

La diffusione e l’obbligatorietà dell’utilizzo dei sitemi BIM nel mondo delle costruzioni ha portato negli ultimi dieci anni, alla nascita di numerose librerie online, ampi database di raccolta di oggetti messi a disposizione per l’arricchimento dei modelli sulla linea dello sharing informativo: BIMObject, BIM portale Smart BIM Library, Revit City, RBI Water Heaters, ARCAT, BIMetica, Turbosquid, Bimstor, BIM Catalogues, etc. sono solo alcuni dei siti più utilizzati, i portali sono in continua crescita data l’espansione esponenziale nelle settore. L’esperienza maturata nel settore delle costruzioni attraverso i flussi di scambio dati on cloud e la messa a disposizione di contenuti informativi online incoraggia la collaborazione su scala globale, ampliando l’utilizzo di servizi basati sul cloud sharing anche nel settore del

Cultural Heritage. Da un lato, una serie di progetti mirati alla digitalizzazione per favorire la diffusione della conoscenza del patrimonio culturale e il riuso delle risorse digitali per lo sviluppo delle industrie creative, dall’altro l’armonizzazione dei programmi nazionali di ricerca sul patrimonio culturale digitale, invita alla collaborazione con le infrastrutture digitali a supporto della gestione ed accesso al patrimonio culturale digitale e allo sviluppo di soluzioni innovative per la conservazione a lungo termine delle collezioni digitali89. Il Web, è sempre più utilizzato per la pubblicazione di contenuti riguardanti i beni culturali di diverso tipo.

Biblioteche e archivi storici hanno e stanno digitalizzando le loro collezioni dando la possibilità di fruire i propri beni attraverso web-platform, incentivate anche dalle politiche di digitalizzazione promosse dall’Unione Europea. Si possono identificare due tipologie di pubblicazione utilizzate nel settore dei beni culturali sul Web: sistemi ad hoc specifici limitati a domini, definiti a tema chiuso privi della possibilità di implementazione da parte di terzi e sistemi a aperti di condivisione di grandi banche dati, aperte a chiunque voglia

partecipare a contribuire a rifornire la base di conoscenza il cui contenuto non è tematicamente focalizzato, in cui confluisce la partecipazione di più istituzioni che acconsentono a fornire i propri dati formattati secondo gli standard della piattaforma offerente il servizio90. I portali open access facilitano lo scambio

di conoscenze attraverso la ricerca federata, ovvero una query di ricerca inviata ai database locali distribuiti, e i cui risultati vengono poi combinati insieme ed esposti all’utente finale91.

Il portale web based Europeana, è un esempio riconosciuto a livello europeo la sua base di conoscenza comprende milioni di oggetti da collezione provenienti da diverse organizzazioni e istituti della comunità europea. All’interno della piattaforma si possono effettuare ricerche di oggetti e approfondimenti tematici grazie alla strutturazione del database secondo livelli informantivi. “L’Europa possiede probabilmente il più vasto

patrimonio culturale del mondo. Non può permettersi di perdere l’opportunità offerta dalla digitalizzazione e rimanere

inerte di fronte al declino culturale. La digitalizzazione porta la cultura nelle case della gente e costituisce una risorsa preziosa per l’istruzione e per il settore del turismo, dei giochi, dell’animazione e dell’industria culturale in genere. Investire nella digitalizzazione stimolerà la nascita di nuove imprese e creerà nuovi posti di lavoro92. L’Europa il primo

passo verso la linea del patrimonio accessibile l’ha compiuto il 20 novembre 2008, con l’apertura di Europeana, che da quel girono ha raccolto metadati su milioni di oggetti, e rappresenta più di 3.000 organizzazioni culturali aderenti, allo scopo di mostrare come sia possibile ottenere una vera interoperabilità che non solo attraversi i confini nazionali per confluire in un patrimonio europeo unificato, ma soprattutto abbatta le barriere tra i diversi domini per arrivare ad un contesto semantico condiviso93.

Il portale si basa su tre principi di funzionamento: - Dati open access;

Fig.19 Il portale Europeana raccoglie metadati su milioni di oggetti, sono più di 3.000 le organizzazioni culturali aderenti. La strategia pubblicata per il piano 2020-2025 immagina un settore del patrimonio culturale sostenuto dal digitale e un’Europa alimentata dalla cultura. Attraverso lo sviluppo di nuove competenze, strumenti e politiche per abbracciare il cambiamento digitale.

- Sharing informativo;

- Affidabilità del dato e valorizzazione degli enti partecipanti94. Il database di Europeana, permette l’accesso a diversi tipi di contenuti da parte di diversi tipi di istituzioni del patrimonio culturale. Il sistema di repository non è basato su una memoria centrale, ma è strutturato su una rete di contatto con i differenti database istituzionali che aderiscono all’iniziativa. La query di Europeana è basata su un framework ispirato al Web semantico per i suoi metadati: Europeana Data Model95. Questo modello sviluppato dalla comunità europea

riutilizza i vocabolari in uso delle ontologie del Web semantico esistenti come Dublin Core, SKOS, OAI-ORE, adattandoli al contesto Europeana. L’EDM consente la rappresentazione di oggetti complessi connessi alle proprie in formazioni contestuali sottoforma di entità96.

Il catalogo è stato implementato grazie al rilascio del Art and Architecture Thesaurus (AAT) dal Getty Institute come

Linked Open Data basata su SKOS97 (Simple Knowledge

Organization System) che ha reso possibile l’implementazione del sistema EFM con il dizionario diffuso permettendo lo sviluppo di servizi multilingue ampliando il panorama ed omologandolo ad un sistema informativo disponibile di carattere mondiale. La ricerca nel settore della divulgazione informativa attraverso gli archivi digitali sta mirando all’implementazione dei dati attraverso l’integrazione di modelli 3D del patrimonio utilizzando gli standard del Web semantico98. L’informazione viene così strutturata all’interno

di modelli di ricostruzione digitali che possono essere metaforicamente rappresentati come alberi di informazioni i cui rami possono essere interconnessi attraverso una serie di relazioni mutuabili99.

In questo senso l’applicazione della modellazione informativa del BIM, si inserisce in maniera strategica per la progettazione di modelli di ricostruzione 3D basati sulla scomposizione

Fig.20 Le priorità esplicitate nel piano d’azione 2020-2025 sono: rafforzare l’infrastruttura, migliorare la qualità dei dati aumentare la

capacità le esigenze delle istituzioni per il patrimonio culturale sono molte e varie, quindi è difficile ottenere coerenza nella produzione digitale e nella mentalità in tutto il settore. L’iniziativa Europeana sosterrà le istituzioni nella loro trasformazione digitale. Mostrerà l’importanza e il valore aggiunto della digitalizzazione, l’adozione di standard, le migliori pratiche e soluzioni comuni.

semantica. In letteratura sono diverse le ricerche applicative che hanno sviluppato piattaforme interattive per la divulgazione del patrimonio culturale: V-MUST.net100, 3D