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2. LA COMPETENZA ARGOMENTATIVA

2.1. Verso un’idea di competenza argomentativa

Nel seguito vorremo far emergere che la competenza argomentativa sia un aspetto ritenuto di fondamentale importanza, non solo a livello nazionale, ma anche riconosciuto a livello internazionale. Abbiamo visto come sia naturale considerare l'argomentazione come una particolare attività comunicativa che fa parte della vita sociale umana. Tuttavia, nelle diverse culture, l'argomentazione

è presente non solo come pratica rilevante per il loro sviluppo e la trasmissione dell’umanità attraverso il tempo, ma anche come argomento di riflessione103. In questa seconda accezione, l'argomentazione è stata gradualmente sviluppata, per prima cosa in quanto arte e poi come scienza104. Nella tradizione occidentale, questo processo, prima di tutto, avveniva nell'antica dialettica e retorica. Il loro contributo allo studio scientifico dell'argomentazione è ancora rilevante ed è ampiamente considerato nella moderna teoria dell'argomentazione. Tuttavia, non esiste una corretta continuità tra retorica e teoria dell'argomentazione, poiché non vi è stata un'evoluzione ininterrotta tra retorica e argomentazione moderna.

Con l'avvicinarsi dei tempi moderni, l’interesse per la retorica sembrava scemare, quasi come se avesse completato il suo compito, e l'argomentazione sembrava essere tornata ad essere una pratica esercitata senza consapevolezza critica. Nell’anno 1958 si verifica un rinnovato interesse per l'argomentazione nel dominio scientifico105; ne sono testimoni le pubblicazioni di due libri importanti: Uses of Argument di Stephen Toulmin e La nouvelle rhétorique di Chaim Pereiman e Lucie Olbrechts-Tyteca. Entrambi gli studi sono stati ispirati dalla necessità di comprendere l'uso della ragione nelle pratiche sociali.

Toulmin, in particolare, apre il suo lavoro discutendo i meriti della logica al di là del suo sviluppo disciplinare:

“They are problems which arise with special force not within the science of logic, but when one withdraws oneself for a moment from the technical refinements of the subject, and inquires what bearing the science and its discoveries have on anything outside itself- how they apply in practice, and what connections they have with the canons and methods we use when, in everyday life, we actually assess the soundness, strength and conclusiveness of arguments”106.

Il noto modello di Toulmin per l'analisi delle strutture argomentative ha quindi lo scopo di spiegare l'uso della ragione nelle pratiche quotidiane dell'argomentazione. Questo modello, che è già stato introdotto nel precedente paragrafo, distingue chiaramente la tesi (claim) dai vari passaggi necessari al suo sostegno (backing). Inoltre, ha anche il vantaggio di presentare l'intero processo argomentativo come un dialogo continuo tra due parti: colui che argomenta (arguer) e colui che ne controbatte le affermazioni chiedendo le ragioni di esse (challenger); tale prospettiva evidenzia la natura dialogica dell'argomentazione. Come spiega van Eemeren107, nonostante l'iniziale ostilità di filosofi e logici, il modello di Toulmin fu ben presto accolto con entusiasmo dagli studiosi americani della comunicazione scolastica e iniziò ad essere usato, anche nel campo delle scienze sociali, per scopi educativi. Pertanto il modello è rimasto uno strumento didattico popolare e uno strumento prezioso

103 Nel 2005 D’Amore mostra, grazie ad esempi realizzati in classi di prima superiore, come talvolta il comportamento argomentativo - dimostrativo di uno studente, sia più empiricamente vicino alla logica nyaya che non alla logica aristotelica o megarico – stoica (si vedaD’Amore B. (2005). L’argomentazione matematica di allievi di scuola secondaria e la logica indiana (nyaya). La matematica e la sua didattica. 4, 481- 500). Qui, vale la pena menzionare l'analisi della tradizione argomentativa ebraica e delle sue implicazioni pedagogiche proposte da Zittoun (2007). La tradizione logica e argomentativa indiana viene spesso citata per le sue somiglianze con lo sviluppo occidentale di queste discipline (si veda Hamblin 1970: 177-189 e Sen 2005). Nell’anno 2008, un intero volume della rivista internazionale Argumentation è stato dedicato all’argomentazione buddista (si veda in particolare l'introduzione di Tillemans 2008).

