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n.108 SETTEMBRE 2020 NEWSLETTER PER L INVESTITORE ISTITUZIONALE

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NEWSLETTER

PER L’ INVESTITORE ISTITUZIONALE

SETTEMBRE 2020

n.108

An teo

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indice

EDITORIALE

p. 3

ANGOLO DELL'ANALISI

PROF. PAOLO ONOFRI p. 4

Vicepresidente – Prometeia Advisor Sim

OSSERVATORIO PROMETEIA

IL PIANO PER LA RIPRESA DELL’EUROPA, UNA OPPORTUNITÀ E UNA SFIDA

PER L’ITALIA p. 8

Lucia Cossaro, Specialist – Prometeia

Simone Passeri, Junior Economist - Prometeia

TRIMESTRE ESTIVO DI RIALZI PER I MERCATI AZIONARI: OTTIMISMO DEGLI

INVESTITORI O “TINA”? QUANTO POTRÀ DURARE QUESTA FASE? p. 12

Luca D'Amico, Junior Economist – Prometeia Ugo Speculato, Specialist – Prometeia

INVESTIMENTI TEMATICI, ALCUNE RIFLESSIONI p. 16

Daniele Ceroni, Senior Specialist - Prometeia Advisor Sim

CONTRIBUTI

HEALTHCARE: PROSPETTIVE DI MERCATO E DI INVESTIMENTO p. 21

Jeff Meyes, Portfolio manager - NN Investment Partners

EQUITY RISK OVERLAY: APPROCCI TRADIZIONALI VS APPROCCI INNOVATIVI p. 24

Julien Halfon, Head of Pensions and Corporate Solutions - BNP Paribas Asset Management

OSSERVATORIO PROMETEIA

MERCATO ISTITUZIONALE ITALIANO: IL PEGGIO È ORMAI ALLE SPALLE? p. 32

Vincenza Di Lorenzo, Senior Specialist – Prometeia

LA NUOVA STRATEGIA UE PER LA FINANZA SOSTENIBILE: COSA CI PORTERÀ? p. 37

Valeria Colombo, ESG Specialist – Prometeia Advisor Sim e Consigliera del Forum per la Finanza Sostenibile

CONTRIBUTI

LA CRESCENTE IMPORTANZA DELLE ATTIVITÀ DI ENGAGEMENT DI SOSTENIBILITÀ

NEL MERCATO ITALIANO: L’ESPERIENZA DELL’ITALIAN SUSTAINABILITY WEEK p. 41

Alessandra Franzosi, Roberta Brocca, Asset Owners & ESG Investing, Borsa Italiana

Anteo n. 108

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EDITORIALE

In questo numero le previsioni relative al quadro economico e finanziario delineate nei contributi del Professor Onofri, Luca D’Amico e Ugo Specu- lato sono accompagnate da alcuni approfon- dimenti riguardanti temi specifici che possono orientare le scelte di investimento.

In un contesto caratterizzato dall’incertezza circa i tempi e l’intensità dell’uscita dalla crisi pandemica e da tassi di interesse destinati a permanere su livelli storicamente bassi, la ricerca di rendimenti e il contenimento dei rischi spingono gli investitori a sperimentare temi e modalità di gestione dei portafogli meno tradizionali.

Con la sua attività di ricerca e la costante inter- locuzione con il mondo della gestione, Prometeia Advisor Sim è nella migliore condizione per offrire agli investitori un quadro sempre aggiornato e documentato delle principali tendenze e innova- zioni delle tecniche e degli strumenti finanziari.

Si collocano in questo ambito gli investimenti di natura tematica collegati ai cambiamenti strut- turali indotti dai trend demografici, tecnologici o socio-politici. Nel contributo di Daniele Ceroni si dà evidenza dell’ampia e variegata offerta di indici di mercato, rappresentativi di temi di investimento su cui impostare le analisi di asset allocation, così come disponibili sono anche molteplici soluzioni di gestione attiva mono o pluritematiche, alcune delle quali con track record più che decennali.

Tra i temi più interessati dall’attuale situazione di crisi pandemica rientrano i cambiamenti che prevedibilmente trasformeranno l’assistenza sani- taria. Per Jeff Meyes di NN Investment Partners, la combinazione tra risorse sanitarie supplementari, tecnologia e innovazione nei servizi trasforme- ranno la futura assistenza sanitaria per adeguarla alle domande di una popolazione anziana in rapido aumento. Ne derivano indicazioni impor- tanti per investimenti settoriali in grado di otte- nere sovraperformance.

a una copertura dinamica e ricorrente dell’inve- stimento azionario, capace di incidere in modo positivo sulla gestione del rischio a breve termine (nelle fasi caratterizzate da shock finanziari) e sulla performance degli investimenti a lungo termine.

Proseguono anche in questo numero gli appro- fondimenti dedicati ai temi ambientali, in piena coerenza con l’obiettivo di Prometeia Advisor Sim di qualificarsi come società di consulenza capace di offrire soluzioni di investimento, caratteriz- zate dalla integrazione dei fattori Esg nella più complessiva asset allocation strategica e tattica.

La nuova strategia Ue per la finanza sostenibile, così come le linee guida Covip per l’attuazione della Direttiva europea Iorp II (al centro del contri- buto di Valeria Colombo), orientano in modo sempre più deciso gli investitori istituzionali (e in particolare i fondi pensione) verso un’integrazione dei fattori Esg nell’attività di gestione dei rischi e delle risorse anche in termini di azionariato attivo.

Sempre di investimenti socialmente responsabili parlano Alessandra Franzosi e Roberta Brocca di Borsa Italiana, evidenziando la crescente impor- tanza di engagement di sostenibilità nel mercato italiano, tema ormai trasversale per i mercati finanziari mondiali.

Anche dalla valutazione delle politiche di inve- stimento degli investitori istituzionali italiani, periodicamente svolta da Prometeia Advisor Sim (si veda il contributo di Vincenza Di Lorenzo), emerge un’attenzione crescente degli investitori ai fondi comuni Esg autorizzati al collocamento in Italia, che hanno dimostrato, nella fase di crisi, di generare più valore rispetto agli altri della mede- sima asset class.

Più in generale il prevalere di temi ambientali nell’agenda delle imprese e degli investitori sarà favorito anche dalla notevole quantità di risorse indirizzate ai progetti green a valere sui fondi

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n. 108

Anteo

ANGOLO DELL'ANALISI

Prometeia Advisor Sim

4

Come era prevedibile nel secondo trimestre dell’anno ci sono state fortissime contrazioni dell’attività economica in tutte le aree geografiche, fatta eccezione per la Cina che aveva anticipato al primo trimestre tali andamenti; come si collocano tali dati rispetto alle previsioni di Prometeia?

L

e nostre previsioni, formulate alla fine di giugno, hanno trovato esatta corrispondenza nei primi dati disponibili per il Pil dell’Uem e dell’Italia.

Non così per gli Stati Uniti, per i quali prevedevamo una caduta in termini trimestrali, non rapportati ad anno (come è invece prassi per le statistiche di contabilità americane) del 13,1% quando invece si è realizzato -9,1%. Per quanto riguarda la Cina l’andamento del secondo trimestre è stato leggermente migliore di quanto da noi previsto.

Le attese di ripresa, a partire dalla seconda metà del 2020, si basano sulle politiche espansive messe in atto e su quelle annunciate; quanto gli andamenti dei climi di fiducia e dei mercati finanziari riflettono ciò che è stato finora attuato e quanto invece incorpora misure che devono ancora essere messe in atto?

