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Vincoli demaniali

Nel documento RELAZIONE PAESAGGISTICA (pagine 17-24)

L’area insieme ad un vasto intorno risulta di proprietà privata e quindi non ricade in alcun vincolo di carattere demaniale.

Relazione Paesaggistica

Rinnovo con ampliamento volumetrico del progetto di coltivazione della cava di calcare n° 79/Cp denominata “Palombara-Gentile”, sita in Contrada Palombara nel territorio del Comune di Melilli (SR)

Studio Tecnico Consulenza Ambientale Raimondi Ing. Carmelo 17

Via Quinta Traversa n° 1/A, 95032 Belpasso (CT) Tel-Fax 0934571539 Cell. 3292217825 e-mail: pmraimondi@gmail.com

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DESCRIZIONE DEL GIACIMENTO E CUBAGGIO DEL MATERIALE

La morfologia generale dell'area presa in esame è tipica della costa orientale a morfologia dolcemente degradante verso la costa ed i terreni in essa affioranti sono esclusivamente di natura calcarea.

In generale nel settore in studio l’ambiente fisiografico è quello tipico del settore ibleo, caratterizzato dalla presenza di estesi altopiani costituiti prevalentemente da termini litologici a consistenza lapidea interrotti da pareti ad elevata pendenza che li separano dall’ampia fascia costiera ad andamento sub-pianeggiante.

Nell’area in oggetto questa tipica situazione è rappresentata ad ovest dall’altopiano dei Monti Climiti che risulta delimitato, nel suo limite meridionale, da versanti ad andamento molto acclive che lo separano a sud dall’ampia fascia spianata del tratto terminale del Fiume Anapo.

Per quanto riguarda le condizioni generali di stabilità presenti nel settore in studio esse risultano essenzialmente legate alla natura dei termini litologici presenti ed alle locali condizioni di acclività. In corrispondenza dei bordi delle alture, ove affiorano maggiormente i livelli a consistenza lapidea di natura calcarea.

Sono stati rilevati, inoltre, lungo le linee d’impluvio che incidono in vario modo l’altopiano, fenomeni di erosione di fondo associati a forme di erosione laterale che si esplicano, quest’ultime, attraverso lo scalzamento al piede delle sponde. In questo particolare ambiente il grado di erodibilità risulta strettamente legato sia alle proprietà chimico-fisiche dei terreni affioranti, che alla presenza di discontinuità primarie (giunti di strato) o secondarie (faglie, fratture, etc.) dovute a stress tettonici subiti nei vari eventi geologici con notevoli modificazioni della struttura originaria.

Un altro parametro che sicuramente regola e condiziona il grado di erodibilità, ed in generale i processi esogeni, è quello climatico. Infatti, la diversa entità dell’erosione non dipende tanto dalla quantità assoluta delle precipitazioni, quanto dalla frequenza e dall’intensità di esse.

L’area in oggetto, risulta caratterizzata dalla diffusa presenza di un complesso litologico di età miocenica, afferente alla successione sedimentaria orientale dell’altipiano ibleo, meglio conosciuto nella letteratura specializzata come formazione dei Monti Climiti. In particolare, tale formazione risulta costituita da calcareniti e calciruditi di colore bianco, spesso notevolmente

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fratturate, disposte in strati e banchi di spessore variabile e che presentano una giacitura di tipo sub-orizzontale o immergono di pochi gradi verso sud-ovest.

Lateralmente, verso Est, affiora il termine sottostante della Formazione dei M.ti Climiti costituito da calcari bianchi passanti lateralmente ed in basso a calcareniti grigio verdi e marne siliciose. Stratigraficamente risulta attribuibile al periodo oligocenico.

Superiormente, sulla F.ne dei M.ti Climiti poggiano i termini delle F.ne di Carlentini.

Rappresentano i prodotti di manifestazioni vulcaniche basiche a carattere prevalentemente esplosivo costituiti da vulcanoclastiti con intercalazioni calcaree (bioherme a coralli, biolititi e calcareniti); tale complesso litologico passa verso il basso a calcari, calciruditi e calcareniti.

Stratigraficamente la F.ne di Carlentini risulta afferente al piano Tortoniano del periodo miocenico.