104 Mirza, N. M., & Perret-Clermont, A. N. (Eds.). (2009). Argumentation and education: Theoretical foundations and practices. Springer Science & Business Media, pp.30.

105 Ibidem.

106 Toulmin 1958, p. 1.

107 Van Eemeren, F. H., & Houtlosser, P. (2003). The development of the pragma-dialectical approach to argumentation. Argumentation, 17(4), 387-403. p. 3.

per spiegare alcuni fondamenti dell'argomentazione108.

Perelman e Olbrechts-Tyteca propongono, con il loro La nouvelle rhétorique, “un inventario delle ‘tecniche di argomentazione’ usate più frequentemente”109. Secondo questi autori, ogni argomentazione è sviluppata per un determinato destinatario o pubblico e la validità dell'argomentazione dipende dalla sua accettazione da parte del pubblico110. Questo punto di vista può effettivamente essere considerato come una posizione relativistica, poiché l'adattamento al pubblico risulta, secondo Perelman e Olbrechts-Tyteca, il criterio ultimo per la valutazione dell'argomentazione111, anche se il pubblico a cui sono rivolti gli argomenti non deve essere obbligatoriamente specifico, ma può anche essere universale. Tuttavia alcuni studiosi affermano che la definizione di pubblico universale (universal audience) rimane vaga, e non è chiaro il perché e come possa offrire un criterio più oggettivo di validità112. Il fatto che Perelman e Olbrechts-Tyteca avessero prevalentemente conoscenze giuridiche ha contribuito in modo significativo al loro successo tra gli avvocati, anche se nel loro libro hanno considerato, il ruolo della ragione nelle pratiche sociali113. Il successo di questo libro, che ha influenzato anche gli studiosi della comunicazione scolastica, seguì quello del libro di Toulmin, probabilmente anche perché La nouvelle rhétorique fu originariamente pubblicata solo in francese (una prima traduzione inglese apparve nel 1969).

Due tradizioni significative che hanno ampiamente contribuito allo sviluppo della moderna teoria dell'argomentazione, sviluppate in particolare in Canada e negli Stati Uniti, sono l'approccio logico informale (informal logic)114 e il pensiero critico (critical thinking). Sebbene questi approcci siano reciprocamente correlati, il pensiero critico nasce dalla preoccupazione educativa di aiutare gli studenti a sviluppare un atteggiamento mentale riflessivo e critico115, mentre i logici informali, allontanandosi dal punto di vista della logica formale, cercano di migliorare la qualità dell'argomentazione nelle pratiche argomentative di tutti i giorni116. Più in particolare, la logica informale è stata originata da un ideale educativo, che è iniziato “dal tentativo di sostituire gli esempi artificiali di argomentazioni buone o cattive che caratterizzavano i testi logici precedenti”117 con

108 La chiarezza del modello lo ha reso uno strumento molto popolare; alcune rappresentazioni basate su questo modello sono utilizzate anche in contesti aziendali (Eppler e Burkhard 2007)

109 Van Eemeren, F. H., & Houtlosser, P. (2003). The development of the pragma-dialectical approach to argumentation. Argumentation, 17(4), 387-403. p. 3. Un tale inventario si basa su opere classiche, come gli Argomenti di Aristotele. 110 Perelman, C. and Olbrechts-Tyteca, L. 1958. Traité de l'argumentation: la nouvelle rhétorique. 1re éd. ed, Logos: Introduction Aux Études Philosophiques, Paris: Presses universitaires de France. p. 7.