O

ltre all’effetto ovvio della ripresa dell’attività produttiva prima sospesa, c’è un rimbalzo fisiologico dovuto al riaccumulo di scorte decumulate durante la fase di lockdown. L’estate ha senza dubbio portato un’ondata di cauto ottimismo, anche questo fisiologico, per la fine di una fase di estremo confinamento. Ora la realtà sta stemperando questo ottimismo e più che le aspettative connesse agli aiuti europei, pur molto importanti, le componenti endogene in grado di moltiplicare gli effetti di tali aiuti dipenderanno molto dalle incertezze sull’andamento dell’epidemia di Covid-19,. Una annotazione a margine: quasi tutte le case editrici hanno sofferto durante i mesi recenti, sembra che ciò non sia avvenuto per Adelphi grazie alle vendite online e tramite edicole di Spillover! È difficile pensare che i mercati finanziari possano discostarsi per molto tempo da questi umori generali; comunque, penso che la

PROF. PAOLO ONOFRI

Vicepresidente – Prometeia Advisor Sim

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Anteo

ANGOLO DELL'ANALISI

domanda di attività finanziarie relativamente sicure rimarrà elevata, all’interno della quale anche la preferenza per la liquidità rimarrà tale; sarà una questione di misura di tali ampiezze.

Nell’area Uem, oltre al Mes, al Sure e alle garanzie Bei si attende l’evoluzione del piano sul Recovery Plan: quanto potrà essere più o meno agevole il percorso di attuazione?

È

mia impressione che il percorso del Next Generation EU non sarà agevole, o, perlomeno, deluderà molte aspettative superficiali: nei prossimi mesi saranno rese note da parte della Commissione europea le direttrici lungo le quali dovranno essere formulate le richieste; si dovranno presentare piani che confluiscano in un quadro organico; come qualcuno ha detto, un mosaico, non una scatola nella quale si è inserito ciò che si è trovato. Esaurita questa fase, cui seguirà l’approvazione da parte di Commissione e Consiglio (in quest’ultime i frugali faranno valere i loro dubbi), vi sarà l’erogazione del 10% della spesa approvata e gli altri stanziamenti seguiranno a presentazione e approvazione dello stato di avanzamento dei lavori,. fino al 2024-2025. Dal 2027 inizieranno, in modo molto diluito, i rimbors.

Veniamo all’Italia: innanzitutto a suo giudizio si dovrebbe ricorrere al Mes? E quali effetti possiamo attenderci dal Sure?

S

ulla prima domanda la risposta è sì. Tanto si è già detto su questo problema, vorrei aggiungere due osservazioni; una di contenuto e una finanziaria.

La prima è che da quanto si legge sembra che si voglia riservare al finanziamento via NGEU anche un progetto di investimenti nella sanità, che rischierà di non essere approvato rinviandolo al finanziamento da parte del Mes, dopo tutto lo sforzo fatto, in termini di trattative, per definirne la natura atipica di finanziamento al sostegno dei sistemi sanitari! La seconda riguarda il fatto che, oltre a essere 37 miliardi a tasso pressoché zero, questi sarebbero sottratti all’emissione sul mercato, riducendone la pressione al margine. Lo stesso vale per i finanziamenti per la gestione della disoccupazione, con il vantaggio che possono finanziare spese già effettuate dal febbraio scorso, semplificando, di nuovo al margine, le emissioni di debito futuro sul mercato.

In tale quadro cosa è lecito attendersi dalla legge di bilancio?

L

a legge di bilancio, che ha un orizzonte triennale 2021-2023, costituirà lo sfondo sul quale a gennaio saranno presentati i progetti italiani per il NGEU. Dovrà necessariamente mostrare il rientro del disavanzo della PA

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Anteo

ANGOLO DELL'ANALISI

Prometeia Advisor Sim

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da poco più del 10% di quest’anno contro il 4% circa nell’orizzonte indicato. Una parte di questo risultato verrà dalla ripresa della crescita. Per inciso, Prometeia stima che, anche per effetto di trascinamento statistico, il prossimo anno la crescita del Pil sarà dell’ordine del 6%, per convergere al più normale 1,5% del 2023, incluso l’impatto positivo delle spese per NGEU. Ritornando al bilancio 2021-2023, dato il venir meno (è un auspicio) delle spese straordinarie del 2020, lo squilibrio tra provvedimenti di nuova spesa, anche fiscale, e di nuove entrate dovrà essere contenuto. Nell’arco del triennio verrà diluita la riforma fiscale, all’interno della quale vi sarà di certo la riduzione del cuneo fiscale.

Gli interventi annunciati portano a un inevitabile incremento dell’indebitamento pubblico sia negli Stati Unti sia nell’area Uem; dobbiamo immaginare per il futuro debiti pubblici strutturalmente più elevati, abbandonando le regole Ue del patto di stabilità, con l’inevitabile quesito di quanto questo possa risultare sostenibile?

P

enso che si possa usare per il 2020 l’espressione esplosione dei debiti pubblici. C’è da preoccuparsi? Ciò che posso dire con certezza è che dall’esperienza di Mitterand, primi anni ’80, per rimanere in Europa, fino in Grecia e, in misura minore, Italia, anni ’10 di questo secolo, non si può fare impunemente troppo debito pubblico in un solo Paese, ma dato che è inevitabile per tutti, la questione mi preoccupa meno. La differenza la faranno i sentieri di rientro nel tempo e quindi l’intensità della correzione; concordo comunque con quanto sostiene il nostro ministro dell’Economia Gualtieri: fino a quando non avremo raggiunto di nuovo i livelli di Pil pre-crisi non si potrà parlare di applicare nuove regole del patto di stabilità. Ciò non esclude che il nostro paese debba mostrare un andamento del saldo primario che tenda a tornare positivo, per garantire la stabilità del mercato dei nostri titoli di stato.

La sostenibilità del debito nel lungo termine riguarda ovviamente anche il settore privato: i tassi bassi favoriscono l’indebitamento, in uno scenario in cui potenzialmente si potrebbero generare minori utili con rischi di incremento del tasso di default….

I

dati di contabilità nazionale dei settori istituzionali (aziende, famiglie, settore pubblico e, implicitamente, settore estero) mostrano che le imprese nel loro complesso (finanziarie e non finanziarie) hanno da qualche anno saldi finanziari positivi, a testimonianza della scarsa propensione all’investimento. Ora, con la crisi Covid, questa propensione si è ancora ridotta facendo impallidire i timori che ho già espresso altre volte, ovvero, che i bassi tassi reali rendano convenienti anche investimenti a rendimento interno molto basso; in altre parole, che i bassi tassi non svolgano l’effetto di selezione di

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Anteo

ANGOLO DELL'ANALISI

investimenti la cui efficienza marginale sia elevata. Mi domando se ciò non aumenti nel lungo andare le probabilità di default.

Le banche centrali hanno proseguito la loro azione espansiva incorporando diversi rischi nei loro bilanci al fine di sostenere i mercati finanziari; i margini di manovra appaiono sempre più esigui ma, nel frattempo, le nuove strategie di politica monetaria sembrano allentare le attenzioni sul controllo dell’inflazione: come possiamo leggere tali orientamenti, anche dal punto di vista politico?  

O

ra che le banche centrali hanno visto arrivare “in loro soccorso”, come hanno spesso richiesto, le politiche di bilancio, le politiche monetarie non possono che ridurre, con gli strumenti che hanno a disposizione, gli oneri che tali politiche comportano. L’aiuto attraverso bassi tassi a breve e a lunga, e quindi non solo QE ma attenzione anche alla curva dei rendimenti, riduce gli oneri del debito pubblico; la diversa formulazione dell’inflazione obiettivo, riducendo il tasso d’interesse reale atteso, favorisce la sostenibilità del debito in un contesto in cui le politiche di bilancio dovrebbero stimolare per qualche anno una crescita superiore a quella dei trend del recente passato.

