3. Le politiche di sviluppo
3.5 Le politiche per l’area del sisma
3.5.1 Verso un piano strategico per l’area del sisma
Il processo di ricostruzione dell’area duramente colpita dal sisma è in corso.
La Regione, una volta conclusa la fase di emergenza, ha affrontato il processo di transizione verso il ritorno completo alla normalità mettendo al centro la sicurezza e il benessere delle persone e il ripristino delle condizioni essenziali di ripresa della vita delle comunità locali, attraverso un percorso ed un metodo di condivisione e concertazione tra Commissario ed enti locali messo in piedi sin dall’inizio tramite la costituzione del Comitato Istituzionale e di indirizzo.
Di fronte allo scenario di devastazione causato dal terremoto sono state fatte scelte precise: la prima improcrastinabile decisione è stata quella di riconsegnare la scuola agli alunni, garantendo la regolare apertura dell’anno scolastico dopo solo tre mesi dal sisma, a settembre 2012.
Altra priorità è stata quella del lavoro per cercare di contrastare il negativo impatto sull’occupazione generato dai tanti crolli degli stabilimenti produttivi.
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Successivamente l’attenzione si è concentrata su abitazioni e imprese, attraverso l’emanazione di provvedimenti che regolano i finanziamenti per il ripristino e la ricostruzione di case e attività economiche.
L’altra linea di intervento ha riguardato il tempestivo riavvio dei servizi pubblici essenziali e la realizzazione di nuovi municipi temporanei, laddove quelli storici erano gravemente compromessi, per garantire in un momento così difficile per la collettività il ripristino di luoghi identitari e di servizio per l’intera comunità.
Gli obiettivi e le misure principali possono essere così sintetizzate:
il ripristino delle scuole o l’allestimento di soluzioni temporanee nel caso di edifici scolastici danneggiati in modo grave, per garantire la riapertura regolare dell’anno scolastico;
il sostegno alla celere ripartenza delle attività economiche e conseguentemente il ritorno al lavoro dei lavoratori in cassa integrazione, attraverso misure per la delocalizzazione temporanea e soprattutto la ricostruzione;
il rientro nelle case e la soluzione del problema dell’alloggio attraverso l’erogazione di finanziamenti per la ricostruzione;
la sicurezza, innanzitutto delle attività produttive, con i fondi INAIL, le misure dell’art. 3 del DL 74/L122 e gli interventi provvisionali;
il recupero dei beni culturali, il ripristino dei municipi non solo per garantire l’azione amministrativa, ma anche come luogo di incontro e servizio;
la messa in sicurezza e ripristino delle funzionalità delle opere idrauliche per la difesa del suolo;
il supporto per garantire massima continuità dell’assistenza sanitaria e dei servizi socio-assistenziali provvedendo al tempestivo ripristino delle strutture e degli ospedali;
l’avvio di un articolato programma di recupero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica per il potenziamento del patrimonio.
In questo contesto, i segni della ripresa sono evidenti: le aziende hanno recuperato quasi completamente le attività di produzione, non si è verificato il temuto effetto di
“abbandono” dell’area da parte delle imprese insediate - che avevano subito ingenti danni ai capannoni e alle attrezzature - le ore di cassa integrazione sono tornate a valori fisiologici, le aziende agricole hanno in larga parte ripristinato le produzioni ed i servizi alla popolazione sono stati completamente ripristinati anche grazie all’approntamento di strutture temporanee (ad esempio per le scuole).
La Regione intende ora guardare oltre, per posizionare il territorio in questione (che ha svolto in passato un ruolo trainante nell’economia regionale) nelle traiettorie di sviluppo che hanno come obiettivo la competitività e l’attrattività regionale.
In questa direzione la Regione ha come obiettivo principale quello di mantenere l’identità del territorio, sia di carattere insediativo sia di “attaccamento” della popolazione ai propri luoghi di vita e di lavoro, contrastando più facili approcci alla ricostruzione che
PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO EUROPEI (SIE) Documento Strategico Regionale dell’Emilia-Romagna 2014-2020
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comporterebbero inevitabili conseguenze quali costruire nuovi agglomerati (new town), pregiudicare il paesaggio e la ruralità con fenomeni di sprawl e rendere difficilmente recuperabili i centri urbani fortemente danneggiati, per i quali il processo di ricostruzione è molto più complesso e lungo.
Si intende perciò completare il processo di ricostruzione valorizzando i luoghi ed i beni storico culturali che hanno una funzione essenziale nel preservare l’identità dei luoghi e il senso di appartenenza dei cittadini al loro territorio, in una chiave di coesione sociale e territoriale.
Per conseguire questa finalità, occorre che la Regione metta in campo risorse non solo finanziarie, ma anche conoscitive e legislative, per definire un piano strategico integrato, capace di intervenire in maniera modulare su temi strategici o su “sub aree” del territorio più ampio investito dal sisma.
Lo strumento più adatto a questo fine risulterebbe essere un “Piano strategico” che per sua natura deve essere concepito e declinato con la collaborazione di tutti i soggetti che rappresentano il territorio e che tanto attivamente hanno contribuito a riportare la normalità nella vita delle persone.
Questo approccio integrato ha come obiettivi specifici:
realizzare nel più breve tempo possibile il ritorno completo alla normalità, mettendo al centro la sicurezza e il benessere delle persone e il ripristino delle condizioni essenziali di ripresa della vita delle comunità locali,
stimolare e incoraggiare quelle trasformazioni strutturali di questa zona di pianura e di
“confine”, in grado di contrastare i fenomeni che, in relazione al declino rurale, comportano conseguenze di degrado ambientale, marginalità culturale e crisi di talune componenti del tessuto socio-economico legato alla ruralità.
salvaguardare e qualificare l’ambiente, preservare e valorizzare le peculiarità storico-culturali, promuovere efficacemente gli “stili di vita” e l’identità locale,
posizionare il sistema locale anche nelle relazioni globali, grazie alla sua apertura nei confronti dell’esterno con la realizzazione della Nuova Cispadana,
migliorare l’attrattività insediativa dei centri storici e del paesaggio rurale, nella sua veste di territorio di cerniera, passaggio e connessione grazie ad un rafforzato sistema infrastrutturale fortemente interconnesso
innalzare il livello di sicurezza (sismico e idraulico) agendo in modo che non ci si limiti ad interventi di adeguamento, ma facendo sì che questi siano investimenti in tecniche e tecnologie innovative con effetti anche sul sistema economico locale e sulla qualità della vita delle persone.
I Fondi SIE della programmazione 2014-2020 potrebbero quindi concorrere attivamente al raggiungimento di alcuni di questi obiettivi.
Sul versante economico le priorità di investimento si collocano negli ambiti dell’innovazione e della ricerca, della connettività e dei servizi per le smart cities, della
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formazione avanzata, della competitività delle PMI e del settore del commercio, nonché del rafforzamento delle eccellenze in campo agricolo (si pensi a questo proposito al potenziale dell’incoming legato ad Expo 2015).
In merito ai temi della sicurezza del territorio e dell’ambiente, anche gli interventi di valorizzazione del patrimonio culturale potranno agire a supporto del recupero identitario e dello sviluppo, in sinergia con gli interventi che avranno come obiettivo la rivitalizzazione dei centri storici (e del commercio) da un lato e del territorio rurale di pregio dall’altro.
L’insieme integrato di queste priorità di investimento potrà giocare un ruolo di consolidamento e di posizionamento di questo sistema economico nelle reti nazionali ed internazionali della competitività.
La cartina che segue mostra l’ambito territoriale nel quale la Regione intende attivare le politiche specifiche per l’area del sisma.
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