111 Per un approfondimento su ciò si veda van Eemeren e Grootendorst 1994, p. 17. Si veda anche la distinzione tra i concetti di razionale e ragionevole presentata in Perelman (1979, p. 119); “But a rule of action defined as reasonable or even as self-evident at one moment or in a given situation can seem arbitrary and even ridiculous at another moment and in a different situation.”

112 Mirza, N. M., & Perret-Clermont, A. N. (Eds.). (2009). Argumentation and education: Theoretical foundations and practices. Springer Science & Business Media, pp.31.

113 Van Eemeren, F. H., & Houtlosser, P. (2003). The development of the pragma-dialectical approach to argumentation. Argumentation, 17(4), 387-403. p. 4.

114 Contributi legati a questo approccio possono essere trovati sulla rivista Informal Logic, fondata nel 1978, ma anche in

Argumentation, Philosophy and Rethoric, Argumentation and Advocacy e Teaching Philosophy. Vale anche la pena

menzionare il volume dedicato al topic Reasoning and Argumentation pubblicato da ProtoSociology nel 1999. Leo Groarke (2007) ha scritto una rassegna completa degli studi di logica informale nella Stanford Encyclopaedia of Philosophy.

115 Per approfondire si vedano Ennis 1962, Paul 1982, 1989, Johnson 1992 oppure anche van Eemeren et al. 1996, p. 165. 116 Per approfondire si vedano Kahane 1971; Thomas 1973; Seriven 1976; Blair e Johnson 1987; Groarke 2007.

117 Per quanto riguarda questo aspetto, è interessante citare una critica ai “tradizionali” libri di testo logici che includevano il noto lavoro sulle fallacie (fallacies) scritto da Hamblin, che può essere considerato una pietra miliare nello studio della manipolazione (Hamblin 1970, p. 12): “This is the part of the book [namely, the one devoted to fallacies] in which a writer throws away logic and keeps his reader's attention, if at all, only by retailing the traditional puns, aneedotes, and witless examples of his forbears”. Gli studiosi di logica informale estendono questa critica a tutti i capitoli dei libri di

esempi presi da reali pratiche argomentative, come il discorso politico, la pubblicità, i media, la pratica legale, ecc.118 Tale sforzo educativo fu anche promosso da un ordine esecutivo del 1980 della California State University che richiedeva che l'educazione post-secondaria includesse l'istruzione al pensiero critico, al fine di aiutare gli studenti a comprendere la relazione tra logica e linguaggio e migliorare le loro capacità di ragionamento119. Si può quindi affermare che la logica informale si avvicina allo studio dell'argomentazione, rimandando al punto di vista della logica formale e cercando di sviluppare una logica per analizzare e migliorare il ragionamento del linguaggio ordinario (o "quotidiano"). Questo ramo della ricerca trae i suoi scopi dalla logica formale e si combina tuttavia con il tentativo di comprendere i fenomeni argomentativi nelle pratiche reali (da cui il nome logica informale).

Prendiamo ora brevemente in considerazione la posizione di Habermas, il quale ha sostenuto che una teoria dell’argomentazione deve poter tener assieme tre aspetti per essere in grado di enucleare in modo soddisfacente la logica interna dell’argomentare: l’aspetto dialettico del discorso argomentativo (quell’aspetto per il quale l’argomentazione è una forma d’interazione mirante ad un’intesa razionalmente motivata e regolata da procedure pragmatiche), l’aspetto retorico (quell’aspetto per il quale l’argomentazione è un processo comunicativo), ma anche l’aspetto logico (quell’aspetto per il quale nell’argomentazione si avanzano pretese di validità e si sviluppano argomentazioni per soddisfare o respingere discorsivamente tali pretese)120. Habermas, passando attraverso una critica della posizione di Toulmin, aveva sostenuto che il compito principale di una teoria dell’argomentazione così impostata consiste nel ricostruire pragmaticamente un sistema di pretese di validità differenziate (verità, giustezza normativa, veracità) che renda conto della struttura formale generale della razionalità comunicativa. In base al modello di Habermas la prassi comunicativa quotidiana rimanda alla razionalità di una prassi argomentativa entro la quale gli argomentanti razionali sono coloro che, orientandosi ad un consenso motivato razionalmente, avanzano con i loro atti linguistici pretese di validità universali che devono poter essere soddisfatte o rifiutate mediante argomenti e che mirano al consenso di un uditorio universale121.