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Anteo

Lucia Cossaro Specialist – Prometeia

Simone Passeri Junior Economist - Prometeia

IL PIANO PER LA

RIPRESA DELL’EUROPA, UNA OPPORTUNITÀ

E UNA SFIDA PER L’ITALIA

OSSERVATORIO PROMETEIA

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n. 108

Anteo

OSSERVATORIO PROMETEIA

I

n risposta alle gravi conseguenze economiche e sociali della pandemia da Covid-19, le istituzioni europee hanno predisposto una serie di strumenti a sostegno degli Stati membri per l’adozione delle necessarie e costose misure emergenziali e di rilancio dell’attività economica.

Tra questi strumenti, il Next Generation EU (NGEU), proposto dalla Commissione il 27 maggio e approvato dal Consiglio europeo il 21 luglio con alcune modifiche, rappresenta il principale pilastro del “Piano per la ripresa dell’Europa” messo in campo dall’Unione europea per sostenere misure urgenti per rilanciare l’economia e favorire una crescita sostenibile e inclusiva in una prospettiva di lungo periodo.

Le risorse messe a disposizione dei Paesi ammontano a 750 miliardi di euro a prezzi costanti del 2018, ripartite tra sussidi per 390 miliardi di euro e prestiti per 360 miliardi (mentre la proposta originaria della Commissione prevedeva

sussidi per 500 miliardi e prestiti per 250 miliardi).

Una dote rilevante, che costituisce un’importante opportunità di finanziamento per i governi.

Le risorse del NGEU sono distribuite tra sette programmi (Tabella 1), sei dei quali consistono in un incremento (per complessivi 78 miliardi di euro) delle risorse a favore di programmi inseriti all’interno del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027. I restanti 672,5 miliardi, pari a quasi il 90% delle risorse complessive, sono lo zoccolo duro del NGEU e sono destinati al programma ad hoc per l’emergenza pandemica, il Recovery and Resilience Facility (RRF).

L’iter procedurale per accedere ai fondi del RRF prevede che gli Stati membri presentino entro il 30 aprile 2021 un “piano nazionale per la ripresa e la resilienza in cui è definito il programma di riforme e investimenti dello Stato membro interessato per il periodo 2021-2023”. La Commissione tuttavia auspica che una bozza dei piani arrivi già a ottobre

Tabella 1: I fondi del Next Generation EU: la Decisione del Consiglio europeo a confronto con la proposta della Commissione europea - miliardi di euro. Fonte: Commissione europea, Conclusioni della riunione straordinaria del Consiglio europeo (17, 18, 19, 20 e 21 luglio 2020)

Accordo del Consiglio europeo

Accordo della

Commissione europea Variazione

• Recovery and Resilience Facility (RRF) 672.5 560.0 112.5

di cui: prestiti 360.0 250.0 110.0

di cui: sussidi 312.5 310.0 2.5

• ReactEU 47.5 50.0 -2.5

• Horizon Europe 5.0 13.5 -8.5

• InvestEU* 5.6 15.3 -9.7

• Rural Development 7.5 15.0 -7.5

• Just Transition Fund (JTF) 10.0 30.0 -20.0

• RescEU 1.9 2.0 -0.1

• Solvency Support Instrument* - 26.0 -26.0

• Strategic Investment Facility* - 15.0 -15.0

• Neighbourhood, development and int. cooperation* - 10.5 -10.5

• Humanitarian aid - 5.0 -5.0

• Health programme - 7.7 -7.7

• Total 750.0 750.0 0.0

*garanzie

* garanzie.

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OSSERVATORIO PROMETEIA

Prometeia Advisor Sim

10 dell’anno corrente al fine di consentire il necessario confronto preliminare tra Stati e Commissione.

I piani saranno valutati dalla Commissione entro due mesi dalla loro presentazione e, entro quattro settimane dalla proposta avallata dalla Commissione, dovranno essere approvati dal Consiglio europeo con maggioranza qualificata, che implica che gli Stati membri a favore rappresentino almeno il 65%

della popolazione dell’Ue e siano almeno il 55% del totale degli Stati (15 Paesi su 27).

Importante sottolineare che il finanziamento dello strumento NGEU non impone oneri agli Stati membri nell’immediato, mentre nel futuro l’entità di questi oneri dipenderà dalla capacità dell’Ue di introdurre nuove risorse proprie. Infatti, i trasferimenti che gli Stati membri riceveranno nel corso dei prossimi anni saranno finanziati attraverso le risorse che la Commissione è autorizzata a reperire presso il mercato dei capitali per effetto della decisione sulle risorse proprie. La Commissione potrà emettere titoli obbligazionari dell’Ue sino a un ammontare complessivo di 750 miliardi di euro, con scadenze dai tre ai trenta anni, e il cui rimborso avverrà a partire dal 2028. Sempre in base alla decisione sulle risorse proprie, che dovrà ottenere la ratifica dei 27 parlamenti nazionali, il rimborso del capitale in relazione ai titoli emessi non richiederà l’aumento dei contributi versati dagli Stati membri sulla base del Reddito Nazionale Lordo1, bensì avverrà attraverso l’introduzione a livello Ue di una tassa sui rifiuti in plastica non riciclati a partire dal 1° gennaio 2021 e, su futura proposta della Commissione, di una carbon border tax e di un prelievo sui colossi del digitale la cui introduzione dovrebbe avvenire al più tardi entro il 1° gennaio 2023. L’eventuale estensione dell’Emission Trading System al settore aereo e marittimo garantirebbe ulteriori risorse.

1 La proposta prevede però un aumento temporaneo del limite massimo richiedibile agli Stati, che fungerà da garanzia.

2 Nel 2021 e 2022, come proposto inizialmente dalla Commissione, i fondi del RRF saranno assegnati sulla base della popolazio- ne, del Pil pro capite e della disoccupazione registrati tra il 2015 e il 2019 in ciascun Paese, mentre nel 2023 il criterio della disoccu- pazione sarà sostituito dai dati sulla perdita di Pil tra il 2020 e 2021.

3 Un obiettivo che permea tutto il programma, data la condizione che non saranno comunque accettati piani che possano esse- re valutati come dannosi per la sostenibilità ambientale.

Italia, criticità e opportunità

Dati i criteri secondo i quali verranno distribuite tra i Paesi le risorse del NGEU2, l’Italia risulterebbe il maggior beneficiario di questo strumento in valori assoluti (ma non in quota di Pil). I fondi potenzialmente disponibili per il nostro Paese si possono, infatti, stimare in un totale di 207 miliardi di euro a prezzi 2018, oltre il 35% del totale, di cui circa 87 miliardi sotto forma di sussidi e circa 120 miliardi in prestiti.

Figurando tra gli Stati più interessati ad accelerare l’iter di assegnazione per ottenere le risorse in tempi rapidi, l’Italia si era impegnata a presentare già a metà ottobre un piano di riforma completo da consegnare alla Commissione contestualmente al Draft Budgetary Plan, presentazione che di recente è stata rimandata a inizio 2021. La discussione sulle linee guida che si stanno delineando in questi giorni impegnerà l’autunno, con l’obiettivo di presentare le schede progetto a gennaio, per avviare l’erogazione dei fondi entro la primavera prossima.

Una sfida importante, che impegnerà in modo considerevole la programmazione delle politiche pubbliche, dal momento che per passare il vaglio della Commissione i piani di spesa devono soddisfare dei requisiti precisi sia in termini di indirizzo sia in termini di definizione di tempi e struttura dell’implementazione dei singoli progetti di investimento e riforma, necessari per avere una valutazione positiva e l’accesso ai fondi.