Sopra i termini lapidei del basamento, precedentemente descritti, poggiano, in trasgressione, i sedimenti marini pleistocenici posti talora in posizione di terrazzo. Si tratta di terreni la cui deposizione risulta legata alle ultime trasgressioni marine verificatesi nel Quaternario (Pleistoceneinferiore-medio). Risultano costituiti da calcareniti e sabbie, a stratificazione incrociata, talvolta con livelli e lenti di conglomerati poligenici.

Nella zona in oggetto tali terreni sono presenti nel settore meridionale a Sud dell’area di confine, alla base dei versanti che delimitano l’altopiano, sono localizzati modesti depositi di origine detritica a prevalente composizione sabbiosa-limosa con inclusi elementi lapidei di natura calcarenitica dalle dimensioni della ghiaia e della ghiaia grossa fino ai blocchi.

Dal punto di vista tettonico nell’area in studio sono state rilevate soprattutto all’interno della formazione calcarea numerose linee di dislocazione ad andamento sub-verticale o leggermente inclinato che si sviluppano secondo due principali direzioni:da NNE a SSW e da WNW a ESE.

Inoltre, ad Est sono presenti svariate linee di faglia e delle linee di sovrascorrimento che si intersecano spesso in modo ortogonale e che interessano soprattutto i termini inferiore e superiore della formazione. E’ stato inoltre accertato come l’attività di coltivazione, grazie anche alle caratteristiche tecniche del materiale, non incida sostanzialmente sulla stabilità del versante; allo stesso modo è stato verificato come i lavori non turbino il deflusso delle acque superficiali, e come le acque di circolazione sotterranea, non vengano coinvolte dai lavori in oggetto.

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Sulla base delle considerazioni sin qui fatte, si può affermare che da un punto di vista geologico sussistano condizioni di piena fattibilità per lo scavo in progetto.

La superficie totale dell'area di proprietà St, particella catastale n° 51, misura mq 41.748 mentre quella non interessata alla coltivazione Sr, comprendente le fasce di rispetto dai confini, le zone di pertinenza, i piazzali di manovra, etc.., è stata calcolata in mq 16.708, pertanto la superficie netta Sn oggetto dei lavori di coltivazione risulta:

Sn = St - Sr = Mq 41.748 - mq 16.708 = mq 25.040 pari a circa l’60 % dell’intera area disponibile.

I Volumi estraibili di calcare sono stati calcolati in 372.000 mc in banco. Essi riguardano la configurazione finale con il mantenimento del diaframma tra le due cave, quella oggetto della presente progetto e quella contigua a est attualmente in esercizio denominata "Palombara-Vinci1", nella configurazione riportata nella tavola "Planimetria Finale - Tav. 3", allegato al progetto.

Qualora, invece, si procedesse all’abbattimento del suddetto diaframma di separazione, così come raffigurato nella tavola "Planimetria Finale con diaframma abbattuto - Tav. 3bis" allegato al progetto, fermo restando la geometria topografica finale della cava, la superficie interessata alla coltivazione resterebbe la stessa ma il volume da cavare estraibile risulterà maggiore.

L'abbattimento del diaframma interposto tra le due cave comporterà una produzione di calcare estratto pari a circa 33.000 mc.

Di conseguenza il Volume totale utile estraibile risulterà pari a Vt 405.000 mc.

La formazione calcarea utile di detta superficie netta risulta completamente a giorno per cui non si ha, nella nostra cava, cappellaccio da sbancare preventivamente.

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4 MODALITÀ DI COLTIVAZIONE

Ai sensi dell’art.19 delle N.T.A. del Piano Cave vigente, così come previsto per i terreni calcarei litoidi, l'intera altezza utile e sfruttabile della cava verrà suddivisa, come meglio evidenziato nelle allegate Planimetrie, in fronti parziali o "gradini diritti" in numero di 6, aventi altezza di m 10 ciascuno, pedata di m 5 ed inclinazione di 70° posti rispettivamente da quota m 145 a quota m 83 ed a fine dei lavori di coltivazione assumerà verrà pertanto definita la conformazione a “fossa”.

Il piazzale di servizio finale di quota 83 m s.l.m. sarà collegato mediante rampe, che saranno realizzate più razionalmente con pendenze pari a 15% in modo da consentire lo sfruttamento organico e funzionale del giacimento.

