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Vincenza Di Lorenzo Senior Specialist – Prometeia

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B

attuta d’arresto del mercato istituzionale nel 2020 dopo la crescita intensa del 2019.

L’edizione di luglio dell’Outlook del mercato istituzionale italiano parte dall’analisi dei bilanci 2019 dei diversi segmenti del mercato istituzionale, ultimo dato storico disponibile, per sviluppare le previsioni nel quadro di riferimento profondamente cambiato dallo scoppio della pandemia a livello internazionale.

L’emergenza sanitaria ha trovato un mercato istituzionale che aveva archiviato un anno molto positivo per tutti i segmenti. Nel 2019, la crescita ha infatti toccato il punto di massimo degli ultimi cinque anni grazie al contributo molto positivo dei mercati finanziari e, per i fondi pensione e le Casse di previdenza private, del saldo della gestione previdenziale. Il settore della previdenza integrativa, in particolare, è il più dinamico anche nel 2019 benché si confermino alcuni fenomeni che ne stanno condizionando lo sviluppo. La crescita delle attività è infatti inferiore al potenziale dato dagli iscritti, il cui numero risulta in ulteriore aumento nel 2019 e ormai rappresentativo del 30% delle forze di lavoro. Le uscite sono ormai strutturalmente elevate e un numero rilevante di iscritti non alimenta la propria posizione con il versamento dei contributi, fenomeno in aumento anche tra le adesioni collettive a causa del meccanismo delle adesioni contrattuali. La raccolta netta oscilla pertanto già da alcuni anni intorno a 8 miliardi di euro, con variazioni da un anno all’altro per lo più collegate a fenomeni straordinari (Fig. 1).

Anche le attività delle Casse previdenziali a valore di mercato sono cresciute molto nel 2019 (+8.4% in base alle nostre stime su un campione di enti), grazie all’apporto del saldo previdenziale e al contributo molto positivo dei mercati finanziari.

Nel 2019 l’avanzo di gestione ha toccato il punto di massimo degli ultimi cinque anni per effetto dei risultati positivi della gestione patrimoniale e finanziaria e il contributo rilevante del saldo della gestione previdenziale, con una crescita diffusa tra gli enti (Fig. 2).

Per la prima volta dal 2011, lo scorso anno anche l’attivo delle Fondazioni è tornato a crescere, grazie a condizioni molto positive sui mercati finanziari Figura 1: Raccolta netta^ per forma previdenziale

- miliardi di euro

2.8 3.2 3.4 3.5 3.7 3.8 3.8 3.7

2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

FPN FPA FPP PIP

(^) per i PIP vecchi, i dati sono relativi ai contributi.

Fonte: elaborazioni Prometeia su dati Covip.

Figura 2: Avanzo di gestione delle Casse di previdenza, al lordo delle imposte (dati campionari) - miliardi di euro

3.8 4.3 4.2

2015 2016 2017 2018 2019

Gest. Straordinaria Gest. Operativa*

Val. Str. Finanziari Gest. Patrimoniale Gest. Previdenziale Gest. Lorda

(*) differenza tra altri ricavi e altri oneri (comprende costi amministrativi e del personale e accantonamenti ai fondi).

Fonte: elaborazioni Prometeia sui bilanci di 16 enti.

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e all’impatto ormai limitato di aggiustamenti di valore sulle partecipazioni bancarie (Fig. 3).

L’avanzo, in particolare, ha toccato il punto di massimo degli ultimi anni, grazie ai buoni risultati della gestione finanziaria e ai maggiori dividendi.

La crescita del totale attivo del mercato assicurativo, infine, è più che raddoppiata grazie al contributo positivo dei mercati finanziari alla classe D, contabilizzata a valore di mercato, e a volumi elevati di raccolta netta in larga parte su prodotti multi-ramo (Fig. 4).

Le attività del mercato istituzionale italiano risentiranno delle condizioni difficili per l’economia, anche se il peggio sembra essere alle spalle.