Gli obiettivi di fondo che ogni programma deve soddisfare fanno riferimento alle priorità generali definite dall’Unione europea, con in primo piano la transizione verde3 (cui deve essere destinato almeno il 35% del totale del Piano di ripresa), seguita dalla resilienza dei sistemi economici e sanitari, e dal terzo obiettivo relativo a transizione digitale, innovazione e competitività. Accanto a questi obiettivi “orizzontali”

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che interessano tutti gli Stati membri, restano determinanti gli obiettivi specifici per Paese, individuati dalle raccomandazioni della Commissione, su cui già poggiano le valutazioni dei Piani Nazionali di Riforma all’interno del Semestre europeo4. Oltre a rispettare tali obiettivi, è richiesto che i Piani di ripresa presentino programmi specifici di investimento e riforma dove, per ciascuna misura, siano dettagliati modalità, costi e tempi dell’implementazione effettiva, che deve includere anche l’indicazione di precisi obiettivi intermedi e finali, sul rispetto dei quali la Commissione deciderà (in modo autonomo) l’erogazione delle varie tranche di finanziamento.

La capacità di programmazione dell’azione dell’Amministrazione è dunque il primo punto critico, strettamente correlato alla capacità di spesa, ovvero alla capacità di implementazione effettiva dei programmi. Anche considerando che i tempi per il completamento dei piani siano meno stretti di quelli relativi all’assunzione degli impegni giuridici (fino a sette anni i primi, a fronte di un termine a fine 2023 per i secondi), si può valutare che essi coinvolgeranno ammontari annuali di spesa molto rilevanti, trattandosi nel complesso di oltre 11 punti percentuali di Pil. Nel caso in cui fossero interamente destinati a spesa in conto capitale per investimenti pubblici e contributi agli investimenti privati, come è nelle intenzioni dichiarate del governo e come indicato anche dalla Commissione (che indica nella chiusura dei gap di investimento l’obiettivo principale), si può calcolare che la spesa media in termini di Pil sarebbe ogni anno superiore di quasi il 50% rispetto a quella media storica. Riuscire ad affrontare in modo efficace questi punti critici apre certamente delle opportunità importanti per il nostro Paese.

La disponibilità di queste risorse e gli spazi di bilancio concessi potranno avere un impatto molto

4 La Commissione europea ha adottato le Raccomandazioni più recenti lo scorso 20 luglio, tenendo conto anche dell’impatto della pandemia sulle economie nazionali. Per l’Italia, oltre alle raccomandazioni generali sugli obiettivi di bilancio, le aree di inter- vento indicate come prioritarie per il 2020 e il 2021 sono: i) rafforzare la resilienza e la capacità del sistema sanitario; ii) fornire red- diti sostitutivi e un accesso al sistema di protezione sociale adeguati; iii) attenuare l’impatto della crisi Covid-19 sull’occupazione; iv) rafforzare l’apprendimento a distanza e il miglioramento delle competenze, comprese quelle digitali; v) garantire l’effettiva attuazio- ne delle misure volte a fornire liquidità all’economia reale; vi) anticipare i progetti di investimento pubblici e promuovere gli inve- stimenti privati; vii) concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale; viii) migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e il funzionamento della pubblica Amministrazione.

significativo sulla crescita economica. Impatto che però è condizionato da molteplici fattori. Oltre alla valutazione su quanto del potenziale potrà essere impiegato, quindi sulla capacità di disegnare i progetti, saranno determinanti la quota delle spese che possono considerarsi davvero aggiuntive, vale a dire che non si sarebbero fatte in assenza dei finanziamenti europei, e il profilo temporale della spesa, dal momento che concentrarla nei primi anni ha un maggiore effetto di impulso, mentre una suddivisione in quote più omogenee consente di mantenere il sostegno su un numero maggiore di anni (e di avere minori criticità in termini di capacità di implementazione della spesa stessa). Cogente anche la destinazione della spesa, determinante per l’ampiezza dei moltiplicatori associati alle singole voci, e quindi per gli effetti di breve periodo sulla crescita del Pil, e per gli effetti che i nuovi programmi potranno avere sul potenziale, dunque sulla crescita di lungo periodo.

Per dare un ordine di grandezza ai potenziali benefici sulla crescita economica, si consideri quest’esempio. Ipotizziamo che i fondi Ue effettivamente utilizzati i) ammontino al 70% delle risorse disponibili, ii) siano impegnati tra il 2021 e il 2027 secondo un profilo temporale tale per cui il 65%

delle spese sia attuato entro il 2023, iii) finanzino per il 70% nuove spese in conto capitale e per il restante 30% spese in conto capitale già previste nello scenario di base. Sotto queste tre ipotesi, sulla base dei moltiplicatori stimati nel Modello trimestrale per l’economia italiana di Prometeia, l’impatto del NGEU potrebbe tradursi in un maggiore Pil di circa l’1,5%

al 2023. Una valutazione prudente dell’impatto, che non tiene conto di considerazioni su come l’attuale contesto potrebbe influenzare gli effetti moltiplicativi, considerando che in presenza di output gap negativo e politiche monetarie espansive tali effetti potrebbero risultare amplificati.

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TRIMESTRE ESTIVO DI RIALZI PER I MERCATI AZIONARI: OTTIMISMO

DEGLI INVESTITORI O “TINA”? QUANTO

POTRÀ DURARE QUESTA FASE?

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Junior Economist - Prometeia Ugo Speculato

Specialist – Prometeia OSSERVATORIO

PROMETEIA

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OSSERVATORIO PROMETEIA

N

ei mesi estivi è proseguita la fase positiva dei mercati azionari grazie a dati macroeconomici e societari migliori delle attese e alla mancanza di alternative, visti i tassi di interesse ancora più bassi sui titoli governativi. Gli indici Usa continuano a toccare nuovi record storici, nonostante il peggioramento della pandemia nel Paese, grazie all’andamento dei titoli tecnologici. Ma i rialzi nascondono qualche elemento di fragilità, probabilmente alla base del crollo di inizio settembre. Potrebbe essere il segnale di un cambiamento dell’umore sui mercati?

L’andamento dei mercati azionari è stato molto positivo anche nel III trimestre 2020, in particolare per gli indici statunitensi che continuano a toccare nuovi massimi storici e che, così come in qualche altro Paese, hanno recuperato le perdite generate dalla crisi Covid-19 tra febbraio e marzo (Fig. 1). Da fine giugno le quotazioni sono cresciute di circa il 10% nel mondo, trend che si è intensificato nel mese di agosto, grazie alla diffusione dei dati sul Pil e sugli utili societari del II trimestre 2020, risultati in forte calo ma meno di quanto atteso dagli analisti.

La propensione al rischio degli investitori è quindi rimasta elevata, sebbene in lieve attenuazione nelle settimane più recenti come segnalato dal minor ritmo di crescita delle quotazioni rispetto al trimestre precedente. La performance di questi ultimi mesi è stata più debole nell’Uem dove, dopo lo slancio dato dall’accordo sul Recovery Plan, i segnali sulla congiuntura macroeconomica sono stati meno brillanti rispetto agli Usa, come emerge anche dalla diversa dinamica dell’indicatore Cesi relativo alle sorprese macroeconomiche.