La viabilità interna è assicurata dalle piste e dalle rampe di cantiere, come scritto, percorribili in maniera agevole, collegando i gradini esistenti con i futuri gradini.

Il materiale estratto verrà totalmente avviato al libero mercato.

Per quanto riguarda la sistemazione idrologica della zona si prevede di dare alle varie pedate dei gradini una pendenza tale da determinare lo scorrimento delle acque meteoriche lungo le basi delle scarpate non appena saranno ultimati i lavori nei singoli gradini. Il piazzale basso finale di quota 83 m slm, recepirà le acque che data l'elevata permeabilità della formazione calcarea, dovuta alle proprie discontinuità, favorirà l'assorbimento.

Di fatto, la coltivazione continuerà l'avanzamento nell'intento di delineare l'aspetto finale del progetto procedendo, a partire dalla parte alta dell'area di cava, con la definizione delle gradonature superiori ed a successive fasi, procedere verso il basso.

L’abbattimento primario del materiale calcareo avviene con l’impiego degli esplosivi mentre con i mezzi meccanici (escavatori muniti di benna e di martellone idraulico demolitore) avverrà l’abbattimento secondario del materiale riducendo i massi in dimensioni utili per il successivo carico su autocarri per il trasporto verso l'impiego e/o l'utilizzo finale.

Tale riduzione dei massi avviene nei piazzali di servizio dopo l’abbattimento con gli esplosivi.

L’eventuale impiego di esplodenti sarà effettuato nel rispetto delle necessarie autorizzazioni del Distretto Minerario di Catania ed dalla Questura di competente.

In alternativa all’utilizzo degli esplosivi come metodo di abbattimento principale potrà essere utilizzato il metodo di abbattimento per fette sub orizzontali, in pendenza da nord a sud del 15%, per tutta l’area, dello spessore medio di cm 30-40 per passata, mediante splateamenti

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ad opera di una dozer (tipo Caterpillar D9) corredata di ripper.

Al rippaggio segue ordinatamente un ruspaggio con la lama anteriore del bulldozer, addossando in cumulo il calcare pronto per essere caricato con la pala meccanica di cantiere sugli autocarri.

Ad ogni passata per tutta la superficie ne segue un’altra per sbancare uno strato sottostante dello stesso spessore e così di seguito.

Nel caso in cui si presenterà del materiale di scarto (partimenti argillosi e calcarenite) verrà selezionato meccanicamente con la stessa pala caricatrice e addossato in cumulo in aree già esaurite della cava per essere successivamente utilizzato nei lavori di recupero ambientale programmati.

Come si evince dalla premessa, dal calcolo dei volumi da estrarre e dagli elaborati grafici allegati, i lavori di coltivazione della cava sono risultati alquanto modesti, dovuti principalmente alla mancanza di lavori edili, stradali ed autostradali di un certo spessore nel territorio con un bacino di utenza altrettanto modesto.

Alla fine dei lavori di estrazione della formazione metamorfica utile la cava assumerà l’aspetto di un fossa come indicato nella planimetria finale.

Si precisa che, in itinere, tutte le porzioni di cava che avranno raggiunto il piano finale di coltivazione e che si riterranno non necessarie all'utilizzo per la successiva limitrofa coltivazione verranno sistemate procedendo con la sistemazione definitiva, con i materiali di esubero presenti, e/o approvvigionati dall'esterno, in attuazione alla realizzazione del progetto di recupero ambientale (Vedasi Tav. 6 -Planimetria della fase di recupero ambientale).

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5 PRODUZIONE E DURATA DELLA CAVA

La produzione dipenderà dalla richiesta di mercato, in atto modestamente sostenuta, legata al settore edilizio pubblico e privato, ed alla produzione dei cementi. Si prevede di estrarre un volume netto di circa 26.500 metri cubi all’anno di materiali calcarei (circa 2.200 al mese).

Pertanto la cava avrà una durata, a tali livelli produttivi, considerando il volume totale Vt di materiale calcareo calcolato in 405.000 mc:

La produzione media si aggira intorno a 26.500 mc all’anno (circa mc 2.200 al mese).

A questi livelli produttivi la cava avrà una durata:

Durata = Vn : Pr. annua = Mc 405.000 : 26.500 mc/anno = Anni 15,28.

che si arrotondano a 15 anni.

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6 DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE

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