Dopo la fase di forte tensione sui mercati azionari in marzo per l’aggravarsi della crisi sanitaria, la ripresa delle quotazioni a partire da aprile, grazie anche alla risposta senza precedenti della politica monetaria, ha consentito un recupero quasi integrale delle perdite e contribuito a tranquillizzare gli investitori. Se pertanto nel 2020 le performance dei portafogli potranno essere meno penalizzanti di quanto si fosse inizialmente prospettato, il mercato istituzionale risentirà nei prossimi anni del lascito pesante della crisi.

L’economia italiana, in particolare, dopo il calo intenso del 2020, recupererà solo in parte nel prossimo triennio, nonostante tassi di policy invariati ancora a lungo a sostegno della ripresa economica e gli interventi di politica fiscale. Di conseguenza il mercato istituzionale italiano dovrebbe rallentare in misura importante nel 2020, pur se meno di quanto si prospettava in un primo momento, nell’ipotesi che il contributo dei mercati a fine anno sia solo lievemente negativo, e crescere con minore intensità del passato nel prossimo triennio, per gli effetti di medio termine della crisi economica.

In particolare, la nostra previsione delle attività dei diversi settori istituzionali è la seguente:

1. il settore della previdenza integrativa italiano, ancora in larga parte in fase di accumulo, risentirà

meno degli altri segmenti della crisi economica, ma ne sarà comunque condizionato. Il ricorso alle anticipazioni crescerà verosimilmente tra le famiglie più colpite nei loro redditi dalla crisi economica, la difficile situazione economica rallenterà eventuali progetti di rilancio delle Figura 3: Attivo di bilancio delle Fondazioni di

origine bancaria - miliardi di euro 48.9 47.9 46.3 46.1 45.7 47.1

-0.8% -1.9%

-3.3%

-0.5% -1.0%

3.1%

2014 2015 2016 2017 2018 2019 var.%

Fonte: elaborazioni Prometeia su dati di bilancio e ACRI.

Figura 4: Riserve tecniche delle compagnie di assicurazione italiane ed extra UE - miliardi di euro e variazioni percentuali

0.4

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Classe C vita Classe C danni

Classe D var. % totale

Fonte: elaborazioni Prometeia su dati Ania.

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adesioni collettive e si potranno accentuare le sospensioni contributive tra gli aderenti individuali, il tutto in un quadro in cui le modifiche alle regole di accesso alle prestazioni previdenziali di base stanno determinando un aumento delle prestazioni. Dopo il rimbalzo del 2021, pertanto, la crescita degli attivi sarà più bassa del passato;

2. le Casse rallenteranno nel prossimo triennio, per gli effetti di medio periodo della crisi economica che colpisce in misura rilevante il lavoro autonomo. La crisi economica del 2020, a differenza di quella del 2008-2009 e del 2012-2013, sarà pesante non solo per il manifatturiero ma per tutti i settori economici e potrebbe toccare in modo trasversale tutti gli enti come effetto del lockdown che ha portato a una sospensione delle attività in libera professione in tutti i campi. A ciò si aggiungono gli interventi approvati dagli enti a sostegno degli iscritti, che vanno dalla sospensione della contribuzione all’approvazione di misure assistenziali ulteriori rispetto al bonus di 600 euro. Il saldo previdenziale potrebbe pertanto ridursi nel 2020, con rischi al ribasso, e crescere lento nel prossimo triennio dato il recupero parziale dell’attività economica;

3. le fondazioni bancarie saranno le più colpite, data l’esposizione ancora elevata al settore bancario. L’attivo dovrebbe tornare a ridursi nel 2020, per il peggioramento dell’avanzo dovuto al venir meno dei dividendi sulle partecipazioni bancarie e la conferma delle erogazioni per sostenere i territori di riferimento dopo la pandemia. Il settore potrebbe tornare a crescere dal prossimo anno ma, dato l’attuale quadro di riferimento, a tassi molto bassi.

Il ricorso alla gestione professionale del risparmio si conferma importante, con sempre maggiore attenzione a principi Esg e investimenti alternativi illiquidi.