La maggiore preferenza degli investitori per i titoli azionari è stata favorita anche dal fenomeno denominato “TINA” (There Is No Alternative). In un contesto in cui i rendimenti sui titoli governativi sono sempre più bassi – anche in termini reali a seguito, in particolare a fine agosto, di aspettative di inflazione in crescita –1 si preferiscono gli asset come l’equity, più rischiosi ma con rendimenti attesi più attrattivi, e quelli che proteggono dalla maggiore inflazione, come le materie prime e l’oro. Il prezzo

1 Si veda l’articolo https://www.prometeia.it/atlante/fed-abbandona-tetto-inflazione-per-politica-monetaria-usa-fine-epoca

dell’oro, infatti, dopo il forte rialzo durante la fase di maggiore avversione al rischio per la crisi Covid, ha proseguito il trend, verso i 2.000 dollari per oncia, insieme all’aumento dell’inflazione attesa e al conseguente calo dei tassi reali (Fig.2).

Figura 1: Andamento degli indici azionari

-40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15

0 30 60 90 120 150 180

Variazione % cumulata dall’1/1/20

Giorni di mercato dall’1/1/20

S&P 500 Eurostoxx MSCI AC World Fonte: Refinitiv, elaborazioni Prometeia, dati al 9/9/20.

Figura 2: Prezzo dell’oro e tasso reale*

-1.5 -1.0 -0.5 0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0 3.5

0 500 1000 1500 2000 2500

'04 '06 '08 '10 '12 '14 '16 '18 '20 Per cento

US$/oncia

Oro Tasso reale USA 10a

Inflation swap 10a

Fonte: Refinitiv, elaborazioni Prometeia; dati medi mensili al 9/9/20.

*Tasso reale calcolato come differenza fra tasso nominale ed inflation swap.

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n. 108

Anteo

OSSERVATORIO PROMETEIA

Prometeia Advisor Sim

14 Tuttavia, la ripresa degli indici azionari non è stata omogenea a livello settoriale. In particolare negli Usa, dove il superamento dei livelli pre-Covid è avvenuto grazie a pochi settori (tecnologico, consumi discrezionali e health-care) e, soprattutto, ai titoli a maggior capitalizzazione. Infatti, meno della metà dei titoli dell’S&P500 ha recuperato o superato i valori pre-crisi Covid e tra le azioni che

stanno guidando la ripresa ci sono principalmente le “Big-Tech”, che dai minimi di marzo hanno avuto una crescita esponenziale. L’indice statunitense depurato dalle cosiddette “FANMAG” (Facebook, Amazon, Netflix, Microsoft, Apple e Google) è infatti ancora al di sotto dei livelli di metà febbraio di circa 4-5 punti percentuali, con un gap di performance rispetto all’indice generale di circa il 9% (Fig. 3). Se nell’attuale fase di ripresa dell’attività economica, che a seguito della pandemia vede un maggiore peso dei servizi e soluzioni legate alla tecnologia, è verosimile attendersi una crescita delle aziende operanti in questo settore, viene comunque da chiedersi fino a quando gli indici azionari, su livelli già storicamente elevati, possano continuare a salire senza il supporto di altri titoli/settori, in particolare di quelli più legati al ciclo economico.

Inoltre, è interessante notare come il forte rialzo dei colossi tecnologici americani sia stato sostenuto anche da fattori speculativi: per i titoli FANMAG l’open interest delle opzioni call – che misura il numero delle posizioni rialziste ancora aperte – ha infatti visto un notevole incremento in questo trimestre (Fig.4). Il forte interesse da parte degli investitori verso questa tipologia di contratti potrebbe aver accelerato il trend rialzista poiché i market-maker – venditori di opzioni call – in presenza di un mercato orientato al rialzo hanno coperto le proprie posizioni acquistando l’asset sottostante o con altri derivati.

Il marcato contributo della speculazione all’aumento dei corsi azionari delle società Big- Tech ha reso più deboli i guadagni realizzati, riflettendosi in un aumento della volatilità dei mercati azionari. L’indice di volatilità implicita VIX è rimasto infatti su livelli superiori a quelli pre-Covid e da fine agosto, complici i maggiori movimenti sul mercato dei derivati descritti poc’anzi, è aumentato portandosi sopra il 30%. A inizio settembre proprio la fragilità dei guadagni recenti dei titoli tecnologici potrebbe aver portato a prese di profitto su questi titoli, causando una correzione di circa il 7% per lo S&P500 e del 10% per il Nasdaq tra il 3 e l’8 settembre e innescando timori circa una possibile inversione del trend.

Figura 3: Indice S&P 500 vs. ex. FANMAG*

65 70 75 80 85 90 95 100 105 110 115

1-gen-20 1-mag-20 1-set-20

Indice di prezzo (100=1/1/20)

S&P500 ex FANMAG

Fonte: Refinitiv, elaborazioni Prometeia, dati al 9/9/20.

*Indice ricostruito in base alla capitalizzazione di mercato di Facebook, Amazon, Netflix, Microsoft, Apple e Google.

Figura 4: Open Interest opzioni call su FANMAG

0 1 2 3 4 5 6 7

1-gen-20 1-mag-20 1-set-20

Milioni di contratti call aperti

(medie mobili a 5 giorni)

Fonte: Refinitiv, elaborazioni Prometeia, dati al 9/9/20.

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OSSERVATORIO PROMETEIA

Le prospettive di ripresa economica, con un probabile rimbalzo del Pil già nel Q3, rappresentano ancora un supporto alle quotazioni azionarie e potrebbero incrementare l’interesse da parte degli investitori verso i settori che più hanno sofferto durante la crisi, potenziando e diversificando i contributi al rialzo sugli indici azionari. Ma la situazione della pandemia e i fattori di rischio che potrebbero accentuarsi nel prossimo autunno potrebbero portare a un cambiamento del sentiment sui mercati finanziari. Le continue tensioni fra Usa e Cina e l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali statunitensi potrebbero tenere alta l’incertezza sui mercati: la volatilità forward per lo S&P500 è attesa in rialzo per novembre, già partendo da livelli più alti rispetto a quelli attesi prima delle precedenti elezioni. Inoltre, potrebbero complicarsi ulteriormente gli sviluppi su Brexit, prevista per fine anno, date le attuali tensioni tra Bruxelles e Londra dopo che la proposta di legge presentata in parlamento dal governo inglese ha messo in discussione gli accordi già siglati in merito alla questione dell’Irlanda del Nord. Ma si prospetta un autunno “caldo”

anche nel nostro Paese, con il governo alle prese con diversi appuntamenti politici – elezioni regionali, NaDef e nuova Legge di Bilancio – e non è improbabile qualche nuova pressione sul mercato azionario e sullo spread.

Nella tabella sono riportate le variazioni dei rendimenti per alcune asset class:

Tabella 1: Variazione total return in valuta locale

ytd 2020 30/6-9/9 2020

liquidità (euribor 3m) -0.3% -0.1%

bond gov. Germania 2.1% -0.1%

bond gov. Italia 3.5% 1.8%

bond gov. USA 9.0% 0.0%

bond gov. Uk 7.8% -1.7%

bond gov. Emergenti (u$) 2.4% 4.6%

bond corporate IG UEM 0.6% 1.9%

bond corporate IG USA 6.8% 1.9%

bond corporate HY UEM -1.5% 3.7%

bond corporate HY USA 0.4% 5.5%

equity UEM -8.9% 3.5%

equity Italia -16.2% 1.7%

equity Europa escl. UEM -8.7% 1.9%

equity USA 7.8% 10.2%

equity Giappone -4.8% 3.0%

equity Emergenti (u$) -0.7% 9.9%

Brent (u$) -40.4% -0.9%

Oro (u$) 28.0% 9.1%

fx $/€ -4.9% -4.9%

fx £/€ -6.7% 0.1%

fx ¥/€ -2.8% -3.4%

Variaz. total return in valuta loc.