Concludiamo questa sezione citando tre testi internazionali (due di ricerca in didattica della matematica e uno di ricerca in didattica della lingua) che mettono in evidenza i principali risultati a livello nazionale nella ricerca in didattica. Il primo è il volume Theorems in School. From History, Epistemology and Cognition to Classroom Practice, a cura di P. Boero (Boero,2007). Nella prefazione si legge:

“With today’s stress on making mathematics meaningful teachers are being encouraged to focus on the

explanation of mathematical concepts and students are being asked to justify their findings and assertions. […] Teaching students to both recognize and produce valid mathematical arguments is certainly a

testo di logica.

118 Birdsell, D. S., & Groarke, L. (2007). Outlines of a theory of visual argument. Argumentation and advocacy, 43(3-4), 103-113.

119 Birdsell, D. S., & Groarke, L. (2007). Outlines of a theory of visual argument. Argumentation and advocacy, 43(3-4), 103-113. L’obiettivo educazionale originale di questa disciplina si riflette in una varietà di libri di testo sulla logica informale e sul pensiero critico. Qui, vale la pena menzionare due volumi: Fundamentals of Critical Argumentation, di Walton (2006a), e A practical Study of Argument di Trudy Govier (2006).

120 Cfr. l’excursus sulla teoria dell’argomentazione contenuto nel primo capitolo di J. Habermas, Theorie des

kommunikativen Handelns, Bd. I Handlungsrationalität und gesellschaftliche Rationalisierung, Suhrkamp, Frankfurt am

Main, 1981, trad. it. Teoria dell’agire comunicativo, Il Mulino, Bologna, 1986.

121 Cantù, P., & Testa, I. (2001). Dalla nuova retorica alla nuova dialettica: il ‘dialogo’ tra logica e teoria dell’argomentazione.

challenge. We know all too well that many students have difficulty following any sort of logical argument, much less a mathematical proof. But we cannot avoid this challenge. We need to find ways, through research and classroom experience to help students master the skills and gain the understanding they need. Our failure to do so will deny us a valuable teaching tool and deny our students access to a crucial elements of mathematics.”122(Hanna, 2007).

Nel volume sono presenti articoli che mettono in luce, anche su posizioni diverse, la relazione fra argomentazione e dimostrazione123 e numerosi articoli dedicati agli aspetti didattici dell’approccio alla dimostrazione.

Il secondo rifermento riguarda il lungo e esauriente articolo di M.A. Mariotti Proof and proving in matematics education (Mariotti, 2006) nel volume dedicato alla ricerca in didattica della matematica degli ultimi trent’anni dal gruppo PME124.

Il terzo riferimento è di A. Iacona, L'argomentazione, in volume dedicato prevalentemente al linguaggio verbale (Iacona, 2005).

Dai risultati riportati fin qui, emerge con forza il fatto che la competenza argomentativa sia un aspetto ritenuto di fondamentale importanza, non solo a livello nazionale, ma anche riconosciuto a livello internazionale.

Risulta dunque evidente che l’attenzione a questi temi è presente nella ricerca nazionale e internazionale; in particolare la ricerca in didattica si occupa prevalentemente di individuare le difficoltà degli studenti che dipendono da aspetti trasversali. Sempre più emerge l’incidenza degli aspetti linguistici nei processi di apprendimento: essi giocano un ruolo decisivo nello sviluppo della capacità di argomentare, che è uno dei traguardi primari del percorso scolastico (in particolare approfondiremo nel seguito gli aspetti legati alle discipline di italiano e matematica prese da noi in esame).

2.2. La competenza argomentativa alla luce dei processi di