L’analisi dei bilanci del 2019 e delle scelte di investimento della prima metà del 2020 conferma

il sempre maggiore ricorso ai prodotti di risparmio gestito per la gestione del portafoglio, con gli investimenti diretti sempre più limitati alla liquidità.

Tra le diverse componenti, l’investimento in strumenti illiquidi sta entrando a pieno titolo nei processi di asset allocation, pur con specificità legate alle condizioni di liquidità dei singoli enti.

Anche l’attenzione al tema Esg è trasversale ai diversi segmenti, favorito dalle iniziative regolamentari europee, anche se non c’è ancora una direzione comune sulle modalità di implementazione.

Ai prodotti di risparmio gestito abbiamo dedicato due approfondimenti nell’edizione di luglio dell’Outlook del mercato istituzionale, confrontando il profilo rischio-rendimento di diverse strategie presenti nei portafogli degli investitori istituzionali attraverso un ampio set di misure di rendimento risk-adjusted sintetizzate in uno score.

In particolare, abbiamo confrontato gli Etf e i fondi comuni passivi a quelli attivi, per capire se i primi, dati i costi più bassi, possono rappresentare una minaccia per i fondi attivi o se vanno affiancati alle strategie attive perché in grado di garantire una maggiore diversificazione in determinate fasi di mercato. Abbiamo poi analizzato i prodotti multiasset class, che racchiudono sia strumenti con strategie più tradizionali che liquid alternatives e total return, per capire in quale misura sono in grado di generare valore minimizzando le perdite durante le fasi di stress dei mercati e di generare extra-rendimenti elevati durante periodi di crescita dell’azionario.

Abbiamo infine analizzato i fondi comuni Esg, sia confrontando i prodotti nei portafogli degli investitori istituzionali italiani rispetto agli altri fondi comuni con la medesima asset class, sia quelli autorizzati al collocamento in Italia rispetto a quelli distribuiti in Europa. Le analisi hanno preso in considerazione il periodo dal 2015 al 2020 (primo semestre) per cogliere diverse fasi del ciclo e analizzare i risultati ottenuti durante la crisi Covid-19 e la successiva fase di ripresa dei mercati finanziari.

In estrema sintesi, le strategie passive e attive creano entrambe valore per l’investitore. Il

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36 contributo dei passivi è maggiore durante le fasi di correzione dei mercati, anche grazie a un beta più basso, e quello degli attivi durante fasi di mercato più direzionali. In relazione ai prodotti multi asset class, quelli a bassa volatilità hanno una buona capacità difensiva nelle fasi di turbolenza dei mercati, ma redditività molto bassa e quindi poco compatibile con le esigenze di un investitore paziente che richiederebbe livelli di redditività più elevati in ottica di sostenibilità. Tra i prodotti multi asset class a volatilità più alta, che dovrebbero generare maggiore redditività, la selezione della strategia è invece molto rilevante, perché non tutte hanno generato extra-rendimento rispetto a un investimento meno rischioso o non sempre l’extra-rendimento compensa per i maggiori rischi assunti.

I fondi comuni Esg autorizzati al collocamento

in Italia hanno generato più valore rispetto agli altri della medesima asset class nel portafoglio degli investitori istituzionali. Questo risultato è confermato nel periodo della crisi Covid-19, durante la quale i prodotti Esg hanno mostrato sia maggiori rendimenti sia minore volatilità e hanno aumentato il loro vantaggio rispetto agli altri fondi comuni in termini di performance aggiustata per il rischio. La migliore performance è in parte dovuta all’esposizione dei fondi comuni Esg a settori meno colpiti dalle misure prese nel corso del lockdown, come la tecnologia o le telecomunicazioni, e potrebbe aver contribuito nel primo trimestre alla maggiore resilienza della raccolta netta di questi prodotti. Ci si aspetta dunque che l’attenzione per l’Esg rimanga forte sia tra gli investitori istituzionali che gli asset manager, sostenuta anche dalla nuova strategia per la finanza sostenibile europea.

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LA NUOVA STRATEGIA

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