Indici

Nota: indici obbligazionari BofA/Merrill Lynch, all maturities; indici azionari Morgan Stanley; future a 1 mese per Brent; cambi WM/

Reuters (i segni negativi indicano un apprezzamento dell'euro).

Fonte: Refinitiv, elaborazioni Prometeia; dati al 9/9/20.

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INVESTIMENTI TEMATICI,

ALCUNE RIFLESSIONI

Daniele Ceroni

Senior Specialist - Prometeia Advisor Sim

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A

bbiamo approfittato della pausa estiva per fare alcuni approfondimenti su un argomento che sta godendo di una certa popolarità sulla stampa di settore e che è sempre più presente nell’offerta degli asset manager:

l’investimento tematico. Avevamo cominciato a fare alcune riflessioni in merito già a fine 2019, poi il Covid ha monopolizzato la nostra attenzione e abbiamo ripreso solo adesso le fila dell’analisi, con l’obiettivo di sempre: cercare nuovi approcci e nuove opportunità che rendano più efficienti i portafogli su cui lavoriamo, valutando queste nuove opportunità di investimento con analisi il più possibile oggettive e solide dal punto di vista quantitativo.

In realtà l’investimento tematico è tipicamente un investimento azionario e non è così nuovo nel mondo della gestione finanziaria. Ha visto crescere la sua popolarità in tempi recenti perché alcune tematiche hanno avuto, e stanno avendo, impatti sempre più evidenti sul contesto sociale ed economico. Questo può generare opportunità di investimento. Prima di procedere può essere utile dedicare qualche riga alle definizioni. Cosa intendiamo per “investimento tematico”? Un tema di investimento è un catalizzatore che su un determinato arco temporale produce cambiamenti strutturali nel sistema economico e finanziario grazie agli impatti duraturi che ha sui modelli di business e di consumo. Ci si riferisce quindi a trend demografici, tecnologici o socio-politici in senso lato, e investire in logica tematica è diverso dall’investire seguendo gli approcci tradizionali dell’investimento azionario basati su settori industriali, geografie, capitalizzazioni, stili o variabili specifiche (smart indexing, minimum volatility, dividend, equal weighting…). È diverso anche dal seguire logiche Esg, che sono trasversali all’approccio tematico.

Un esempio può essere il tema dell’invecchiamento della popolazione nei Paesi occidentali. Tema noto e che sta appunto avendo impatti su più settori industriali (Healthcare, Consumi, Real Estate...), su titoli value e growth, large e small cap e su imprese con diverso impatto sociale a ambientale.

Ora, ipotizziamo che ci interessi investire in logica

tematica. Esistono indici di mercato rappresentativi di temi di investimento su cui fare analisi di asset allocation? Esistono “beta” tematici? La risposta è “sì”, esistono, e l’offerta è sorprendentemente ampia e variegata. L’industria dell’index providing offre indici tematici che vanno dalle diverse declinazioni del macro-tema tecnologico (Robotics, Cyber Security, Digital Economy, FinTech, Big Data…), agli indici definiti come Society & Lifestyle (Smart Cities, Ageing Population, Healty Living, Millennials, Gender Equality…), fino a quelli a tema Climate Change (Low Carbon, Efficient Energy…), o ancora trasversali a più temi, come ad esempio l’indice “Solactive US Vegan Climate Index”, costruito in logica sia ambientale sia lifestyle. Per dare un’idea del livello di dettaglio che possono raggiungere gli indici “single theme”, è di un paio di settimane fa l’annuncio del lancio di due indici a tema Covid 19 (EQM Work From Home Index e Solactive Remote Work Index). Sono infine disponibili anche soluzioni di “active indexing”, cioè società che propongono indici multitematici nei quali i temi possono cambiare nel corso del tempo in funzione delle view delle società stesse. Siamo quindi di fronte ad un universo ampio, complesso (la definizione di un tema di investimento non è sempre univoca e universalmente riconosciuta) e popolato da una molteplicità di fornitori.

In termini di analisi quantitativa non siamo aiutati dal fatto che al momento molti indici tematici hanno track record ancora piuttosto corti, e Prometeia Advisor Sim preferisce non utilizzare serie storiche parzialmente ricostruite in back test nelle sue analisi. Alcuni però stanno cominciando a superare la soglia del triennio di track record, e fra questi la famiglia Morgan Stanley Megatrend, che ha raggiunto questo traguardo alla fine dello scorso anno. Prometeia Advisor ha cominciato le analisi partendo dagli indici Megatrend perché fanno parte della famiglia Morgan Stanley ACWI (All Country World Index), forse la più completa a livello di copertura azionaria globale. Ma va sottolineato che anche la stessa Morgan Stanley si avvale della collaborazione di altre società di index providing per la produzione di alcuni di questi indici. Per dare alcune evidenze di base, i Megatrend sono una

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18 famiglia di indici tematici globali le cui performance da fine 2016 sono rappresentate nella Figura 1.

Ogni indice tematico della famiglia ha ottenuto dal novembre 2016 una performance superiore a quella dell’indice generale MSCI ACWI (linea nera). Inoltre la maggior parte degli indici ha ottenuto una performance inferiore a quella del settore tecnologico dell’indice MSCI ACWI (linea rossa). Nella Tabella 1 è riportata la scomposizione

settoriale degli indici Megatrend.

Come da definizione ogni indice tematico ha esposizione a diversi settori. Su questa famiglia specifica l’esposizione media al settore tecnologico è nell’intorno del 50% a fronte di un peso del 20% circa nell’indice azionario globale MSCI ACWI. Verrebbe da pensare che sull’ultimo triennio il trend più rilevante sia stato quello tecnologico in senso lato.

A ben guardare però i tre indici che hanno Figura 1: Performance MSCI ACWI & ACWI Megatrend in USD (nov 16 – ago 20)

90 110 130 150 170 190 210 230 250 270 290

n-16 d-16 g-17 f-17 m-17 a-17 m-17 g-17 l-17 a-17 s-17 o-17 n-17 d-17 g-18 f-18 m-18 a-18 m-18 g-18 l-18 a-18 s-18 o-18 n-18 d-18 g-19 f-19 m-19 a-19 m-19 g-19 l-19 a-19 s-19 o-19 n-19 d-19 g-20 f-20 m-20 a-20 m-20 g-20 l-20 a-20

ACWI IMI FINTECH INNOVATION ACWI IMI DIGITAL ECONOMY

ACWI IMI NEXT GENERATION INTERNET INNOV.

ACWI IMI EFFICIENT ENERGY ACWI IMI ROBOTICS ACWI IMI CYBERSECURITY ACWI IMI DISRUPTIVE TECHNOLOGY ACWI IMI FUTURE MOBILITY ACWI IMI SMART CITIES

ACWI IMI AGEING SOCIETY OPPORTUNITIES ACWI IMI MILLENNIALS

ACWI IMI FUTURE EDUCATION MSCI ACWI INFORMATION TECHNOLOGY MSCI ACWI

Tabella 1: Scomposizione settoriale indici MSCI ACWI Megatrend

ACWI IMI EFFICIENT

ENERGY ACWI IMI ROBOTICS

ACWI IMI CYBERSECUR.

ACWI IMI DIGITAL ECONOMY

ACWI IMI DISRUPTIVE TECHNOLOGY

ACWI IMI FINTECH INNOVATION

ACWI IMI FUTURE MOBILITY

ACWI IMI NEXT GENERATION INTERNET INN.

ACWI IMI SMART CITIES

ACWI IMI FUTURE EDUCATION

ACWI IMI MILLENNIALS

ACWI IMI AGEING SOCIETY

COMMUNICATIONS 3% 22% 8% 29% 10% 6% 26%

CONSUMER DISC. 1% 17% 1% 49% 18% 39% 19% 3%

CONSUMER STAP. 1% 1% 1% 14% 1%

FINANCIALS 4% 0% 37% 1% 4% 4% 24%

HEALTHCARE 6% 2% 25% 3% 3% 69%

INDUSTRIALS 26% 30% 1% 3% 6% 11% 12% 31%

INFORMATION TECH 30% 62% 96% 54% 60% 52% 25% 44% 50% 48% 36% 1%

MATERIALS 13% 12% 1%

UTILITIES 21% 5%

ENERGY 4% 3%

REAL ESTATE 4% 3%

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ottenuto un rendimento superiore a quello del settore tecnologico (Figura 2) non sono quelli con esposizione maggiore a questo stesso settore.

L’overperformance pare quindi imputabile anche ad altre variabili, più prettamente tematiche o sotto/

multi-settoriali (Financials, Consumi e Telecom).

L’universo dell’index providing tematico è paragonabile (oltre che in una certa misura sovrapposto) a quello dello smart indexing, ma più ampio in termini di dimensione complessiva dell’offerta. Ci sono provider storici e diverse società di dimensioni più piccole che si ritagliano spazi e sono molto creative nella loro proposizione.

Già identificare i “beta”, capire davvero a cosa ci si stia esponendo e come siano costruiti e manutenuti gli indici, o come identificare un tema di interesse all’interno di un panel più o meno vasto di indici, è un compito non banale.

Cosa ci offre invece l’industria dell’asset management? Anche l’investimento in logica tematica è uno degli ambiti di confronto fra strategie passive e strategie attive. Quindi l’industria ci offre soluzioni passive per investire a costi relativamente contenuti in pressoché tutti gli indici tematici

sviluppati dagli index provider a cui abbiamo dedicato i paragrafi precedenti. In pratica la totalità degli indici azionari tematici è investibile tramite uno o più Etf. Sono disponibili anche molteplici soluzioni attive di tipologie diverse, alcune delle quali con track record più che decennali. Anche i prodotti a gestione attiva possono essere monotematici (Robotics, Millennials…), multitematici in senso stretto (Global Disruption, Consumer Trends…

), o multitematici in senso lato (Global Themes, Thematic Opportunities..). Nel caso di questi ultimi, così come accade nell’active indexing, si lascia libertà ai fund manager non solo di scegliere in modo attivo i titoli con i quali coprire i vari temi, ma anche di scegliere e modificare nel tempo i temi cui esporre il portafoglio. La questione più delicata nell’analisi dell’offerta tematica è forse quella dell’eterogeneità, della classificazione dei prodotti che è necessaria alle analisi comparative.

Oltre che, anche qui, della relativa brevità di molti track record.

Si può quindi affermare che l’investimento tematico non è privo di complessità e che costituisce un’opportunità di investimento interessante. Quale secondo Prometeia Advisor Sim il presupposto Figura 2: Performance MSCI ACWI & ACWI Megatrend in USD (nov 16 – ago 20)

90 110 130 150 170 190 210 230 250 270 290

n-16 d-16 g-17 f-17 m-17 a-17 m-17 g-17 l-17 a-17 s-17 o-17 n-17 d-17 g-18 f-18 m-18 a-18 m-18 g-18 l-18 a-18 s-18 o-18 n-18 d-18 g-19 f-19 m-19 a-19 m-19 g-19 l-19 a-19 s-19 o-19 n-19 d-19 g-20 f-20 m-20 a-20 m-20 g-20 l-20 a-20

ACWI IMI FINTECH INNOVATION ACWI IMI DIGITAL ECONOMY

ACWI IMI NEXT GENERATION INTERNET INNOV.

ACWI IMI EFFICIENT ENERGY ACWI IMI ROBOTICS ACWI IMI CYBERSECURITY ACWI IMI DISRUPTIVE TECHNOLOGY ACWI IMI FUTURE MOBILITY ACWI IMI SMART CITIES ACWI IMI MILLENNIALS ACWI IMI FUTURE EDUCATION

ACWI IMI AGEING SOCIETY OPPORTUNITIES MSCI ACWI INFORMATION TECHNOLOGY MSCI ACWI

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20 per approcciarlo? L’essere consci del fatto che l’investimento tematico è un investimento complementare alla tradizionale asset allocation strategica. Quindi un investimento satellite con un potenziale di rendimento di lungo periodo (un tema di investimento non si esaurisce i pochi mesi) che si deve sommare a quello del portafoglio core. La complessità dell’argomento e la vastità dell’offerta prevedono poi che vengano impiegati tutti gli strumenti di analisi che si hanno a disposizione per le varie fasi del processo di investimento.

Prometeia Advisor Sim, grazie alla fiducia accordata dai clienti, è nella vantaggiosa condizione di beneficiare dell’attenzione di un numero non irrilevante di asset manager, molto attivi nel sottoporre nuove opportunità di investimento, fra cui quelle tematiche. Una condizione molto importante, che ci permette di essere sempre stimolati da nuove idee e di avere un universo di investimenti in continuo aggiornamento.

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HEALTHCARE:

PROSPETTIVE DI MERCATO E

DI INVESTIMENTO

CONTRIBUTI

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Prometeia Advisor Sim

22 CONTRIBUTI

D

urante la pandemia di Covid-19 in alcuni Paesi la spesa sanitaria è diminuita, a causa della riduzione delle cure non urgenti e del fatto che i pazienti abbiano evitato di recarsi negli ospedali per paura di contrarre il virus. Allo stesso tempo sono state stanziate maggiori risorse per la lotta contro il virus. A fronte di un calo del Pil senza precedenti per l’anno in corso nella maggior parte dei Paesi del G20, la spesa sanitaria continua a mostrare una certa resilienza. Il prossimo anno, spinta da una ripresa economica globale, si prevede che quest’ultima possa registrare una crescita superiore al trend, a seguito del crescente allungamento delle liste d’attesa e della futura distribuzione di eventuali vaccini contro il Covid-19.

Cambiare il ruolo della spesa pubblica in ambito sanitario

NN Investment Partners ritiene che i piani globali post crisi contro la pandemia continueranno a svilupparsi per ridurre al minimo l’impatto di eventuali future epidemie. In ciò potrebbero rientrare incentivi alla ricerca e sviluppo per lo studio delle malattie infettive. Con l’aumento della pressione sui bilanci dei governi, potrebbero esserci ulteriori incentivi per promuovere l’uso di farmaci generici e un maggior sostegno alla determinazione del prezzo dei farmaci basato sull’efficacia.

Lo sviluppo progressivo della telemedicina La crescita di “internet delle cose” sta trasformando il settore della telemedicina in ambito sanitario.

Quando i servizi sanitari torneranno alla normalità, è probabile che la telemedicina possa giocare un ruolo importante. Le piattaforme di telemedicina sono in grado di ridurre il costo della fornitura di cure mediche attraverso una maggiore efficienza, migliorando al contempo la qualità delle cure.

Ciò dovrebbe avvantaggiare in misura maggiore consumatori e pazienti, sostenendo la ripresa della domanda dopo i lockdown.

Per il periodo successivo alla crisi sanitaria da Covid-19 NN Investment Partners prevede una crescita dei servizi di telemedicina, con

l’integrazione del monitoraggio da remoto e servizi di assistenza virtuali compatibili con la cartella clinica elettronica del paziente. La telemedicina è in grado di estendere la portata e le capacità delle cure cliniche, dalla copertura nelle aree rurali al monitoraggio diretto dei pazienti durante e dopo i ricoveri.

Tuttavia, un’incognita è se la medicina a distanza possa dimostrarsi una soluzione praticabile dopo la pandemia, dato che i sistemi sanitari si trovano a far fronte a un aumento della domanda di servizi di assistenza mentale e cronica, ai quali gli attuali processi di telemedicina devono essere adeguati.

Al momento, gli incontri in questa modalità a distanza tra il paziente e il medico curante mancano di trasparenza, il che forse non favorisce l’assistenza e il supporto di routine del paziente. Per rendere l’incontro di telemedicina soddisfacente e produttivo va implementata la “semitrasparenza digitale”. Quest’ultima fornirà visibilità, contesto e consapevolezza durante le interazioni.

La pandemia ha fornito un’opportunità unica per reinterpretare l’assistenza sanitaria impiegando una moderna sequenza di tecnologie per pazienti, fornitori e personale che elimina processi obsoleti e inefficienti. La combinazione tra tecnologia intelligente e visite virtuali costituisce un metodo molto valido per gestire i pazienti in modo efficace e offre un’interazione intuitiva.

Per NN Investment Partners esistono le condizioni per un utilizzo sempre maggiore delle tecnologie digitali, a vantaggio dei pazienti, con una conseguente riduzione delle visite in ospedale.

Inoltre, NN Investment Partners ritiene che ciò potrebbe portare, ad esempio, a maggiori investimenti nell’osservazione delle malattie e nel monitoraggio dei pazienti, importanti in termini di contrasto al Covid-19 in alcuni Paesi.

Utilizzo dei big data

Un maggiore utilizzo dei big data e delle diagnosi predittive potrebbe contribuire ad alleviare gli oneri sui sistemi sanitari, mentre le cartelle

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CONTRIBUTI

cliniche elettroniche e la condivisione dei dati dei pazienti attraverso soluzioni di continuità sanitaria potrebbero migliorare l’efficienza dell’erogazione delle cure. NN Investment Partners è convinta che ci sia margine per una normalizzazione più rapida degli interventi meno urgenti attraverso l’uso di cartelle cliniche elettroniche e del tracciamento dei pazienti Covid, mentre i test diagnostici di routine potrebbero aiutare i sistemi sanitari a far fronte all’afflusso di pazienti. È inoltre probabile che i governi incentivino mutamenti nei comportamenti, che potrebbero tradursi in risparmi a lungo termine.

Le tendenze demografiche guidano la crescita secolare delle esigenze di assistenza sanitaria

Una popolazione in fase di invecchiamento e la crescita del ceto medio stanno mettendo sotto pressione i sistemi di assistenza sanitaria.

L’invecchiamento della popolazione sia nei Paesi emergenti che in quelli sviluppati sta facendo aumentare la domanda di assistenza sanitaria. Secondo le Nazioni Unite, si prevede un aumento della popolazione mondiale di due miliardi di persone entro il 2050. Questa crescita straordinaria è in gran parte guidata dall’aumento della quantità di persone che sopravvivono all’età fertile in concomitanza con importanti cambiamenti dei tassi di fertilità, crescente urbanizzazione e accelerazione dei flussi migratori. Queste tendenze presenteranno implicazioni di vasta portata per le generazioni future. Entro il 2050, a livello mondiale una persona su sei avrà oltre 65 anni (16%), rispetto a una su undici nel 2019 (9%), poiché l’aspettativa di vita in tutto il mondo continua a crescere.

Risorse sanitarie supplementari e innovazione nei servizi sono necessarie a livello globale per fornire l’assistenza a lungo termine e i servizi per la gestione delle malattie croniche, richiesti da una popolazione anziana in rapido aumento. L’urbanizzazione unita a stili di vita sempre più sedentari potrebbero determinare una maggiore incidenza di obesità,

depressione, diabete e altre condizioni di salute che comportano pesanti costi sanitari.

La corsa al vaccino

Ricercatori di tutto il mondo sono impegnati a sviluppare un vaccino contro il Covid-19, con quasi 200 vaccini candidati attualmente monitorati dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Normalmente i vaccini richiedono anni di test e ulteriore tempo per essere prodotti su larga scala, ma gli scienziati sperano di sviluppare un vaccino contro il coronavirus entro 12-18 mesi.

I test sui vaccini si svolgono in tre diverse fasi, dal pre-test clinico al test sui pazienti. Questi studi coinvolgono un gruppo di controllo cui viene somministrato un placebo. Al momento, esistono sette vaccini candidati in fase 3. Tra questi vi sono farmaci dell’Università di Oxford/AstraZeneca (che hanno di recente subito una battuta d’arresto), Moderna/NIAID, Johnson and Johnson, BioNTech/

Pfizer e Sinovac, sviluppato in Cina, che utilizzano approcci diversi aumentando così le probabilità di successo. Tuttavia, ci vorrà tempo per stabilire la totale sicurezza ed efficacia di quelli candidati al successo.

Prospettive

NN Investment Partners ritiene che il settore dell’assistenza sanitaria sia piuttosto interessante, sia in termini storici sia rispetto ad altri settori. Si prevede che la crescita a lungo termine del settore sanitario sia sostenuta da diverse forti tendenze demografiche globali: l’aumento e l’invecchiamento della popolazione globale, mentre sui mercati emergenti l’assistenza sanitaria sta diventando più accessibile a una parte più ampia della popolazione.

Sembra probabile che la crisi del Covid-19 si traduca in un’accelerazione delle tendenze attuali.

Per questi motivi NN Investment Partners resta ottimista a medio e lungo termine.

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EQUITY RISK

OVERLAY: APPROCCI TRADIZIONALI VS

APPROCCI INNOVATIVI

CONTRIBUTI

Julien Halfon

Head of Pensions and Corporate Solutions - BNP Paribas Asset Management

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CONTRIBUTI

L

a copertura dei portafogli azionari dalle perdite è diventata fondamentale per molti investitori dopo il lungo rally del 2009-2019.

La rapida ripresa dopo la crisi finanziaria globale è stata l’inizio di un prolungato periodo di solide performance del mercato azionario.

Dall’inizio del 2020 e con la pandemia da Coronavirus, ci troviamo di nuovo in un ambiente ad alto rischio con movimenti di mercato estremi (e per lo più negativi) e un’elevata volatilità implicita.

Tipi di protezione

Per evitare queste perdite ingenti, riteniamo che sia fondamentale per gli investitori istituzionali utilizzare strategie di risk overlay, che possano contribuire a raggiungere uno o più dei seguenti obiettivi:

un livello di protezione che può essere superato per periodi limitati e che protegge l’X% del valore patrimoniale netto iniziale del portafoglio (floor), di solito per un periodo concordato;

una protezione completa che può essere superata per periodi limitati ma non alla scadenza e che offre un maggior grado di protezione dal possibile gap risk creato dalla strategia sopra descritta;

altre strategie di risk overlay si concentrano sul controllo della volatilità complessiva del portafoglio azionario: nelle strategie di Volatility Control (VC), viene fissato al lancio il livello massimo accettabile di volatilità osservabile/

realizzata per l’intero portafoglio azionario. Il gestore del portafoglio riduce l’esposizione a tutti gli attivi se la volatilità realizzata è superiore al livello previsto e la aumenta se la volatilità realizzata è inferiore al livello previsto.

Approcci tradizionali

BNP Paribas ritiene che gli approcci tradizionali non siano del tutto adeguati agli obiettivi di investimento a lungo termine e ai limiti di tolleranza al rischio degli investitori istituzionali che investono in azioni, in quanto non offrono accesso all’universo più sofisticato di strategie di copertura al momento disponibili. Le strategie di copertura tradizionali sono infatti esposte a una serie di rischi e costi:

Figura 1: Performance mercato azionario (Rendimento Totale: Dicembre 1999 - Giugno 2020)

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